23 Febbraio 2011

Diffamazione online: paga l’autore, non il sito. Il caso di Vajont.it

Chi scrive un post diffamatorio è penalmente responsabile. Non lo è, invece, il proprietario del sito sul quale lo scritto viene pubblicato. Questa, in sintesi, la conclusione a cui è giunto il Tribunale di Udine. Il caso era scoppiato in seguito alla denuncia – presentata ai danni del commentatore e della proprietaria del sito – dall’ex sindaco di Longarone, Pierluigi De Cesero, per i poco lusinghieri commenti sul suo operato comparsi sul sito www.vajont.it.

La vicenda si è conclusa ieri davanti al giudice monocratico del tribunale di Udine, Emanuele Lazzàro: accogliendo la richiesta del pubblico ministero, il giudice ha ritenuto l’autore Tiziano Dal Farra, 53 anni, di Pagnacco, colpevole. Gli ha inflitto una multa di 500 euro e lo ha condannato a versare un risarcimento rispettivamente di 5 mila euro all’ex primo cittadino e di 2 mila euro al Comune. Assolta con la formula “per non aver commesso il fatto”, invece, Loredana Trevisani, 45 anni, titolare del sito.

Bora.La invita la propria comunità a fare tesoro di questa vicenda, evitando di esporsi inutilmente a rischi giuridici a causa dei propri commenti
Qui il disclaimer di Bora.La e le condizioni d’uso del sito.

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54 commenti a Diffamazione online: paga l’autore, non il sito. Il caso di Vajont.it

  1. sergio ha detto:

    se era una calunnia gratuita potrebbe essere anche giusto, ma se non si può criticare l’operato negativo di un politico che si è votato è gravissimo, dove sta la democrazia????

  2. Milost ha detto:

    La diffamazione non è una critica, per ora.

  3. čriček ha detto:

    Milost

    E’ vero. Ma molti, soprattutto i politici, concepiscono il contrario, cioe’ che critica e’ diffamazione. Come pure spesso diffamano con la scusa di criticare.

  4. isabella ha detto:

    Bisogna vedere qual era il tono delle parole del condannato.
    Critica e diffamazione sono due cose differenti.

  5. capitan alcol ha detto:

    Cari redattori,
    mi chiedo e vi chiedo se non sia il caso di richiedere la registrazione per i commentatori. Mica crederete che il mio indirizzo di posta elettronica sia veramente vival@epobon.it ? 😉

  6. ilaria ha detto:

    Guarda che se vogliono ti trovano ovunque sei, ti frega il tuo IP! 🙂 e non solo!

  7. Redazione ha detto:

    Esatto, nome e mail false non bastano per mantenere l’anonimato.

    Per quanto riguarda la registrazione, ci abbiamo pensato, ma renderebbe sicuramente il tutto meno immediato per i nuovi commentatori.

  8. Luigi (veneziano) ha detto:

    Se io scrivo “il sindaco è un incapace” sto facendo una critica, anche se generica. Se io invece scrivo “il sindaco è un ladro: s’è imboscato i soldi della tassa per i rifiuti” – e la cosa non è vera – sto diffamando.

    Qui trovate l’estratto di una sentenza in una causa per diffamazione: ad un uomo politico era stato attribuito in un articolo apparso in un sito il fatto di aver “organizzato spedizioni punitive di una banda di mazzieri contro studenti di alcune scuole della Capitale”. L’uomo politico ha querelato, ma la corte gli ha dato contro. Perché? Perché il fatto era descritto in modo colorito, ma era sostanzialmente vero.

    http://www.101professionisti.it/archivi/dettaglioArticolo.aspx/risarcimento-danni-per-diffamazione-

    L.

  9. Luigi (veneziano) ha detto:

    E qua trovate la sentenza del caso di cui si sta parlando:

    http://www.vajont.info/sentenzaFEmov19dic08.html

    L.

