14 Febbraio 2011

Pizzagalli e l’italianizzazione fascista di oltre duemila cognomi sloveni nel libro di Miro Tasso

Giovedì 17 febbraio la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia ospiterà la presentazione del volume di Miro Tasso, “Un onomasticidio di Stato”, pubblicato per i tipi della Mladika alla fine del 2010. Nell’occasione, l’Istituto di storia sociale e religiosa di Gorizia e la casa editrice “Mladika” promotori della manifestazione in collaborazione con la Biblioteca Statale Isontina e l’Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei, organizzano una tavola rotonda con Miro Tasso, Liliana Ferrari, Pavle Merkù, Boris Pahor e Marina Rossi.

Miro Tasso è specialista nell’elaborazione di dati biodemografici, in particolare nell’analisi delle distribuzioni dei cognomi nelle popolazioni linguistico onomastiche del Triveneto. In questo saggio, ripercorrendo le fasi e gli effetti della capillare politica di italianizzazione dei cognomi stranieri attuata dallo Stato fascista, focalizza la sua attenzione su quel funzionario di Prefettura, Aldo Pizzagalli, che legò il proprio nome all’intera operazione. Per Regio Decreto del 1967/1927 vennero infatti rimessi nella forma originale oltre duemila cognomi in maggioranza sloveni: l’operazione descritta coinvolse almeno cinquantamila persone soltanto nella città adriatica.

Nel volume di Tasso la vicenda personale del Pizzagalli, dal suo arrivo in città, all’assunzione della carica di presidente della Commissione per l’italianizzazione dei cognomi si interseca con la nascita del fascismo, l’istituzione delle leggi razziali e l’occupazione nazista di Trieste. A corredo l’autore nella postfazione pubblica una dettagliata analisi degli specifici provvedimenti che vennero messi in atto, a cui fa seguire le schede biografiche dei protagonisti della vicenda, nonché l’elenco dei cognomi cambiati nel comune di Trieste. In appendice si possono reperire alcuni decreti di italianizzazione dei cognomi nell’allora Provincia di Trieste.

La tavola rotonda, che avrà inizio alle ore 17.30, vedrà Miro Tasso discutere con autorevoli interlocutori quali lo scrittore Boris Pahor, che del libro ha steso l’introduzione; Marina Rossi, storica che ha approfondito il tema del fronte orientale e le prigionie in Russia nel corso dei due conflitti mondiali; Pavle Merkù, etnomusicologo, attivo nel campo della linguistica e della glottologia; Liliana Ferrari, docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese all’Università di Trieste.

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266 commenti a Pizzagalli e l’italianizzazione fascista di oltre duemila cognomi sloveni nel libro di Miro Tasso

  1. adriano ha detto:

    Da leggere anche “L’identità cancellata” di Paolo Parovel.

  2. effebi ha detto:

    ah.. Boris Pahor quello a cui il fascismo “NON” cambiò il cognome…
    (nato con la camicia….)

  3. ufo ha detto:

    Optante, alla mia famiglia l’hanno fatto. Va piuttosto a fare le tue battute negazioniste in Italia.

  4. effebi ha detto:

    negazioniste ? e che avrei negato ?

  5. Luigi (veneziano) ha detto:

    E’ da notare che le varie procedure per il cambio dei cognomi si svolgevano a livello provinciale, segnatamente ad opera delle prefetture.

    Ciò ha significato che in realtà l’italianizzazione dei cognomi non avvenne in modo uguale in tutta la Venezia Giulia. In particolare, nella provincia di Fiume i cognomi italianizzati in modo forzoso furono sorprendentemente pochi.

    Altra cosa da notare è una sorta di suddivisione per “classe” del procedimento: i ricchi e potenti raramente cambiarono i propri cognomi, per cui abbiamo i Cosulich, i Marinzulich, i Krekich, i Ghiglianovich, i de Vidovich, i Mrach, i Grossich, gli Ossoinak, i Tripcovich, i Bellulovich, gli Zerauschek, i Baccich, gli Angheben, i Pillepich, gli Host eccetera eccetera (tutte famiglie “in vista”), che non cambiarono mai il proprio cognome.

    Luigi (veneziano)

  6. effebi ha detto:

    “l’operazione descritta coinvolse almeno cinquantamila persone soltanto nella città adriatica” considerando che trieste aveva 250.000 abitanti questo significa 1 su 5 (almeno)
    il dato è davvero importante. sarà interessante scorrere l’elenco.

  7. maja ha detto:

    Basta scorrere l’elenco telefonico.

  8. Bibliotopa ha detto:

    Andate a leggere la risposta di Giani Stuparich all’invito a cambiare il proprio cognome 🙂
    la trovate in un quaderno di Qualestoria.

  9. dimaco ha detto:

    luigi il fatto di avere nel finale di cognome la ch è prova di italianizzazione. a mio nonno cambiarono il nome da miroslav a federico e il cognome pure aggiungendoci adirirritura due esse. altri da anton ad antonio e da ivana(mia nonna) a giovanna e cosi via

  10. maja ha detto:

    bibliotopa, potresti risparmiarci la fatica e farci un breve riassunto? grazie.

  11. effebi ha detto:

    10 beh maja, tu potresti riassumerci l’elenco telefonico 🙂

  12. Milost ha detto:

    Milost xe rimasto come che iera. Ma Gorizia xe un’altra roba, sempre.

  13. alpino ha detto:

    Milost xe el tuo cognome?

  14. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    La finale in -ich NON E’ segno di italianizzazione, ma – molto più semplicemente – è il modo “classico” di scrivere i cognomi con finale -ich. Modo esistente ancora ben oltre la riforma del Gaj, e rimasto tuttora per una piccola parte dei cognomi in Croazia.

    Quando gli italiani “italianizzavano” i cognomi, eliminavano completamente la finale -ich.

    Basta scorrere gli elenchi dei cognomi “italianizzati” predisposti dal ministero: non ce n’è nemmeno uno con la finale “-ich”.

    L.

  15. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ma per mettere un po’ di pepe sulla questione, la sapete la storia della “slavizzazione” della forma dei nomi e dei cognomi attuata invece in gran silenzio in Jugoslavia dopo il 1945?

    Perché con l’idea di recuperare (giustamente) i vecchi nomi slavi italianizzati, è andata a finire che moltissimi “Colli” sono stati trascritti come “Kolić”, compresi dei rimasti che si erano trasferiti dal Piemonte negli anni ’20 e che da quell’anno sono “slavi”. Oppure quelli che si chiamavano “Angelo” e sono diventati “Andjelo”, ed altre amenità del genere.

    L.

  16. dimaco ha detto:

    luigi cazzate quello che dici nel post 15. il nonno di mia moglie che è restato in yugo dopo la guerra ha mantenuto il cognome suo. Scritto in italiano con le due r e la c iniziale.
    Andjeelo è stato scritto così per dare la possibilità di dirlo nella maniera fonetica corretta. La g si scrive con la letteraadeguata ovvero questa: đ, la d tagliata.

  17. Jasna ha detto:

    Perché dopo pochi commenti qua inizia sempre a tirare aria di rissa? Che palle!

    Alcuni esempi di cognomi italianizzati si trovano in “Storia degli Sloveni in Italia” di Milica Kacin Wohinz e Joze Pirjevec. Uno su tutti non me lo dimenticherò mai: Smerdel è diventato Odorosi.

  18. maja ha detto:

    Jasna, se non ricordo male quanto ha detto Boris Pahor in un’intervista, l’Odorosi è toccato in sorte proprio a sua moglie. Sempre meglio di Puzzolenti, va’.

    Dimaco, su, non dire stupidaggini. Anche in Jugoslavia slavizzavano se potevano. Il ragionamento sulla “maniera fonetica corretta” fa acqua da tutte le parti, dai. I nomi non si cambiano, punto.

  19. Tergestin ha detto:

    Anche a me hanno cambiato il cognome, che ho trovato nell’elenco del libro.
    In ogni caso si spiega brevemente pure il motivo per il quale ad un certo punto l’italianizzazione si arresto’: prima per “identificare” meglio gli ebrei (e Mussolini nel 1938 pronuncio’ le leggi razziali proprio qui), comunita’ alquanto numerosa a Trieste ed in seguito anche per non urtare i nuovi tedeschi ai tempi dell’occupazione nazista.

    Fu una pessima operazione, questa italianizzazione forzata, che sradico’ l’identita’ non solo di numerosissime famiglie, ma quella di un territorio secolarmente plurilinguistico e multiculturale.

  20. maja ha detto:

    Comunque chi vuole può richiedere il ripristino del cognome nella forma originaria:

    http://www.retecivica.trieste.it/procedimenti/pub/esamina.asp?id=457

  21. effebi ha detto:

    maja, quanti di quei 50.000 (e oltre) lo ha fatto ?

    per dire, un esempio a caso… cecovini (il sindaco) ne andava fiero (del nuovo cogmome e dell’italianità -come scelta culturale)

    l’obbligo di cambiare il cognome non fu poi tale e molti (49.000 e oltre… 🙂 ) scelsero di cambiarlo e se lo mantennero (basta leggere l’elenco telefonico)

    ci furono imposizioni !? si ce ne furono ma onestà vorrebbe che si parlasse anche di quanti (quanti ?) vedeveno nell’italianità un fattore di crescita culurale ed economica, insomma un vantaggio (fenomeno che col fascismo aveva poi poco da fare) .
    come si spiegherebbe altrimenti la scelta di un certo boris di farsi l’università a padova laureandosi in lettere …italiane ? 🙂

  22. maja ha detto:

    “maja, quanti di quei 50.000 (e oltre) lo ha fatto ?”

    Mio padre, per dirne uno.

    Se poi vuoi una risposta anche alle altre tue domande e affermazioni, chiedilo a qualcun altro.
    Per quanto mi riguarda, con te non è possibile discutere, perchè tu non cerchi il dialogo, ma battibecchi. Scontri che possano confermare una tua visione personale delle cose che ruota tutta solo intorno ai tuoi traumi e che non contempla la sofferenza (attuale o passata) di chi ha un vissuto diverso dal tuo.

  23. Tergestin ha detto:

    La legge per ripristinare il cognome fu reintrodotta appena nei tardi anni novanta.
    Dopo sessant’anni ed oltre quasi nessuno ne aveva voglia, molti se ne fregavano o ignoravano la cosa. Ti abitui a farti chiamare col cognome “artificiale” sin dalla nascita e stop, come e’ successo a me e a molti altri.

    La scorsa estate a Trieste ho sentito battibeccarsi due fratelli. Uno, “italianissimo” diceva all’altro:
    “Ricordati che noi a Trieste abbiamo dato il sangue per essere italiani!”
    E suo fratello, trucidamente:
    “Si’ mona, specie i nostri noni a cui no ghe lo ga domanda’ nissun”.

    Poi c’e’ da dire -e non piacera’ a nessuno sentirlo- che vi fu chi durante il Fascismo prese la palla al balzo (altro che crescita culturale) e visto che essere sloveni all’epoca non era diciamo…..”trendy”? Fecero buon viso a cattivo gioco. Altri ancora, per convenienza aderirono persino alle camicie nere (dato che l’essere umano e’ fatto spesso cosi’).

    Basta leggere i cognomi di tanti noti rappresentanti della destra triestina piu’ nazionalista per farsi un’idea. O un’amara risata.

  24. livio fabretti ha detto:

    Mia mamma di cognome faceva Ticich.Ora io non so se sia stato slavizzato o meno questo cognome,però so una cosa che mia madre non si sentiva Croata,pur parlando sia la lingua italiana sia quella croata,si sentiva più italiana perchè sentiva ed era legata alla comunità che originariamente abitavano le terre istriano-dalmate da secoli e cioè le comunità istriano-venete-dalmate(e quindi non ai i Croati subentrati in queste terre sotto il beneplacito dell’impero Austro-ungarico in tempi successivi).Mia madre infatti parlava il dialetto istriano-veneto:per questa comunità il cognome era(parlo per quei tempi)non il fattore determinante per sentirti parte di essa,ma l’idioma stesso che univa tanta gente come fosse una sola persona.La bellezza di quelle terre ,mia madre non solo me la voleva trasmettere per i bei posti che vi sono,ma sopratutto per le belle persone che vi abitavano,per il loro grande cuore,la capacità di amare e voler bene al prossimo.Si a quel tempo nessuno si sentiva straniero o intruso o diviso perchè di lingua italiana o croata ,perchè in realtà vi era il dialetto istriano-veneto a tenere uniti tutti(oltre che il cuore).Chi parla sempre di odio o di divisione in realtà dimostra di non appartenere o di non essere un vero figlio di queste terre,ma un’invasore o figlio di invasori e quindi estraneo a quell’antico spirito di unità e rispetto e amore che vi era in quelle terre e fra quella gente.Ciao a tutti,Livio.

  25. Sandi Sark ha detto:

    Fabretti, go paura che te ga dito una sciocchezza grande come una casa. In Istria iera 9 gruppi linguistici, l’Istria se gaveva ripopolà più de una volta per via de le pestilenze e i resti de la glagovlica xe del primo medioevo.

    Perciò ciapa sta frase “i Croati subentrati in queste terre sotto il beneplacito dell’impero Austro-ungarico..” e prova a cancellarla del tuo dizionario mentale. I “croati” iera in Istria assai prima che rivassi l’Austria.

    Te conossi tutti i paesi de l’Istria uno per uno? Te ga trovà traccie de qualcossa de “italian” o de “veneto” ne l’architettura de tutti i posti?

    Te sa che durante el Sacro Romano Impero rivava un nobile piemontese in un paese, uno tedesco ne l’altro, che i parlava le sue lingue e el latin, che la gente parlava le sue lingue e in mezzo iera i preti, i unici che podessi far de interprete? E che ‘sti ribaltoni ga durà per centinaia de anni? E se scriveva solo in latin, opur in glagovlica perchè l’Istria gaveva avù el premesso speciale da Papa Innocenzo IV.

    Anzichè dir monade de l’Austria, te podessi dir che fin al 1908 no iera el suffragio universale, e che i pochi possidenti che gaveva i due requisiti per votàr (soldi + istruzion), italofoni, i decideva el destin dei “slavi”.

    Te podessi anche dir che i iera contadini e mezzadri, che le terre iera dei possidenti e che i viveva in condizion de sfruttamento de classe. E prova a pensar che bubane podeva esser, che fora che nella valle del Quieto, no iera terreni agricoli tanto grandi da permetter la sussistenza e de pagarghe le decime ai nobili.

    Nel 1800 i “slavi” se assimilava da soli, per motivi de sopravvivenza. A fine secolo iera più scole de la Lega Nazionale che della Cirillo e Metodio i le verzeva aposta dove no iera i altri e i ghe dava ai fioi dei contadini, scarpe e de magnar, pur che i fazessi la scola italiana. I grandi paesi iera in man ai italofoni, el lavoro iera nelle città.

    La Dieta Istriana eletta col vecio sistema, ignorava el Comun de Dolina, perchè el tigniva le carte in sloven. Quei del monte de Capodistria se ga sempre assimilà e mandà i fioi alle scole italiane, e cussì per tutto, a Barcola e in ogni posto.

    E te sa perchè l’Austria lassava sta roba? Perchè la rispettava la situazion che la gaveva trovà con le Diete medievali, i patti iera patti, e tutto funzionava anche ben, almeno fin a l’esplosion demografica del 1800 e i “slavi” diventava troppi, in proporzion.

    Allora el sfruttamento diventava macroscopico, e l’Austria iera anche uno Stato de Diritto, la gaveva una costituziòn che garantiva tutti, e l’ultima legge scolastica prevedeva che ognidun gavessi l’insegnamento ne la propria lingua madre entro pochi chilometri de casa.

    Apena in sto periodo, verso el 1880, i preti ghe diseva ai “slavi” de no assimilarse e de impararse a leger e scriver le sue lingue.

    E l’Austria nel 1908 ghe gaveva dà el suffragio universale, e questo gaveva fato andàr fora de testa quei che comandava, che za nel 1860 circa, compariva i primi scritti de contrastàr i “slavi” in Istria, e che quel che prima iera sfruttamento, diventava lotta etnica.

    E i istriani emigrava, i andava ne le città costiere e a Trieste, dove iera lavoro e soldi. E a Pola, Capodistria, Trieste, Gorizia… i “slavi” se assimilava, come adesso riconossi anche Raoul Pupo, che xe un storico onesto. Perchè xe questioni de pura matematica, no se spiega altrimenti la crescita demografica de Trieste.

    Te ga mai pensà a una roba? Tra ‘700 e ‘800 el Comun gaveva 7 mila abitanti, nel 1910 iera 234 mila e 118 mila se dichiarava italiani. Anche ammettendo che tutti i 7 mila de un secolo prima fussi “italiani”, come i gaveva fato a diventàr 118 mila dopo poco più de un secolo?

    Se spiega solo co’ le immigrazioni, e dall’Italia rivava poca gente fin all’esplosion economica de fine ‘800. La magior parte rivava da l’Istria, Carniola e Gorizia, e da sti ultimi due posti rivava quasi solo donne, domestiche che se sposava a Trieste dove le perdeva cognome e lingua. E anche dei istriani che immigrava a Trieste, saria bel saver quanti iera “italiani” e quanti “slavi”, perchè go l’impression che i “italiani” stassi in genere meio de casa, e che no i gavessi tanto bisogno de emigrar.

    Altra roba che te podessi coreger, xe de l’Istro Veneto. Le due lingue “romanze” de l’Istria iera l’Istrioto el Rumen. L’Istrioto se parla ancora, xe gente che a Rovigno, Dignan e dintorni, no ga mai molà e ga sempre continuà a parlar la sua lingua fin ad oggi.

    Dopo xe rivada la Serenissima e la contaminazion ga prodotto l’Istro Veneto. E te podessi anche saver che nei censimenti i diventava tuti “italiani”, quei de madre lingua istriota e anche i cici, ancora soto l’Austria che domandava la lingua d’uso, che ala gente no ghe fregava niente de la nazionalità linguistica, che iera discorsi per intellettuali e che i rilevatori comunali futizava, quando i COmuni iera in man alle giunte “liberali”, italofile.

    E che nonostante el modo de far i censimenti, e nonostante che qualche decina de migliaia de istriani sia stada esplusa dopo el 1918, e che dopo i anni 20 sia rivadi i colòni piemontesi e meridionali… nonostante questo, nianche el fassismo xe mai rivà a vantar una maggioranza linguistica in tutta l’Istria.

    Xe per lo meno dubbia, la tua teoria che no iera divisioni perchè “unidi dal dialetto istro veneto”, mai sentida prima. No i iera unidi e no i iera divisi. Semplicemente i viveva insieme, tutti i 9 gruppi linguistici, anche se per l’istruzion obbilgatoria i ghe conzav le nove lingue scelte a Firenze, Lubiana e Zagabria, che gaveva poco o niente cossa far con quel che i parlava a casa.

    E i conviveva fin che un ciapo de culi rotti ga comincià a sufiar sul fogo delle divisioni etniche, che dopo quanche decina de anni quei altri ga reagì, xe nata la faida e la ga degenerà.

  26. Paolo Geri ha detto:

    Luigi (veneziano) fa benissimo a notare “è una sorta di suddivisione per “classe” del procedimento: i ricchi e potenti raramente cambiarono i propri cognomi”.

    Ma aggiungo che non furono solo i cognomi “slavi” ad essere modificati ma tutti quelli che non “suonavano” sufficientemente “italofoni”. Così, nel mio caso, non solo i nonni materni di Pirano si videro trasformato il cognome Stokovaz in Fossati (potevano “scegliere” – a quanto mi raccontava la nonna – fra Fossati, Stagni, Torrenti e Stocchi), ma anche il nonno paterno che era austriaco, originario di Graz e faceva Germ di cognome si vide tramutato in Geri.
    Aggiungo che riottenere il cognome “originario” è una procedura assai complicata. Ne sa qualcosa il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Igor Kocijancic (già Canciani) che mi ha raccontato incredibili aspetti burocratici, tali da far pensare che si voglia scoraggiare il ritorno ai cognomi originari.

  27. isabella ha detto:

    A mia mamma tolsero la c.

  28. enrico maria milic ha detto:

    sulla ‘croatizzazione’ dei nomi in jugoslavia dopo il 1945,
    vedi il nostro piccolo documentario:

    “Quel giorno che no gavemo più podesto pregar nela nostra lingua”.
    Link:
    https://bora.la/2011/11/10/el-dvd-su-lussin-e-lesodo-in-libreria-quel-giorno-che-no-gavemo-piu-podesto-pregar-nela-nostra-lingua/

    ciao,
    emm

  29. Fiora ha detto:

    @26″ “i ricchi e i potenti raramente cambiano cognome” ed infatti le famiglie degli armatori sono restate Cosulich, Gerolimich ecc.
    Mio patrigno che di cognome faceva Ivetaz fu italianizzato in Giannini.
    C’è poi il caso della grande famiglia di medici, gli Slavich il capostipite della quale mi assicurano che davanti all'”invito” ad italianizzarsi il cognome pare abbia replicato ” e come no?! me ciamerò…TAGLIANCICH!” e rimasero Slavich!

