23 Febbraio 2011

Il borsino dei krapfen: dai 50 centesimi del supermercato a 1,20 euro di Trojane

Con Carnevale, ecco il trionfo del fritto. Almeno tra i dolci. I krapfen, assieme alle frittole, sono i protagonisti indiscussi di questo periodo.

Se parlando di dieta l’operazione krapfen ha un “costo” di circa 400 calorie al pezzo, qual è il prezzo in termini monetari?

Si parte da 50 centesimi: prezzo in genere praticato nei supermercati, per lo meno in quelli più forniti, sia a Trieste che a Gorizia per un krapfen da circa 80 grammi al banco gastronomia. Nei supermercati Mercator si sale a 54 centesimi, alla Hofer disponibili solo in pacchi famiglia da 10 pezzi da 60 grammi a 2,49. Nelle pasticcerie si va da un euro a 1,60, che è il prezzo più alto che abbiamo registrato (pasticceria Bisiach di Gorizia).

E per finire, nel borsino non poteva mancare la località slovena che ormai viene identificata con i krapfen di dimensioni abnormi: Trojane, lungo l’autostrada tra Lubiana e Celje. Il krapfen alla marmellata costa 1,20 euro, la versione con crema o con cioccolato 10 centesimi in più.

Qui, per ragioni squisitamente caloriche, si ferma la nostra indagine sul dolce che, secondo la tradizione, venne inventato dalla cuoca viennese Cecile Krapf nel XVII secolo. Lasciamo ai lettori la parola su ricette nel cassetto, preferenze, prezzi praticati nelle pasticcerie dell’Euroregione.

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49 commenti a Il borsino dei krapfen: dai 50 centesimi del supermercato a 1,20 euro di Trojane

  1. Milost ha detto:

    Il valore del krapfen sta nella sua digeribilità: l’arte è tutta nel miracolo di farti mangiare una bomba calorica senza apparenti conseguenze digestive. Quoto la pasticceria Cidin di Gorizia, ne ho mangiati altri di saporiti ( anche troppo a volte), ma ce n’è voluto per farli dimenticare al mio fegato! Mai al supermercato, meglio digiunare.

  2. dimaco ha detto:

    panetteria caffe : il fornaio.
    60 centesimi marmellato o crema. buoni e freschi.

  3. dimaco ha detto:

    ovviamente a gorizia

  4. El sinter de Gropada ha detto:

    Quei de Trojane xe i più boni

  5. isabella ha detto:

    Cidin: mitico!!!

  6. Bibliotopa ha detto:

    per i crapfen bisogna vedere il rapporto qualità/prezzo, non solo il prezzo: se sono appiccicosi , asciutti, fritti con grasi pesanti, possono ben costare poco.
    Da Giorgi ho visto questi giorni proposte le due misure, piccoli e grandi, a prezzi differenziati.
    Per Trieste, suggerirei Penso, ma ne ho mangiati di buoni anche altrove. Farli in casa? qua ci vuole Cecotti, io li ho fatti alcune volte e il rischio è sempre che, dopo ore di lievitazione, alla fine basta un errore nella frittura e tutto è rovinato.
    Trojane? sì, è simpatica l’idea dei crapfen come i big mac e della produzione a getto continuo, però non li ho trovati i migliori. Per chi vuole riempirsi la pancia..
    lasciamo stare i crapfen freddi farciti di crema, un modo per riciclare i crapfen vecchi, mi diceva un pasticcere.

  7. Miki ha detto:

    Gli unici Krafen sono quelli di Bisiach – Gorizia.
    Cidin può nascondersi

  8. Bibliotopa ha detto:

    Ecco, un buon rapporto qualità/prezzo l’ho trovato anni fa a Trieste da Jerian.

  9. Srečko ha detto:

    In SLO vi raccomando quelli della linea Tvojih 5 minut, prodotti dall’azienda omonima, che fa praticamente solo questo, industrialmente. La qualita’ non e’ inferiore a certi prodotti artigianali. Sono in vendita in supermercati, bar… Prezzi tra i piu’ bassi. Si possono comperare in confezioni da 20.

  10. ilaria ha detto:

    Non conosco il prezzo perchè ho preso anche il pane con i semini…ma quelli di Pekarna Brumat vicino al valico di Salcano sono squisiti: grandi, sofficissimi e per niente unti!!! Provare per credere 🙂

  11. Cristiano ha detto:

    se diseva che i migliori xe’ quei in via Mazzini a Gorizia, e devo moverme ad andar a provarli una volta per tutte,

    che qui li’ ga quela de “li fasemo solo da novembre a marzo perche’ i vien piu’ boni, come che se fa in Austria, e noi semo teste dure e non cambiemo, proprio come i austriaci “.

