19 Gennaio 2011

Dipiazza: “Il rapporto tra Italia e Slovenia non è mai stato così buono”

“Il rapporto tra Italia e Slovenia non è mai stato così buono e ciò contribuisce a migliorare ulteriormente la collaborazione tra i due Paesi e a far crescere la cultura delle rispettive minoranze”.
Si è espresso così un raggiante e soddisfatto sindaco Roberto Dipiazza che ha incontrato quest’oggi, nel salotto azzurro del palazzo municipale di Trieste, i giornalisti per fare il punto e relazionare sugli esiti del vertice che lo hanno visto presente a Roma all’incontro con i Presidenti d’Italia Giorgio Napolitano e di Slovenia Danilo Turk.

La due giorni romana -ha spiegato Dipiazza- ha rafforzato ulteriormente l’amicizia tra due popoli e, come hanno ben evidenziato i due Capi di Stato Napolitano e Turk, ha segnato un momento magico e storico in questo forte rapporto di collaborazione, che parte proprio dall’incontro del 13 luglio 2010, in piazza Unità d’Italia a Trieste, con il Concerto dell’Amicizia diretto dal maestro Riccardo Muti. “Sono quindi soddisfatto e fiero che la mia città sia stata protagonista a livello internazionale –ha aggiunto Dipiazza- facendomi vivere anche negli incontri nella Capitale emozioni uniche che segnano la storia di due Paesi che nel ‘900 hanno vissuto non poche problematiche”.

Il sindaco ha quindi voluto sottolineare alcuni passi degli interventi ufficiali dei due Presidenti. Così ha evidenziato le parole del Presidente Giorgio Napolitano che ha ricordato con emozione “il Concerto dell’Amicizia del 13 luglio 2010 in piazza Unità d’Italia a Trieste, quando il maestro Riccardo Muti diresse l’orchestra e un coro composti da giovani musicisti italiani, sloveni e croati”. “Fu un momento magico, storico e politico che abbiamo –sempre parole di Napolitano- concordemente e fortemente voluto, insieme al Presidente croato Josipovic. Abbiamo insieme rappresentato così, visibilmente, il rifiuto dei nostri tre Paesi di restare ostaggio degli eventi assai dolorosi e laceranti del passato”. “Il nostro omaggio, in Trieste, ai due luoghi simbolo delle tragedie del secolo scorso –ha detto ancora il Presidente Napolitano- ha assunto il valore di un rinnovato impegno al rispetto reciproco sul piano della memoria storica e insieme di una catarsi, di un superamento delle più pesanti eredità del Novecento nel segno di una comune umanità, aperta al futuro”.

Altrettanto significative le parole del Presidente sloveno Danilo Turk che ha tra l’altro evidenziato come “L’anno appena finito è stato contrassegnato da alcuni appuntamenti di grande importanza per la relazione tra i nostri Paesi –mi riferisco in primo luogo all’incontro del 13 luglio 2010 a Trieste dei capi di Stato delle vicine Repubblica Italiana, Repubblica di Croazia e Repubblica di Slovenia. Sono convinto che il linguaggio simbolico del messaggio di questo incontro, che senza dubbio si smentita possiamo definire storico, possa essere tradotto in una quotidianità che parli di collaborazione, convivenza e reciprocità”. “E’ mio auspicio che lo spirito del succitato incontro, grazie all’impegno comune nell’anno appena iniziato –sempre parole del Presidente Turk- venga a rafforzarsi ulteriormente a tutti i livelli e in tutti i settori. Ad iniziare dal consolidamento della cooperazione transfrontaliera il cui rilancio riveste grande importanza tanto per lo sviluppo delle aree di confine, quanto per le due comunità minoritarie che vi risiedono”.

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82 commenti a Dipiazza: “Il rapporto tra Italia e Slovenia non è mai stato così buono”

  1. effedici (FDC) ha detto:

    E bon ah, speremo ben pel 10 febbraio!

  2. arlon ha detto:

    fatti = zero?

  3. fufo ha detto:

    polemica sterile. Sella Nevea Bovec è un esempio di collaborazione fortemente voluta da annì, e portataa compimento.