  30. Fiora ha detto:

    @21 e altrettanto obiettivamente mi trovo a concordare con te effebi, circa l’accettazione spontanea e adesione culturale da parte del mio patrigno a diventare da Ivetaz, Giannini.

  31. Sandi Sark ha detto:

    Quei che finiva in ich no i vigniva sempre italianizzai anche perchè iera la convinzion che fussi cognomi dalmati, e quindi veneziani, e a Venezia ghe ne xe ancora tanti.

    @26

    Scolta questa Paolo:

    perchè con i novi regolamenti, pol cambiar cognome solo chi se dichiara de esser de la minoranza slovena? Ti no te podessi farlo, senza dichiarar el falso.

    perchè dei cittadini che ga subì l’etnocidio, l’inversion etnica e delle identità, eccetera… dovessi andar col capèl in man a doandar per favor che i ghe torni el cognome de. bisnonno, nati e cressudi col cognome itlianizzà, e che in famiglia no parla più nissun la lingua atavia da generazioni?

    Difatti no lo fa quasi nissun, e chi lo fa xe costretto a pagar (anche se i disi che xe gratis) e perder un sacco de tempo.

    Dai albori del Diritto de 4 mila anni fa, chi fa un danno devi ripristinar la situazion originale e risarcir le vittime.

    Perciò l’Italia devi ripristinar de ufficio, tutti i cognomi come che iera prima. E anche pagar i danni a ogni famiglia. Dopo, farà domanda (o opposizion) chi inveze se ga affezionà al cognome italianizzà.

    Questo saria giusto, el resto no.

  32. AndreaGo ha detto:

    @ Stark
    Esempio di architettura veneta in Istria: la Basilica di Sant’Eufemia a Rovigno…per dirne uno che non passa inosservato.
    Quanto al discorso cognomi, a prescindere dal fatto che andando indietro negli anni probabilmente si scoprirebbero chissà quali influenze nel progressivo cambiamento di un cognome (storpiamenti vari, esiti di invasioni e influenze varie), e che quindi è come vedere la punta di un iceberg in questo senso, condivido quanto detto da maja (18): i nomi non si cambiano. Punto.

  33. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @@@ COGNOMI – il mio conognome fu FORZATAMENTE
    cambiato in LONZA, altri furono cambiati in LONZARI,LONCIARI,VASARI.
    Il decreto fu firmato da un certo sig. LEONE
    poi Presidente della repubblica.
    I cognomi di famiglie che erano note per attivita’ commerciali,armatoriali, a livello internazionale avevano la facoltà di mantenerlo.
    La restituzione alla forma italiana e’ gratuita ,domanda alla Procura della Repubblica, copia della stessa affissa all’Albo Pretorio per 30 gg. Il tutto in neanche 60 gg viene completato. Rimane a carico del richiedente le variazioni su patente,passaporto,PRA ufficio Tavolare etc.
    Procedure seguite dal sottoscritto .
    I primi 5300 decreti sono stati pubblicati
    nel libro ” L’identita’ cancellata ” di Paolo Parovel del 1985 ( che ricalca il Pizzagalli del 1929) . I cognomi tedeschi furono italianizzati fino all’alleanza del duce con il führer. Tipica e’l’ardita riduzione Niederkorn in Granbassi .
    Una empirica localizzazione e’ che i cognomi in -CH sono quasi tutti ex territori della Repubblica Veneta. Tutt’altra procedura seguiva la Toponomastica ed i nomi personali
    che se erano cristiani il compito era facile mentre per i precristianie/o slavi difficilmente esisteva un equivalente latino e la traduzione/riduzione rasentava il grottesco.
    La restituzione /riduzione di forme alloglotte in Italiano e’ molto piu’ complessa
    vedi Poggioreale del Carso in Opicina/Opčine.
    etc.etc.etc

  34. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @23 TERGESTIN – la legge xe stada fata nell’immediato dopoguera con il Trattato di Pace del 1947 con i primi ordini del AMG/GMA
    no 75 dd 10 dicembre 1947 G.U. del FTT/TLT no 9 del 10/12/1947.
    Il governo Italiano emano’ nel 1948 per il Südtirol e la Pref.di Gorizia. una circolare per il ripristino dei cognomi.
    L’assurdo e’, che non furono abrogate le legggi fasciste, in effetti la legge fascista del 1926 e’ ancora in vigore !!!

  35. Fiora ha detto:

    Anche in queste che xè questioni importanti e fonte de amarezza ghe xè sempre risvolti assolutamente autentici e meno truci. Per questo me piasi segnalarli
    La prozia Ester Ivetaz se gaveva ricamà un fastoso coredo cole iniziali “E.I.”. Po’ el cognome xè sta ‘talianizà, come che go dito. Che sia sta per no far tuto el lavor de disfar el ricamo cola ” I” e sostituirla cola ” G” de Giannini che la xè restada puta vecia?
    Tuti mi me xè restai sti belisimi lenzioi del coredo grifadi “E.I.”

  36. Sandi Sark ha detto:

    “che se erano cristiani il compito era facile…”

    no diria, Dolina iera diventada San Dorligo ma no esisti un santo con quel nome. Esisteva el santo protettor, Sant’Ulderico, ma i gaverà trovà una carta in tedesco “St. Uldrich” e i lo ga italianizzà in San Dorligo.

    El seguito della storia, xe che 10 anni fa i abitanti de Dolina ga fatto una raccolta de firme e i xe andai in piazza per scancelàr l’obbrobio “San Dorligo”.

    Missione eseguita, el paese no se ciama più San Dorligo ma Dolina. Però el Prefetto no ga volù cambiarghe el nome a tutto el Comun, che ga 3-4 frazioni. Cussì, “San Dorligo” no esisti più, eppur i devi continuar a scriver San Dorligo sui documenti e su tutte le carte.

    Ne l’ennesimo mistero de l’Italia…
    se contempla San Dorligo…
    che no l’esisti più…
    epur el esisti ancora…

    è un miracolo….

  37. Fiora ha detto:

    @36 concordo con ti Sandi. S. Dorligo come nome xè ignobbbbile!
    Come patria di ” poeti ecc ecc. ecc.” se cambiar propio propio i “doveva” (???!!!) i podeva inventarse almeno qualcossa de più decente !
    sarà sta perché ” da Trieste in giù” a pronunziar st Uldrich ghe se imbroiava un bicc la lingua!

  38. Sandi Sark ha detto:

    No so se i gaveva trovà proprio “St. Uldrich”, go zercà in sloven e no go trovà el nome equivalente. Chissà cossa che i gaverà trovà, magari qualche legèra ghe gaverà fato un scherzo o qualchidun gaverà scritto mal in corsivo. No savaremo mai, xe misteri de la Fede, cossa ghe girava per la testa a quela gente.

  39. sfsn ha detto:

    sandi,
    me par che Dolina continua a esser ciamà San Dorligo nela cartelonistica perchè per cambiarlo in tutti i documenti (dunque no solo nei atti del comun, ma nela segnaletica stradale, nele carte geografiche ecc.) ocori che el cambio del nome passi attraverso una votazion del parlamento, che nissun ga mai chiesto

  40. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @36 SANDI STARK – guarda che me riferivo ai nomi propri de persona .

    Per i paesi xe tuta altra storia

  41. Fiora ha detto:

    @39 -40 e imaginando che prima o dopo…col cancan che gaverìa comportà ridarghe el suo nome primitivo i xè ‘ndai a butar zò un nome cussì bastardo, senza un pedigree ?! onestamente roba refada cola mai bastanza lodada arte de rangiarse, ma che nel caso dela mutazion de Dolina in s.Dorligo ne ga fato un pessimo servizio

  42. dimaco il discolo ha detto:

    sandi credo che si sv.urh el nome sloveno de s.uldrich

  43. maja ha detto:

    sveti urh (san ulderico) xe el protetor de dolina, pero’ no so dove che i ga trova’ sto dorligo.
    el nome del paese desso xe dolina anche in italian, pero’ el comun in italian resta san dorligo, perche’ me par che la procedura per cambiarghe el nome ai comuni xe piu’ bigolosa.
    quindi se i meti san dorligo sula cartelonistica xe per pura e semplice cialtroneria. ma ufo savera’ meo de mi.
    stessa roba val per repen e col. rupingrande e zolla come nomi per i due paesi no esisti piu’, ma resta monrupino come nome del comun (che in sloven xe repentabor).

    qua un poche de info per chi che vol richieder el ripristino del proprio nome e/o cognome:
    http://www.skgz.org/diritti-linguistici

    el vademecum pero’ xe solo in sloven:
    http://www.skgz.org/dld/4d9a028029781.pdf

    (prima dela legge de tutela el procedimento iera sai bigoloso e dispendioso. i miei ga perso do anni in giro per el tribunal per gaver indrio solo una pipa del cavolo.)

  44. ufo ha detto:

    Ecome, e con el link ala documentazion original. Meti caso che volessi cambiar ufizialmente in Trst, pode usar.
    Per come che i me ga spiegado: i nomi dei loghi xe competenza de consilio comunal, mentre nomi de comuni xe facenda regional, con referendum. Comun nostro gavessi votado due volte invità la casta regional a far partir la facenda, ma no xe stà cagà nianca un poco. Ghe saria l’alternativa de chieder referendum grumando no ricordo se quindise o trenta mila firme. No facile, in un comun de seimila persone…

    Per i segnai stradai, quei veci dela provincia se spera che i li farà giusti quando che cascherà in tochi e sarà de farli novi. Altro discorso inveze quei sula superstrada, mesi del ANAS. Signor ANAS ga deciso de no eser sogeto ale legi dela republica (in malafede, perchè visado per tempo). No xe la prima volta.

  45. Fiora ha detto:

    A. PIZZAGALLI muli ma se rendemo conto de sto cognome? quel de cambiarghe i cognomi al prosimo xè sta per lui l’ocasion de vendicarse de un cognome che anca a tradurlo ‘ntele lingue più parlade vien sempre comico .
    Come faria in sloven Pizzagalli? me par che sta picia vendeta de slovenizarghe el cognome ala bonanime saria el minimo! Anche in memoria dela mia prozia la defonta signorina Ester Ivetaz diventada Giannini e rimasta puta vecia pur de no ri-ricamarse el monograma sul coredo.

  46. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ma ‘sta discussione non era dell’inizio del 2011?

    Riguardo ai biechi fascisti che si sono inventati “San Dorligo”, il primo fra essi fu certamente il glottologo Jacopo Cavalli, che in un libro apparso nel 1893 e dedicato alle “Reliquie ladine raccolte in Muggia d’Istria” intervistò alcuni popolani che gli parlarono del paesucolo di “Sandorligo” o “Durligo”. Il Cavalli nota che il nome corretto sarebbe è “Sant’Odorigo”. In altri saggi successivi è stata quindi registrata la presenza del toponimo “San Durlic”, deformazione locale del nome “San Odorico” così come a Venezia – per fare un paio d’esempi – esiste “San Stae” per “Sant’Eustachio”, “San Servolo” per “San Servilio” o “San Zanipolo” per “Santi Giovanni e Paolo”. Questo toponimo – “San Durlic” – è presentato come uno dei due che tradizionalmente venivano usati per denominare la località, assieme allo slavo “Dolina”.

    Questi fascistissimi dell’ ‘800 erano proprio impuniti!

    L.

  47. Luigi (veneziano) ha detto:

    Dimenticavo: la forma “San Durlic” dai glottologi fascistissimi del XIX secolo è detta essere la forma originale della lingua “tergestina”.

    I Tergestini, questi fascistoni…

    L.

  48. Tergestin ha detto:

    Mi me domando quanti pigri come mi se tien el cognome futizado per no perder tempo. E ancora de piu’ quanti, dopo ormai generazioni, gnanca no sa i fatti. Saria interessante saverne de piu’ ma temo che andassimo a tocar i tasti che ai nostri nazionalisti locali faria saltar la mosca. De cui molti, comicamente, xe de origini slavofone.

  49. Fiora ha detto:

    bon ma sta burla de futizar PIZZAGALLI per Sloven come risarcimento postumo, no fussi bela?
    mi no so far…forsi Sandi o al limite…….. ……………… Luigi ? 😉

  50. Sandi Sark ha detto:

    Tergestin, da che mondo xe mondo, e cioè dai tempi dei Babilonesi, el Diritto prevedi che chi fa i danni devi ripristinar la situazion precedente e pagar anche i danni.

    Quindi l’Italia devi rimetter tutti i cognomi come che iera prima. E solo quei che no ghe sta ben, i farà la domanda de tignirse el cognome italianizà.

    E dopo xe de pagar i danni, logico. Perchè cambiarghe l’identità a una famiglia, no xe un scherzo. Uno pol creder de esser ‘taliàn e scoprir dopo decenni che no xe vero.

    Xe una frode con dimensioni del danno, incalcolabili.

    Bisognassi trovar qualche avvocato american de quei tremendi, per farghe una bella class action.

  51. Jasna ha detto:

    @50 Sandi, ma se nemmeno la Germania ha pagato per i morti che ha fatto, ti sembra che qualcuno farà pagare l’Italia per una cosa sicuramente insultante ma molto meno grave?

  52. Sandi Sark ha detto:

    Dopo, per cambiarse cognome con la Legge Regionale, bisogna dichiarar de esser sloveni. Paolo Geri per esempio, no el podessi mai riprenderse el suo cognome austriaco, o el dichiara de esser sloven o niente.

    A mi no me sta ben; no go e no voio aver nissuna nazionalità. Son triestin, go avi de tutte le lingue e me dispiasi per lori, ma no posso decider tra una o l’altra per no farghe torno ai miei morti.

  53. Sandi Sark ha detto:

    La Germania ga pagà e sta pagando, anche le Assicurazioni Generali ga pagà fior de soldoni ai avvocati americani che ghe ga fatto causa per l’Archivio de l’Olocausto.

    Chi rompi paga, e quela gente ga rotto anche troppo.

  54. Sandi Sark ha detto:

    Pizzagalli podessi eser “Bikokoši”, o in nostran, petelin.

  55. Jasna ha detto:

    Ma se era di una settimana fa o due la notizia che la Germania non avrebbe pagato per le vittime italiane (se non erro) grazie all’immunità per gli stati?

  56. Fiora ha detto:

    @54 Sempre meio che san Dorligo, ara Sandi 😉

  57. Curling ha detto:

    Sano Dorligo non esiste piu e da anni. E’ stato ripristinato il nome originale DOLINA cosi’ come per Ruoingrande il nome originale ora e’ REPEN.

  58. Sandi Sark ha detto:

    Jasna, come pol vignirte in testa, che l’etnocidio no xe una roba grave?

    Prova a immaginar, che nel posto dal quale te provien, fussi rivadi i Mongoli, che i ghe gavessi cambià el cognome alla tua famiglia e alla tua città, che i te gavessi svezzada a esser Mongola, che la Mongolia gaveva liberà la tua città dall’oppression italiana.

    A scola i te insegnava che i italiani xe cattivi, che i se onzeva i mostaci (baffi) col sego, che i spuzava come carogne.

    A tuo papà e a tuo nonno, i ghe cavava el lavoro se no i gavessi accettà de ciamarse Tüvshinbayar.

    Se tuo nonno parlava italiàn, i ghe tirava papini su la testa, che un suo compagno de scola i ghe gaveva roto el timpano.

    Pian pianin i verzeva chioschi de carne de caval cruda, i ve fazeva bever el latte de cavala fermentada, frolada soto la sella del cavàl..

    I imponeva le loro usanze ne la tua città, rivava la tremenda Mafia Mongola e i loro costumi e modi de far. La meritocrazia, che contraddistingui da sempre la civiltà e la società italiana, vigniva sostituida dal nepotismo: in Mongolia conta solo la famiglia.

    No i costruiva più le vostre belle case italiane, ma i piantava le sue tende. Una tenda per la Prefettura, un tendon per l’Ospedal eccetera. E via a magnar co’ le man, netarse la boca co’ la maniga e mai lavarse, perchè in Mongolia xe poca acqua.

    Col tempo i se civilizzava, ovviamente, anche lori. I mongoli no xe cattiva gente, ma proprio niente cossa spartir co’ la tua culutura e le tue tradizioni.

    La tua città che iera ricchissima, lori i la rovinava. I cioleva tochi e i se li portava in Mongolia. E tutti i tuoi cugini in Australia.

    A un certo punto, i fazeva la festa dei 1500 anni della Mongolia Unita.

    E ti sempre convinta de esser mongola. Se no per alcuni particolari che no te bateva, ma te ieri picia e no te capivi ben.

    E i te diseva che i italiani xe barbari, incivili eccetera, che la cultura del mondo ghe devi tutto alla Cina, e che la sua più importante dinastia iera Mongola.

    Essendo stà alla corte de Kublaj Kahn e avendo la cittadinanza, anche Marco Polo iera Mongolo. E cussì anche Venezia diventava Mongola, e in ‘sto forum te gaveria trovà l’immacabile venezian che te coregi ogni volta e che el insulta se te rifiuti l’identità de perfetta Patriota Mongola.

    Mai immedesimarse nel prossimo, no?

  59. Sandi Sark ha detto:

    Jasna, i ‘taliani ga pagà per i suoi stermini in giro pel mondo? No me risulta, se no 1 autostrada in Libia e i danni de guerra un poco a tutti. Qua no se parla de danni de guerra o de crimini de guerra (che ai ‘taliani propio no ghe vanza), qua se parla de “etnocidio”, furto delle identità personali, colonizzazion, imbroio.

    Come se pol allevar generazioni de fiòi ne l’imbroio?

    Esisti dei crimini più esecrabili, che ciaparsela coi fioi, metterli contro i propri nonni e i propri cugini?

  60. Jasna ha detto:

    Sì bon… la legge è uguale per tutti Sandi, anche per i tedeschi. Se odi gli italiani va benone eh? Magari non farai carriera in politica, io vivo serena lo stesso.
    Ma i tuoi paragoni su chi l’ha fatta più grossa non hanno senso.

  61. maja ha detto:

    eh, bon, sandi, son d’accordo che saria sta giusto ripristinar de ufficio, ma se no i lo ga fato nianca per i suedtirolesi, figurite se i lo fa qua.
    quindi se te vol tornar a ciamarte come tu nono te doverà far domanda, altrimenti te toca tignirte nome e cognomi mongoli.

  62. Sandi Sark ha detto:

    Varda che in Sudtirolo no i ga cambià cognomi, i gaveva altri piani per liberarse de lòri.

  63. Fiora ha detto:

    @57nè ha senso con tuta la simpatia per ti el paragon coi colonizatori taliani in raporto ai mongoli
    Te disi ti stesso che regresso saria sta se ne capitava i Mongoli a noialtri Taliani …ma se sti colonizatori insieme col oio de rizino ga portà el Rinascimento l’Arte el culto del bel …insoma magari a denti strenti no xè propo come dir mongoli..Neruda stesso co’ nel suo diario parla, lui Cileno dei dominatori Spagnoli disi grossomodo cussì ” ci hanno depredato di tutto ma ci hanno dato in cambio qualcosa d’inestimabile: la lingua”
    Credo che l’obiettività iuti a sanar le ferite.

  64. Sandi Sark ha detto:

    No Jasna, mi te go fato el paragon coi Mongoli solo per iutarte a capir. Se te vol te lo fazo coi francesi, coi spagnoli, indifferente.

    Per esser sincero mi no odio nissun, go solo fastidio per chi me pesta direttamente i calli.

    L’aggressor no pol accusar l’aggredì de odiarlo. Andè via de Trieste, rimettè a posto le robe, paghè i danni, e mi sarò el più grande amico de l’Italia.

  65. Sandi Sark ha detto:

    Fiora… Montanelli diseva che i ‘taliàni xe i migliori del mondo per quasi tutte le attività umane, e mi condivido. Ma condivido con Montanelli, quel che i ‘taliàni dovessi evitar de far: governàr.

    Fin che periodo in generale, i ‘taliàni costruiva i più bei palazzi europei, i piturava i mejo quadri, i fazeva le più belle statue, i meio giardini, i scriveva e i insegnava musica, e anche italian che xe una lingua bela e interesante?

    Perchè i ga smesso?

    Perchè inveze che arte e cultura, i ga comincià a esportar nel mondo, Malavita Organizzata & Fassismo?

    No saria sta mejo per l’umanità, se i continuava come prima a occuparse de arte, cultura e invenzioni?

  66. Jasna ha detto:

    @Sandi

    Ho letto solo adesso il tuo commento sui mongoli, mi era sfuggito. Ripeto, non sindacavo sulle colpe dell’Italia in questa e altre zone della penisola. Dicevo solo che è un errore affermare che la Germania avesse pagato tutto e quindi, probabilmente, avevo ragione io a dirti che era abbastanza utopico chiedere danni per modifiche ai cognomi, quando non sono stati pagati per la morte di persone. MORTE, Sandi, non razzismo, repressione, confino ecc.

