“Mistero fitto sul Museo Multimediale Alinari di Trieste: non vi è traccia, infatti, della realizzazione del museo scientifico che doveva sorgere nell’edificio di Campo Marzio dove le Ferrovie anni addietro volevano insediare il loro centro meccanografico. Il museo doveva diventare realtà tanto che la Regione lo aveva finanziato con 600 mila euro, ma, nonostante il finanziamento, della struttura museale non vi è traccia”. L’argomento ha attirato la curiosità di Piero Colussi, consigliere regionale di Cittadini-Libertà Civica, che ha depositato un’interpellanza a risposta immediata nella quale chiede alla Giunta “a che punto è il Museo Multimediale Alinari di Trieste finanziato dalla Regione?”
La risposta è arrivata dall’assessore Elio De Anna.
Nell’interpellanza il consigliere richiamava il contributo straordinario di 600 mila euro (in quattro anni dal 2005 al 2008) erogato dalla Regione alla Fondazione Fratelli Alinari per concorrere alla realizzazione del progetto per l’allestimento del Museo multimediale Alinari in collaborazione con il Comune di Trieste. “Fin qui nulla di strano – ha commentato Colussi – il fatto rilevante però è che questo cospicuo importo risulta effettivamente corrisposto ma è evidente che a fronte delle importanti risorse pagate dall’Amministrazione regionale non risulta ancora realizzato in città alcun museo multimediale Alinari e che lo spazio dove avrebbe dovuto sorgere – ex-meccanografico delle Ferrovie dello Stato – è ben lontano dalla sua trasformazione in Museo della Scienza come ipotizzato dall’Associazione Global Service”.
“Desidero sapere dalla Giunta regionale se è a conoscenza dello stato di realizzazione del progetto e in base a quale documentazione in possesso dell’Amministrazione regionale sia stato disposto il pagamento di 600.000 euro a favore della Fondazione Fratelli Alinari e se tale pagamento sia ritenuto legittimo”.
L’assessore De Anna, nella sua risposta in Aula, ha confermato che la Fondazione Alinari “ha beneficiato del contributo e le spese sostenute dalla Regione si riferivano alla progettazione di spazi e percorsi espositivi per lo sviluppo di database di immagini, per lo sviluppo di interfacce e componenti meccaniche ed elettroniche delle installazioni informatiche, per attività di consulenza scientifica e di marketing dedicate all’immagine digitale. Le spese sono regolarmente rendicontate (fra il 2006 e il 2009) e sotto il profilo tecnico amministrativo non si ha nulla da eccepire”.
Pur giudicando franca la risposta dell’assessore, il consigliere Colussi non ha potuto ritenersi soddisfatto: “stando così i fatti – ha detto – la situazione è grave perché se la Regione spende 600 mila euro in collaborazioni per la realizzazione di un progetto finalizzato all’allestimento di un museo che non si è fatto e non si farà, allora la questione diventa materia per la Corte dei Conti”.
qualcuno dovrà pagare mi auguro!
1 giovane su 3 non trova lavoro
2000 euro lordi divisi in 10 giovani goriziani
La regione invece: 600.000 euro in consulenze del piffero, 6000 euro bollette del cellulare
I dati si commentano da soli lo schifo non ha fine.
Intravvedo una soluzione. Che ne dite di un bell’ascensore? Vi faccio un prezzo stracciato.
SI SI mi lo voio me servi per andar in cima al sacrario de Oslavia!!!
Personalmente “prendo con le pinze” tutte le così chiamate “denuncie” di questo consigliere regionale che ritengo sempre pronto a cercare visibilità mediatica…..
evvaiiiii alla faccia degli sprechi!! poi gente come me Goriziano che chiede un aiuto finanziario per tirare avanti fino alla PRIMA settimana, si sente rispondere che non ci son soldi nelle casse??????????????? complimenti a i sindaci di Gorizia E trieste CHE SONO CIRCONDATI DA INCOMPETENTI, I POVERI DEVONO RIMANERE TALI!!!!! vergognatevi va!!!!!!ASCENSORE PER IL CASTELLO, oltre ad aver rovinato un pezzo di storia , non interpellano nemmeno i cittadini su la proposta dei lavori….parliamoci chiaro Gorizia non aveva bisogno di questo obrobrio, e comunque ho gia interrpellato VITTORIO SGARBI è osceno vedere il prima e il dopo!!!!!!!!
bisognerebbe parlare con il direttore del museo De Polo
Proprio sicuri che le così chiamate “denuncie”, fatte da questo Consigliere, siano poi reali?
Personalmente aspetterei prima di prenderle per oro colato…
Le “denuncie” non so, ma le denunce andrebbero tenute in considerazione.
Sia ben chiaro che non ne faccio questione di principio.
“Una discorso parte meritano i termini in -uncia: denuncia, pronuncia, rinuncia (derivati da antiche forme in -unzia – oggi desuete – provenienti dal latino nuntiare, dovutamente prefissato) che formano il plurale regolarmente in -ce, assecondando sia la regola standard che il criterio etimologico, ma per cui alcuni dizionari – tra cui il DOP – ammettono anche le forme in -cie, conservando la I dall’antico plurale in -zie.”
http://it.wikipedia.org/wiki/Plurale_delle_parole_in_-cia_e_-gia