    Su Trojane ribadiso: i xe’ proprio una delusion.

  12. aldič ha detto:

    a trojane una volta iera piu’ boni! deso no xe piu’ boni kome una volta!! anke lori se adegua al mercato! ma……..

  13. Diego Manna ha detto:

    aldic te me confermi alora…
    anche mi son passà st’estate dopo 3 anni e me li ricordavo più grandi e più boni, ma pensavo de esser insempià mi…

  14. Caio ha detto:

    Bisiach!!!!! 100 a 0…1,60euro, si! ma spesi più che bene!!!

  15. ilaria ha detto:

    Te me ga convinto…oggi provo!!!

  16. capitan alcol ha detto:

    Non centra niente ma un giorno spero di capire perchè Bisiach si pronuncia con la c dura finale e , ad esempio, Kezich con la c dolce.

  17. isabella ha detto:

    Dove si trova Bisiach?

  18. ilaria ha detto:

    Via Mazzini di fronte all’edicola è l’ex Paolin

  19. ilaria ha detto:

    Doman sul Piccolo in prima pagina già me vedo:
    …inspiegabile impennata nelle vendite di krapfen alla pasticceria Bisiach di Gorizia…mistero!

  20. isabella ha detto:

    Ahhh dicono tutti che i loro dolci siano mitici e io non li ho mai assaggiati. Provvederemo 😉

  21. AnnA ha detto:

    La storia di questa signora viennese Cäcile Krapf esiste su wikipedia in italiano (chiaramente senza fonte – peraltro catalogano il Krapfen come proveniente dal Trentino-Alto Adige, haha!) ed è evidentemente solo una delle tante storie raccontate a proposito e la meno credibile, addirittura i viennesi lo ammettono, visto che esisteva ben prima. Più citata e probabilmente sensata quella del craphun (antico alto tedesco), dolce fatto nei monasteri, documentato dal 1200, a forma più di uncino, ma forse addirittura rielaborato o ispirato dai “globuli” fritti romani.
    Da notare che in Germania, più a nord della Baviera, viene chiamato invece Berliner o direttamente Pfannkuchen, le sufganiot ebraiche invece vengono mangiate non a Carnevale ovviamente, ma a Hanukkà, e poi esistono tante altre varianti anche con nomi diversi.
    Ma nei supermercati no…;)

  22. Giovanni ha detto:

    Mi avete fatto venire voglia, stamane sono andato da Cidin, due Krapfen uno alla marmellata e uno alla crema….che boni! €1,60

  23. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ AnnA

    Sono andato a controllare su Wikipedia: è chiaramente indicato all’inizio della voce che si tratta di un dolce austro-bavarese. La storia della “signora Krapf” è scritta come ipotesi.

    Adesso metto a posto la categorizzazione.

    L.

  24. AnnA ha detto:

    Capitan alcol: lascia perdere il dolce e il salatoe 😉 il duro che sono termini popolari e fondamentalmente scorretti, è che Bisiach è un nome tedesco dove la ch è una fricativa (e non un’occlusiva) velare sorda, quindi articolata “in fondo” (non c’entra nulla con la nostra normale c di cosa), si segna con x nell’alfabeto fonetico internazionale; Kezich invece, penso, sia l’adeguamento (mal fatto) alla scrittura italiana del nome slavo Kezić, dove la ć è un’affricata postalveolare sorda, nell’AFI ʧ 🙂

  25. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ AnnA

    Stavo per modificare la categoria, ma mi hanno fatto notare che il Krapfen è inserito fra i prodotti tipici trentino-tirolesi nell’elenco approntato dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali su segnalazione degli enti locali stessi.

    Quindi in Italia UFFICIALMENTE il Krapfen è un prodotto agroalimentare tradizionale del Trentino-Alto Adige. Wikipedia ha perfettamente ragione.

    I prodotti tipici del Friuli-Venezia Giulia li trovi invece qui:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Prodotti_agroalimentari_tradizionali_friulani_e_giuliani

    L.