  67. Sandi Sark ha detto:

    Anche noi gavemo avù i nostri morti, mai indennizai. Un mio zio sull’Isonzo, un’altro i Galizia, due altri pici de spagnola e un’altra de 4 anni curada con i purganti da un dotor italiàn apena rivà, che inveze la gaveva la peritonite; e pò altri due zii, uno in Golfo e uno no se sa dove in mar. Ierimo tradidi, aggredidi e subivimo un tentativo de invasiòn. Mai indennizzài. Anzi, gavemo dovù pagar noi i debiti de guera.

    Mi no parlavo de morti, danni de guerra e cause tra Stati. Disevo che l’Italia devi rimetter le robe a posto e pagarne i danni.

    E mi ghe farò causa, prima o dopo.

  68. Luigi (veneziano) ha detto:

    Lasciamo perdere i soliti strafalcioni storici che Stark infila nei suoi messaggi: oramai non val nemmeno più la pena rilevarli. Leggo solo le prime righe del suo primo messaggio e mi permetto di chiedergli di approfondire meglio: quand’è che gli austriaci hanno concesso il suffragio universale? Di che anno è la legge? E poi: le donne votavano?

    Ma il suo messaggio numero 57 è forse il più bello di tutti. Sostituite “slavi” a “mongoli” e mantenete “italiani”, modificate qualche piccolissimo particolare e troverete ESATTAMENTE le stesse identiche cose che dice Massimiliano Lacota! Lacota: il gemello di Stark, separato alla nascita.

    Mi sto scompisciando da dieci minuti.

    L.

  69. Fiora ha detto:

    @67 cisti come che i xè, cos’ te vol farghe causa ai Taliani che no i riva gnanca a refarne el Carciotti! 🙁
    I te manda ‘vanti el processo tra apelo e Cassazion fin che te va in dolze e gnanca no te se ricordi perché che te ghe ga fato causa!
    🙂

  70. hobo ha detto:

    pero’, sandi, se vogliamo dirla tutta sarebbe stato meglio per l’ umanita’ se anche i tedeschi si fossero limitati a occuparsi di matematica, fisica, poesia, filosofia, ecc., invece di dichiarare guerra al mondo e di pianificare e mettere in atto l’ eliminazione fisica di interi popoli dalla faccia della terra.

    (by the way: a me montanelli sta sulle balle. ha sempre negato che l’italia avesse commesso crimini di guerra in africa, e credo che avesse negato anche i crimini nei balcani, ma non ne sono sicuro. inoltre si era espresso a favore della scarcerazione di priebke)

  71. Luigi (veneziano) ha detto:

    Aspetta: adesso leggo che la Germania ha pagato a tutti i deportati! Mio suocero è stato deportato in Germania per un anno e mezzo (uscendone che pesava quaranta chili), assieme a suo fratello, dopo esser stato preso dai tedeschi e salvato dalla decimazione (cinquanta suoi compagni sono stati invece fucilati) solo perché in quanto fiumano e parlante il tedesco era quasi un Kamerad. Ad ogni modo, se il signor Stark mi dice dove mia moglie – in quanto erede – può trovare i moduli per fare richiesta di indennizzo, prometto che gli offrirò una cena per avermi svelato questa mirabolante notizia. Arriveranno dei soldi: l’ha detto Stark-che-non-sbaglia-mai!!!

    L.

  72. Luigi (veneziano) ha detto:

    Adesso che mi ricordo: l’aguzzino di mio suocero non era un tedesco, ma un austriaco, come il Fuehrer e come molti che lavorarono nei Lager. Fu quello che lo frustò in faccia una volta, perché aveva raccolto una patata marcia da terra.

    Adesso Stark mi faccia un’ulteriore cortesia: a Vienna (capitale del paese più bello, ordinato, pulito e santo dell’intera storia dell’uomo) dov’è che devo presentare domanda di indennizzo?

    L.

  73. dimaco il discolo ha detto:

    ma non era un’esule tuo suocero luigi? perchè mi pareva di aver capito così.

  74. Luigi (veneziano) ha detto:

    Certamente: esule! Fra il 1940 e il 1948 ha passato una vita molto, ma molto movimentata, sulla quale ci sarebbe da scrivere un libro.

    Dei suoi vecchi amici autonomisti fiumani (lui era un autonomista) oggi ne è rimasto vivo solo uno, che venne condannato a sette anni di collegio dalle Orsoline in Slovenia assieme al di lui padre. Il padre morì in collegio perché costì si trovava troppo bene, mentre questo amico (la cui vita è ancor di più un romanzo) venne scambiato con un partigiano condannato in Italia a Gorizia, dopo qualche anno di salutare penitenza, amorevolmente controllato dai seguaci di Giuseppe Broz (santo subito).

    L.

  75. Bibliotopa ha detto:

    Lo sapete come si chiama in friulano sant’Ulderico? san Durì !

  76. dimaco il discolo ha detto:

    luigi la mia era una domanda semplice senza nessun doppio senso. semplice curiosità.

  77. Sandi Sark ha detto:

    Hobo, mi no son el tribunal del mondo, son per tutti i popoli oppressi e quindi anche le vittime del stato tedesco dei ani ’40.

    Mi no go niente cossa spartir coi tedeschi, se fussi stadi lori ad aver occupà Trieste, averla germanizzada, rovinada eccetera… sta sicuro che me la ciapavo co’ lori, e no col Stato ‘taliàn e coi ‘taliàni che considera giusto e normale, far ste robe.

  78. capitano ha detto:

    ‘zo ciò solo i miei avi gà vù delle monotone vite da poareti.

  79. Sandi Sark ha detto:

    Ciò, xe ore e ore che zerco San Dorligo sui elenchi dei Santi, perchè Nostradamus me ga spiegà che xe giusto.

    Epur no rivo a trovar orca mastela. Trovo tanti San Domenico, Dorotea, Donato, Dolores, Domizia, Domitilla, Domnione, addirittuda San Dustano e Santa Donnola, ma San Dorligo no rivo.

    Ghe scriverò al Vaticano, mandandoghe sto link, che i se aggiorni, quei ignoranti.,

  80. hobo ha detto:

    sandi, io invece penso che tutti noi europei abbiamo parecchio da spartire coi tedeschi, perche’ la cultura tedesca e’ una grande cultura. il fatto che quella grande cultura abbia partorito (anche) il nazismo e’ un problema serio per le coscienze dei tedeschi e dei non tedeschi, e continuera’ ad esserlo per parecchio tempo. un discorso simile vale per la cultura italiana.

    e’ importante non trinciare giudizi sommari su interi popoli. tra l’altro montanelli, nel formulare il suo giudizio, partiva dalla premessa, da lui ribadita piu’ volte, che la resistenza italiana fosse stata solo un intralcio per gli alleati, e una iattura per la popolazione civile. per montanelli non contavano niente le prime forme di autogoverno democratico sperimentate nelle repubbliche partigiane nel biennio ’43-’45: anzi, le vedeva come fumo negli occhi. per lui buttare merda indistintamente su tutto il popolo italiano era un modo per sminuire i meriti degli uni e le colpe degli altri. un atteggiamento molto taljano, si’, nel senso peggiore.

  81. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Stark

    Leggi il labiale: San Dorligo (San Durlic) era il modo in cui i triestini (spelling: T-R-I-E-S-T-I-N-I) chiamavano quell’abitato lì, nella loro lingua tergestina (spelling: T-E-R-G-E-S-T-I-N-A).

    C’è addirittura un testamento di un notaro triestino del XV secolo per un “Dorligo del blech”, laddove “blech” è un soprannome.

    E’ probabile che i tuoi avi nel XV secolo fossero sparsi nelle campagne boeme, per cui loro erano dispensati dal conoscere il tergestino. Anche tu saresti dispensato, ma avendolo spiegato io nei miei interventi numero 46 e 47, forse dovresti prenderne debita nota.

    Tieni presente che ti fornisco questo servizio di correzione automatica sempre gratis. Dovresti apprezzare, io credo.

    L.

  82. Sandi Sark ha detto:

    Hobo, el senso del discorso iera che mi no go niente a che spartir coi tedeshi nel senso de entità statale. La cultura no c’entrava e no c’entra, xe una roba che se diffondi oltre i confini.

    No xe del tutto vero quel che te disi a proposito della loro nemesi storica. Circa 10 anni fa xe stada pubblicada una ricerca, dalla quale xe emerso che almeno el 75% dei tedeschi iera al corrente de l’olocausto.

    E lori, boni e ziti; i ga slargà l’indagine perchè la gente ghe scriveva ai giornai. “Si, anche mio papà diseva…” eccetera.

    Inveze in Italia, se te proponi una ricerca storica controcorrente, el minimo che se beca i ricercatori, xe de esser anti italiani, o comunisti. Te ga visto anche qua, se mi conto la sacrosanta verità de la storia dela nostra cità, i me disi che odio i italiani.

  83. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Sandi Stark
    BEEP!

    La ricerca sulla conoscenza dell’Olocausto in Italia è stata fatta varie volte. Con risultati invero parzialmente sconfortanti, a dire il vero.

    Allo stesso modo, sono stati pubblicati almeno cinquanta libri sui crimini fascisti.

    Infine, capita che mia moglie insegni in un liceo e quindi io a casa ho circa una quindicina di testi scolastici di varie case editrici: non ne conosco nemmeno uno che non tratti approfonditamente e in modo meno che critico il fascismo.

    La tua chiusa poi mi ha fatto scompisciare come al solito: mi ricorda quel leghista che dice “Non sono io il razzista: sono LORO ad essere terroni!”

    L.

  84. Fiora ha detto:

    leggo con interesse sebbene con lieve perplessità questa discussione che voglio ritenere accademica… Mi stupirei moltissimo di questo pertinace attaccamento a radici quali il cognome…oggi che la gente si chiama per nome e dà del tu anche ai novantenni!
    Sono dell’idea che noi siamo quel che abbiamo assimilato e che nella misura in cui facciamo spazio a tutte le influenze senza frapporre barriere, riusciremo ad accettare le nuove differenti culture arricchendo la nostra.
    Mi stupisce quindi che chi ben più di me difende e propugna l’accoglienza del fratello migrante pianti dei paletti tra sé e chi ormai da tre generazioni è parte della sua stessa nazione.

  85. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @45 FIORA – Il PIZZAGALLI che piu’ che essere fautore fisico del cambio cognomi ,anzi la parola tecnica usata fu “riduzione in forma italiana ” e’ la filosofia seguita che e’ a dir poco “psicotica”.
    Ando’ a cercare latinita’ assurde faccio due esempi comuni per non coinvolgere altre persone esistenti ed urtare sensibilita’:
    SEVER che vuol dire Nord fu ridotto in un romanissimo SEVERI; JUGOVAZ/JUGOVAC che vuol dire Del Sud o Meridionale in MERIGGIOLI
    il cognomi anche di un cantante e di un scrittore Fornaciari/Fogazzaro era Pogačnik.
    Io ho una copia originale dell’epoca e l’introduzione fa venir i brividi. Inoltre mentre si parla del no. dei decreti , questi falsano il no.delle persone perche’ con un decreto veniva cambiato il cognome a tutti i membri della famiglia; nel mio caso quando a mio nonno cambiarono il cognome automaticamente fu esteso ai suoi 6 figli così furono cambiati in un sol colpo 7 cognomi. Credo che delirante e’ dir poco.

  86. Katja ha detto:

    i risvolti psicopatologici di questa azione forzata varrebbero enciclopediche tesi

  87. Fiora ha detto:

    @85 ribadisco Giampaolo. laddove si tratti di presa di conoscenza puramente accademica, non posso che ringraziare ! E’ di certa virulenza tuttora presente e che mi stupisco e che ritengo anacronistica.
    Ovvero…zia Ester Ivetaz-Giannini me xè comparsa in sogno e la me ga dito grassie del ricordo pronipote mia,ma mi son restada putavecia no per via de cambiarme el monograma sui linzioi ,ma perché anca in quela volta i omini iera coi paraoci e mi che iero segretaria del diretor dela Arrigoni zà in quela volta iero ‘ssai più vanti… 😉

  88. hobo ha detto:

    scusa sandi, ma io non ho parlato di “nemesi storica dei tedeschi”. io ho detto che il fatto che una cultura raffinata e importante come quella tedesca abbia prodotto anche il nazismo, continua a interrogare le coscienze dei tedeschi, e anche dei non tedeschi. non per niente a piu’ di sessant’anni dall’ olocausto si continua a indagare sulle radici culturali dei fascismi. non si tratta di un affare dei tedeschi, o degli italiani, o degli spagnoli, ecc.. quel dispositivo si puo’ riprodurre ovunque, e su qualunque scala, e quindi e’ un affare di tutti.

    per quanto riguarda la germania, io ci ho vissuto per due anni. a me la germania piace, e ho sempre apprezzato il fatto che i partiti maggiori non siano mai scesi a compromessi con i partiti neonazisti in nome della “governabilita'”. pero’ quei partiti ci sono, e in certe zone sono anche molto forti. in alcune citta’ c’e’ stata una rivolta civile contro questi partiti, in altre purtroppo no. e mi diceva un conoscente tedesco che la cdu-csu qualche tacito accordo locale con quei partiti lo ha pure fatto. quel che e’ scandaloso in italia e’ che certe posizioni, che in germania sono relegate nei suddetti partiti neonazisti, siano state sdoganate anche da alcuni partiti mainstream. e non mi riferisco solo a valutazioni di tipo storico: mi riferisco soprattutto al modo di porsi nei confronti di fenomeni attuali.

  89. hobo ha detto:

    pero’ luigi, ammetterai che se un guru del giornalismo come montanelli ha continuato fino all’ ultimo giorno di vita a negare i crimini di guerra italiani, e se quello stesso guru e’ autore di un popolarissimo testo divulgativo sulla storia d’italia, qualche “problemino” c’e’.

    recentemente poi ho parlato con delle persone italiane, di cultura medioalta, che non erano assolutamente a conoscenza del fatto che il fascismo avesse italianizzato i cognomi e la toponomastica. e sono cascate dalle nuvole quando ho detto loro che in istria sloveni e croati ci vivono dai secoli dei secoli. di nuovo: qualche “problemino” c’e’, e qualche domanda sarebbe il caso di cominciare a farsela.

  90. Katja ha detto:

    quoto hobo al 100%

  91. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @89 HOBO – E’ successo anche a me ; oltretutto con un alto funzionario di Dogana .

    Purtroppo e’ un ignoranza più comune di quello
    che uno può immaginare!!!

  92. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @87 FIORA – Son d’accordo con ti ! però
    l’origine de come xe nata ‘sta storia del cambio xe poco nota e quel poco che xe noto xe chiaramente confuso !!! Questo fa nasser queste discussioni esasperade e anacronistiche come che te disi ti)

    ( me piasi el “sogno” de la politica in tel linziol , 🙂 )

  93. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @ 74 LUIGI VE – Gli autonomisti fiumani meriterebbero un capitolo a parte perchè invisi sia dagli Italiani che dai Titini, in maggior misura. Due anni fa sono scomparsi due esponenti che erano fratelli di discendenza ungherese e che si erano rifugiati in Italia confusi in mezzo ai profughi Fiumani dell’epoca ,si sono inseriti poi nella forte comunita’ Giuliana a Genova dove hanno proseguito l’attivita in campo marinaro.
    Per la cronaca uno e’ morto a Genova e l’altro a Napoli ambedue amici di famiglia e testimoni di fatti interessanti e poco noti.

  94. Sandi Sark ha detto:

    Fiora, pol esser che no se riva a capirse in sti cavoli de forum. Quando mi scrivevo “mettè le robe a posto e andè via..” no me riferivo certo alle persone, ma allo Stato.

    Per mi a Trieste pol star tutti, come che xe sempre stà. E tutte le culture e tutte le diversità. Quel che no voio a Trieste xe lo Stato italian, la mentalità mafiosa, el concetto de esser furbi e de “far fesso” el prossimo e qualche altro comportamento tipico de un certo malcostume, che no fa (ancora) completamente parte delle nostre radici.

    Se per caso qualchidùn pensa che certi comportamenti “antisociali” e “a-civici” sia tipici italiani, xe affari suoi. L’Italia xe ai vertici della corruzion mondiale, ma no la xe in testa. In certe repubbliche delle banane anche de lingua spagnola, la corruzion xe ancora superiore che in Italia.

    E in certe repubbliche africane, el concetto che la “famiglia” vien prima de tutto, xe ancora più accentuà che in certe regioni italiane. Noi semo pragmatici, non perdemo tempo co’ le monade e le teorie come el razzismo.

    E chi devi insegnarghe le bone maniere co’ l’esempio ai novi arrivati, semo noi. Come quando iero muleto, se combinavo una grossa e qualche adulto sconosciuto me dava una piada in tel cul o un papìn, se saveva mia mama la me dava el doppio. Perchè dei adulti bisognava fidarse.

    Zogavimo in strada, e se gavevimo bisogno, ghe domandavimo aiuto a qualsiasi adulto. E questi se cioleva cura dei fioluzzi triestini, anche se i iera perfetti estranei.

    Se iera barufe tra fioi, i passanti proteggeva sempre i più pici o quei che iera soli. Andavimo nele boteghe a domandar un bicier de acqua se gavevimo sede, o de dopràr el gabinetto. E nissun ne diseva niente, iera normale. Anzi, sior Brazzatti ogni tanto ne regalava qualhe picio zogatolo e sior Giacomo de la lateria ne regalava le mentine.

    Solo una volta go visto un grande che fazeva monade, iera uno che ne gaveva ciolto el balòn e che lo gaveva sbusà col temperin. Ma un’altro passante ghe gaveva dito de tornarghe subito i soldi al paron del balòn, co’ le cative maniere.

    E cussì cressevimo noi, pieni de fiducia nei adulti, nel mondo e nelle Istituzioni.

    Se adesso xe cambià mi posso anche adeguarme, ma no dirò mai che xe giusto viver in ‘sto Dio. Voio le mie vecie bone tradizioni triestine, voio i nostri valori mitteleuropei, no voio zercar raccomandazioni per fa lavorar mio fio, no voio che una coppia devi zercar raccomandazioni o pagar in privato le indispensabili visite mediche per far nasser i fioi, no voio che semo costretti a zercar raccomandazioni per soteràr i nostri veci nei posti meno pezo in cimitero.

    No rivo ad adeguarme al concetto che el Stato sia el pezo nemico del cittadin, che el prova sempre e comunque a fracartela in tutti i modi.

    No voio raccomandazioni, no voio i politici ladri, disonesti e ignoranti, voio un Stato sociale che difendi i povereti come fazeva l’Austria 100 anni fa, che no se paghi i tiket per le visite mediche, che i daghi la casa popolare in giornata, che i arsenaloti gabi la casa popolare con giardin, che tutti gabi la pension, che se uno xe dispossente el possi andar in Ospizio senza che i fioi se sveni per pagarghe la casa de riposo, vojo che se uno ruba anche pochi euro de soldi de tutti, che el vadi al Spielberg, che se uno falsifica el bilancio el vadi in canon e che se el fa bancarotta fraudolenta, che el preferissi coparse, perchè se lo ciapa la Gendarmeria, sarà cazzi suoi talmente amari, che mejo coparse.

    E dopo vojo un stato intelligente, che el capissi che xe mejo finanziar un porto come el nostro, piuttosto che costruir porti inutili in cabiria per ingrassar la ‘Ndrangheta e la lobby politica.

    Tutto questo, e tante altre forme de rispetto reciproco, l’Italia no me lo dà e no la ga intenzion de darghele nianche in futuro a mio fio, perciò no la vojo più. Me sembra semplicissimo.

  95. Rupel ha detto:

    @ 95 Sandi Stark
    bravo, completamente d ´accordo con ti. Buttemo fora l`Italia, podremo viver molto mejo
    con l `Austria.

  96. AndreaGo ha detto:

    Sarò masochista…ma preferisco trovare soluzioni al malcostume giocando in casa piuttosto che cercando fortuna altrove. Prendendo atto che l’unico modo per scacciare lo Stato italiano da Trieste è fare un bel giretto a bordo della Delorean…

    Ad ogni modo, avendo avuto la fortuna di poter girare almeno un pò per il mondo ringrazio Dio di esser nato in Italia, di aver avuto da mangiare, studiare e ora lavorare (senza nessuno che mi abbia raccomandato), di essermi potuto curare quando ne ho avuto bisogno in uno dei migliori sistemi sanitari del mondo e di poter migliorare quello che nel mio piccolo posso migliorare. C’è molto da fare, molto di più di quanto ci sia da lamentarsi in realtà…

    Se per caso qualchidùn pensa che certi comportamenti “antisociali” e “a-civici” sia tipici italiani, xe affari suoi. L’Italia xe ai vertici della corruzion mondiale, ma no la xe in testa. In certe repubbliche delle banane anche de lingua spagnola, la corruzion xe ancora superiore che in Italia.

    E in certe repubbliche africane, el concetto che la “famiglia” vien prima de tutto, xe ancora più accentuà che in certe regioni italiane. Noi semo pragmatici, non perdemo tempo co’ le monade e le teorie come el razzismo.

    E chi devi insegnarghe le bone maniere co’ l’esempio ai novi arrivati, semo noi. Come quando iero muleto, se combinavo una grossa e qualche adulto sconosciuto me dava una piada in tel cul o un papìn, se saveva mia mama la me dava el doppio. Perchè dei adulti bisognava fidarse.