  4. effedici (FDC) ha detto:

    Intanto gli esuli provano il loro ennesimo orgasmo di frontiera per le parole di Lacota:

    http://www.unioneistriani.it/3t/user/pages/main/main.php?user_section=pub-comunicati-stampa&dtct_id=2

    Che infame questo Tuerk, si è “permesso” di chiedere l’applicazione della legge ITALIANA sul bilinguismo a Trieste/Trst. Davvero un prepotente slavo-comunista!

  5. matteo ha detto:

    Italia-Slovenia/ Menia: Richieste inaccettabili, interrogazione
    “La comune appartenenza all’Unione Europea comporta la necessità che i rapporti di buon vicinato non siano solo declamati ma debbano essere consequenziali e alla luce del sole e se per ‘spirito di Trieste’ s’intende questo non possiamo non essere d’accordo, ma è nostro diritto-dovere esigere che non ci siano furbizie o sotterfugi. Per questo condivido l’allarme lanciato dall’Unione degli Istriani, in particolare a proposito di due richieste irricevibili che, a quanto si apprende dai giornali sloveni, sarebbero state rivolte dal Presidente Turk alle Istituzioni del nostro Pese. È, infatti, inaccettabile la semplice ipotesi di bilinguizzazione integrale della città di Trieste. È universalmente noto infatti che i livelli di tutela raggiunti dalla minoranza sono considerati eccellenti dall’Unione Europea”. Lo afferma in una nota Roberto Menia (Fli). “È una richiesta sproporzionata che andrebbe ad incidere sulla storia, sulla cultura e sulla tradizione italiana, tollerante e plurale ma sempre e comunque italiana per storia, scelta e tradizione. Sulla richiesta di cosiddetta restituzione di opere d’arte sarebbe, invece, troppo semplice sottolineare che la Slovenia non ha mai ritenuto di restituire nemmeno un mattone delle case rubate agli esuli istriani cacciati dai comunisti. Soprattutto, va detto che si tratta di opere appartenenti al patrimonio artistico italiano (sarebbe, infatti, molto difficile sostenere che siano sloveni Piepolo, Carpaccio o Alvise Vivarini) spostate nel 1941 per preservarle dalla guerra in altre parti del territorio nazionale. E comunque, quei territori in cui queste opere erano originariamente locate passarono alla Jugoslavia soltanto nel 1975 a seguito del Trattato di Osimo. Presenteremo, pertanto, un’interrogazione parlamentare urgente al Ministro degli Esteri Franco Frattini”, conclude.
    http://notizie.virgilio.it/notizie/politica/2011/01_gennaio/20/italia-slovenia_menia_richieste_inaccettabili_interrogazione,27956737.html
    bene, il fli perde numeri, questione di ore e politici che ne fanno parte si autoelimineranno
    cmq chi ha paura dello sloveno a trst?
    la tipica paranoia italiana? ma non era la tipica paranoia slovena?
    i parla sempre quel, semo nel 2011 senza confin e i cerca de mantener una division? per voti? i se autoelimina in fli

  6. effedici (FDC) ha detto:

    MATTEO, ti illudi!
    Quello che dice Menia è quello che pensa l’80% dei Triestini!

  7. Fufo ha detto:

    @7 concordo.
    Un esempio: quanti triestini, avendone il diritto, hanno richiesto la carta d’identità bilingue a TS?
    Pochissimi.

  8. Fufo ha detto:

    Saria interessante saver dove xe ste opere d’arte ‘desso.
    Probabilmente in qualche archivio che no ga soldi per la manutenzion (Bondi?).
    Prima che le fazzi la fine de Pompei, forsi saria mejo darghele a lori, almeno quele che vegneria esposte al publico.
    Chi ga dipinto o scolpido qualcossa, lo ga fato perchè la gente podessi goder del guardar sta opera d’arte, no per farla chiuder in un magazin…
    Per mi i dovessi meterse d’acordo seriamente, tornar la roba un poco ala volta e reintrodur sinceramente l’italianità dove veramente la jera. (Piran xe un esempio).