  26. alpino ha detto:

    Cidin i migliori di Gorizia anche se nella stessa città i livelli di qualità delle paste sono nettamente inferiori alla pasticceria che si incontra in giro per l’Italia ahimè..ci si accontenta..
    Sui Krapfen sloveni stelo un velo pietoso, mio papà continua a ciorli perchè ghe piasi..ma i fa veramente schifo..par de magnar un panin fritto con un poco de zucchero e se te lo magni dopo un’ora xe duro come un castron…
    Trojane non capisco cosa abbia a che vedere con noi xe 100 e passa kilometri a questo punto mettiamo i pasticceri numero uno in Italia vincitori di competizioni..pasticceria Biasetto di Padova…e go ditto tutto

  27. ilaria ha detto:

    @alpino
    Sarò stata fortunata, ma una settimana fa da Pekarna Brumat ne ho mangiato uno strepitoso credimi!
    Anche io conoscevo i classici unti e duri che dici tu, una schifezza immonda!

  28. AnnA ha detto:

    E allora, Luigi? Ancora più grave che sia un ministero a stilare ufficialmente queste castronate. Non vedo sinceramente la necessità che wikipedia vi si adegui, senza neppure contestualizzare o spiegare meglio, contribuendo a confondere. In ogni caso anche austrobavarese mi lascia perplessa, per me è un dolce austroungarico, come le Palatschinken, etc.
    (Può essere poi che qui il FVG dormisse?)
    Mi sembra comunque uno di quei casi in cui lo scopo sia surclassato dallo strumento, il senso dalla categoria.

  29. capitan alcol ha detto:

    AnnA. Non serve aggiungere altro direi 😉 Grazie!

  30. alpino ha detto:

    @Ilario
    ma mio papà li ciol in Pekarna Brumat…non so quale delle varie pekarne ghe chiederò, scolta ti dove te li ga ciolti?? che se almeno ga de ciorme el Krpfen co rivo de Padova me ciol quel giusto e no na baleta de tennis..
    PS sul pane invece niente de dir..Pan de Jugo 10 pan de Gorizia -1, di là i ga un pan bon, che dura altro che i nostri pieni de aria

  31. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ AnnA

    Castronate o no, questo è un documento ufficiale e ovviamente un’enciclopedia – per quanto on-line – deve tenerne conto per ovvi motivi.

    In realtà Wikipedia spiega chiaramente come e perché questo sia considerato un prodotto tipico Trentino-Tirolese: c’è scritto in grassetto nel box a destra nella voce, quando addirittura si fa riferimento alla legge. Puoi anche cliccare sulla categoria (sempre nel box), così ti viene spiegato che cos’è questa legge, come funziona eccetera eccetera.

    Se tu ritieni che la voce vada cambiata e puoi motivare in modo adeguato il tuo punto di vista, proponi qui dentro un testo così lo inserisco io nella voce. Attenzione: dev’essere una cosa “seria” e non un “secondo me è così e cosà”.

    L.

  32. ilaria ha detto:

    @alpino
    sulla strada che dal confine di Salkano ti porta verso il casinò Perla.
    Passi il valico, passi il distributore di benzina alla tua destra, al semaforo vai a destra e continui sulla via principale, al secondo semaforo giri a sinistra in una vietta. Lì subito a sinistra c’è l’entrata purtroppo le commesse non sono il massimo in simpatia però i prodotti sono ottimi!!!

  33. alpino ha detto:

    aaaaa go capì desso dove che te disi!
    bon ghe digo de andar la sperando che i gapi anche el pan de patate che mi qua a PD no lo trovo

  34. Milost ha detto:

    Pekarna brumat è anche a San Pietro, al semaforo giri a destra e poi a sinistra per parcheggiare. C’è anche il mercator e una macelleria. Lì trovo anche un dolce rigorosamente austro ungarico con una crosticina di semi di papavero sopra e una versione di quella che io chiamo putizza niente male. No in sti giorni, che xe solo krapfen, crostoli e fritole.
    Paulin/Bisiach: io proprio non riesco afrmeli piacere i dolci di questa pasticceria. Trovo buoni ma indigeribili quelli della Sabrina, e senza lode e senza infamia quelli di Cozzutto. Cidin per me è insuperabile, dai pasticcini che fa il mercoledì alle torte di compleanno, lievi come nuvole e poco zuccherate, passando per la torta al cioccolato ripiena di mirtilli. Ecco credo che la sua caratteristica sia questa: creme leggerissime e poco zucchero dappertutto. I dolci di carnevale corrispondono a queste caratteristiche.