  10. capitan alcol ha detto:

    L’IP? Non aggiungo altro ma dico solo: cose che è meglio non sapere. 😉

    http://www.youtube.com/watch?v=Z_EkYTI7RsY

  11. massimilianoR ha detto:

    ha ragione Luigi.
    il reato di “incapacità” infatti non credo esista, almeno nell’accezione comune.
    quello di furto si.

    importante pesare i termini che si utilizzano. si possono dire cose importanti, senza offendere o diffamare.
    semplicemente riportando fatti senza arricchire o commentare gratuitamente con espressioni diffamatorie o falsità.
    se si utilizzano l’ironia e la metafora si riesce a dire tutto senza incappare nelle maglie del codice.
    per quanto riguarda l’IP, è chiaro che tutti siamo tracciati e potenzialmente rintracciabili.
    esistono però delle normative che attengono la privacy di chi bazzica in rete, per le quali l’utilizzo delle informazioni atte ad identificare un soggetto è consentito solo alla polizia postale, per indagini in corso che prevedono pure l’autorizzazione della magistratura.
    il semplice IP nn dice nulla.

  12. alpino ha detto:

    ma non è che stiamo esagerando? non stiamo facendo un po troppo terrorismo? avete aperto un blog su tematiche quotidiane di attualità sapete quindi che c’è dibattito anche acceso…spesso bora.la pubblica articoli sulle solite questioni del confine orientale proprio perchè hanno appeal eppure da un po’ di giorni a questa parte c’è una sorte di paura o allerta commenti che fino a poco tempo fa non c’era.
    Tra l’altro sta storia di Vajont che c’azzecca con noi? non è di ieri la possibilità di essere denunciati per diffamazione è da mò che esiste e lo sappiamo bene o male tutti..non capisco questo stato di “agitazione” di bora.la ripeto la mia domanda di qualche giorno fa…avete ricevuto pressioni??

  13. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ alpino

    La cosa – vista da parte di bora.la – è semplice: loro sanno benissimo che a seconda di come è strutturato un blog (e io non so com’è strutturata bora.la), la direzione del blog stesso può essere chiamata penalmente e civilmente a rispondere anche delle opinioni espresse dai commentatori.

    Metti che recentemente qualcuno si sia risentito per una cosa scritta qua dentro…

    L.

  14. massimilianoR ha detto:

    se qualcuno si risente per qualcosa pubblicato in un blog, sito o altro, le strade legali sono percorribili, ma pochi lo fanno.
    preferiscono scatenare ondate di troll o di “infiltrati” nel sito per capire da vicino le cose e magari occuparsene di persona.
    per non parlare dei tentativi di sabotaggio tecnologico che possono essere attuati.
    oppure – terza soluzione abbastanza praticata nel caso di blog locali o comunque acsrivibili a soggetti conosciuti e quindi facilmente rintracciabili – si giunge al contatto diretto per manifestare la propria contrarietà. e qui mi fermo…

  15. Luigi (veneziano) ha detto:

    Situazione che conosco: in un forum di discussione all’interno di un sito si apre un flame mostruoso, con pesanti accuse a un tizio (non partecipante alla discussione): un politico abbastanza influente nella sua zona.

    Risultato: questo contatta i gestori del sito, che hanno semplicemente chiuso il forum di discussione.

    L.

  16. Luigi (goriziàn) ha detto:

    Se la responsabilità è di chi scrive (sempre rintracciabile) di che vi preoccupate?
    Ripropongo: Avete ricevuto pressioni?
    Se si da chi?
    Buona giornata.

  17. Redazione ha detto:

    Niente pressioni, vogliamo semplicemente tutelare i molti commentatori che per leggerezza credono che anche con l’anonimato non siano raggiungibili in caso di querela e noi che nell’ottica di dare massima libertà di espressione non riusciamo a porre troppi filtri ai commenti. Il tutto prendendo spunto da un episodio di cronaca giudiziaria avvenuto nella nostra regione.

  18. capitan alcol ha detto:

    L’amministratore può rimuovere, ma a volte si possono reperire quei contenuti da terze parti come la cache di google o archive.org.

  19. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Redazione

    L’episodio di cronaca giudiziaria cui fate riferimento è del 2008. Giornalisticamente parlando, un’era geologica fa.

    Voi poi dovreste sapere che esiste una responsabilità penale anche per i gestori dei blog, derivante da negligenza. Per questa responsabilità indiretta, potreste essere chiamati in correità per gli stessi reati.

    Varie sentenze hanno chiarito il punto.