    Zogavimo in strada, e se gavevimo bisogno, ghe domandavimo aiuto a qualsiasi adulto. E questi se cioleva cura dei fioluzzi triestini, anche se i iera perfetti estranei.

    Se iera barufe tra fioi, i passanti proteggeva sempre i più pici o quei che iera soli. Andavimo nele boteghe a domandar un bicier de acqua se gavevimo sede, o de dopràr el gabinetto. E nissun ne diseva niente, iera normale. Anzi, sior Brazzatti ogni tanto ne regalava qualhe picio zogatolo e sior Giacomo de la lateria ne regalava le mentine.

    Solo una volta go visto un grande che fazeva monade, iera uno che ne gaveva ciolto el balòn e che lo gaveva sbusà col temperin. Ma un’altro passante ghe gaveva dito de tornarghe subito i soldi al paron del balòn, co’ le cative maniere.

    E cussì cressevimo noi, pieni de fiducia nei adulti, nel mondo e nelle Istituzioni.

    Se adesso xe cambià mi posso anche adeguarme, ma no dirò mai che xe giusto viver in ‘sto Dio. Voio le mie vecie bone tradizioni triestine, voio i nostri valori mitteleuropei, no voio zercar raccomandazioni per fa lavorar mio fio, no voio che una coppia devi zercar raccomandazioni o pagar in privato le indispensabili visite mediche per far nasser i fioi, no voio che semo costretti a zercar raccomandazioni per soteràr i nostri veci nei posti meno pezo in cimitero.

    No rivo ad adeguarme al concetto che el Stato sia el pezo nemico del cittadin, che el prova sempre e comunque a fracartela in tutti i modi.

    No voio raccomandazioni, no voio i politici ladri, disonesti e ignoranti, voio un Stato sociale che difendi i povereti come fazeva l’Austria 100 anni fa, che no se paghi i tiket per le visite mediche, che i daghi la casa popolare in giornata, che i arsenaloti gabi la casa popolare con giardin, che tutti gabi la pension, che se uno xe dispossente el possi andar in Ospizio senza che i fioi se sveni per pagarghe la casa de riposo, vojo che se uno ruba anche pochi euro de soldi de tutti, che el vadi al Spielberg, che se uno falsifica el bilancio el vadi in canon e che se el fa bancarotta fraudolenta, che el preferissi coparse, perchè se lo ciapa la Gendarmeria, sarà cazzi suoi talmente amari, che mejo coparse.

    E dopo vojo un stato intelligente, che el capissi che xe mejo finanziar un porto come el nostro, piuttosto che costruir porti inutili in cabiria per ingrassar la ‘Ndrangheta e la lobby politica.

    Tutto questo, e tante altre forme de rispetto reciproco, l’Italia no me lo dà e no la ga intenzion de darghele nianche in futuro a mio fio, perciò no la vojo più. Me sembra semplicissimo.

  97. Sandi Sark ha detto:

    Anche mi go girà e giro, caro Andrea. E ogni volta che fazo confronti co’ l’Italia, me vien mal de stomigo. E xe sempre pezo.

    Visto che te conossi el mondo, spieghime perchè un tedesco paga meno tasse de un italiàn ma el guadagna quasi el doppio, perchè el ricevi mediamente dal Welfare più de un italiàn e perchè la vita ghe costa de meno.

    Oppur spieghime perchè in Austria i ghe dà minimo 12 mila euro a una donna che speta un fiò, ma proprio el minimo.

    Perchè i trasporti scolastici xe gratuiti e se no i riva a meterte el scuolabus i te da i soldi per i mezzi pubblici.

    Perchè i austriaci ga grandi detrazioni fiscali e assegni sociali per i fioi, e i ghe paga le tasse de iscrizion scolastiche, libri e CD gratis e tutto fin che i fioi ga 26 anni.

    Perchè el salario minimo de un apprendista muradàr 18 enne de Vienna xe € 1.540 al mese, e un carpentier non pol guadagnar meno de 2.300 al mese. Tutti, immigrati e lavoratori stranieri compresi, anzi i ga fatto proprio per lori.

    Perchè una coppia de ultracinquantenni disoccupadi con due fioi a carico, ciapa € 3.005,00 de assegno de disoccupazion al mese.

    E podessi continuàr ma la fazzo curta.

    Inveze i ‘taliani anderà in pension presto a 70 anni, la pension sociale xe de € 470, i precari no gaverà mai pension, eccetera eccetera.

    Spieghime perchè i ‘taliani paga la benzina più de tutti, i xe rivai a € 2 al litro.

    Quando te me gaverà spiegà ben tutte ste robe, e te me gaverà spiegà che no se pol far altrimenti, mi te domanderò a cossa servi l’Italia, e se no convien domandar l’annession alla Francia, la Svizzera, l’Austria, la Slovenia e San Marino.

  98. effebi ha detto:

    all’amico che… “gli italaiani non dovrebbero governare” consiglio di leggere il TIMES con il faccione di Mario Monti, quel tale amico di quell’altro italiano, tale Draghi messo dall’Europa a governare il gruzzoletto…

  99. Fiora ha detto:

    Sandi el mix de romantica nostalgia de l’Austria felix e de autentica esasperazion per le autenticissime castronerie e ribalderie del nostro presente mi lo capisso e condivido ma so anche che oramai questa xè la minestra e zerco de farmela piaser tentando de renderla migliore nel mio picio col stile de vita personale e familiare fedele a certi valori che de come che te legio, xè anca i tui.

  100. effebi ha detto:

    24livio fabretti14 agosto 2011, 01:02

    e dopo mesi… eccolo qua, a rinfocolare polemiche per dare libero sfogo alle sue esternazioni antitaliane:

    25Sandi Sark20 febbraio 2012, 08:52

  101. aldo ha detto:

    veramente go leto che xe altri sai pezo dei ‘taliani, come ispanici e africani…

    …qualchedun ga visto ieri nel corteo del carneval un vestì de cavaliere del Ku Klux Klan?

  102. aldo ha detto:

    …anche perchè go leto che quei che vien de fora dovemo educarli come se fazeva coi pici una volta…

  103. Fiora ha detto:

    @100 😀 😀 😀 ma no senza preaviso , Aldo! …robe che me ingosso, sa?! 😉

  104. AndreaGo ha detto:

    Evidentemente te ga girà poco…o solo nei Paesi dei balocchi! Te assicuro che in giro pel mondo 9 persone su 10 sta peggio de mi e de ti.
    Sui vari perchè per i dettagli non mi avventuro a parlare di cose che non so. Spetemo altri…Xe evidente che la “cosa pubblica” no la sia stada aministrada come dio comanda per tanti anni, e desso chi paga? Mi e ti! No Monti nè Berlusconi nè Bersani de sicuro…
    Ma la storia recentissima insegna che nemmeno i tedeschi pol star tranquili. La realtà xe che nisun vive nel mondo dele fiabe, no xe che in Germania o in Austria o in Sloveniano i protesti, quindi…

  105. aldo ha detto:

    @106

    Fiora, se gavesi un’agenzia de incontri combinasi un apuntamento con la Franca e/o con la Giulietta

  106. Fiora ha detto:

    dietro gli accadimenti anche di notevole portata ci sono gli uomini che li determinano e quelli che li portano a compimento.
    Ora io sono convinta che il Pizzagalli avesse ingenerato sin dall’infanzia un’incoercibile avversione per il proprio cognome fonte di frizzi e lazzi da parte di compagni, superiori e financo inferiori sebbene segretamente.
    Il Pizzagalli se ne rivalse in macroscopica guisa proponendosi quale esecutore dell’iniziativa d’italianizzare nelle più ridicole e goffe storpiature tutti i rispettabili cognomi stranieri che gli fu consentito da un’iniqua legge.
    Effettuato lo scempio egli finì col ritenere il proprio non più risibile dei nuovi prodotti dalla sua opinabile creatività e ne fu pago.

  107. hobo ha detto:

    @sandi

    “E chi devi insegnarghe le bone maniere co’ l’esempio ai novi arrivati, semo noi. Come quando iero muleto, se combinavo una grossa e qualche adulto sconosciuto me dava una piada in tel cul o un papìn, se saveva mia mama la me dava el doppio. Perchè dei adulti bisognava fidarse.”

    scusa, ma questo atteggiamento paternalistico nei confronti dei “nuovi arrivati” mi ricorda “il fardello dell’ uomo bianco”.

    “voio un Stato sociale che difendi i povereti come fazeva l’Austria 100 anni fa”

    ma lo stato sociale non e’ mai una gentile concessione di un re o di un padrone “buono”. lo stato sociale e’ una conquista dei lavoratori organizzati. cento anni fa mia nonna, cittadina austriaca, aveva sei anni ed era poverissima. ok, dopo la guerra era diventata ancora piu’ povera. pero’ insomma, non e’ che cento anni fa l’ austria fosse il paradiso per i proletari, eh.

  108. Jasna ha detto:

    @98 Sandi

    Si può avere qualche fonte per queste cose?

  109. Sandi Sark ha detto:

    Cento anni fa gli operai avevano la cassa malattia. Nelle fabbriche si lavoravano 10-11 ore al giorno, ma altrove era peggio.

    Il lavoro minorile era permesso, ma non sotto i 14 anni che era l’obbligo scolastico dopo i primi del 1900. Nella fabbricha di Villa Chiozza c’era una tutela (4 settimane) per le lavoratrici incinte, anteprima assoluta, fine del 1800.

    Già nel 1909 Mussolini scriveva che gli operai austriaci avevano una cassa pensionistica. I marittimi ce l’avevano da chissà quando.

    Sanità di prim’ordine mondiale (Trieste) senza tiket. A Vienna fecero la trasfusione completa del sangue ad una neonata, la madre di una mia amica in tempo di guerra, circa 20 anni prima che la tecnica venisse prescritta come cura della eritroblastosi.

    Mio nonno ebbe le chiavi della casa popolare quando decise di sposarsi, in giornata.

    Chi aveva problemi si rivolgeva all’ECA, davano sussidi per i meno abbienti.

    C’erano diversi istituti di beneficienza che si occupavano dei casi gravi. C’erano noti benefattori come sior Popper, la marchesa Morpurgo e tanti altri, gli strozzini rionali ancora non esistevano.

    Mio nonno cambiava lavoro andando da una bottega all’altra nella stessa strada. C’era più offerta che domanda. I portuali potevano lavorare quando avevano bisogno.

    Tutta la città era piena di magazzini, grandi e piccoli. C’era anche lavoro a domicilio, chi aveva soldi da investire poteva comprare sacchi di spezie o caffè, ed attendere che i prezzi salissero.

    C’era una grande richiesta di personale di servizio, immigravano a migliaia ogni anno. Il mio bisnonno aveva un minuscolo pezzo di terra, lo abbandonò, fece prima l’operaio e poi l’impiegato comunale. Ebbe 9 figli, tutti studiarono fino a 14 anni, i maschi fino a 17.

    L’avviamento al lavoro insegnava i mestieri più gettonati: elettricista e tipografo, tranquillità e futuro assicurati. Se servivano soldi per ci si imbarcava. Anche lì, c’era più domanda che offerta.

    Il mio bisnonno non spese un centesimo per i libri o per le tasse scolastiche. In certe scuole davano ai bambini anche le scarpe.

    Il mio bisnonno portava a pranzo tutta la famiglia compresi suoceri eccetera, ogni domenica. E ti dico anche dove: alla Gloria, al Tirolese oppure prendevano il trenino ed andavano in Carso o in Istria. Con lo stipendio da impiegato comunale.

    Insomma, il lavoro non mancava, l’assistenza sociale c’era ed era ottima, i salari erano sufficienti per mantere famiglie numerosissime in modo dignitoso e per concedersi anche qualche sfizio.

    Mio nonno aveva più welfare di quello che ho io oggi, 100 anni dopo.

    I contadini invece, pagavano tasse per il 7%, in Italia pagavano il 27% e non serve che ti elenchi tutti i soprusi che ebbero dall’Italia, penso che saprai.

    Per loro c’erano le Casse Rurali, in modo che potessero comprarsi le sementi senza perdere i poderi, perchè non chiedevano l’ipoteca come in Italia. C’erano le Cooperative, sia socialiste che cattoliche.

    L’Austria non era il paradiso dei proletari? Poco ci mancava.

  110. hobo ha detto:

    no sandi, non era il paradiso dei proletari. il paradiso dei proletari non c’e’ mai stato, da nessuna parte. posso immaginare che a trieste i soldi girassero e che ci fossero molte opportunita’ di lavoro. ma la miseria in cui vivevano mia nonna e i contadini come lei, giusto cinquanta km a nord di trieste, era qualcosa che oggi in europa possiamo difficilmente immaginare. cosi’ come e’ difficile immaginare la vergogna, ad attraversare le strade del centro, con gli zoccoli di legno e quattro stracci addosso, e tirar fuori dalla gamella la rapa lessa che ci si portava a scuola come pranzo… che poi la situazione sia ulteriormente peggiorata durante e dopo la guerra (’15-’18) e’ assolutamente vero. ma insomma, resta il fatto che nella mia famiglia i miei genitori sono stati i primi ad aver studiato (anni ’50-’60) e che io e mia sorella (nati negli anni ’70) siamo stati i primi a non aver mai conosciuto la miseria. e questo e’ stato possibile perche’ c’e’ chi ha lottato, in italia come altrove, per ottenere condizioni di lavoro migliori e diritti e tutele sociali. per quanto mi riguarda, questo non bisognerebbe dimenticarlo mai.

  111. Sandi Sark ha detto:

    50 km a nord è Tolmin. Parli di quella zona? L’economia era di sussistenza, una mia bisnonna del Vipacco venne a Trieste. Oppure un pochino a ovest c’era Cividale. Se ti riferisci al Friuli italiano le cose erano diverse, avemmo molti immigrati dal Friuli italiano. Non può essere che i tuoi genitori fossero i primi ad aver studiato, da noi chi non andava a scuola riceveva la vistita della Gendarmeria, in Istria andavano gli ussari a cavallo persino nei paesini… così raccontano in tanti.

  112. hobo ha detto:

    @sandi

    rožna dolina, vicino a gorizia, subito oltre l’ attuale confine. mia nonna ha fatto la terza elementare, poi e’ scoppiata la guerra e bon. gli altri nonni erano tutti italiani o furlani, e anche loro non avevano potuto andare oltre le elementari. i tempi erano cosi’: a un certo punto bisognava andare a lavorare e basta. quando dico “studiare”, intendo dire studiare per bon, diploma o laurea.

  113. effebi ha detto:

    “vomitatore d’antitalianità” non è un insulto è la descrizione precisa di quello che qualcuno esercita qui su bora.la

    visti i continui, ripetuti e precisi interventi che, disinteressandosi dell’argomento in oggetto, vengono postati.

  114. effebi ha detto:

    con codazzo di supporter

    96Rupel22 febbraio 2012, 16:11@ 95 Sandi Stark
    bravo, completamente d ´accordo con ti. Buttemo fora l`Italia

  115. effebi ha detto:

    esempio

    “Andè via de Trieste, rimettè a posto le robe, paghè i danni, e mi sarò el più grande amico de l’Italia.”

    potrei rovesciare la frase senza essere bannato ? tacciato di irredentismo ? fascismo ? razzismo ?

  116. effebi ha detto:

    “l’Italia no me lo dà e no la ga intenzion de darghele nianche in futuro a mio fio, perciò no la vojo più. Me sembra semplicissimo.”

    dove vive questa persona ? in italia ? e allora perchè non si da da fare PER l’italia e non CONTRO l’italia !?

    è un cittadino italiano ? vuole fondare un movimento antitaliano ? lo sta promuovendo qui su bora.la con il sostegno di altri utenti ? della redazione ?

  117. effebi ha detto:

    “Mi no go niente cossa spartir coi tedeschi, se fussi stadi lori ad aver occupà Trieste, averla germanizzada, rovinada eccetera… sta sicuro che me la ciapavo co’ lori, e no col Stato ‘taliàn e coi ‘taliàni che considera giusto e normale, far ste robe.”

    l’Italia non ha occupato trieste

    redazione non può consentire il ripetersi di queste affermazioni

  118. AndreaGo ha detto:

    @effebi
    mi no lo ciolesi tanto sul serio sa…anzi, me go fato anche delle sane risate 🙂
    beati i proletari austriaci va’! Un ultimo O.T. per esorcizar in bellezza questo nuovo iredentismo che per fortuna oggi fa solo che rider
    http://www.youtube.com/watch?v=DxnXeHqb02k

  119. dimaco il discolo ha detto:

    @119
    a leggere il trattato del tlt (che xe roba fada dal’ONU) mi pare proprio di si effebi.

  120. Fiora ha detto:

    @120Infatti Andrea…e pertanto no condivido affatto l’allarmismo forsi un po’ enfatizà de effebi su “fondazion de movimento antitaliano col sostegno de altri utenti”..
    Basta rilegger el chilometrico Thread e la maggioranza delle risposte per rendersene conto.
    Chi con attacchi altrettanto incisivi, chi con umorismo, la maggior parte lassemo intender che la “favola bella ( ???!!!) che ieri c’illuse…” oggi non c’illude di sicuro!

  121. Sandi Sark ha detto:

    Sorry caro Effebi, l’Italia ga proprio occupà Trieste. Iera Petitti de Roreto, capo del Governo Militare de Occupazion, che el metteva i placcati del coprifuoco ai primi de novembre. Oltre alle truppe italiane de occupazion, iera i americani, francesi e inglesi.

    Apena nel febraio del 1921 vegniva aplicà el Trattato de Pace. Ma ai triestini, niet referendum de annession, come inveze i ghe gaveva concesso a la Lombardia, i Ducati, le Due Sicilie, el Vaticano, el Veneto, el Friul dal 1848 fin al 1870.

    E se proprio de vol che te la digo, l’Italia ga occupà Trieste anche nel 1954, e sempre senza un referendum de annessiòn.

    L’amministrazion iera temporanea, fin al trattato de Osimo. Comunque discutibile perchè mancava tutti i altri Soci del TLT.

    E perchè adesso la Yugo no xe più e i trattati bilaterali de l’Italia con i singoli stati no xe ga fondamento. Perchè nissun ga mai abrogà el 193° Stato de l’ONU: el TLT.

    E se proprio de insisti, te dirò che Trieste no ga mai votà per la Repubblica italiana, nel 1946 no podevimo e dopo no i ga mai pensà de farne far quel referendum.

    E giusto per fargha la punta ai (lassemo perder), i nostri parlamentari no gaveva votà nianche per la Repubblica Austriaca a fine ottobre del 1918.

    Per mi, l’ultima situazion legittimista xe sudditi de l’Impero. Che no xe più, ma l’erede xe l’Austria, perchè gavevimo fatto annession nel 1382 quando no iera Austria-Ungheria.

    Perciò, noi dovessimo far nell’ordine:

    referendum tra monarchia e repubblica. Se vinzi la repubblica tornemo co’ la Repubblica Federale Austiaca, se vinzi la Monarchia ghe domandemo a Karl von Absburg se el vol far un principato.

    Se questo no ga esito o no se fa, dovemo far el referendum mancante de annession del 1918.

    Giusto per par condicio, dopo dovessimo far el referendum mancante de annession tra el 1954 el 1976.

    E se tutto questo no funzia o no se fa, dovessimo far el referendum mancante del 1946. No per sceglier la Monarchia dei Savoia (Dio ne scampi) ma per convalidàr l’Assemblea Costituente, perchè altrimenti la Costituzion italiana ne xe stada imposta.

    E tutto senza violenza e democraticamente.

    Ancora una roba: visto che i referendum xe riparatori, visto che i ‘taliani immigradi in seguito gaveva za votà, per ogni refrendum dovessi votàr solo i cittadini residenti alla data de l’occupazion o loro eredi. Perchè logicamente, quei altri no pol votar de novo, quel che gaveva za votà i loro nonni altrove.

    E tutto democraticamente, senza violenza, in nome dei Diritti Umani fondamentali, come quel de l’autodeterminazion dei popoli.

  122. asem ha detto:

    effebi, entrambi conosciamo l’impostazione ideologica di questo sito…… io da tempo non posto più perchè venivo regolarmente ideologicamnete censurato….cmq posso dire solo questo, che per fortuna in titini vennero cacciati e che ha prevalso “l’odiata democrazia” e non “l’amato comunismo”……lep pozdrav

  123. dimaco il discolo ha detto:

    impostazione ideologica? l’unica impostazion xe quela de milic per piantar bixi e crauti a pliskovica. cossa te parli.

  124. aldo ha detto:

    mi sono d’acordo con Andrea e con Fiora sul morbin value de certe robe come…

    …l’impero asburgico paradiso dei proletari

    …quei che vien de fora da educar come fioluzi de una volta dai adulti de una volta

    …quei che xe fati per governar (germanici) e quei che xe fati per far i artisti come i ‘taliani o pezo ispanici e africani

    perchè a ciaparle sul serio ste robe ne portasi driti a quel brodo de cultura da cui xe nato qualcossa de tragico…

    …ma per fortuna stavolta xe solo comedia…

    …anzi comedia all’italiana!

