29 Gennaio 2011

Trascorsi 10 minuti tra la chiamata al 118 e l’arrivo dei soccorsi a casa di Pino Brumatti

Tra la richiesta di soccorso partita dalla casa di Pino Brumatti e l’arrivo dell’automedica con a bordo i sanitari che hanno avviato le procedure per tentare di rianimare l’ex cestista sono trascorsi 10 minuti e 33 secondi.

Sono le conclusioni riportate nella prima ricostruzione che la commissione d’inchiesta interna all’Azienda sanitaria isontina ha elaborato per far luce sui presunti ritardi nei soccorsi alla ”bandiera” dell’Olimpia Milano, deceduto venerdi’ scorso a Lucinico per un infarto. L’operatrice che ha risposto alla telefonata della moglie di Brumatti ”ha associato il nome della via ad uno dei target più frequentati dai mezzi di soccorso, che si trova a Monfalcone”, dove sono stati inviati automedica e ambulanza. ”Preso coscienza dell’errore commesso, sono stati immediatamente allertati i mezzi di Gorizia”, si legge nella relazione firmata dal direttore sanitario aziendale, Marco Bertoli.

Intanto ieri si è svolto l’esame necroscopico sulla salma di Brumatti, disposto dalla Procura della Repubblica di Gorizia, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per l’ipotesi di reato di omicidio colposo.

Appresi i primi risultati dell’inchiesta interna avviata per fare luce sui presunti ritardi nei soccorsi a Brumatti, l’Azienda sanitaria isontina attende di avere ”ulteriori elementi che possano chiarire quanto l’episodio abbia inciso sul decorso infausto”. Lo scrive, in una nota, il direttore generale dell’Azienda goriziana, Gianni Cortiula. ”La cosa più semplice da fare quando ci si trova di fronte a un errore umano – prosegue la nota – e’ quella di scaricare tutte le colpe su chi ha materialmente commesso l’errore. Questo può servire a chi deve stabilire le responsabilità personali di determinati eventi inattesi, ma certo non serve a evitare che l’errore possa ripetersi”. La direzione dell’Azienda sanitaria ha intanto in programma per la prossima settimana un’analisi di tutte le procedure di gestione operativa dell’emergenza, al fine di ”individuare gli accorgimenti organizzativi, formativi, logistici necessari a scongiurare eventi avversi”.

fonte: Ansa

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11 commenti a Trascorsi 10 minuti tra la chiamata al 118 e l’arrivo dei soccorsi a casa di Pino Brumatti

  1. alpino ha detto:

    “L’operatrice che ha risposto alla telefonata della moglie di Brumatti ”ha associato il nome della via ad uno dei target più frequentati dai mezzi di soccorso, che si trova a Monfalcone”, dove sono stati inviati automedica e ambulanza.”

    Parlare potabile no? che significa quanto scritto sopra?? l’operatrice ha capito fischi per fiaschi ho più la semplicemente la signora ha dato una via senza specificare la località ed in automatico è stata associata ad una via di Monfalcone?

  2. alpino ha detto:

    uh signur me se scampada un H nella fretta davanti alla O..sorry

  3. Bibliotopa ha detto:

    e ocorreva parlar de target? no basta indirizzo?
    cossa xe, un campo de mira per ste ambulanze?

  4. brancovig ha detto:

    In effetti non si capisce nulla dalla seguente frase

    “ha associato il nome della via ad uno dei target più frequentati dai mezzi di soccorso, che si trova a Monfalcone”

    e comunque nonostante tutto 10 minuti per l’arrivo di un’ autoambulanza mi sembra di poter dire che il servizio funziona.

    Purtroppo, in certe situazioni anche 5 minuti possono non essere sufficienti.

  5. alpino ha detto:

    ritengo anche io che 10 minuti siano comunque un tempo ragionavelo di intervento..giustamente come sottolineava Bibliotopoa c’è da capire come può essere mandata un’ambulanza a monfalcone presidio di un altro pronto soccorso, che abbiano dirottato l’intervento su Monfalcone facendo partire da li l’ambulanza?
    Mamma quanti dubbi, certo che se il tutto nasce dall’aver omesso la località nella quale tale via si trovava..

  6. isabella ha detto:

    Il target è un termine tecnico.

  7. luigi (gorizian) ha detto:

    Target! Che i parli taliàn!
    Penso sia successo quello che immaginavo, l’operatrice si è fidata troppo del computer, evidentemente un programma fatto non prevedendo il caso di vie identiche in città diverse oltre a non aver addestrato a sufficienza l’operatrice sull’INDISPENSABILE domanda da fare sempre “IN CHE CITTA?” ovvero chiedere conferma ripetendo indirizzo e CITTA’.
    Comunque 10 minuti non credo siano mediamente troppi, forse che in questo caso lo sono stati? Spero per tutti di no.
    Attendiamo fiduciosi l’esito delle indagini.
    Buon fine settimana a tutti (e no uikend)

  8. Mauro ha detto:

    Author: Mi scuso con te ma al momento avevo capito che non era a disposizione l’ambulanza perchè era impegnata in altri interventi, so chiaro che gli operatori della Salute non sono preparati come voi, ma visto che ci stava pure il medico della territoriale(automedica) più per altro per il trasporto d’urgenza non essendo stata a disposizione l’ambulanza del 118 ma avendo letto oggi sul Piccolo ho capito che mi sono sbagliato e chiedo scusa, con tutto il cuore so che siete bravi e vi ammiro molto per il lavoro che fate.

  9. avant ha detto:

    é un mestiere anche questo è umano sbagliare provate con altri ospedali e vi passa la voglia di criticare quello di Gorizia da altre parti non vi calcolano proprio.

  10. lalla ha detto:

    è umano sbagliare,ma bisognerebbe fare molta attenzione,ne và della vita altrui

  11. Fabio ha detto:

    quando l’esperienza non insegna ed a proposito di “da altre parti nemmeno vi calcolano”
    Ciao Roby (Sulin)
    http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2010/09/28/NZ_17_CENT.html

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