    Eccone una del 2006:

    http://www.mcreporter.info/giurisprudenza/ao06553.htm

    L.

  20. Luigi (veneziano) ha detto:

    Mi spiego meglio, onde evitare che vi facciate venire un coccolone: ALCUNE SENTENZE (come quella da me richiamata, ch’è la più nota) hanno affermato la responsabilità “editoriale” del gestore dei blog.

    ALTRE SENTENZE l’hanno invece negata.

    Credo però che non sia piacevole doversi trovare di fronte ad un giudice domandandosi: “Questo a quale corrente di pensierò aderirà?”.

    L.

  21. enrico maria milic ha detto:

    @ Luigi

    ho lavorato per 6 anni in una delle più importanti aziende editoriali online d’Italia (StudentiMediaGroup spa, ora acquisita da Banzai spa). Sono stato co-fondatore e direttore editoriale di un sito che faceva quotidianamente 40.000 utenti unici al giorno.

    Sono state numerose a quel tempo le richieste da parte della polizia postale o da parte di altre autorità competenti in merito a diffamazioni e altri reati potenziali – compiuti su Studenti.it.

    Non mi è mai capitato di dover rispondere legalmente di quanto fatto dagli utenti del mio sito.

    Tuttavia, come dici tu, la giurisprudenza è controversa.

    Credo sia corretto però che la responsabilità di ogni commento degli utenti ricada completamente sull’utente stesso – CHE E’ RINTRACCIABILE SEMPRE DALL POLIZIA ANCHE SE SI FIRMA CON EMAIL E NOME FALSO (VALE L’I.P.). Questo perchè il gestore di un sito da migliaia di utenti (come Bora.La) non può riuscire a moderare ogni virgola di siti così trafficati.

  22. capitan alcol ha detto:

    Mi fa specie che se di notte qualcuno viene sul muro di casa mia a scarabocchiare frasi ingiuriose io ne sia il responsabile.

  23. capitan alcol ha detto:

    emm: l’IP dice qualcosa ma potrebbe essere inutile.
    Caso 1: sono un ignaro utente che ha il computer sotto il controllo di bravo ingiuriatore che usa il mio IP per scrivere insulti su un blog
    Caso 2: sono un farabutto che accede al sito di bora.la attraverso un proxy sito in qualche giurisdizione straniera e ‘opaca’ o con software di anonimizzazione.

    Che succede?

  24. ilaria ha detto:

    Bon dai! Siamo sul sito di bora.la mica su quello della sicurezza mondiale degli Stati Uniti!

  25. ilaria ha detto:

    …speremo solo che “Romoli Snc” non me denunci perchè l’ascenzore non lo voglioooooo!!!! 🙂

  26. ilaria ha detto:

    ops…ascensore 🙂

  27. capitan alcol ha detto:

    ilaria in realtà io controllo il tuo pc 😉

  28. ilaria ha detto:

    …aiutoooooooo

  29. capitan alcol ha detto:

    Scherzavo.
    Volevo sapere un’altra cosa dalla redazione o da milic: pensate che con la registrazione obbligatoria ci possa essere un calo dei visitatori?

  30. ilaria ha detto:

    @capitan alcol
    …fiuuuuu!!!!

  31. Redazione ha detto:

    Dei visitatori no, ma dei commentatori probabile. Facilitare il più possibile la possibilità di esprimersi è uno dei principi su cui si basa la nostra idea di informazione partecipata.

  32. El sinter de Gropada ha detto:

    Se uno si aggancia al wi-fi aperto di un bar e diffama puniscono il proprietario del bar?

  33. Diego Manna ha detto:

    dipendi da come iera scrito el comento. se iera schhhrito cussshì, i ghe sera la spina del spritz.

  34. El sinter de Gropada ha detto:

    :-)))))))))

  35. alpino ha detto:

    Ma di quale registrazione obbligatoria parlate? al momento non c’è qui su bora.la

  36. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Annalisa

    Vero, ma nel caso in specie la sentenza è stata riformata perché il prodotto “blog” non può essere assimilato ad un “prodotto editoriale”.

