11 Febbraio 2011

Ricette domače: chifel, chifeletti, Kipfel, kifelček

Quando a Trieste parliamo di chifel e chifeletti la mente richiama una serie di immagini di feste in famiglia, gite in Carso e grandi libagioni.
I chifeletti di patate sono delle mezze lune, dei cornetti di pasta di patate fritti nell’olio, contorno ideale per lo stinco arrosto o per delle bistecche impanate.
Nella tradizionale cucina triestina e carsolina si trovano altresì anche come dolce, cosparsi di zucchero o con il miele.
Personalmente, li adoro salati di contorno ad un buon arrosto, e nella mia crescita li associo alle grande feste familiari.
Sono molto diffusi nella cucina triestina e in quella carsolina.
Bisogna dire però che nelle vecchie testimonianze triestine e istriane la parola richiama il panino fatto a forma di mezza luna, tipico di molte panetterie triestine. E si dice che i chifel si cominciarono a fare per dispregio ai turchi nel 1683, quando, sotto il comando di Carlo Mustafà, assediavano Vienna, ma in questo caso si parla del chifeleto- panino.

Ancora, la parola deriva dal tedesco Kipfel, letteralmente cornetto. Termine diffuso anche in Istria e in certe zone del Carso sloveno, dove spesso si trova chiamato col diminutivo di kifelček.

Ma veniamo alla preparazione, facile e veloce.
Ad occhio bisognerebbe usare un uovo per un chilo di patate o poco più, un pizzico di sale e un quarto di farina (da aggiustare).
Lessiamo le patate, e, dopo averle fatte raffreddare, le passiamo attraverso quello strumento arcaico chiamato “schiacciapatate”, da cui le patate escono a sfilacci. Ora mescoliamo il tutto con la farina, poi creare una specie di vulcano e farci cadere dentro un uovo. Aggiungiamo del sale e continuiamo a mescolare, fino a creare un impasto ben amalgamato. Effettivamente l’impasto per fare gli gnocchi è il medesimo. Già, perchè ci troviamo ad un bivio, gli gnocchi oppure passare ai chifeletti, oggi seguiamo la seconda strada.

Lavoriamo la pasta e facciamo tanti filoni che poi taglierete in sezioni di dieci centimetri, dal diametro di un centimetro abbondante da modellare a forma di cornetto.
Mettete dell’olio extravergine d’oliva in una padella, fatelo friggere, e quindi immergete i Kipfel. Quando saranno ben fritti, e il colore sarà passato da giallo chiaro a marroncino, i chifeletti saranno pronti. Serviteli caldi e salate ancora a piacimento. Se invece avete optato per il dolce, spazzateli di zucchero a velo.
Bonissimi!

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10 commenti a Ricette domače: chifel, chifeletti, Kipfel, kifelček

  1. ufo ha detto:

    Redazion, queste ricete le andassi publicade a tarda sera – come dir dopo zena, con la panza piena. Farle aparir de colpo proprio al ora de massima fame xe una cativèria…

  2. Bibliotopa ha detto:

    Invece du far raffreddare la patate e poi passarle allo schiacciapatate, potete:
    1 lessarle tagliate a pezzi ( e si cucinano prima)senza averle sbucciate, solo lavate sommariamente
    2 metterle così subito nello schiacciapatate con la parte tagliata verso i buchi e schiacciate: la buccia rimane nello schiacciapatate.

    lasciarle raffreddare una volta passate, si fa un poco prima.

    Una sola cosa, 10 cm per un kipfel mi sembrano un po’ tantini, diciamo che vengono un po’ grossolani, io direi far 6 e 8 cm come lunghezza, diametro 1 cm va bene.

    Io continuo a spezzare una lancia a favore dell’olio di arachide per friggere.. ma su questo Giacomo ed io non riusciremo mai da accordarci, temo..

    Io sono per la versione salata, e ve li raccomando col gulasch.
    Misuratevi il colesterolo, prima.. e se è alto ripiegate sugli gnocchi. O fate prima una bella gita in Carso. E per me.. salate poco! si sentono di più i gusti, e ci guadagna la pressione.

  3. maja ha detto:

    giacomo, ma qualche buona ricetta per gli spaetzle ce l’hai? non sono proprio domači, ma poco via, dei.

  4. Bibliotopa ha detto:

    Per Maja: la cosa più semplice sono i Wasserspatzen, versione assolutamente domacia e che si trova anche sulla Cucina triestina della Stelvio: in una tazza mescoli farina e acqua tiepida e un po’ di sale, sbattendo bene, ottenendo un impasto consistente tipo malta. Li butti a cucchiaiate nell’acqua bollente salata ( più o meno come si fa con le frittole nell’olio)e li tiri su quando vengono a galla come gli gnocchi.Magari ne assaggi uno per vedere se non sono ancora crudi all’interno. Da me erano il contorno obbligato del gulasch.
    Le versioni più raffinate e più altoatesine prevedono, immagino, aggiunta di uovo e/o spinaci lessati e tritati (una mia amica fa l’impasto col frullatore) c’è un attrezzino tipo grattugia del formaggio per farli cadere nell’acqua bollente.

  5. maja ha detto:

    La ricetta ce l’ho e anche l’attrezzo, ma non mi vengono un granchè. Speravo in qualche segreto dello chef, ma grazie lo stesso.

  6. giacomo ha detto:

    ci lavorerò su, maja

  7. sui kipfel salati ha detto:

    Grazie per la ricetta (perfetta): mi riporta alla mia infanzia! Noi la mangiavamo con l’umido o con il brasato e sono buonissimi anche con i salumi. Molti saluti. Vanna

  8. go vissudo a trieste fin che me go sposado.oltre tutti i ricordi e nostalgie oggi go letto la ricetta e ….saluti alla bella trieste mariateresa

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