  125. Sandi Sark ha detto:

    “Insegnar le bone maniere tramite l’esempio” significa “educar” ?

    “Austria paradiso del proletariato” no go scritto mi.

    “fati per governar (germanici)” no go scritto mi.

    “come i ‘taliani o pezo ispanici e africani” no go scrito mi.

    Bon, oltre che meterghe in boca al prossimo robe che no el ga scritto, rivoltar i scritti come calzini…sè boni de far qualcossa altro?

  126. aldo ha detto:

    ciò…e se gavemo de andar via de l’Italia dove sta scrito che dovemo tornar soto l’Austria?

    mi son per la Spagna perchè:

    …cusì se imparemo la seconda lingua più parlada al mondo e no el tedesco che servi solo per andar al Oktoberfest e per darghe ordini ai cani

    …se cambia i ritmi de vita: alzarse tardi, negozi verti a metà matina, pranzo ale 15, dopo el lavor bagolar per tapas, zena dopo le 22 e in leto tardi

    …finisi el proibizionismo e se verzi i locai a luci rosse come quei iberici cusì i ‘talian-veneti vien qua ghe i ga più facilità cola lingua, inveze de andar tuti in Austria come i fa adeso

    …spiagia de sabia in porto vecio come a Barcellona e de drio pien de bar e disco, cusì finalmente ghe freghemo tedeschi e austriaci ai furlani de Lignan e ai veneti de Jesolo e i se cala de noi cantando “eins zwei polizei”
    http://www.youtube.com/watch?v=E-DZ0KtR3RY&ob=av3e

    TS – Trieste Spagnoleggiante
    “Que viva allà y despues bien!”

  127. aldo ha detto:

    Que viva l’E y despues bien!

  128. Jasna ha detto:

    @aldo

    Prima o poi Manolo Escobar espugnerà Trieste con questa:

    http://www.youtube.com/watch?v=3mQ7pvTfWLs

  129. aldo ha detto:

    …e le mule tedesche e austriache vien qua che xe più vizin a far scola de spagnolo…

    …e a farse schizar dele clanfe

  130. aldo ha detto:

    …e cola Spagna gavemo el Re, te vol meter…

    …adeso l’Austria xe solo una republica!

  131. Luigi (veneziano) ha detto:

    Io sono per l’annessione al Principato di Monaco: niente tasse e festoni a go-go: l’Austria a Montecarlo fa una grandissima p***pa.

    Oppure la Norvegia: ho visto cose in Norvegia (1996) che voi umani: loro considerano gli svedesi (non scherzo!!!) dei terroni casinisti, per cui pensa uno come Stark, che non riesce a scrivere nessun messaggio senza infiorarlo di enormità (fantastico dove dice che sotto l’Austria non esisteva analfabetismo e che in Istria ti venivano a prendere a casa le guardie per andare a scuola: com’è che nel censimento del 1910 quasi il 50% degli istriani e quasi il 65% dei dalmati risultava essere completamente analfabeta?): per i Norvegesi sarebbe come uno del Bantustan per lui.

    Sì, effebi: lo dico io: Stark è uno dei peggiori razzisti che abbia conosciuto internettianamente. Lo è perché oltre a tutto è un razzista inconsapevole: di quelli che frustano perché sono GLI ALTRI ad aver meritato le frustate.

    E invece sai che ti dico? Che OGGI io sento molto affetto per i greci, che lui non toccherebbe nemmeno col bastone (adesso dirà di no, per carità di Dio: è inconsapevole…).

    L.

  132. mario bercich ha detto:

    Grazie per avermi fatto divertire per un intero pomeriggio.A leggere i vostri commenti in dialetto mi è sembrato di risentie mio padre Giorgio buonanima. comunque io sono nat e vivo a Reggio Calabria. Mio padre era fiumano e mia madre è calabrese. Cosa mi consigliate di fare con il mio cognome ????
    lo devo cambiare ? non lo farò mai per rispetto di tutte le sofferenze di chi ha lasciato la terra in cui era nato – mio padre ed anche per rispetto di tutte le sofferenze di chi ci è rimasto e sono state tante piu’ di quelle di chi se ne e andato .Un caro saluto

  133. Sandi Sark ha detto:

    Essa mi pare una testa imbecille.

    Più che la guardo e più fosco la mi fa!

    Essa mi pare una testa imbecille…

    Più che la guardo e più fosco la mi fa…

    Più fosco la mi fa…. più fosco la mi fa!

    E noi vogliamo mangiare e anca bevere.

    Fin che dal fondo si vederà il bichier”

    E poi mangiando bevendo e cantando….

    allegramene a dormire si va!

    http://www.box.com/shared/djigmpivf0#/shared/djigmpivf0/1/7231969/69063177/1

  134. Sandi Sark ha detto:

    Taulich

    soldà de la Marina
    soldà dei cacciatori
    lontan dei nostri amori
    no se vedemo più

    http://www.deastore.com/cd/cantada-de-osteria-trieste-e-friuli-cantada-de-osteria-trieste-e-friuli-/8018783700019.html

  135. Fiora ha detto:

    ‘Lora superficiale e svoda come una canocia come che son, ala letura dei ultimi post comparsi in mia asenza ( fussi per mi me portasi el brustolin anca in leto ma el privato reclama, la sera…) rilevo quanto segui:
    1) el ris’cio ribalton xè stà stornà del morbin
    2) Aldo se candida autorevolmente a futuro presidente del T.L.I.T Teritorio (Licenziosamente Iberico Trieste)e nel contempo me ingenera forti sospeti sul’identità del mai bastanza compianto Red Prof. scomparso…
    3) dela scopietante ultima tranche conotada dal “una risata vi seppellirà”, sicuramente de l’Oscar pel vitz più divertente, imedià e Bora.là corelado, THE WINNER IS…… DIMACOOOOOO! ( post 125 )

  136. Fiora ha detto:

    @Aldo, Andrea, Dimaco, Ufo, sfsn, Giampaolo Lonzar e s’el xè de giornada anca el Doge e quant’altri interesadi… con riferimeto al mio post 108 che prego se non altri Aldo di voler leggere 😉
    Sè d’acordi ( masch pl. Ordine, ciò! l’AU. iera un paese ordinato!)che se il PIZZAGALLI se fussi ciamà ROSSI tuto sto remitur no sarìa sucesso?

  137. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @108 FIORA – Visto il richiamo credo che
    val ricitare el famoso witz che girava all’epoca :
    Un mato se presenta al’uficio cambio nomi e
    l’impiegato domanda coss’che’l vol ??
    Volessi cambiar el mio nome! Ah si ! E come la se ciama ??
    Tojo Delcul !
    No se pol, el nome xe ‘taljan !
    Ma a Lei ghe par un bel nome ??
    Beh, in efeti, vedemo coss’ che xe pol far!
    eee in come la volessi cambiarlo ??
    Ciano Delcul!!!

  138. Fiora ha detto:

    @140 😀 😀 😀 BUONA LA PRIMA!
    spetemo i altri.

  139. Fiora ha detto:

    @140 Grazie al Giampi’s input, go trovà la quadratura del cercio:

    LOJZE PIZZAGALLI

    tuti contenti e viva L’A.!

  140. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @136 MARIO BERCICH – Da la Bibia dei cambi di cognome con:

    “democratica fassista concessione ”

    te gaveria podù sceglier tra :

    ” BERCI” o ” BERSINI”

  141. Fiora ha detto:

    @136 / 146
    e nol podeva meterse CALOGERO BERCICH?! 😉
    Ciao Mario con simpatia e scusa l’irriverente suggerimento, sempre nel “solco” che tracciò “l’aratro”* del PIZZAGALLI

    * “…ma è la spada ( di effebi) che lo difende” !
    😛

  142. aldo ha detto:

    Fiora, me toca far suplenza al mitico Red Prof che latita de tropo tempo forse perchè…

    …sarà sdraià su una spiagia cubana con un mojito in man, la maieta del Che indoso e quatro mulate intorno, ma comunque…

    …dopo che el movimento TS – Trieste Spagnolegiante gaverà instaurà quel che te ga cusì ben batezà TLIT (Territorio Licenziosamente Iberico di Trieste)el cognome Pizzagalli vegnerà cambià d’ufficio in Pizzatori…

  143. Fiora ha detto:

    😀 eh, Aldo se esiste un aldilà dopo lo sbertucciamento postumo, il Pizzagalli avrà chiesto udienza alla buonanima del Primo Cavaliere ( B.M. dei! el secondo che fa S.B. xè ‘ncora qua a far dani…) e gli avrà detto: Eccellenza se ne avessi immaginato le conseguenze per il mio….buon nome 😉 con quegli apolidi non mi ci sarei mai messo!

  144. Fiora ha detto:

    .. e a quanti pensassero che dopo un centinaio di post seri e…seriosi gli abbiamo dissacrato il Thread, voglio umilmente ricordare la parte finale del ponderoso tomo di Eco ” il nome della Rosa” (che attualmente utilizzo come peso sulla roba da incollare… ) e le considerazioni che condivido al 100% del un ipotetico celato trattatello sovversivo e pertanto proibito di Aristotele che tratta della forza dirompente del riso,tale da scalzare qualsiasi autoritarismo e ordine imposto…ecclesiastico in primis, e in genere!

  145. effebi ha detto:

    Governo, pubblicata l’attività dei 100 giorni “Tutti devono concorrere al rilancio del Paese”
    Reso pubblico un rendiconto dell’operato dell’esecutivo Monti dei primi tre mesi di lavoro. Dal Salva Italia al Cresci Italia. Con alcuni dati, tra cui quello relativo ai tagli apportati alla Presidenza del Consiglio: rispetto all’anno precedente i voli di Stato sono stati ridotti del 92%, con un risparmio di 23,5 milioni di euro

    questo me fa de rider

  146. effebi ha detto:

    i altri che sogni pur vanti imperi, galine con do teste, territori liberi, secessioni e indipendenze

    bone ridade a tuti

  147. Fiora ha detto:

    @152 ara effebi che tuti i “sogni” che te ga cità ti no escludi miga de star ” con gli occhi aperti nella notte triste”
    http://youtu.be/Y27o-7U13OA

  148. AndreaGo ha detto:

    speremo che se daghi una mossa anche a scurtar un poco de stipendi…
    No xe possibile che un capo della polizia ciapi schei manco fossi un megaimprenditor. E doppi, tripli, quadrupli incarichi a go go…
    Ara qua, roba da 30000€ al mese, no xe roba possibile in un paese civile. Se spetemo i prossimi PD, PdL, ecc ecc stemo freschi. Già così la vedo molto dura
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2012/02/23/pop_compensi-pubblici.shtml

  149. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @ 151/152 . EFFEBI – Questo Mr. Gore ( Monti)
    ga salva l’EURO perche’ el ga dovu’ salvar i
    suoi Buoni del Tesoro ,altrimenti el se tapezava un pochi de muri dei sui quartieri.
    El ga fato Robin Hood ala riversa , el ghe ga ruba ai poveri per darghe ai richi (Banche).
    A noi ne disi che el ne salva L’italia come fussi un regalo. A ti che te son imperiale romano te rispondo :

    TIMEO DANAOS ET DONA FERENTES

    Viva l’A. (sempre e comunque)

  150. hobo ha detto:

    @#151#152

    questo e’ il governo piu’ filoconfindustriale della storia d’italia. l’ accanimento contro lo statuto dei lavoratori sa piu’ di regolamento di conti che di manovra per la crescita. siamo tutti sotto ricatto e nessuno ha il coraggio di alzarsi in piedi e dirlo apertamente. il pd si e’ completamente appiattito sulle posizioni del governo, e in questo momento non c’e’ nessuno che dia rappresentanza politica al disagio sociale che sta montando. a me non frega niente di imperi, aquile con una o due teste, tlt, secessioni e annessioni. per quanto mi riguarda sono diversivi onirici, e in questo momento sono del tutto funzionali alla creazione, per contrasto, di una sorta di unanimismo da “unita’ nazionale” a sostegno della politica di questo governo.

  151. effebi ha detto:

    156 ho seguito il tuo ragionamento e sul passaggio: “nessuno ha il coraggio di alzarsi in piedi e dirlo apertamente”
    ti chiedo: secondo te come mai ?

  152. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @157 EFFEBI – una risposta te la dago mi :

    “xe la strategia del ,va ‘vanti ti ke mi me vien de rider ”

    El giorno dele elezioni tuti e dò SX & DX
    varà un dedo puntà e dirà : ” Xe sta lù, miga mi “

  153. effebi ha detto:

    158, bon, vedo che te sa tuto, anche quel che hobo ga in tela testa…

  154. hobo ha detto:

    @157

    la risposta sarebbe molto complessa, ma provo a elencare alcune ragioni in modo sintetico

    1) la prima ragione (apparente) e’ che altrimenti torna berlusconi. in realta’ e’ un ricatto nel ricatto, utile per far ingoiare qualunque rospo alla propria base (come e’ avvenuto regolarmente per 20 anni). finche’ berlusconi non uscira’ definitivamente di scena sara’ impossibile ristabilire una vera dialettica politica in questo paese.

    2) la seconda ragione e’ che a trent’anni dall’ inzio della rivoluzione conservatrice di thatcher e reagan, oggi tutti i politici sono convinti che l’ economia sia qualcosa di trascendente, e non la risultante di interessi contrapposti. le agenzie di rating sono considerate una sorta di oracolo di delfi, e la frase “ce lo chiedono i mercati” l’ equivalente di “sento le voci nella testa”. l’ idea che esista una dialettica tra le classi sociali e’ stata bandita dal discorso pubblico. col risultato che la lotta di classe non e’affatto scomparsa, ma viene combattuta solo dai padroni. questo discorso ovviamente non ha niente a che fare coi confini della patria, visto che riguarda un andazzo generale.

    3) la terza ragione e’ la debolezza delle organizzaioni dei lavoratori. e’ un discorso che riguarda l’ italia, ma non solo (in germania pero’ la situazione e’ diversa). da dove deriva questa debolezza? deriva essenzialmente dal modo stesso in cui e’ cambiata l’ organizzazione del lavoro negli ultimi venti anni. l’ introduzione di miriadi di contratti personalizzati ha frammentato e atomizzato il soggetto sociale che fino a venti anni fa aveva fatto da contrappeso allo strapotere di confindustria e del capitale.

    4) infine una ragione legata proprio alla realta’ italiana: certe sparate secessioniste (dalla padania dei druidi cattocattolici alla sicilia dei forconi alla campania dei neoborbonici), se opportunamente amplificate dai media, rendono accettabile qualunque cosa a quella maggioranza di cittadini che per un motivo o per l’altro si riconoscono in uno stato unitario. e allo stesso tempo creano in altri cittadini l’ illusione che i problemi legati all’ economia e al lavoro si possano risolvere “semplicemente” spostando i confini in qua o in la’ (cosa gia’ in se’ difficilmente realizzabile se non al costo di casini seri, contenziosi territoriali, spostamenti di popolazioni, nascita di nuove enclaves etniche rancorose, ecc. ecc.).

  155. Jasna ha detto:

    @56 hobo

    A me non sembra sia un regolamento di conti o una cosa deliberatamente iniqua… ammetto che non sto seguendo molto in questo periodo causa impegni personali, però sinceramente la maggiorparte delle cose che vedo (articolo 18 incluso) mi sembra si inseriscano nell’idea di flexicurity che l’UE vuole promuovere (molto simile al mercato del lavoro americano, permetterebbe di abbassare i nostri consistenti tassi di disoccupazione, almeno sulla carta).
    Quindi o questa è una window of opportunity per l’europeista Monti, oppure è sembrata la soluzione che potesse dare i migliori risultati in tempi brevi.

    Oppure è come dici tu, il tuo commento 160 mi è piaciuto molto e mi da tanti spunti.

  156. hobo ha detto:

    ma sai, jasna, il mercato del lavoro americano non e’ sempre stato cosi’ come lo vediamo oggi. prima di reagan i lavoratori erano molto piu’ garantiti. oggi e’ una jungla, e solo in alcuni settori in cui il sindacato e’ ancora forte i lavoratori hanno delle garanzie paragonabili a quelle europee. e le difendono coi denti. l’ anno scorso ci sono stati scioperi e picchetti molto duri:

    http://it.peacereporter.net/articolo/27393/Usa,+lotta+di+classe

    sull’ articolo 18 c’e’ un’ enorme disinformazione: si e’ fatta passare l’ idea che a causa dell’ art.18 le aziende non possano gestire con flessibilita’ il personale. ma l’ art.18 non c’entra niente col tipo di contratto. serve a garantire il lavoratore che il contratto (qualunque esso sia) non possa essere rescisso dall’ azienda per ritorsione. serve cioe’ a garantire la possibilita’ di svolgere attivita’ sindacale vera. e’ questa la posta in gioco: regolare i conti con la fiom. infatti dove e’ stato applicato il “metodo marchionne” la fiom e’ stata esclusa dalla contrattazione, nonostante sia il sindacato di gran lunga piu’ rappresentativo.

    il punto e’ che le condizioni di lavoro (salari e tutele) sono sempre il risultato di una contrattazione. se i lavoratori non hanno strumenti per contrattare, le loro condizioni peggiorano. e non esiste flexicurity che tenga (ammesso e non concesso che chi si ocupa di lavoro a livello di commissioni ue sia “neutrale” tra lavoratori ed aziende).

  157. Fiora ha detto:

    grazie hobo di avermi chiarito il vero contenuto dell’art.18 e i conseguenti motivi degli uni per voler abolirlo 🙁 e degli altri a voler mantenerlo 🙂

  158. dimaco il discolo ha detto:

    hobo hai dimenticato di citare ,e mi pare uno tra i punti più importanti, la concessione di crediti al consumo per ogni cosa.
    Perchè è sotto sto punto che inizia la erosione dell’unità dei lavoratori. Se sei pieno di debiti accumulati per comprare ogni sorta di cose(dai telefonini alle tv al plasma al suv per fare bella figura) sei riccattabile in maniera vergognosa: “vediamo come paghi le rate se ti sbatto fuori, perchè una scusa valida la trovo comunque.”
    Il vivere al di sopra delle proprie possibilità facendo debiti per fare la bella vita è la causa principale della disfatta sociale di questo paese. E in questo hanno trovato un valido alleato nella tv commerciale che enfatizava e tutt’ora enfatizza il concetto di : “comode rate mensili senza acconto o altro”. Ma quando su uno stipendio di 1000 euro hai accumulato 950 euro di comode rate mensili dove vuoi andare?

  159. Bibliotopa ha detto:

    #165 per una volta dimaco mi vede completamente d’accordo con lui

  160. dimaco il discolo ha detto:

    aggiungo al mio post 165 che tutto ciò ha un’impatto devastante anche a livello famigliare.

  161. hobo ha detto:

    dimaco

    non e’ che lo ho dimenticato. semplicemente stavo rispondendo a effebi sui motivi per cui nessun soggetto politico ha il coraggio di dire che siamo sotto ricatto.

    quel che dici tu e’ vero, ma e’ legato proprio alla struttura del capitalismo. senza credito al consumo, i consumi calano, e il sistema collassa. credito al consumo significa colonizzazione del futuro. dopo che il capitalismo ha occupato tutto lo spazio, per continuare ad esistere ha cominciato ad occupare anche il tempo. a un certo punto pero’ il sistema e’ andato in crisi (sovrapproduzione e impossibilita’ di riscuotere i crediti). ma invece che mettere in discussione i suoi presupposti, come sembrava che si stesse cominciando a fare all’ inizio della crisi, “si e’ deciso” di rilanciare, di approfittare della situazione per smantellare ulteriormente le tutele dei lavoratori e per privatizzare quel poco di pubblico che ancora c’era. insomma “si e’ andati” all’ incasso. visto che non “si potevano” riscuotere i crediti in denaro, lo “si e’ fatto” in diritti e beni comuni. forse questo dara’ una spinta per far ripartire la baracca, poi “si ricomincera'” col credito al consumo, e avanti cosi’ fino alla prossima crisi.

  162. dimaco il discolo ha detto:

    non credo che sta cosa funzionerà. intendo far ripartire la baracca in questo modo. in questo modo si socializzano le perdite scaricando i debiti sulla colettività A pagare l’avidità delle banche e degli speculatori saranno i cittadini comuni, mantre chi ha creato questa criasi vedrà solo aumentare i suoi profitti. Privatizzare è un’errore, al contrario si deve nazionalizzare e togliere potere a cricche come confindustria e affini e sopratutto togliere potere alle banche. Altro che iniezioni di danaro per salvarle. io le avrei fatte andare col culo per terra come hanno fatto in islanda. Privatizzare significa solamente dare in mano poteri enormi a un stretta cerchia di persone. Immagina solo cosa succederebbe se l’acqua fosse privatizzata. Immagina l’impatto politico che avrebbero quelle due o tre aziende che farebbero comunque cartello sui prezzi come succede per il petrolio.

  163. dimaco il discolo ha detto:

    togliere il credito al consumo ridimensionerebbe di colpo il mercato. i prezzi scenderebbero di botto. Ok chiuderebbero centinia di centri commerciali e il consumismo farebbe una brusca frenata perchè e il credito al consumo che da motivo di esistere al consumismo. le economie famigliari ne trarebbero beneficio seppur costrette a fare i conti molto severamente portando la gente a evitare di comprare tutte le stupidaggini che la pubblicità ci propina, a suo dire, per il nostro bene.