    Copio/incollo da un sito di un giurista:

    La legge 62 del 2001 ha esteso l’applicabilità delle disposizioni di cui all’articolo 2 della legge n. 47 del 1948 (legge sulla stampa) al “prodotto editoriale”, stabilendo che per tale può essere considerato anche il prodotto realizzato su supporto informatico, se destinato alla pubblicazione e alla diffusione di informazioni presso il pubblico. Quindi, la normativa prevede la possibilità di definire stampa un sito web, ma ciò può avvenire solo nel caso in cui sussistano le specifiche condizioni che sono alla base del prodotto editoriale.
    L’applicabilità delle norme sulla stampa al web è discorso che parte da lontano, e non è possibile riassumerlo in poche battute, però è importante tenere presente che per configurarsi un prodotto editoriale necessitano determinati requisiti, che potremmo riassumere nel requisito ontologico (la struttura) e quello finalistico (gli scopi della pubblicazione), propri di un giornale.
    È di tutta evidenza che sul web esistono realtà che sono perfettamente assimilabili alla stampa cartacea, e una mera differenza strutturale, derivante dal mezzo utilizzato per la diffusione (il web invece che la carta) non può impedire l’applicabilità delle norme sulla stampa a siti che presentano le previste caratteristiche, ma da questo non è possibile ricavare una generale applicabilità delle norme sulla stampa a siti che hanno un carattere meramente volontaristico, come può essere un blog od un forum.
    Come chiaramente precisato nella sentenza 10535 del 2008, il diritto deve adeguarsi alle nuove tecnologie, “ma da questo assunto non può farsi derivare che i nuovi mezzi di comunicazione del proprio pensiero (newsletter, blog, forum, newsgroup, mailing list, chat, messaggi istantanei, e così via) possano, tutti in blocco, solo perché tali, essere inclusi nel concetto di stampa prescindendo dalle caratteristiche specifiche di ciascuno di essi”.

    Bora.la è un “prodotto editoriale”? In realtà credo di sì, ma questa è una mia personale interpretazione. Enrico dovrebbe saperlo meglio di me.

    L.

  37. Luigi (veneziano) ha detto:

    Però adesso ho letto la sentenza dalla Cassazione del 2010, che in realtà è molto chiara: non c’è responsabilità nemmeno per i direttori dei giornali web.

    Quindi… sono tutti cavoli nostri!

    L.

  38. El sinter de Gropada ha detto:

    Ricordiamoci che nel sistema giuridico italiano il precedente non fa legge

  39. Luigi (veneziano) ha detto:

    Certo, ma i giudici in genere tendono a conformarsi alle sentenze della Cassazione, per i casi simili.

    L.

  40. enrico maria milic ha detto:

    @ Capitan Alcol

    quindi tu credi verosimile che una percentuale significativa di commentatori di Bora.La usi proxy o altre tecnologie per riuscire a commentare su Bora.La insultando o diffamando qualcuno?

  41. capitan alcol ha detto:

    @41 non lo so, lo credo improbabile viste una serie di premesse, ma non posso escluderlo in futuro.
    Ma se per assurdo qualcuno volesse lanciare una denuncia su un abuso di potere dalle pagine di questo sito, tu sconsiglieresti di usare queste tecnologie? Bandiresti il contenuto?
    Il fatto di usarli non è nemmeno legato alla malizia di qualcuno, ad esempio io pur di vedermi i video dal sito della BBC una volta ho fatto uso di proxy (ma poi ho smesso 😉 )

  42. mepermeto ha detto:

    …ma se un scrivi “per mi i scrivi ‘ste robe solo per insempiar la gente”, poi la gente me pol querelar che ghe digo “sempia”? 😀

  43. alpino ha detto:

    @ enrico
    ma scusa io non mi sono mai accorto di utenti particolarmente coloriti che insultano o diffamano a mezzo bora.la

  44. dimaco ha detto:

    @23
    I anonimizzatori o proxy stranieri non sono una garanzia di immunita o anonimato. Per un lungo periodo ho fatto il game operator per un gioco browser on line e ti posso garantire che ci sono programmi per rintracciare l’IP corretto oltre a vari tool per tracciare qualcuno. oltretutto l’uica granzia per bannare qualcuno defnitivamente è bloccare la radice dell’Ip, os piuttoso complicata.