  35. isabella ha detto:

    Bastaaaaaaaa!!! Finitela che ho le bave e sono rinchiusa in casa 🙁

  36. AnnA ha detto:

    @Luigi, possiamo terminare qui – se avessi voglia di risistemare la voce dei Krapfen (che lo necessita sicuramente) su w. lo farei anche senza il tuo passaggio, come è già successo altre volte, ma non ho né voglia né tempo, proprio perché queste cose devono essere fatte per bene (comunque mancano le fonti là). I criteri usati da wikipedia, ripeto, alle volte invece di aiutare o informare, confondono a causa di una certa rigidità, se non sono solo fini a se stessi. In questo caso inoltre spiegazioni più dettagliate dovrebbero essere contenute nell’articolo stesso, ritengo.
    Ma qua non era wikipedia il tema, bensì i Krapfen, ho solo avuto il sospetto che la redazione si sia servita di questa voce di wikipedia per scrivere, in maniera per me un po’ troppo sommaria, la penultima frase dell’articolo, per cui ho ritenuto, almeno qua, di dover aggiungere qualcosina.
    Ciao 🙂

  37. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ AnnA

    Ho messo mano alla voce eliminando il riferimento a questa fantomatica Cecilie Krapf, che non trovo citata da nessuna parte, né tantomeno nella voce “sorella” della Wiki tedesca.

    Ciao.

    L.

  38. AnnA ha detto:

    @Luigi:
    Hai la mia benedizione, perché o la si racconta tutta o non la si racconta proprio. Da qualche parte in realtà si trova citata questa Cäcilie Krapf, ma non seriamente intesa (non ho controllato, ma la voce tedesca probabilmente non è stata fatta da un austriaco).
    Non so se capisci tedesco, ma girellando in rete ho trovato questo articolo di un forum sulla storia dell’Austria superiore che mi sembra affidabile, dove la storia della Krapf viene considerata chiaramente un mito, essendo il Krapfen ben più vecchio del 1690:
    http://www.ooegeschichte.at/Krapfen.508.0.html
    Riciao

  39. gigi ha detto:

    io ho la fortuna che i dolci me li fa mia moglie, compresi i krapfen. Se ne possono mangiare a quintali, sono digeribili, freschi e poco costosi. Fate fare alle mogli i krapfen invece di farle girare per i centri commerciali la domenica……

  40. isabella ha detto:

    Li potrebbero fare anche i mariti 🙂

  41. capitan alcol ha detto:

    @40 Non ho un campo di grano e una macina e neppure delle galline in bagno che mi riforniscano di uova. Quindi in attesa di risolvere questo problema i krapfen me li farò lo stesso ma con gli ingredienti del supermercato.

  42. alpino ha detto:

    siii voio veder se tempo più materia prima e corrente ti costa di meno farli in casa che comperarli…saranno sicuramente buonissimi ma che do cojoni ga de farse tua moglie per farte magnar un krapfen…

  43. Miki Go ha detto:

    Quelli della nonna sono i migliori in assoluto, con la ricetta della “cucina triestina” datata 1939!!! Comunque quelli della Pekarna non son male….;))

  44. antonio ha detto:

    circa dieci anni fa …..in via forze armate a milano c’era un laboratorio che produceva solo krapfen….un vero spettacolo buonissimi e leggerissimi. la “Friggitoria Baggio”

  45. michela ha detto:

    anni fa sono passata per Trojane andando in Austria, e ho scoperto questo paesetto pieno zeppo di pullman turistici. Ho trovato divertentissima una bandiera con il nome, in cui il puntino sopra la j era costituito da un krapfen!
    Milano dovrebbe farsi una bandiera con un panettone sopra la i.

  46. Fiora ha detto:

    @45
    “circa dieci anni fa…” archeologia dolciaria.una simil recherche… krapfen vs madeleine .
    Ovviamente vincerebbe lo sfidante!

  47. Gianni Bua ha detto:

    @ 47, Fiora…
    Chérie, da triestin patoco (vado ogni tanto – portafoglio permettendo – nel negozio de Via XXXottobre, no vojo far publicità) dove per mi i fa el Gotha dei dolci. Sempre da triestin patoco, son stà folgorà no sula via de Damasco, ma su quela de Paris. Se vuoi, ti giro un paio di indirizzi di boulangeries dove trovi madeleines e, sopratutto, croissanst ipocalorici 90% burro,10% farina)che si sciolgono in bocca !!

    Bisou, Gianni

  48. Fiora ha detto:

    @48
    mon cher Jean, moi je suis une patòchesse fidèle: vive les Krapfen toujours!

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