  164. dimaco il discolo ha detto:

    perchè il nostro futuro non è molto diverso da quello mostrato in idiocracy

  165. Jasna ha detto:

    @dimaco

    Non ne sono sicura ma credo che nazionalizzare non sia possibile per chi è nell’Unione Europea, anche perché, se non ricordo male, quando la Croazia veniva monitorata per l’adesione, ogni anno facevano la conta di quanta parte della sua economia era stata privatizzata e quanta concorrenza c’era tra i fornitori di servizi (è chiaro che se nazionalizzi non c’è concorrenza).
    Per quanto riguarda il credito al consumo, non siamo una massa di persone analfabete travolte da uno sviluppo da economia emergente… forse più che toglierlo basterebbe obbligare le aziende a informare meglio, o imporre criteri più restrittivi per concederlo.

    @hobo
    Molto bella l’intervista.

  166. hobo ha detto:

    dimaco,

    solo che secondo me il problema non sono solo le banche. le banche sono solo un pezzo del sistema, e non possono essere separate dalla cosiddetta economia reale. produzione, finanza e credito non sono mai stati cosi’interconnessi come ora. e’ tutto il sistema che e’ andato in crisi, e che andrebbe ridiscusso.

    http://www.controlacrisi.org/notizia/Lavoro/2012/2/12/19648-walden-bello-la-connessione-apple/

    l’ acqua e’ un caso emblematico: nonostante il risultato nettissimo del referendum, il governo ha manifestato l’ intenzione di procedere alla privatizzazione, perche’ “ce lo chiedono i mercati” (che sarebbe come dire: “me lo ha detto una voce nella testa”).

  167. dimaco il discolo ha detto:

    allora si esce dalla comunità europea, si ripristinano i confini e i dazi.
    la frase “ce lo chiede il mercato” è una stronzata enorme e si potrebbe anche rispondere:”noi operai vogliamo più soldi perchè ce chiede il mercato . nella comunità europea il mercato è falsato da direttive che impongono quote e misure creando artificiosamente un prezzo che non è frutto,naturale, della domanda e dell’offerta. Quante tonnellate di agrumi in sud-italia vengono distrutte solo per non sballare gli interessi delle altre nazioni?
    se per far contenti altri io devo andare in perdita tanto vale che me ne vado.

  168. Jasna ha detto:

    @dimaco

    I prezzi sono sballati a favore dei produttori europei, è tutto il resto del mondo che ci perde, e il guadagno è tutto nostro. Non ci sono più le quote adesso, in questo momento non ho tempo di controllare ma so che sono state sostituite da un doppio meccanismo (di sostegno del prezzo e compensazione, se non ricordo male). Nulla a che vedere con la mano invisibile del mercato, comunque, perché gli agricoltori europei hanno le mutande di ferro in ogni caso.

    Uscire dall’Europa? Siamo forse la Germania noi?

  169. hobo ha detto:

    dimaco, adesso come adesso coi confini e i dazi non combini niente. l’ unica possibilita’ di cambiare le cose e’ che anche le organizzazioni dei lavoratori comincino a coordinarsi su scala globale, perche’ la controparte e’ globale.

  170. dimaco il discolo ha detto:

    la comunità europea è un feto nato morto ed è tenuto in vita artificiosamente.

  171. Jasna ha detto:

    Beh ognuno ha le sue opinioni in merito.

  172. dimaco il discolo ha detto:

    la comunita europea o europa è nata sulla falsariga degli USA, o quantomeno si ispira allo steso modello, dimenticando però che le cose sono un tantino diverse. in europa ci sono popoli e culture che per millenni si sono contrapposti e che non si sono potuti nemmeno vedere. i politicanti hanno voluto accelerare un percorso che sarebbe stato naturale con il passare dei secoli,perchè tanto ci vorrebbe perchè le varie culture si amalgamino a sufficenza da creare l’embrione adatto allo sviluppo di un’europa unita.

  173. Jasna ha detto:

    No, è nata per:

    1)prevenire future guerre (infatti hanno subito messo in comune sotto un’alta autorità i materiali che servivano per farle, ovvero carbone e acciaio)
    2) stimolare lo sviluppo economico e la ricostruzione dell’Europa in ginocchio
    3) fare un blocco compatto contro la minaccia sovietica

  174. dimaco il discolo ha detto:

    jasna, ne abbiamo già avuta una comunità europea ed è miseramente fallita. si chiamva impero romano e funzionava quasi nello stesso modo come funzionala EU oggi. solo che la sede centrale era Roma e non Bruxeles

  175. dimaco il discolo ha detto:

    jasna, ne abbiamo già avuta una comunità europea ed è miseramente fallita. si chiamva impero romano e funzionava quasi nello stesso modo come funzionala EU oggi. solo che la sede centrale era Roma e non Bruxeles

  176. Jasna ha detto:

    @dimaco

    Ma dai, su poh dimaco. 😉
    Se sei euroscettico puoi dirlo anche senza rilasciare dichiarazioni così strampalate.

  177. dimaco il discolo ha detto:

    perchè strampalate? prova a confrontare le due cose. Non sono molto diversi, e l’impero romano è decaduto proprio grazie alle pressioni interne dei vair popoli.

  178. Jasna ha detto:

    Strampalate perché già la distanza nel tempo dovrebbe farti riflettere prima di metterle nero su bianco, certe cose (tipo, i sistemi politici si evolvono).

    Quanto al riconoscimento dei popoli, l’impero romano era più simile a quello AU (dove c’era chi era di serie A e chi di serie B), mentre per esempio nella UE tutte le lingue sono lingue ufficiali, tutti votano, nessuno ti annette con una guerra. Non dico che l’UE sia la panacea di tutti i mali, dico solo che hai fatto un paragone che non sta in piedi.

  179. dimaco il discolo ha detto:

    i sistemi politici non si evolvono, rimangono fondamentalmente gli stessi cambiano solo nome e modo di fare o meglio detto (per evitare di essere capito male) trovano il modo di aggirare il problema.
    Troppe sono le differenze a livello anche a livello etico etico: in italia l’evasore fiscale o l’elusore e visto come un erore da imitarein germania gli danno la caccia alla pari di assassini stupratori o pedofili:

    http://www.bka.de/nn_198404/DE/Fahndungen/Personen/UnbekannteTatverdaechtige/SteuerhinterzieherDerik/derick.html?__nnn=true

    il tizio del link è ricrcato dalla polizia tedesca per evasione fiscale ed è messo nella stessa categoria di quello che ha violentato una neonata di pochi mesi. Qui sta la differenza etica e morale tra il pensiero anglosassone e quello mediterraneo.

    poi jasna i punti che tu hai elencati sono venuti meno per cui la comunità europea non ha motivo di esistere.

    la comunita europea è un virus letale travestito da panacea. nemmeno vanna marchi avrebbe potuto creare una fregatura come quella chiamata europa unita.

  180. Jasna ha detto:

    Dimaco le tue idee sono assolutamente legittime, ma con rispetto parlando, ti manca la visione di lungo periodo e tendi a ridurre le cose a termini di paragone troppo approssimativi e anche un po’ qualunquisti.
    Mi pare che abbiamo chiarito i rispettivi punti di vista, quindi se sei d’accordo la chiuderei qui.

  181. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @@@ VARIE – Una moneta unica nell’EU e’destinata ad un’altra crisi futura.Questi
    provvedimwenti sono solo un ritardo.
    Qualche mese prima dell’entrata dell’Euro
    io ero a un meeting a Monaco di Baviera su questioni di traffico marittimo. Tutti commentavano questo futuro evento ed un funzionario di una banca Austriaca ,commentò così : Vedo un difficile futuro a questa moneta perchè le nazioni non hanno ne un sistema fiscale ne previdenziale uguale.
    Io aggiungo neanche un sistema legislativo e giudiziario.
    Un lavoratore Austriaco ed un Tedesco saranno sempre più ricchi di un Italiano perche’ ad un stipendio lordo uguale ,il netto pagate le tasse e’ molto piu’ alto in questi due paesi.

    Parlando di evasione fiscale poi, qualcosa che non funziona , senso civico a parte, nel sistema di Polizia Tributaria c’e’.; non e’ possibile che con tutti i sistemi tecnologici
    che esistono la GDF deve andare fuori da una discoteca o a Cortina per scoprire se un proprietario di grosse macchine e’ un evasore , sembrerebbe che non sappiano che esiste il PRA. Qui mi sento un pò preso in giro.Mi sa di caccia all’untore di Manzoniana memoria.
    Art.18 anche qua c’e’ del marcio, non occorre essere intenditori di macroeconomia per capire che in caso di crisi se io mantengo lo stesso no. di dipendenti e calano le vendite automaticamente a tempi brevi manca l’autofinanziamento e l’azienda va in rosso; poi arriva Equitalia che vuole riscuotere mancati versamenti e punisce con tassi da usura l’azienda che oltre a non pagare i dipendenti non paga Equitalia e fallisce,
    invece che valutare se c’e’ dolo o semplice disgrazia !!??
    Lo Stato poi non paga i suoi debiti in tempi
    con cui esige i suoi crediti.
    In economia non so come si chiama ma l’uomo della strada lo definisce :

    EL CAN KE SE MAGNA LA CODA.

  182. Jasna ha detto:

    “Vedo un difficile futuro a questa moneta perchè le nazioni non hanno ne un sistema fiscale ne previdenziale uguale”.

    Infatti è verso questo che si sta andando.

  183. Fiora ha detto:

    @118 sull’identità di moneta e diversità di sistemi concordano anche amici rimpatriati e “quasi”tedeschi dopo i lunghi anni di lavoro in Germania con i quali ogni tanto ci” tastiamo reciprocamente il polso”.
    Quella dei blitz nelle discoteche e nei negozi da Cortina in giù ,perplime anche me e per gli stessi motivi che hai esposto tu, Giampaolo…
    Ho pensato che siano più che altro a carattere dimostrativo dissuasivo… SCARSO!
    … se son questi i “potenti mezzi”…

  184. Sandi Stark ha detto:

    Pizzigalli xe in inferno, in un giron speciale che ai tempi de Dante no iera.

    I diavoli, anzi i cudici, se ciama: Jure, Stanko, Joze, Dušan, Milan, Mladen, Bogdan…

    Ogni matina el devi dirghe:

    “Doberdan gospodje kudici, kako je?”

    In tute le lingue slave e in tutti i dialetti.

    E lori zò frustade, per la pronuncia o per el tono o per quel che ghe fira. D

    opo el devi scriver la Božanska Komedija (Divina Commedia) in glagovlica co’ l’inchiostro simpatico.

    Ogni bestemia che el pensa in italiàn xe cazzi suoi, no ve conto le punizioni perchè le mie fonti xe reticenti.

  185. dimaco il discolo ha detto:

    jasna proprio perhè ragiono a lungo termine che ho elaborato queste opinioni. come detto da lonzar, vi è troppa differenza tra i vari stati sia a livello etico, morale sia economico. e questo porta a una discriminazione. la discriminazione porta a risentimento il risentimento diventa odio e poi scoppiano le violenze.gli europei non sono come gli americani che ragionano in termini di appartenenza ad una unica nazione (sono americani e lo sentono dentro, si sentono parte di quel paese) mentre se qualcuno ti chiede cosa sei, tu rispondi: “sono italiana” e non rispondi “sono europea”. Questo è il punto, non non ci sentiamo europei ma ci sentiamo italiani, austriaci, tedeschi ecc perchè nel nostro subconscio non vogliamo essere paragonati ad altri popoli. nè nel bene nè nel male.

  186. Jasna ha detto:

    @dimaco

    L’UE non è una federazione di stati e non lo sarà mai, probabilmente, quindi niente paura per il tuo (nostro) Paese.

    Per quanto riguarda gli scenari apocalittici che prevedi, è proprio per questo che l’UE è stata creata, e guarda caso, dopo 50 anni di guerre anche economiche, tutto si è placato.

    Il fatto che ci siano problemi perché non abbiamo sistemi previdenziali ecc simili è dovuto alla riluttanza degli stati a comunitarizzare queste materie, e come in altri casi, dopo aver tirato la corda e visto che non si va più avanti, adesso devono ripensarci. E’ un meccanismo che ormai è innescato, e tornare indietro è probabilmente molto peggio. Ma non credo che nessuno dovrebbe aver paura della perdità della sovranità nazionale.

  187. Sandi Stark ha detto:

    @ 185 Cossa iera de serie A e de Serie B? Dove? Quando?

    Reichsvolksschulgesetz vom 14 Mai 1869 R.G.Bl. Nr. 62, paragrafo 59:

    “Istituire una scuola con una certa lingua d’insegnamento lì dove nella media di cinque anni vivono entro una distanza di un’ora più di 40 scolari che devono frequentare una scuola distante più di mezzo miglio. 1 alte geographische Meile austriaco = circa 7,4 chilometri.

    Nel 1869 sa, Jasna? Perchè nei primi del ‘900 i nostri nonni fazeva 8 anni + 3 de insegnamento obbligatorio, e nel 1830 a Brescia, iera el 100% de frequenza nelle scole primarie (1° e 2° elementare).

    Te sa dove che i ‘taliani iera cittadini de serie B? Nel Regno d’Italia, dove i iera tignui ne l’analfabetismo in modo che no i podessi votàr.

  188. Sandi Stark ha detto:

    Vardè che la vera storia della UE no comincia nel 1946. La comincia nei primi anni ’20, quando el Conte Kalergi, ufficial de Carlo 1° gaveva comincià a girar el mondo per far conosser l’evoluzion federale del pensiero asburgico.

    Morto lui iera andà avanti Otto d’Asburgo nei anni ’30. Le loro idee gaveva trovà entusiastiche adesioni in USA, dove i iera stufi de dover far guerre mondiali per i europei che se mazzava tra de lori ogni tot. anni.

    Solo che la UE de Otto d’Asburgo, che deriva dal pensiero de suo papà, iera l’Europa dei Popoli. Inveze i ga fatto l’Europa dei Stati Nazionali, perchè cussì voleva la GB, la Francia e l’Italia. La Germania a quei tempi no gaveva vose in capitolo, i doveva solo lavoràr per pagar i debiti de guera.

    L’Europa dei Popoli xe tutto altro de quella che conossè, se volè saver esattamente come la dovessi eser, zerchè sui siti de l’Unione Paneuropea, el movimento fondà da Otto d’Asburgo.

    Anche la UE che conossemo, gaveva nei suoi principi costituenti, el progressivo trasferimento de competenze dai Stati Nazionali all’Ente supremo, ma come iera logico questo no xe mai successo e no succederà, perchè nissun ga mai rinuncià al potere senza esser costretto.

    I Stati Nazionali xe l’obbrobrio del genere umano. La Storia dimostra che no i xe capaci de gestìr i problemi delle minoranze e delle diversità. Che dopo alcuni Stati Nazionali sia organizzazioni a delinquere da un punto de vista economico, xe un’altro discorso ancora.

    Anche la Slovenia, che per certe robe xe all’avanguardia mondiale per le tutele delle minoranze (el doppio voto delle minoranze italiane e ungheresi), per altri versi ga dimostrà che el nazionalismo xe un’aberrazion del genere umano, vedi le misure per i “cancellati”, che nonostante la legge del 2010, no vien applicade dai tribunài che proclama la prescriziòn.

  189. dimaco il discolo ha detto:

    jasna nulla è placato, ma cova sotto la cenere. Troppa tv e troppi “non pensate, che a pensare ci pensiamo noi” hanno semplicemente anestetizzato le persone.

    cos’è la UE se non una confederazione di stati unita da un’unico scopo cioè quello di far arricchire determinate lobby e di rendere le popolazioni meri strumenti di produzione? perchè questo è lo scopo della UE: creare condizioni di lavoro favorevoli alle grandi multinazionali e lobby vari togliendo al contempo i diritti fondamentali ai cittadini.

  190. Jasna ha detto:

    Già, infatti gli sloveni proprio non capivano che cavolo si sbattesse Trubar (e tutti quelli dopo? Esiliati, perseguitati ecc) a tradurre la Bibbia in una lingua slovena standard, visto che tutti la potevano imparare comodamente a scuola da sempre. E’ inutile parlare solo dei momenti illuminati dell’impero.

    Poi Sandi, se non si è capito, io non vivo di nostalgie paternalistiche per un impero che non ho conosciuto (e neanche tu, se è per questo), mi piace votare e rompere le palle in strada con banchetti e manifestazioni, se e quando mi pare, senza che mi arrivi un baffone a cavallo a darmi della dissidente.

  191. dimaco il discolo ha detto:

    qualcuno ha scritto che la germani ha approvato il prestito alla grecia solo a condizione che con quei soldi compri armi fabbricate da loro.

    Io on sono euroscettico, io sono assolutamente contrari alla comunità europea e se un giorno toccherà prendere in mano le armi per smantellarla io sarò in pima linea. anche se dovessi avere 100 anni, la bombola dell’ossigeno una stampella e il catetere infilato nel …….

  192. Jasna ha detto:

    @dimaco

    A scanso di equivoci, non stavo criticando la tua idea sull’Europa, ti ho solo risposto per quello che so di dati oggettivi. Niente attacchi alle opinioni (anche se il tuo approccio manesco ovviamente non mi appartiene).

  193. dimaco il discolo ha detto:

    baffone a cavallo? podessi eser el princie azuro jasna. 🙂 🙂 🙂

    anche se ga i mustaci

  194. hobo ha detto:

    @sandi

    otto d’asburgo era amico di francisco franco, e nel dopoguerra si e’ adoperato per sdoganarlo in germania e negli altri paesi democratici.

    ognuno si sceglie il proprio passato. io preferisco le brigate internazionali.

  195. Jasna ha detto:

    Ecco, grazie hobo al @201 per aver ricordato questo piccolo particolare, perché a me sono cadute le braccia.

    @ dimaco
    Quelle della mia generazione sono per l’uomo effemminato e depilato, non so se potrò fare di necessità virtù 😀

    Ciao, buon weekend

  196. dimaco il discolo ha detto:

    che generazione malandata. uomo depilato? come magnar la iota senza crauti, no sa de niente

  197. Sandi Stark ha detto:

    Hobo, Franco ga iutà Otto per i rifugiati austriaci che scampava da l’Austria. Otto se iera rifiutà de incontrar Hitler. Iera stà Salazàr a informarlo che Hitler lo gaveva condannà a morte, che el gavessi dovù consegnarghelo, e farlo scampàr in USA.

    Nel 1945 a Vienna iera rivài 100 mila austriaci che se gaveva arruolà dai paesi dove i iera esuli.

    Hitler gaveva ditto che quei traditori de Viennesi, comunisti e ebrei, no i gaveva sparà nianche un colpo.

    No te pol affibbiarghe patenti de fascismo a Otto. No xe giusto, no xe vero, xe una porcàda.

    Se go de sceglierme un passato storico indentitario e politico no go difficoltà. Entrambi i miei nonni dei due opposti del Litoràl iera socialisti e internazioanalisti.

    I votava per Pittoni che a l’internazionale del 1909 el voleva una Trieste multietnica e multireligiosa, sia nel federalismo asburgico se l’andava avanti, sia come pura e netta indipendenza come el diseva poco prima del ribaltòn. Ultima roba che el voleva per la sua città, iera l’Italia. Come Vivante, altro socialista dei nostri.

    Nel frattempo i socialisti italiani iera tutti nazionalisti, imperialisti e annessionisti. Certi come Pertini se arruolava per conquistarne e el ne sparava a Tolmin, dove xe morto un fradel de mio nonno che difendeva casa sua.

    Nazionalisti e imperialisti, eccetto Menotti Serrati e qualche massimalista che gaveva pagà la loro coerenza col canòn.

    Perchè inveze Turati, per paura de la legge Sacchi, nel dicembre del 1917 el dichiarava in Parlamento che bisognava conquistàr le “terre irredente.”

    Inveze le mie nonne iera cattoliche, una votava per Don Faidutti, che anche lui voleva un Friul confederà ne l’Austria, e che anche lui saria dovù scampàr oltre i confini come Pittoni e i altri socialisti del Litoràl, e come tutti i esponenti de primo pian del Partito Popolare Cattolico.

  198. hobo ha detto:

    sandi

    che i socialisti italiani fossero tutti interventisti e’ falso. i socialisti italiani erano in maggioranza anti-interventisti, e per questo furono bollati come disfattisti.

    io non ho detto che otto d’asburgo fosse fascista. ho detto che era amico di franco, e che si adopero’ per sdoganarlo in europa negli anni ’50 e ’60. ricevette da franco l’ incarico di tessere una rete diplomatica con i partiti conservatori dell’ europa centrale. franco addirittura offri’ a otto la corona, ma questi rifiuto’ perche’ sperava ancora di poter riprendere il trono in austria.

    oltre a questo, va detto che l’ austria negli anni trenta, prima dell’ anschluss, sperimento’ in proprio il fascismo (si tratto’ del cosiddetto austrofascismo, alleato del regime fascista italiano in chiave antitedesca). il regime austrofascista era ultranazionalista e “legittimista”, e percio’ si opponeva all’ anschluss. per tale motivo i nazisti lo consideravano come nemico.

    se otto non era fascista, sicuramente pero’ era un ultraconservatore, e ovviamente era lontano anni luce da qualunque idea riconducibile alla sinistra. nel 1936, tanto per dire, dichiaro’: “Ich werde gezwungen sein, in meinem zukünftigen Staat die Sozialistische Partei zu verbieten, weil sie auf dem Boden des Klassenkampfes steht.” (“Nel mio futuro stato, sarò costretto a mettere fuori legge il Partito Socialista, perché è alla base della lotta di classe”.)