  45. Sara ha detto:

    Sono Italo. Come tu sai bene Enrico non ho mai diffamato nessuno personalmente. Ho sempre e solo scritto cose ideali che possono anche offendere qualcuno, ma la libertà di pensiero è sancita dalla Costituzione.E sono bannato permanentemente dal blog. Attendo il nuovo ban. Quanto all’IP come si fa a risalire a chi ha materialmente scritto il messaggio? L’IP dinamico nel 90% dei casi può far risalire al titolare dell’utenza telefonica e basta. E’ come la responsabilità oggettiva delle squadre di calcio. Mi sembra di dubbia costituzionalità. Poi tutti sappiamo che il moderatore o la redazione possono modificare il testo del messaggio. Chi può certificare che quel messaggio diffamatorio non sia stato modificato? Ma comunque siamo in Italia e le leggi sono a milioni e ce ne sono a migliaia contraddittorie l’una con l’altra e siamo in mano a degli azzeccagarbugli che interpretano a seconda di come si svegliano la mattina.

  46. Tiziano Dal Farra ha detto:

    Salve.
    Io sarei il “diffamatore”.
    Per quanto riguarda il mio caso (il mio rosario di querele longaronesi), vorrei porgeste attenzione a questa
    http://www.vajont.info/querMafiaDeCeseroPierluigi.jpg
    Trattasi di una denuncia per mafia & falso in atto pubblico – quest’ultimo comporta da tre a dieci anni di carcere – causata dalle 38 menzogne (che posso documentare) messe a verbale dal mio “querelante”.
    E scusate se è poco.
    Purtroppo, i tempi tecnici di giustizia NON li faccio io.
    Comunque, dal mio punto di vista:
    – la “diffamazione” è un classico, qui in italia, per zittire la gente
    – i giudici NON sono tutti uguali
    – e generalmente parlando, le “cose web” non sono il loro forte
    – vengono utilizzati Codici che hanno le radici nei “Regi Decreti del 1928”, e ho detto tutto

    Tranquilli. Tempo al tempo.
    Ciao

  47. Tiziano Dal Farra ha detto:

    P. S. = e lasciate perdere il “www.vajont.it”
    Altra superficialità di querelanti e GIP.
    Il Vajont.it è di terzi, NON c’entra nulla colle mie cose.

    I siti coinvolti sono:
    http://www.vajont.net (del Comune di Longarone, la “messa cantata” gestita dalla cosca)
    http://www.vajont.org (mio, sotto sequestro dal settembre 2007 in ITALIA, ora dissequestrato)
    http://www.vajont.info (mio, negli USA dove NON è REATO, copia del sito, e coll’aggiunta dei materiali dei MIEI “processi Merlin”)

    Gli esami non finiscono mai.
    E le castagne + grosse (su querelante & avvocato) devono ancora “uscire”.
    Ciao

  48. El sinter de Gropada ha detto:

    Chi ha intestata un’utenza telefonica ne risponde. Ecco perché facevo riferimento ai gestori di bar con wi-fi “aperto”. Credo dovranno anche loro registrare i documenti e gli orari di chi si connette per evitare guai. Chi può scrivere dalla tua utenza, Sara, se non tu o un tuo familiare?

  49. Sara ha detto:

    Accalappiacani, per esempio,uso una chiavetta che sovente presto anche ad amici ecc ecc quando stiamo in compagnia. Sono i gestori dei siti che devono filtrare e cancellare le cose pesanti. Se adesso a questo mio messaggio un redattore aggiungesse come nelle sue facoltà due o tre frasi ingiuriose verso qualcuno cosa succederebbe? L’IP sarebbe mio, ma il testo modificato. Secondo me in internet andrebbero perseguite solo le truffe e la pedofilia.

  50. El sinter de Gropada ha detto:

    Se io presto la mia auto a qualcuno e questi compie una rapina e scappa all’estero, risponderò io di quello che è successo.

  51. era ha detto:

    Esatto, la chiavetta è tua, in alternativa dovresti dimostrare che l’avevi prestata….

  52. El sinter de Gropada ha detto:

    Sì, ma il reo dovrebbe ammettere di aver commesso il reato con la chiavetta di Sara. L’onore della prova spetta al titolare dell’utenza.

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