  9. Fufo ha detto:

    Spetemo oviamente ansiosi l’opinion del venezian e de dimaco sul tema.

  10. matteo ha detto:

    ma mi diria che la soluzion la ga dada turk senza problemi, metelo le opere tra el caval dela ex linea de confin, ghe xe tanti palazi che i cadra in dimenticatoio o diventera rudere

    se femo una pinacoteca o altro sara un vajntaggio per tuti, ovio che ste robe no le volera far, tipica paronia italiana o tipica paranoia slovena?

  11. effedici (FDC) ha detto:

    Tuerk propone un compromesso, ma i nazionalisti antislavi vogliono lo scontro

  12. Fufo ha detto:

    tutti semo interpreti del nostro destin.
    Insisto la carta d’identità bilingue, se tanti se la fazessi a TS, saria de sicuro un segnal forte per la politica triestina, che no vegneria ignorado.
    I sa ben quanti xe i sloveni (de la minoranza) a TS, ma se le C.I. bilingui supereria sto numero, alora….

  13. effebi ha detto:

    quindi se quello che dice menia lo pensa l’80 % dei triestini ne rimane un 20 contrario
    mmm…di questo 20 molti sono italiani… quindi rimane ….rimane… !?

  14. effebi ha detto:

    fufo le opere stanno bene e sono state restaurate con i soldini italiani, non mi risulta che all’epoca del restauro la slvovenia si sia proposta 🙂

  15. effebi ha detto:

    a proposito, quante sono le carte bilingui ?

  16. effedici (FDC) ha detto:

    In un luogo di confine, le carti bilingui dovrebbero essere OBBLIGATORIE per tutti, come avviene in Sued-Tirol.

  17. effebi ha detto:

    spiegami quel’è il significato per persona A di possedere un documento di identità A+B se lui non si identifica in B e non lo desidera

    spiegami perchè uno sloveno di capodistria dovebbe essere obbligato ad avere un documento anche in italiano

  18. effebi ha detto:

    perchè e di questo che parliamo ? vero ? 🙂

  19. Tergestin ha detto:

    @ Effedici

    Ma gnanca per sogno. Quell’80% non esisti per fortuna. Se la gente no se fa la carta bilingue xe perche’ a bona parte de lori no ghe interessa, no sa de poderne usufruir (mi pensavo la esistessi solo in alcune circoscrizioni, per dir) o perche’ ga paura che ghe sia complicazioni burocratiche.

    Menia come figura politica ga za fato el suo non memorabile tempo anca se no xe sicuro tipo che molera’ la carega facilmente.

  20. Fufo ha detto:

    @19 Perchè come ben sai è così!
    Guarda che nei tre comuni costieri sloveni (Koper Piran e Isola) c’è una legge che impone il bilinguismo (SLO ITA). I documenti d’identita’ sono redatti PER TUTTI I CITTADINI IVI RESIDENTI in sloveno e italiano.
    A TS da pochi anni è stata introdotta la possibilità di ottenere la C.I. in italiano e sloveno su richiesta dell’interessato.
    In ogni caso in una zona di confine sarebbe quantomeno opportuno che le persone imparino almeno in modo elementare, la lingua del vicino, per un principio di reciproco rispetto.
    Il problema come qualcuno ha già spiegato chiaramente, e come ribadisce pure il Presidente della Repubblica Italiana, è che viviamo ancora di retaggi del passato.
    Capisco non sia facile dimenticare, per chi subì un torto, ma visto che nelle vicende pre e post belliche nessuno fu senza peccato, mi sembra il caso che sia ora di fare un passo (in comune) avanti.
    Con la globalizzazione, l’Europa intera è davvero piccolina, se restiamo indietro è la fine.

  21. Petrovic ha detto:

    Hanno ragione Menia e l’Unione degli Istriani. Si da troppa importanza ad uno staterello insignificante. Non può contrattare alla pari con l’Italia. Queste rivendicazioni sono alla base di tutte le guerre balcaniche fino ad oggi dall’attentato di Sarajevo nel ’14. La mentalità non cambia. Vorrebbero disgregare anche l’unità d’Italia, ma non ci riusciranno. I dati di oggi dicono che a Trieste ci sono circa 19000 stranieri. Tuurkkkk vai a dirgli di imparare lo sloveno….tuurkkkk…pppprrrrrrrrrrrrr!!!!!!!

  22. Tergestin ha detto:

    @ Fufo

    Te ga ragion. No savevo che ghe fossi ‘sta opportunita’ dato che no vivo piu’ a Trieste da tempo e per el resto quoto tutto. Inutile dir che al finto-serbo gnanca no ghe rispondo dato che el ghe pensa benissimo da solo a renderse ridicolo e inopprtuno.

  23. Fufo ha detto:

    Invito comunque chiunque abbia a cuore la questione, a diffondere l’informazione.
    Ripeto, tante C.I. bilingui a TS come opzione di scelta dei cittadini, avrebbero di sicuro un significato politico importante, che non passerebbe inosservato.
    Invito anche la redazione a informare sul blog su questo argomento.
    Noto infatti con stupore, di quanti ignorino che ci sia l’opzione di otttenere una c.i. redatta in entrambe le lingue.

  24. effedici (FDC) ha detto:

    Petrovic, ma ti malo govoris po srpski ili samo glumis?

  25. Fufo ha detto:

    Comunque restando sull’argomento, allo stato attuale, mi ritengo fortunato di essere rappresentato come cittadino da un sindaco di destra che ha saputo e voluto per pragmatismo o per convinzione costruire un rapporto col Vicino. Spero che chi lo seguirà sappia fare altrettanto.
    Grazie Roberto di tutto cuore, da chi non dimentica le parole pronunciate da te alla festa per l’apertura dei confini.
    E’ stato un gesto apprezzato da tutti coloro che credano che Trieste abbia un’opportunità di essere migliore.
    Fulvio 🙂

  26. matteo ha detto:

    le carte bilingue le aveva sempre il comune di repen a trst mai, solo recentemente e per dirla nemmeno sapevo, quello invece3 che mi ha sorpreso è vedere alcune carte del comune bilingue, bisogna dare atto a dipiazza di aver lavorato su questo tema che per i destri è scottante, mina la citta italianissima, che i pensi piutosto al economia cittadina che semo a zero, sveiaaaaaaa

  27. matteo ha detto:

    al petrovic

    i serbi vogliono chiedere status di minoranza a trst, credo che non la avranno mai se stanno coi destri, perche cosi aumenta lo straniero non italiano in citta e la citta diventa multiculturale e mitteleuropea con crocevia di popoli invece che un unico popolo eccc

  28. Petrovic ha detto:

    effedici. Io non faccio finta. Sono serbo di Bosnia. Vivo in Italia dall’età di 4 anni e non parlo anche se lo capisco.

    matteo.
    Non è giusto che gli stranieri vogliano diventare minoranza. Devono essere nella società italiana.

  29. piccolo chimico ha detto:

    vediamo se l’ esorcismo funziona:

    grusizza piro!

  30. matteo ha detto:

    strano io conosco di serbi a trst eppure parlano benissimo il serbo e sono nazionalisti

    da serbo dovresti sapere che la minoranza serba è presente da secoli a trst e non da alcuni anni, basti vedere la chiesa ecc

    non sono stranieri

  31. Tergestin ha detto:

    Mi ghe iero rivado, adesso spero che gavere’ capi’ come certa gente de certe idee zerca anca i metodi piu’ incommentabili, tipo el trollar su un blog on-line spacciandose per quei che no i xe, per le loro propagande sempre meno filade.

    Resto convinto che xe sempre piu’ urgenza de cambiar aria, dato che semo za’ ‘bastanza in ritardo.

  32. Tergestin ha detto:

    @ Matteo

    Ma coss’ te vol che el sapi dei serbi.
    El sara’ rivado LUI qua da qualche anno, dato che no ‘l scrivi gnanca in dialeto.

  33. Petrovic ha detto:

    Non capisco bene i vostri commenti. Serve di entrare meglio in mentalità dei triestini.

  34. Tergestin ha detto:

    Adesso el sforza anca un finto accento scrivendo tipo “Borat” quando nei post precedenti el scriveva regolarmente in italian.

  35. chinaski ha detto:

    un saluto di moskva. io ragazzo russo molto timidissimo. privjet.

  36. fufo ha detto:

    Se completamente FT !!!
    El tema xe: rapporti ITA-SLO.
    Bel saria comentar quel che xe sta fato (e mi go da un esempio all’inizio) e propor quel che ssaria de far.
    Mi go dito che l’opzion dele CI bilingui pel comun de TS xe stada una bona idea che tanti gnanche no sa.
    Un’altra che diria saria atuabile a bon vantagio dei citadini, xe la posibilita’ (come a GO me par xe gia’) de usufruir dei servizi sanitari de ambo i Stati coverti dal SSN.
    Cossa ne pense?

  37. arlon ha detto:

    Che xe fondamental che esisti una roba del genere, in modo de evitar i dopioni “specializai” e ofrir un servizio meio per tuti.

    Ma se no lo fa chi de dover, e i preferisi ciacolar, no so cosa farghe 🙁

  38. effedici (FDC) ha detto:

    @34, PETROVIC, ako ne razumijes, hoces li da komentiramo na srpskom?

  39. effedici (FDC) ha detto:

    PETROVIC, ako ne glumis, zasto ne pises na nasem? Moja zena je iz Banjaluke… Banjaluka je tvoj glavni grad, hajde reci: odakle si tacno?

  40. effedici (FDC) ha detto:

    31. MATTEO: el fa finta de eser serbo…

  41. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ fufo

    Non in tutto il territorio dei tre comuni costieri sloveni vige il bilinguismo. Sarebbe bene ricordarlo.

    La situazione di Trieste storicamente è paragonabile con quella di Fiume, dove vive la maggiore comunità italiana della ex Jugoslavia (come iscritti alla CI), oppure con quella di Pola, dove vive la seconda per numero di iscritti.

    Il bilinguismo a Fiume non c’è più dal 1954, quando un giorno – durante il periodo più caldo della battaglia diplomatica per Trieste – venne organizzata dal partito una “caccia all’italiano”: vennero distrutte tutte le tracce – anche quelle minime – della lingua italiana in città: insegne, cartelli, targhe… tutto quanto. Gli italiani in città quel giorno si chiusero in casa, e per giorni venne chiesta la loro “mobilitazione volontaria”: in pratica dovevano sfilare per le strade ben intruppati con gli altri, gridando “Život damo, Trst ne damo!”. Chi non lo faceva, giù botte (sempre – sia chiaro – nel segno della fratellanza).

    Riguardo a com’è il bilinguismo in Slovenia, propongo questa citazione virgolettata:

    “Ho riscontrato che alcuni problemi della Comunità nazionale italiana non sono stati risolti al meglio. Voglio fare appello anche ad altre istituzioni affinché affrontino le questioni aperte. Citerò soltanto il bilinguismo visivo, che non è applicato adeguatamente”.

    Chi l’ha detto?

    Il presidente Tuerk, il 21 ottobre 2010, nel corso della sua visita a Capodistria.

    Tuerk, il noto fascio-irredentista-sciovinista italiano.

    L.

  42. matteo ha detto:

    ma che razza di confronto luigi? sarebbe come se confronto il mussolini al tito, due dittatori e due ideologie ch siamo nel 1954 alla fine della guerra?

    per la cronaca a trst in altre piazze si grida al slogan istria ne slovenia ne croazia? che sono destri? dal altra parte gridano in piazza trst je nas? ma te prego, tuto quel che xe slo o slavo xe pura schifeza per tu, pero no te vedi che la schifeza la gavemo anca qua

    sul bilinguismo gavemo za dito, saria solo de contar sempre le stese robe, trite ritrite e un se anoia

    le minoranze le se lamenta cusi a trst che a koper, tipica paranoia italiana

  43. matteo ha detto:

    tergestin

    ma me diverto a veder cosa che el dizi

  44. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    Mi sono limitato a ricordare una cosa risaputa anche dai sassi: la maggiore comunità italiana nella ex Jugoslavia sta a Fiume, dove il bilinguismo non esiste nemmeno di striscio.