  199. Fiora ha detto:

    Il Pizzagalli con questo suo cognome che sembra inventato continua a tormentarmi la mente e mi suggerisce mille gags inopportune.
    Sicchè per esorcizzare il riflesso condizionato d’irresistibile ilarità correlato, ho cercato su google notizie biografiche del solerte camaleontico (con i cognomi altrui!) Aldo Pizzagalli. Non un rigo!
    Un omonimo vivente compare in svariati social networks, ma evidentemente potrebbe trattarsi solo di un discendente…
    Mi permarrà il dubbio che si tratti di perverso cognome, summa dell’autarchico cattivo gusto e creato ad hoc…da lui stesso!

  200. Luigi (veneziano) ha detto:

    Già gli avevo tirato fuori le statistiche, ma lui se l’è dimentcate!

    E’ quindi mio piacere tirargli nuovamente fuori i numeri del censimento della Cisleitania del 1910, in base al quale in Istria erano analfabeti TOTALI (né leggere, né scrivere) il 39,82% delle persone con più di 10 anni, ma in Dalmazia questa percentuale era del 62,82%.

    Sturati le orecchie, mio caro Stark: nel distretto di Knin circa il 90% dei villaggi era SENZA LA SCUOLA E SENZA L’ACQUA.

    Che dite: alla ventesima volta che gli scriverò questa cosa, la capirà?

    L.

  201. Luigi (veneziano) ha detto:

    Per il piacere di Stark, dirò poi che è falso che Trieste non sia stata più austriaca dal 1918 in poi.

    Raoul Pupo di dov’è? Triestino, giusto? Quindi non è un bieco italiano (quelli che stark disprezza) ad aver scritto nel suo “Trieste 1954” che austrotedeschi furono tutti i capi della Trieste nel Kunstenland nazista (1943-1945). Il primo capitolo del libro – infatti – non a caso si chiama “L’incubo della Mitteleuropa”.

    Gli austriaci sono tornati nella città giuliana, con la faccia di Friedrich Rainer, criminale Gauleiter della Carinzia e Commissario del Litorale direttamente nominato dall’altro austriaco di nome Adolf Hitler. Sono tornati con la faccia di Ferdinand Wolsegger, barone già funzionaro asburgico, consigliere politico del prefetto di Trieste. Sono tornati con la faccia di Odilo Lotario Globocnik, triestino di nascita, Gruppenfuehrer delle SS e gran maestro dello sterminio. Sono tornati con la faccia di circa 200 funzionari nazisti carinziani, trasferiti a Trieste e partecipi attivi del clima di terrore che colpì la città in quei due anni scarsi in cui l’Austria tornò sull’Adriatico. Sono tornati perfino con il manifesto tentativo di riallacciare gli antichi legami: “Trieste chiama Vienna, Vienna chiama Trieste” è in quei mesi il titolo di una trasmissione di Radio Trieste, nel corso della quale si vende l’idea per cui questi qui con le divise nere sono gli stessi o i figli di quelli che giravano col pennacchio e la divisa bianca ai tempi dell’Impero.

    Ripeto: è Raoul Pupo a ricordarci tutto ciò. Il suo libro è relativamente recente, e credo che alcuni qui dentro l’abbiano letto.

    Stark no: lui è dispensato di default dal leggere qualsiasi cosa gli rovini il sogno.

    L.

  202. Fiora ha detto:

    @Luigi ,ma tu hai notizie inedite del Pizzagalli? a fornirmene mi faresti cosa gradita.
    mi sembra un cognome da personaggio di Piero Chiara.

  203. dimaco il discolo ha detto:

    fiora luigi ga tuto, notizie, vocie e anca foto scabrose de tuti i personagi dela storia dai tempi de ammurabi.

  204. dimaco il discolo ha detto:

    credo che gabi adiritura una tavoleta de argila che la xe la prova fotografica dela relazion adultera de annibale con una igenista de atene.

  205. Sandi Stark ha detto:

    E no Hobo, i socialisti italiani iera pacifisti fin al dicembre del 1917, el discorso de Turati xe ciàro, el parlava a nome del Partito Socialista Italiàn, i unici socialsiti pacifisti che restava iera quei che go ditto mi.

    Ne l’Austria dei anni ’30 iera de tutto e de più. Ad esempio i ebrei iera nel Republikaner Schutzbund, formazion armada del partito socialdemocratico, come anche nel Heimewehr e nel Bund Jüdischer Frontsoldaten, formazioni sempre armade e nazionaliste, comunque tutti anti nazisti.

    Friedmann e altri ufficiai ebrei che comandava ste formazioni iera andài in Palestina dopo l’anschluss (quei che no iera stai mazài) e se li ritrova pochi anni dopo nel Stato Maggiore de l’Haganah.

    E diversi de lori xe sempre stai orgogliosi de esser stài ex ufficiai KuK, uno gaveva anche scritto che per i ebrei, la pezo tragedia del 20° secolo iera stada la fine de l’Impero AU.

    Otto gaveva rinuncià alla Corona nel 1961, e sua mama che sognava sempre la restauraziòn, no la gaveva più verto bocca su l’argomento, dalla maggiore età de Otto, el 12 novembre del 1930.

    Mi no go mai letto in nissun posto la frase che te incolli a proposito de Otto; me piasessi saverghene qualcossa de più per capir e contestualizàr.

    Qua xe za troppa gente che copia e incolla a sproposito, e che i dimostra da un moschin che ghe se taca sui ociai andando in moto, che tuti quei che ga i ociai devi difenderse dalle mosche. Niente de personale che sia ciaro, fin adesso te me sembri una persona più che seria. Solo che una citaziòn a caso senza poder contestalizzàr no fa primavera, per la mia modesta opiniòn.

    E se servi controlleremo, i Asburgo rispondi sempre alle lettere.

  206. hobo ha detto:

    i fascisti austriaci erano antinazisti per le ragioni che ho spiegato prima. cio’ non toglie che fossero fascisti. la rivolta operaia del ’35 fu repressa nel sangue. e’ ovvio che in austria c’erano posizioni diverse. infatti la situazione era di guerra civile, proprio come in italia nel biennio rosso (’19/’20), e in germania nel ’19, ai tempi della rivolta spartakista.

  207. hobo ha detto:

    per il resto, i socialisti tedeschi e francesi, su fronti opposti, avevano abbandonato il non-interventismo ben prima di quelli italiani.

    questo e’ un articolo di lenin in proposito (1914)

    http://www.leninismo.it/Opere/la_guerra_europea_e_il_socialismo_internazionale.html

    resta il fatto che nel 1915 i socialisti italiani erano contrari all’ intervento. nel dicembre 1917, due anni dopo l’ intervento, e due mesi dopo la battaglia di kobarid/caporetto/karfreit, la situazione era un po’ diversa, visto che la guerra si era spostata all’ interno dei confini. nel frattempo era scoppiata la rivoluzione in russia, e le carte si erano rimescolate. non mi pare corretto usare un discorso del 1917 per arruolare i socialisti italiani tra gli interventisti.

  208. hobo ha detto:

    ah, sia chiaro, io non condivido il richiamo alle “terre irredente” di turati. ammesso che abbia senso dire una cosa del genere nel 2012, preciso che la mia posizione a proposito della grande guerra e’ “luxemburghista”.

  209. Sandi Stark ha detto:

    Ecco, come ti dicevo le frasi vanno contestualizzate prima di adoperarle in altri discorsi. Confesso che quando ho iniziato a leggere l’articolo, quel riferimento all’Austria Prigione dei Popoli mi ha fatto un po’ storcere il naso, poi mi sono ricordato che leggevo la Wiener Zeitung e non il Giornale.

    La frase da te incollata è in stretto riferimento alla precente: Die Arbeiter hätten “bewiesen, dass sie Patrioten sind” e si riferiva alla proposta di presidere ad una coalizione austriaca antinazista. Non certo per sostenere la tesi che fosse antisocialista.

    Caso mai era anticomunista, non certo antisocialista o contro i lavoratori.

    D’altra parte l’Austria è una repubblica, bisogna capire anche la Wiener Zeitung. Il presidente Fischer al funerale di Otto si sforzò di sorridere di scherno, quando tutti intorno a lui cantavano l’inno imperiale, ma era solo, insieme con pochi altri che non sapevano il tedesco.

    Fuori, lo cantavano tutti i viennesi (e non solo) e chi non lo sapeva cercava di leggere le parole in giro o lo cantava nella propria lingua.

    I monarchici erano pochi, sono in realtà 4 gatti. La nostalgia non era per l’Impero o per la Monarchia, ma per un mondo di valori che in Austria non è ancora del tutto perduto.

    Perchè all’Austria “Prigione dei Popoli” credono ormai solo i fascisti dei vari paesi e qualche estremista di sinistra. Negli stessi giorni all’Univerità di Peks c’era un simposio internazionale di esperti di multilinguistica riunitisi per studiare i modelli di convivenza e multilinguitmo asburgici, che secondo loro sono ancora insuperati in molti paesi e tecnicamente validi. “Tecnicamente”… le Università non fanno politica.

    Per la cronaca ai funerali di Otto c’era anche una manifestazione di autonomi fuori da una sede universitaria ed uno di essi passando vicino al corteo funebre gridò qualcosa come “Asburgo di merda oppressori dei popoli”. Uno… tra le decine di migliaia di persone che affollavano Vienna quel pomeriggio per i funerali.

    La Compagnia della Guardia Repubblicana che lo scortava, aveva sempre il vessillo asburgico in testa. Non hanno mai voluto cambiarlo, e sono il cuore dell’esercito federale repubblicano.

    Tutt’altra storia, che con i Savoia in Italia, non ti pare?

  210. Sandi Stark ha detto:

    Sapevi che durante la 1° guerra mondiale Lenin ricevette in Svizzera una borsa di soldi da un’agente austriaco? E sapevi dove visse Trozky per diversi mesi? A Vienna, in un palazzo che non poteva certo permettersi con le sue magre finanze. Questo finchè FJ era vivo. Poi, il nipote rifiutò al treno tedesco che portava Lenin in patria, di passare sui confini austriaci.

  211. Sandi Stark ha detto:

    Riguardo ai socialisti, Pertini scrisse parole di alto patriottismo quando partì (mi sembra volontario). Corridoni morì da socialista ed era socialista anche Bissolati, quello criticato da Marx per non essersi espresso contro l’invasione della Libia. Fu espulso dal PSI, ma fondò il PSI Riformista, non comunista o altro.

    Per la cronaca, anche Mussolini iniziò il conflitto da “socialista”.

    Che si chiamassero “sindacalisti rivoluzionari” o “interventisti democratici” come Salvemini… sempre socialisti erano, ed interventisti.

  212. hobo ha detto:

    sandi, il paragrafo completo e’ questo:

    “Viele der Aktivitäten Habsburgs hatten allerdings auch mit eigenen politischen Ambitionen zu tun. So forderte er am 17. Februar, kurz vor dem Anschluss Österreichs an Nazi-Deutschland, den Ständestaat-Bundeskanzler Kurt Schuschnigg brieflich zur Bildung einer Allparteienregierung auf – und bot an, als Kanzler deren Führung zu übernehmen. Schuschnigg, der 1935 die Landesverweisung der Habsburger aufgehoben hatte, lehnte ab. Otto Habsburg rief in dem Schreiben Schuschnigg zur einer “Befriedung nach links” auf. Die Arbeiter hätten “bewiesen, dass sie Patrioten sind”. Der Gesinnung des Austrofaschismus stand Habsburg dennoch nicht fern, wie ein Interview für eine französische Zeitung 1936 belegt: “Ich werde gezwungen sein, in meinem zukünftigen Staat die Sozialistische Partei zu verbieten, weil sie auf dem Boden des Klassenkampfes steht.”

    in pratica dice che otto, alla vigilia dell’ anschluss, propose una coalizione di unita’ nazionale nel tentativo di preservare l’ indipendenza dell’ austria. nel proporre questa coalizione, fece una goffa apertura a sinistra, fuori tempo massimo, riconoscndo che “gli operai si erano comportati da patrioti”. il giornalista ricorda che pero’, solo due anni prima, (subito dopo le rivolte operaie, nota mia) le posizioni di otto non erano lontane dall’ austrofascismo, visto che, dopo che gli era stato revocato l’ esilio, aveva detto che nello stato che aveva in mente avrebbe messo fuori legge il partito socialista.

    ecco, questo e’ il contesto.

  213. abc ha detto:

    @ Sandi 218,
    si può avere una traduzione in italiano del contesto delle due frasi? grazie

  214. hobo ha detto:

    comunque non ho capito perche’ dovrei preoccuparmi dei savoia. fanno talmente schifo a tutti, che non c’e’ nessun pericolo che qualcuno possa desiderare un ritorno della monarchia in italia.

  215. hobo ha detto:

    @abc

    vedi il mio commento n.121. non e’ una traduzione, ma un riassunto abbastanza preciso. se vuoi mi metto a fare la traduzione.

  216. hobo ha detto:

    sandi, la posizione da tenere nei confronti della guerra dilanio’ tutti i partiti socialisti, in tutti i paesi. e’ di quello, che parla l’ articolo di lenin.

    questa invece e’ rosa luxemburg, disperatamente sarcastica nei confronti delle truppe imperiali tedesche, che “lavano l’ onta” della sconfitta subita in francia accanendosi contro gli operai insorti di berlino nel gennaio ’19. pochi giorni dopo fu ammazzata anche lei dai paramilitari dei freikorps.

    (metto il testo in inglese, cosi’ lo possono leggere tutti):

    ““Order prevails in Berlin!” So proclaims the bourgeois press triumphantly, so proclaim Ebert and Noske, and the officers of the “victorious troops,” who are being cheered by the petty-bourgeois mob in Berlin waving handkerchiefs and shouting “Hurrah!” The glory and honor of German arms have been vindicated before world history. Those who were routed in Flanders and the Argonne have restored their reputation with a brilliant victory – over three hundred “Spartacists” in the Vorwärts building. The days when glorious German troops first crossed into Belgium, and the days of General von Emmich, the conqueror of Liege, pale before the exploits of Reinhardt and Co. in the streets of Berlin. The government’s rampaging troops massacred the mediators who had tried to negotiate the surrender of the Vorwärts building, using their rifle butts to beat them beyond recognition. Prisoners who were lined up against the wall and butchered so violently that skull and brain tissue splattered everywhere. In the sight of glorious deeds such as those, who would remember the ignominious defeat at the hands of the French, British, and Americans? Now “Spartacus” is the enemy, Berlin is the place where our officers can savor triumph, and Noske, “the worker,” is the general who can lead victories where Ludendorff failed.”

  217. abc ha detto:

    Grazie hobo, quando avevo scritto la mia richiesta non avevo ancora letto il tuo commento 221, il quale chiarisce ogni dubbio mio e di chi non conosce il tedesco.
    Complimenti per lo spessore dei toui commenti e per il rispetto che porti sempre ai tuoi interlocutori.

  218. hobo ha detto:

    @abc

    grazie per i complimenti 🙂

  219. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @210 FIORA – go soto i oci el libro originale:
    Aldo Pizzagalli -Per l’italianità dei cognomi nella provincia di Trieste- Libreria Treves-Zanichelli Trieste 1929 – Vii- Con Prefazione di Augusto Turati.
    Ghe xe 112 pagine che spiega come e perchè e con che logica i cognomi vien ridotti in forma italiana , ma no ghe xe nissuna breve biografia de chi che xe sto mato.
    Xe ciaro che el jera iscritto al PNF perchè
    Turati allega una sua lettera al camerata A.Pizzagalli datada Roma 31 maghgio 1929 /VII
    che comenta positivamente la stesura de ‘sto libro. Altro no xe.

  220. Fiora ha detto:

    @228 TROPA ROBA grassie Giampi!
    Probabilmente el nostro sarà stà de tale cosmica mediocrità che a parte la “bella impresa” nol gaverà compiù gnente de rilevante!
    Se xè un aldilà forsi el se compiacerà de tuto sto interesse, determinà una patoca esclusivamente dal suo ridicolo cognome, un bicc iconico e un bicc…cabirio! 😉

  221. Sandi Stark ha detto:

    Forsi gavemo pizigà el pizzagalli:

    “Mio compagno di scuola era Gianfranco Pizzagalli, figlio del famoso professore di latino Angelo Maria Pizzagalli. E’ morto volontario nella decima mas.”

    Sto Angelo Maria Pizzagalli gaveva una cattedra de latin a Milan, nel 1931 el Fassio ghe dava una “cattedra de sanscrito” a Torino, perchè el gaveva pubblicà opere sul sanscrito e sull’India.

    Xe ‘sto tizio col capel in man:

    http://www.liceoberchet.it/storia/waltermolino1915-1997/wm.caricature/wm.caricature-berchet/BerchetAnniTrenta.Lagomaggiore1933-36.jpg

    In alcuni paesi de la Lombardia, ghe xe la “via Pizzagalli” e iera lui o suo nonno, Garibaldin de Bergamo, de quei che gaveva ciapà la pensiòn nel 1862.

    El libro in oggetto gaveva l’editor Treves, nato a Trieste, emigrà a Milan e editor de tutto el patriottismo (de Amicis) e de l’irredentismo, tipo Tamaro e Alberti.

    Bon, dirìa che al 90% iera lui. Per chi podessi interessarghe, el sarà sepolto al cimitero principale de Milan in fondo de Viale Certosa oppur più difficile a quel Monumentale, metrò e Porta Garibaldi, per chi ghe podessi interessàrghe. No certo per farghe come i tirolesi a Tolomei, però un mazzetto de ortighe, se podessi portarghe.

  222. Sandi Stark ha detto:

    Quindi Fiora, niente “cabirio” ma milanese de origini bergamasche. A proposito de cabibi, varda cossa me xe capità tra le man stamattina:

    “La massa dei triestini, che ha nel cuore il nome dell’Italia e la gioia della libertà è turbata, è sconcertata dal modo con cui avvenne l’introduzione del nuovo regime… il governo manca di tatto, in quasi ogni sezione di certi dicasteri pubblici c’è un solo impiegato incaricato di sorvegliare l’animo e le idee dei suoi colleghi.

    È sempre un individuo non triestino ed ignaro della situazione locale.

    La massa è infastidita oltre modo dalla burocrazia che stende i suoi tentacoli. La burocrazia qui celebra dei grossi trionfi dell’assurdo, come avvenne poco fa, quando una donna che aveva commesso omicidio, costituitasi solo ai carabinieri, fu mandata sola da una tenenza all’altra, dichiarandosi ognuna di non poterla arrestare perché incompetente nel distretto.

    Irrita la gente il grave disservizio postale e telegrafico.

    L’Italia ha mandato ed ha permesso che si spingesse qui un’impressionante quantità di impiegati corrotti o corrompibili che ammorbano il mondo degli affari e gli animi dei cittadini.

    Grandi ditte italiane, che avrebbero potuto dare la rappresentanza ai negozianti triestini, noti in tutto il mondo per la loro onestà, hanno messo delle loro filiali e vendono la merce molto più cara che a Milano e a Torino.

    E’calato qui uno stormo di parassiti, tenori, baritoni, violinisti, mandolinisti, chitarristi.

    E’ capitato, ad esempio, un tale che va per i caffè, recitando poesie patriottiche sulla guerra a gente che odia la retorica, e poi chiede l’elemosina.

    I buoni cittadini odono gli stranieri indicare quell’individuo come esempio di miseria morale italiana.

    Ricordiamo, per ultimo e triste esempio che i carabinieri, altamente benemeriti, hanno preso l’insopportabile abitudine di percuotere gli individui che arrestano. Essi seminano vento e si raccoglierà tempesta”.

    Vedemo se te indovini chi ga scrito, te buto un Kifel mit Kapuziner. Onesta, me raccomando.

    Tempo scadù, iera Attilio Tamaro, el più noto irredentista triestin, quel che nel 1915 el scriveva che el Porto de Trieste iera un cesso per colpa de l’Austria, e che co’ l’Italia el saria diventà ancora più importante, e che in città grazie a l’Italia, saria piovù oro e diamanti.

  223. Fiora ha detto:

    E grassie anca a ti Sandi! basta dimandar ai giusti e ogni curiosità anca de quele raso-gossip vien soddisfatta..
    Ortighe al Pizzagalli?,basterà le ridade che se farà a leger el cognome fatale tuti quei che passa a trovar i sui cari estinti…perché anca i milanesi se i se impegna, un poco de morbin i lo tira fora… 😉

  224. Fiora ha detto:

    orpo Sandi go leto tardi el indovina indovinelo col Kipfel in palio…no gavevo idea, ma ‘desso so! …e per cossa te go a ti, scusa?! 😉

  225. Luigi (veneziano) ha detto:

    Pizzagalli non era quello che insegnò all’università. Essendo funzionario della prefettura, poi, la cosa doveva apparire strana di primo acchito.

