10 Febbraio 2011

Acegas Aps Trieste:teste confuse, in memoria di Rubini ed il valore aggiunto

Non è questione di numeri, forse c’è dell’altro…

Stefano Comuzzo (foto A.Barzelogna)

Sembrerà paradossale, ma l’indecoroso scout balistico dell’Acegas contro Brescia forse non è frutto solo di quel aggettivo tipicamente di lingua volgare indigena che etichetta un giocatore come “cisto” (scarso ndr.); infatti, per cavalcare il luogo comune fra i più usati nel vocabolario sportivo, gli atleti in maglia biancorossa non erano fenomeni prima e non saranno certo dei brocchi oggi. Allora, è giusto scandagliare i motivi che potrebbero minare un rendimento, a partire da togliere lucidità nell’entrare sul parquet: emblematico è l’atteggiamento di Michele Benfatto il quale, come abbiamo già detto e ridetto, in totale disallineamento con il modo di intendere la pallacanestro di coach Dalmasson, è passato da una fase dove almeno l’incazzatura produceva sostanza, ad una di passività indisponente. Altri come lui hanno abbassato il par di valutazione e  per ragioni di etica è meglio glissare su possibili incidenze extra-sportive, a buon intenditor…
Gli unici veramente con il piglio giusto sembrano essere i giovanissimi virgulti Contento e Scutiero sono usciti dall’abulia collettiva con una personalità e una voglia di giocare a pallacanestro degne di nota, e purtroppo anche la nota positiva sembra ingigantire l’impalpabile prestazione di Busca, ormai suo malgrado passato dalla versione “capro espiatorio” a “indifendibile”.  Ultima nota su Andrea Colli, onestamente per carattere e impegno meriterebbe forse un minutaggio più cospicuo, i quasi 15 minuti a partita delle ultime 4 uscite sinceramente stridono di fronte alla pochezza prodotta dei compagni…

Intitolare il Palatrieste a Cesare Rubini, un dovere morale prima dell’ennesimo “furto”
Non è passato nemmeno un giorno dalla condivisibile e illuminata idea del giornalista Roberto Degrassi de “Il Piccolo” che caldeggiava l’ipotesi di intitolare a Cesare Rubini l’attuale “casa” della pallacanestro locale, il Palatrieste, che da fonti milanesi si apprende di un nuovo “saccheggio cestistico” (detto in modo assolutamente ironico) perpetrato alla città giuliana, anticipando e destinando l’ onoreficenza  allo storico Palalido, teatro di grandi imprese del “Principe”.
Sia ben chiaro, sportivamente ci sta tutta questa operazione, ma suona come sinistre analogie sull’asse Trieste-Milano (tutte a discapito della prima) già vissute, plausibili ma con punte di cinismo notevoli. Ora, uno degli ultimi appelli alla classe politica dirigente locale, che faccia quel minimo sindacale di sforzo in più per rivendicare un orgoglio cittadino, un mito mai tramontato anche se cresciuto a distanza, che da lustro a Trieste. Stiamo perdendo troppi treni da questo punto di vista, senza speculare sulla memoria di Cesare Rubini mercanteggiando il suo nome ma convinti di rispondere a un desiderio di tantissimi appassionati sportivi, l’auspicio è che il ricordo del “Principe” non svilisca in un freddo, canonico minuto di raccoglimento in una partita di A Dilettanti.

Toglietemi tutti ma non ….Stefano Comuzzo!
Sarebbe troppo facile immergersi ed esaltarsi nel campionato U19 d’ Eccellenza della Pallacanestro Trieste 2004 vedendo che la squadra di Comuzzo capeggia la classifica lasciandosi dietro le due bolognesi, Treviso, Milano…invece è necessario fare uno sforzo di coerenza e non ricondurre i meriti del coach e del suo gruppo come un mero risultato del campo; pur considerando che il roster è figlio di una rappresentativa di alcuni prodotti dei vivai di Azzurra (in maggior numero), Servolana, Salesiani, ecc., l’impressione è che Stefano Comuzzo stia innalzando in maniera incrementale il valore dei singoli in funzione poi del risultato di squadra, forgiando cestisti già discretamente pronti per la prima squadra e quindi per una A Dilettanti (vedi Scutiero, Ruzzier e Coronica ndr.). Parliamoci chiaro, la competenza di coach Comuzzo è il vero valore aggiunto della gestione di Matteo Boniciolli in Pallacanestro Trieste 2004, l’uomo che silenziosamente può creare il substrato decisivo per garantire basket di buon livello a Trieste per quello che concerne la prima squadra, basterebbe che alcune risorse siano veicolate nella giusta maniera (qualche investimento su talenti imberbi) ed ecco che la Trieste del futuro prenderebbe forma, una gran bella forma.

Raffaele Baldini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *