20 Gennaio 2011

Wwf: “Dalla nuova darsena di Punta Barene una minaccia all’equilibrio della riserva naturale delle Foci dell’Isonzo”

Nei giorni scorsi il Wwf Isontino “Eugenio Rosmann” ha presentato alla Regione le proprie osservazioni in merito alla procedura di Valutazione d’Incidenza della nuova darsena, prevista a Punta Barene, in prossimità dello sbocco a mare del Canale Quarantia, all’interno della Riserva naturale regionale delle Foci dell’Isonzo in Comune di Staranzano.

Si tratta di un Piano Attuativo di iniziativa privata, commissionato dalla Associazione sportiva Punta Barene, per la realizzazione di una diga sulla quale troverebbero attracco ben 208 natanti, oltre a due edifici di servizio costruiti con le tipologie del casone lagunare e un parcheggio.

Il Wwf Isontino è profondamente preoccupato “per i significativi impatti della nuova darsena e delle strutture connesse in un’area così delicata”. Ha perciò criticato quanto riportato nella Valutazione di significatività dell’incidenza presentata insieme alla documentazione del Piano nella quale si legge che “pescatori e turisti frequentano i “casoni”, ed usufruiscono delle imbarcazioni per lo più nella stagione estiva, arrecando quindi poche molestie alle specie ornitiche svernanti nella riserva”, ritenendo questa lettura riduttiva delle reali conseguenze prodotte dalla pesante e disordinata fruizione oggi esistente, in quanto bisogna considerare anche l’avifauna nidificante (quindi presente anche nella stagione calda), di eccezionale pregio, oltre agli impatti sulla rimanente fauna terrestre e acquatica, e l’inquinamento permanente nel tempo prodotto dagli sversamenti legati agli scarichi civili e alla manutenzione delle imbarcazioni.

Perciò si è proposto di rivedere le dimensioni del progetto stesso, prevedendo un numero di posti barca inferiore a quello annunciato, sufficiente alle esigenze dei Comuni affacciati sul Brancolo – Staranzano e San Canzian – escludendo i diportisti residenti in altri Comuni, come indicato dal Piano di Conservazione e Sviluppo della Riserva.

Il Wwf ha anche chiesto degli studi integrativi, sia di tipo naturalistico in merito agli impatti della nuova diga sulla fauna marina (visto che si renderanno necessari dei dragaggi), sia idrodinamici, per affrontare il problema delle erosioni spondali e delle barene, queste ultime oggi gravemente compromesse.
Altre osservazioni specifiche hanno riguardato le modalità di ripristino delle barene, le specie vegetali da utilizzare per la riqualificazione delle sponde, l’illuminazione del parcheggio, ecc.

Si è infine raccomandato agli Enti competenti – in caso di realizzazione del progetto – di concentrare nella nuova struttura di Punta Barene tutte le imbarcazioni (di proprietà di residenti dei 2 Comuni), attualmente presenti non solo alle Foci della Quarantia, ma anche nelle parti più interne del Canale, come anche nel Brancolo morto e alla Marinetta, in modo da escludere in futuro il traffico nautico nelle parti più interne della Riserva, che produce elevato disturbo oltre che inquinamento, come peraltro indicato dal PCS.

L’area è attualmente in uno stato di gravissimo degrado. Nella “Relazione illustrativa” del progetto, curata dall’ing.Orlando di Monfalcone, si legge che “l’area golenale (…) è da lunghi anni flagellata e deturpata da un abusivismo edilizio sulla cui permanenza, nonostante i ripetuti tentativi di eliminazione, non possono essere evidenziate spiegazioni in linea di logica e di diritto. (…) Allo stato attuale, attorno a delle fatiscenti costruzioni (“casoni”) di massima in legno e lamiera, ed in molti casi con coperture in lastre di fibrocemento (Eternit) gravitano un discreto numero di pontili pericolanti e difformi che permettono lo stazionamento, sia pure in precario, di un discreto numero di natanti di piccole dimensioni (…). Va sottolineato che per creare i posti barca spesso si è anche operato con dei piccoli scavi e con delle palancolature a sostegno del terreno realizzate in gran parte con travi di legno e lastre in fibrocemento. Questi scavi hanno modificato, soprattutto nella parte più interna, la sponda del canale ed in parte anche il suo corso eliminando un buon numero di barene lì presenti”. (…)”. Infine “le acque di risulta sia bianche che nere vengono scaricate direttamente a mare, dagli occupanti abusivi senza depurazione”.

E’ quindi urgente mettere fine a questa situazione di intollerabile degradazione, tanto più grave in quanto presente all’interno di un’area protetta, con valenze naturalistiche di eccezionale pregio e frequentata da turisti e appassionati provenienti da molte parti d’Europa.

In conclusione il Wwf – pur considerando che l’ipotesi proposta a Punta Barene comporta degli impatti significativi sugli habitat e sotto il profilo paesaggistico – che vanno attentamente valutati prima di prendere delle decisioni sulla fattibilità della darsena, la considera accettabile in linea di principio, intendendola come uno strumento per risolvere positivamente l’annosa questione dell’edificazione e degli attracchi abusivi all’interno della Riserva, che attualmente producono impatti molto consistenti e non compatibili con le finalità dell’area protetta.

Tuttavia considera il progetto accettabile “solo se accompagnato dalla demolizione di tutte le opere abusive (baracche e attracchi) presenti nella Riserva e da un ripristino dei luoghi da realizzare con tecniche di ingegneria naturalistica e, infine, se si concentreranno a Punta Barene tutti i posti barca attualmente posti disordinatamente in Quarantia, Brancolo morto, Marinetta”.

Se verrà autorizzato il progetto di Punta Barene, “per mettere ordine nella devastazione oggi esistente all’interno dell’oasi naturalistica, deve essere chiaro che non potranno essere previste in futuro altre darsene nelle zone più interne della Riserva delle Foci dell’Isonzo, dove gli impatti sull’ambiente sarebbero ancora più pesanti”.

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1 commenti a Wwf: “Dalla nuova darsena di Punta Barene una minaccia all’equilibrio della riserva naturale delle Foci dell’Isonzo”

  1. kaiokasin ha detto:

    Prima di tutto bisogna abbattere tutti i cosidetti “casoni”, in Quarantìa, Brancolo morto, ecc., che in realtà sono baraccamenti ignobili, del tutto incompatibili con una Riserva naturale (ma anche ogni altro posto). E’ una vergogna, via tutto!

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