    Ecco qui chi era: http://www.unacitta.it/newsite/intervista_stampa.asp?rifpag=homepaginestoria&id=2162&anno=2011

    L.

  226. Fiora ha detto:

    @Luigi, non riesco ad ingrandire il testo.
    Singolare sto fiorire di Pizzagalli dopo 234 post…
    Eh,tu t’ingolfi in discettazioni talmente alte che alle curiosità di questa donnicciola non dai alcun peso. 🙁
    Se non si scomodavano Lonzar e Stark, non te ne saresti minimamente accorto!
    Ma appena hai letto il nick della tua nemesi (S.S.) sei partito lancia in resta cacciando fuori dal cilindro “il padre di tutti i Pizzagalli” ! 😉

  227. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Fiora
    Per ingrandire il testo, se hai Internet Explorer basta che tu vada su “Visualizza” –> “Zoom” e poi aumenti la %.

    Diciamo che mi diverto a rilevare le “perle” di Stark (almeno una a messaggio), e quindi la cosa mi ha spinto a verificare chi fosse in realtà questo signore. Un paio di minuti di Google…

    L.

  228. Sandi Stark ha detto:

    Alora el Pizzigalli giusto sarà a S. Anna. Ancora più facile portarghe le ortighe.

  229. Sandi Stark ha detto:

    No xe OT, perchè riguarda sempre quel periodo. Vardè che robe interessanti succedeva a Trieste nel 1926:

    Nota del Commissario capo di Pubblica sicurezza del 4 marzo 1926:

    “Il partito fascista triestino, nel momento attuale, è nettamente diviso in due tendenze; la prima, a favore dell’intransigenza (farebbe capo a Farinacci, Ricci, Masi).

    Dicono i seguaci, che essi vogliono la base morale, e non asservire il partito degli industriali, dei quali riconoscono le benemerenze, ma non vogliono permettere che governino il partito stesso. La seconda, democratizzante, i cui maggiori esponenti sono quelli dell’ultimo direttorio (farebbe capo agli onorevoli Suvich, Banelli, Brunner, ecc).

    Questa tendenza è malvista dall’elemento regnicolo, perché dicono che di essa fanno parte gli elementi triestini che vorrebbero un partito asservito, senza nessuna idealità, ed avrebbero imbastita a Trieste la lotta campanilistica, la quale apertamente e occultamente dà ostracismo ai regnicoli, chiamati da essi «cifarielli»”.

    Anche a Trieste si arriva allo scontro tra le due “anime” del fascismo. In un primo momento sembrò imporsi la linea dura portata avanti dall’“intransigente” Renato Ricci, cui era stata affidata temporaneamente la guida del partito, contro le tradizionali élite economiche e il denunciato “sabotaggio” degli ambienti massoni.

    Testimonianza di questa nuova atmosfera incandescente è un fatto drammatico riportato da Salvemini e sul quale il potere locale cercò in tutti i modi di imporre il silenzio:

    “i fascisti da diverso tempo pretendevano che la vecchia «Società filarmonica» cedesse loro i suoi bei locali. I soci della «Società filarmonica» erano ricchi commercianti e uomini d’affari, fascisti quasi tutti, che non vedevano ragione alcuna per cedere la loro sede; foraggiavano i fascisti perché questi tenessero a posto gli operai, e non per esser messi fuori dai loro locali.

    Tuttavia, eccitati dal successo del loro attacco contro il consolato francese (questa xe nova, mi savevo solo del consolato american del 1919), i fascisti pensarono che questo fosse il momento buono per spuntarla con la «Filarmonica».

    Quindi, nella notte del 13 settembre, attaccarono l’edificio e ne presero possesso. Ma, dato che la «Filarmonica» era proprietà delle classi triestine più abbienti, intervennero i carabinieri, i quali, ricevuti dai fascisti a rivoltellate, risposero a colpi di moschetto.

    E prima che i fascisti potessero essere sloggiati, uno di essi fu ucciso e un altro gravemente ferito. Il giorno dopo (14 settembre), verso le 10 una squadra di circa 50 fascisti attaccò per rappresaglia la caserma dei carabinieri di Via Sanità, gettando due bombe contro l’ingresso e sparando un centinaio di colpi di revolver contro le finestre.

    La masnada irruppe dalla porta di ingresso, uccise brutalmente il carabiniere Mario Grassi e ferì il commissario di polizia Falcone e diversi altri carabinieri.

    Furono chiesti rinforzi, l’edificio fu circondato, e dopo una lotta accanita tutti i fascisti furono arrestati. Nello stesso tempo un’altra squadra attaccò la questura, ma fu respinta. Altri incidenti ebbero luogo tra fascisti e pattuglie di carabinieri che facevano servizio di sorveglianza in città.

    La sera del giorno 14, il prefetto fu costretto a proclamare la legge marziale. Furono proibiti tutti gli assembramenti di più di cinque persone, e furono fatti chiudere caffè, teatri e pubblici locali.

    Il giorno 15, i giornali poterono uscire, ma a condizione di non fare parola su quanto stava accadendo. Tuttavia, il giorno 15 settembre, Il Piccolo informò i suoi lettori che per preciso ordine del prefetto si asteneva da «ogni allusione diretta o indiretta, dei fatti di cui siamo debitamente a conoscenza, e delle loro tragiche conseguenze giustamente deplorate».

    Nei giorni che seguirono, le notizie degli incidenti di Trieste provocarono scontri tra fascisti e carabinieri in diverse città dell’Istria. Il giorno 15, a Capodistria, squadre di fascisti attaccarono la caserma dei carabinieri; rimasero feriti due fascisti e un capitano dei carabinieri”.

    Devo citar la fonte: http://www.atrieste.eu/Wiki/doku.php?id=storia_ts:cronologia:1918_1943#fn__1

    Strano che i miei nonni no me gabbi contà, probabilmente no ghe interessava dei regolamenti de conti tra ‘taliàni.

  230. Sandi Stark ha detto:

    E visto che no tutti leggi i link e che tornemo subito in tema, incollo citando la fonte:

    “Nel campo della scuola, una legge promulgata alla fine del 1925 prevedeva la possibilità per il Governo di

    “licenziare oltre che nei casi già previsti gli impiegati civili e militari di ogni categoria ed in tutti i ministeri se nell’espletamento delle loro funzioni o in modo diverso non diano sufficienti garanzie di un espletamento leale del loro dovere o se la loro condotta non fosse in armonia con le direttive politiche generali del Governo”.

    In base a questa legge vengono espulsi dalla scuola la maggioranza degli insegnanti sloveni o croati ancora in servizio. Al deputato sloveno Besednjak, che alla Camera era intervenuto contro queste procedure discriminatorie, Pietro Fedele, primo ministro della Pubblica istruzione di un governo non più di coalizione, rispose senza mezzi termini che una rapida e decisa assimilazione era uno degli irrinunciabili progetti del governo fascista.

    Gli insegnanti sloveni e croati vennero quasi tutti licenziati, “poiché nella scuola non c’era posto per colui che non dimostra” – come all’epoca scriveva in una sua circolare agli ispettori scolastici il Provveditore agli studi di Trieste – “un profondo senso per l’ordine, la disciplina, la severità, nonché responsabilità per la viva e vigile coscienza della nuova Italia che è l’oggetto, l’orgoglio e la passione del fascismo, gloria ed onore di tutto lo Stato”.

    I pochi insegnanti rimasti in servizio vennero nella loro maggioranza inviati all’interno dell’Italia perché non fossero più collegati con la propria nazione.

    In questo modo su circa 1.000 insegnanti sloveni e croati ne rimase in servizio una cinquantina, e di questi solamente cinque nella Venezia Giulia. Tutti gli altri cercarono in maggioranza rifugio in Jugoslavia.

    La repressione dell’autonomia e delle libertà delle minoranze etniche trova però ormai una forte resistenza tra le popolazioni slave: nonostante le leggi speciali e le condanne ripetute del Tribunale speciale – in questo periodo condannerà 106 slavi ad un totale complessivo di 1.124 anni di prigione; di otto condannati a morte, cinque furono slavi – le attività clandestine di opposizione diventarono sempre più incisive, soprattutto nelle campagne istriane, nel Carso e nel Goriziano.

    Già nel 1927 si costituirono le prime organizzazioni clandestine: tra Trieste e Fiume sorse un primo nucleo antifascista, tra i cui esponenti c’erano Ermanno Bartellini e Leo Valiani.

  231. Sandi Stark ha detto:

    E qua se torna subito, come disi i ‘taliani chissà perchè, “a bomba”:

    Nel 1929 la commissione provinciale di Trieste, presieduta da Angelo Pizzigalli(ma come, no iera Aldo?) portò a termine i lavori presentando una relazione di ben 345 pagine, con un elenco di 3.000 cognomi!

    L’asserita “scientificità” del lavoro delle commissioni è ben dimostrata dal fatto che spesso tra provincia e provincia vennero attribuiti agli stessi cognomi forme italiane diverse:

    “In questo modo la persona di cognome Sirk” – racconta Lavo Cermelj – “divenne a Trieste Sirca, un suo fratello che viveva a Gorizia divenne Sirtori, mentre il terzo fratello residente in Istria divenne Serchi”.

    Quando non fu possibile trovare corrispondenti forme italiane per certi cognomi slavi si adottarono soluzioni grottesche:

    “Si tratta p. es. dei cognomi Kmet (contadino), Knez (conte), Zupan (sindaco). Essi vennero trasformati di punto in bianco dai suddetti “scienziati” in Meti, Nesi e Soppano, cognomi senza alcun significato ma di forma italiana del tutto ortodossa. I casi di questo genere si contano a centinaia”.

    fonte, sempre quela: http://www.atrieste.eu/Wiki/doku.php?id=storia_ts:cronologia:1918_1943#fn__1

    Oh Italia oh Italia del mio cuore…
    tu ci vieni a liberar!

  232. Sandi Stark ha detto:

    Ma che fonte de soprese, no gavevo mai savù de l’attentato al Faro de la Vittoria, i ne ga contà solo de quel’altro attentato, quel dei Sposi de via Ginnastica:

    “Il processo durò cinque giorni ed alla fine vennero condannati a morte 4 sloveni, Ferdinand Bidovec, Franz Marussich, Zvonimir Milos e Alojzij Valencich. Gli altri furono condannati a 147 anni di carcere. Le modalità del processo – uno degli avvocati difensori, ufficialmente scelti tra gli avvocati fascisti, dichiarò che per due dei suoi assistiti la condanna a morte era inevitabile:

    “All’osservazione di un giurista belga presente al processo di non essersi comportato in base all’etica professionale rispose che così gli era stato ordinato” (Cermelj) – suscitarono numerose proteste da parte della stampa estera, in particolare in Cecoslovacchia e in Inghilterra.

    Pochi giorni dopo la fucilazione dei quattro sloveni al poligono di tiro di Basovizza, il Manchester Guardian scrisse queste righe: “Le vittime appartengono alle file terroriste verso le quali la visione liberale sulla vita non può non esprimere condanna.

    A causa di ciò a Ginevra si sono accumulate proteste e richieste nella speranza di salvare la vita ai condannati. La fretta con cui si è proceduto all’esecuzione è stato uno schiaffo in faccia a tutti coloro che lottano per la libertà. Gli sloveni fucilati vedevano nel fascismo un piano sistematico di azione per la snazionalizzazione e l’oppressione. Contro il fascismo non avevano altre armi che quelle usate nel passato dai loro oppressori: l’alto tradimento.

    Loro lottano contro il fascismo così come l’Italia aveva lottato in passato contro l’Austria. Per coloro che non conoscono la storia questo esempio è molto istruttivo e sorprendente”.

    Il giorno dopo la fucilazione, il Popolo d’Italia pubblicò un articolo i cui toni mostravano chiaramente lo spirito con cui il regime aveva deciso di organizzare a Trieste il processo. Gli jugoslavi in Italia venivano presentati come “una specie arretrata, una via di mezzo tra lo slavismo primitivo e l’inferiore germanesimo dell’Austria”.

    La loro era una stirpe “senza cultura e quasi senza lingua ed anche senza nazionalità se si considera la nazionalità un prodotto della storia, in quanto un miscuglio di persone senza storia non può avere una nazionalità.

    Possono avere nazionalità le cimici annidate in un’abitazione? Questa è la posizione storica e morale degli sloveni alla nostra frontiera. Ora possiamo comprendere quale era la raison d’être dell’Austria finché non cominciò a civettare con gli slavi.

    Consisteva nel tenere insieme con il bastone e le prigioni un informe e arretrato miscuglio incosciente di popoli al confine con i Turchi. L’Italia può imparare molto da questa lezione storica e psicologica”.

    fonte: sempre quela

    Oh Italia oh Italia del mio cuore…

  233. Sandi Stark ha detto:

    Adesso go capì, xe sempre el stesso fatto de l’attentato al Piccolo, che po’ lo gaveva fatto i fassisti. No savevo de l’attentato al faro de la vittoria. Ghe porterò fiori e fioretti.

  234. Sandi Stark ha detto:

    Che casin ara, co’ sti fassisti. Quei altri xe Pinko Tomasic, Viktor Bobek, Ivan Ivancic, Simon Kos e Ivan Vadnal. Questi xe proprio altri. Chissà dove che i xe sepolti? Questi me sembra ancora più eroi de quei altri, perchè pensar de tirarghe zò el faro de la vitoria ai ‘taliàni, no xe roba de poco.

  235. maja ha detto:

    pinko tomažič iera el fio del paron de pepi s’ciavo e el fradel de danica vuk, protagonista dei sposi de via rossetti de tomizza.
    condanado a morte dal tribunale speciale e fucilado a opčine, el xe sepolto a sant’anna. la’ te trovi anche bidovec, marušič, valenčič e miloš (condannadi a morte al primo processo de trieste).

  236. maja ha detto:

    (ah, sì, zvonimir miloš iera croato.)

  237. Sandi Sark ha detto:

    Si, nel fratempo me son documentà, i me ga mandà le foto de S. Anna. Giuro che vado a portarghe un fior.

  238. Fiora ha detto:

    @ 244 Grazie bela per la drita sula famiglia Pepi S’ciavo ( oramai el cognome xè diventà questo per noialtri patochi 😉 )

    el Pizzagalli con annessi e connessi sta ciapando una direzion realmente interessante per noi Triestini.
    Veneti off limits? Per carità, anzi! s’el menu xè Jota & sepe… senza esagerar col pevere 😉 noma che ben!

  239. Fiora ha detto:

    Ciò Sandi per personalissimi motivi abitativi totalmente svincoladi dela Storia… LASSA IN PASE EL FARO!…gnanca col pensier o me meto a scriver viva il Duce al posto de viva L’A. !

    😀 😀 😀

  240. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @@@ INTERVISTA a MIRO TASSO – ho letto l’intervista ma qualcosa non coicide con quanto successo alla mia famiglia .
    Viene riportato che appena nel 1990 venne data la possibilita’ di riprendere il nome.
    A meno che a Gorizia la delega venne data in quella data, a Trieste la Prefettura ricevette la Delega dal Ministero dell’
    Interno in data 5 Agosto 1959 per le ex Province di Pola,Fiume e Zara.
    I cambi di cognomi venivano pubblicati sulla
    G.U. ,pertanto spulciando le stesse si trovano tutti i cognomi.
    Non era necessario un decreto per ogni cognome , nel mio caso con un solo decreto vennero cambiati i cognomi di mio nonno, il cognome acquisto di mia nonna , così in un sol colpo sette persone cambiarono il cognome altrettanto successe per la parte materna che furono otto .
    Il primo Regio Decreto del 10 Gennaio 1926 no 17 per i cognomi della Venezia Tridentina segue il R.D. 7 aprile 1927 no 491 che lo estende alle nuove province.
    Mentre per Trieste già il GMA/AMG sulla GU del TLT/FTT aveva predisposto la restituzione
    il 10 dicembre 1947 gratuitamente e termine sine die. Sembra che nel 1948 il Governo dette disposizioni per il Sudtirolo e da questa con lettere interna a Gorizia.
    Parte dell’intervista ricalca quanto scritto dal Pizzagalli nella sua introduzione di 112 pagine del suo libro.
    Appena posso il libro del Tasso lo compro, per il momento a Trieste non e’ arrivato almeno dnelle librerie che frequento.
    Chissa se il sig. Tasso fa parte dei IASBEC,IASBITZ,IASBIZ ridotti in TASSO e TASSINI ???

  241. maja ha detto:

    iasbec, iasbitz, iasbic sono tutti jazbec, alla fine.

  242. ufo ha detto:

    Son dacordo co Fiora: malgrado i nobili precedenti lasse star el faro. El formagin ga la precedenzija.

  243. Bibliotopa ha detto:

    Nella mia famiglia, vi fu un cambiamento di cognome, ripristinato in pochi mesi con un ricorso. Purtroppo tanti anni fa buttammo via quelle vecchie carte, ritenendole ormai sorpassate. Per Tomazic, andate a S Anna. la sua tomba è nella galleria monumentale, tomba Ananian, e così vedete pure che il nome è Pino e non il diminutivo Pinko correntemente usato.

  244. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @ 250 _ MAJA – Grz ,lo sapevo . Volevo evidenziare come la “meticolosità” burocratica
    dava non solo i cognomi che erano più o meno
    omonimi ma ti dava anche opzioni di scelta !
    Delirante e’ dir poco.Quello che ha piu’ opzioni (8)e’ MATKOVIĆ=Mateassi,Mateoni,Matteioni,Matteoni-Marchi,Matttioli,Morelli
    Segue (7)JURIŠEVIĆ=Giorgesi,Giorgi,Georgetti,Giorgese,Giorgessi,Giurissi
    etc.etc.

  245. effebi ha detto:

    chissà se qualchidun se ricorda dela sorela de pinko e de su marì… lori no ga avudo processo…

  246. effebi ha detto:

    libertà e fratellanza

  247. effebi ha detto:

    perchè e da chi xe stadi soppressi questi due antifascisti sloveni ?

  248. Paolo Geri ha detto:

    252. bibliotopa

    da Slovenski Biografski Leksikon: Tomažič Pino

    ” …………Tomažič (Tomasi) Pino (Josip, Pinko), narodni heroj, ……”

    Tomažič non Tomazic. E non è solo questione di grafia corretta ma affermazione di una precisa identità.

  249. effebi ha detto:

    257 vero ! dovresti precisarlo anche ai gestori di questo sito (italofascisti ?)
    http://www.nuovaalabarda.org/foto-gallery/galleria8_foto5.php

  250. effebi ha detto:

    ah che bel che xe el sport de farghe la punta al str… !

  251. Bibliotopa ha detto:

    Mi scuso per la pigrizia di non aver aperto la pagina dei caratteri speciali, e per farmi perdonare vi metto il ritratto del povero Pino
    http://s3.imagestime.com/out.php/i659903_cimitero063.jpg

  252. hobo ha detto:

    a chi fosse interessato, segnalo che dal 2006 e’ possibile consultare online il casellario politico fascista, per cercare i propri nonni (o bisnonni) schedati o condannati per attivita’ antifascista.

    http://www.storiastoriepn.it/blog/?p=82

  253. Sandi Sark ha detto:

    Bravo Paolo, te sa che xe certi ‘taliani che vol ancora cambiarghe nome ai morti? Smrt fašizmu!

  254. effebi ha detto:

    256effebi27 febbraio 2012, 11:59perchè e da chi xe stadi soppressi questi due antifascisti (e antitajani) sloveni ?

  255. Sandi Sark ha detto:

    @261 Hobo, grazie per la dritta. Go trovà diversi parenti, diffidati e una “iscritta alle liste de frontiera”.

    Ma un parente de la moglie de un mio zio in Istria, el iera stà “denunciato per offese al capo del governo” e confinato. Bravo mulo!

    Xe anche un Geri Mirolsavo, 1911 Trieste, fabbro ferraio, antifascista, confinato.

    A TS xe solo 1600 schedature, me sembra poche.

  256. effebi ha detto:

    sandi sandi… salti oltre fingendo di non vedere birichino !

    il tribunale speciale fascista processò e condannò Stanko Vuk per antifascismo e lo mandò al confino col suo stesso cognome da dove (dopo il 43) rientrò .
    non c’era più quella gentaglia che cambiava i cognomi (non tutti) ma i “liberatori” quelli di prima categoria…. quelli che se hanno buttato (eventualmente) in foiba qualcuno era perchè se lo meritava… e questi maestri di “libertà e fratellanza” che gli combinarono ?
    sù, sù…sai sempre tutto… dai…

    hai riaperto quasta discussione per il tuo gusto di sparlacciare dei taljanazzi fascistoni quindisei capace di dire qualcosina anche per questo povero sloveno antifascista ? dai… non vorrai mica far vedere che sei schierato coi boia ? che li proteggi ? che figura….

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