12 Febbraio 2011

Patate in tecia a Shangai. Ecco il triestino che ce le ha portate


Si chiama Fabrizio P., 33 anni, di professione neuroscienziato del linguaggio ed è così “triestino inside” da portare le patate in tecia a Shangai: tutto questo in un ristorante di tendenza appena battezzato da lui stesso e dalla sua compagna Ting in un quartiere della metropoli cinese da 20 milioni di abitanti. Il locale si chiama “Il Nascondiglio”, sito in una delle case dove ha vissuto Chang Kai-Shek, si pubblicizza online come specializzato in “cucina veneta”: tra le altre cose, offre palatschinke come dessert.
Una blogger cinese ne ha parlato (in inglese) con una recensione entusiastica: ecco il suo articolo con tanto di foto : )
Ne scrive:

Dining at Il Nascondiglio is a unique and intimate experience. The old Shanghainese lane house setting and the rustic home-styled cooking made it a lot more like eating at a friend’s home, which seems to be exactly what Fabrizio and Ting are aiming at.

Questo invece è il blog del triestino  in cui Fabrizio P. racconta il suo primo mese, bizzarro, di vita in Cina.

10 commenti a Patate in tecia a Shangai. Ecco il triestino che ce le ha portate

  1. ANTO73 ha detto:

    Si ok..bravon al tipo…ma volessi cmq capir cosa centra cmq la cusina veneta (che al proponi e de cui al se ritien specializzado)…con l’esser triestin..e quindi…cusinar magnar triestin o carsolin…come la se vol metterla…dato che le due cose xè nettamente diverse.

  2. Matteo Apollonio ha detto:

    Venezia, cinesi, te vien in mente qualcossa Anto?

  3. brancovig ha detto:

    Complimenti

    a questi giovani che comunque da neuroscienziati del linguaggio si mettono in gioco

    forza Trieste

  4. capitan alcol ha detto:

    Ma l’acqua minerale d’importazione a costo km 10000 era proprio necessaria?

  5. francesco ha detto:

    @ anto 73
    scusa, ma pensi che 1 di sciangai faccia molta differenza tra trieste e venezia? già tanto se sanno dov’è venezia:-)

  6. Erika ha detto:

    @francesco
    😀 …a Shanghai sanno perfettamente dov’è Venezia, invece non sanno che esiste Trieste…è proprio questa la differenza!!
    Se un Triestino che va in giro per il mondo si presenta come Italiano (che è la carta vincente per cominciare una conversazione) deve per forza dire che vive vicino a Venezia per attirare per più di due secondi l’attenzione di uno straniero.
    Il punto è che poi ti arrivano una raffica di domande su Venezia, su come di mangia “là da te”, e su qual è il piatto tipico della tua città. Allora pensi alla Jota ma decidi di non dirglielo perchè vorresti continuare a parlare della tua città per più di 3 secondi ancora…allora provi con: strucolo in straza, gnochi de susini, cotto in crosta e patate in tecia. Nell’80% dei casi ti ritrovi ben palesata la delusione del tuo interlocutore nel tutto il suo splendore. In effetti non hai elencato nulla che abbia: pomodoro, mozzarella, mandolino o una maschera di carnevale.
    E’ da un pò che non cito Venezia. Dico che la mia città è sul confine con la Slovenia, in questo modo seleziono le persone interessate ad ascoltare qualcosa sulla storia della mia città ed evito domande su Venezia…mi annoia parlare di Venezia! 😉

  7. Erika ha detto:

    …ah, si, mi son dimenticata di scrivere quello per cui ero venuta qua a scrivere: bravi per il ristorante..stimo tanto l’intraprendenza!!!
    Complimenti! 🙂

  8. enrico maria milic ha detto:

    e intanto 60 persone ga condiviso sto articolo su facebook : )

  9. arlon ha detto:

    “E’ da un pò che non cito Venezia. Dico che la mia città è sul confine con la Slovenia, in questo modo seleziono le persone interessate ad ascoltare qualcosa sulla storia della mia città ed evito domande su Venezia”

    +1

  10. Luigi (veneziano) ha detto:

    Quando dici che sei di Venezia varie volte ti chiedono “Venezia Venezia?”

    L.

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