1 Febbraio 2011

Torna il “Campanòn”, la storica trasmissione radiofonica andrà in onda la domenica alle 11.30

Quando il caso ci mette lo zampino, c’è sempre da stare all’erta, qualcosa di interessante sta per accadere.
Infatti è per caso che Viviana Olivieri, regista Rai, e Gianfranco Saletta, celebre attore e regista pure lui, si sono incrociati nei corridoi della Rai e hanno iniziato a parlare di Maldobrie.
Da un seme nasce una quercia, e da quella chiacchierata è nata la terza edizione del “Campanon”. La prima puntata è andata in onda domenica, ma sono in programma altri 11 appuntamenti.

Gianfranco Saletta, con il suo Gruppo Teatrale per il Dialetto, ha registrato in questi giorni l’ultima delle 12 puntate, che ora passano in fase di post-produzione. Effettivamente, dalla rivista campanilistica nata nel 1953 dalla fantasia di Duilio Saveri e dalla penna di Lino Carpinteri e Mariano Faraguna e, ad oggi, sono trascorsi quasi sessant’anni, ma l’unico aspetto che è cambiato è la tecnologia. Se una volta c’erano nastri e bobine, forbici e nastro adesivo, oggi, con i computer, il lavoro dei tecnici del suono, Paolo Cassano e Federico Comar, è apparentemente semplificato: è comunque necessario un lavoro certosino di taglia-e-incolla elettronico, ma la registrazione ha ritmi molto più veloci. Quando arrivano gli attori, il primo passo è registrare le canzoni: in tre volte, su tre piste, musica, voce e cori che verranno rielaborati e uniti, nonché “effettati”. Sono canzoni d’annata, scelte con il contributo del consulente musicale Dario Caroli, ma aggiornate da Giorgio Amodeo, l’adattatore dei testi per il Gruppo, e nel canticchiare il motivetto nemmeno ci si accorge che “La Strada Ferata” parla non più della ferrovia Transalpina, ma del progetto della Tav sul Carso, tanto l’assonanza delle parole è simile all’edizione originale.
L’interpunzione musicale è indispensabile, sottolinea la regista Viviana Olivieri, come commento alle situazioni e come sottolineatura di un termine da evidenziare. In sala di registrazione la creatività scorre copiosa, si discute di dove mettere l’accento nel cantare “alta velocità”, dal nulla nasce l’idea “e alla fine ghe metemo un fiscio del treno”, e la sensazione è quella di una grande famiglia, con il maestro Livio Cecchelin che suona e dirige, ma anche mette tutti in riga quando le ciacole e i commenti prendono il sopravvento.

L’atmosfera è lieve, pur restando concentrato l’impegno, sia perché sono le ultime puntate e quindi si respira la malinconica festa della fine di un’avventura, sia perché il Gruppo è così, coeso e passionale: cimentarsi con le Maldobrie, e le Serbidiole è un atto d’amore più che un lavoro, un gesto fatto con il cuore per tenere compagnia agli ascoltatori, senza annoiare. Questo
l’intento dichiarato. Anche la gestualità degli attori è molto pronunciata: sebbene sia un programma radiofonico, Saletta si stringe nelle spalle per interpretare Sior Bortolo, e Mariella Terragni invecchia di colpo di vent’anni per rispondergli nella parte della Siora Nina. “E’ buona?” chiede la registra al tecnico del suono alla fine di una scenetta; “son tutte buone”, risponde lui: dialogo emblematico sull’affiatamento e la professionalità creatisi in questi anni. E nonostante spesso ci sia da ripetere un pezzo perché i ritmi sono velocissimi e la lingua si ingarbuglia, ciò che stupisce, ma forse era prevedibile, è che una registrazione, benché tecnicamente impeccabile, viene ripetuta se mancava quel “non so che”, quella verve che catapulta nel passato, nei ricordi, nella saudade.

Grazie quindi ai già citati Saletta, Amodeo, Terragni, nonché a Riccardo Canali, Federica Zoldan, Liliana Decaneva, Riccardo Beltrame, al complesso diretto da Livio Cecchelin con Rudi Ongaro e Sandro Cecchelin per tenere viva la tradizione iniziata dal duo Carpinteri&Faraguna, pur rinnovandola costantemente. Appuntamento quindi domenica su Rai Radio Uno, alle 11.30, con l’inconfondibile scampanio di “El Campanon”, fedele negli anni, mi no me pronunzio, mi fazo din don.

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8 commenti a Torna il “Campanòn”, la storica trasmissione radiofonica andrà in onda la domenica alle 11.30

  1. viceversa ha detto:

    Iera ora!! “me ricordo co iero ‘sai picio…”
    W el campanon!

  2. aldič ha detto:

    forza muli e mule!! finalmente qualkosa de serio!!!

  3. digei ha detto:

    e iera anca ora che i li rimetti, anche se non alla solita ora delle 12, sti quattro scampanai 😀 che ne fa rider e dimenticar i bunga bunga de qualchidun de troppo e ricordar i tempi de quando che W l’A! voleva dir qualcosa de bon… forza muli e mule 🙂

  4. Luciana ha detto:

    C’è la possibilità di ascoltare la trasmissione in podcast o streaming? Una briciola di felicità per i triestini della diaspora?

  5. giorgio (no events) ha detto:

    A mio avviso è la migliore “riproposta” fatta dalla rai regionale, anzi nazionale. Direi il miglior palinsesto leggero radiotelevisivo.

  6. LUISA ha detto:

    BRAVI A TUTTI ANDE AVANTI CUSI CHE FINALMENTE RIDEMO ,

  7. arlon ha detto:

    Anche mi volesi un podcast 🙂 Se la RAI no fa, chi che pol, che registri!

  8. Sergio ha detto:

    Me associo a Luciana e a Arlon. Me piaseria tanto sentir de novo quel che scoltavo co’ iero mulo, ma a 600 km de distanza Radio Trieste no la ciapo. No se pol far niente con ste nove tecnologie?

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