    Mi sono poi limitato a raccontare come è stato eliminato nella patria del “Bratstvo i Jedinstvo” il residuo bilinguismo visivo.

    Nello stesso anno in cui a Fiume si consumava questa allegra festicciola, veniva spazzata via la maggioranza (perché era maggioranza schiacciante) degli abitanti di Capodistria, Isola e Pirano, a calci in culo.

    Dopo aver fatto questo, “graziosamente” ai quattro gatti rimasti è stato “concesso” il bilinguismo, a patto che per circa quarant’anni si dicessero felicemente sposati al partito unico senza eccezione alcuna, e a patto che il bilinguismo venisse applicato a spizzichi e bocconi: al mattino “fratellanza”, al pomeriggio “bastonata”.

    Si è andati avanti così in allegria fino all’indipendenza slovena, ovviamente fregandosene con la massima tranquillità del fatto che il trattato di Osimo prevedesse il divieto esplicito di divisione con confini dell’aerale ove vive la minoranza italiana.

    Adesso la situazione della minoranza locale è perfettissima: stanno talmente bene che addirittura spariscono.

    Ma vuoi mettere? Lì sono tutti felici e contenti nel paese dell’Amore Eterno: è da questa parte del confine che vivono i bastardi nazional-fascisti guerrafondai.

    L.

  45. arlon ha detto:

    E se el “interscambio” fossi el bilinguismo sia a Fiume che a Trst?
    Fosimo tuti d’acordo? Volesi veder 😀

  46. arlon ha detto:

    p.s: al che me chiedo: perchè nisun proponi mai accordi “reali” del genere, ma solo ciacole inutili? Cui prodest?

  47. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ arlon

    Per me assolutamente sì: bilinguismo a Trieste di pari passo con Fiume.

    Piccolo problema: finché la Jugo era unita il discorso si poteva fare, ma adesso…

    L.

  48. matteo ha detto:

    certo che non hanno senso le tue parole

    prima parli della jugo ed è la solita solfa, non so, sta benedetta jugo è finita da 20 anni ancora la tiri fuori?

    praticamente è come se tirassi fuori il duce e le persecuzioni ogni santo giorno, dio magari uno si fa due risate magari uno si ricorda delle cose ma poi alla lunga stuferebbe sto benedetto duce e il suo fascismo oramai sepolto e morto

    poi mi parli di come viene trattata la minoranza al di la, ma a me personalmente che me frega? abito al di la o la di qua? se critico quelli al di la devo pur vedere che al di qua sia perfetto o guardo loro e intanto non faccio nulla? questa è la tipica risposta che leggo sui forum, reciprocita, che secondo me è una cavolata

    alla fine pero da noi che rimane? associazioni che non vogliono il bilinguismo e io devo preoccuparmi che al di ci sia il bilinguismo? allora la reciprocita decade anche di la a questo punto? eh no la vogliono lo stesso ma guai alla carta bilingue a trst, ma guai alla scritta trst, ma guai alla scritta sui documenti bilingue ecc

    fai pure parla che io dico che il paese italia è fascista e guerrafondaio, parole che non ho mai detto e mai diro dato che non lo è, ma sono sicuro che tu vedi la slovenia come la jugo del 1945 o sbaglio? slavocomunisti infoibatori

  49. matteo ha detto:

    ma adesso ce la unione europea, la croazia entra in eu e sono severi riguardo alle minoranze, che poi sarebbe un colpaccio per la minoranza italiana in croazia, anche per gl’esuli cosi si comprano le case se vogliono

  50. Petrovic ha detto:

    Il bilinguismo in Istria è essenziale. A Pola non c’è un cartello in italiano. C’è qualcosa solo nell ex zona b. L’Istria deve diventare come l’Alto Adige. Perchè i politicanti italiani non premono per questo riconoscimento sacrosanto? Non chiediamo terreni o case. Chiediamo l’Istria a statuto speciale come il trentino ed il Friuli VG.

  51. effedici (FDC) ha detto:

    PETROVIC mente sapendo di mentire quando afferma: “Il bilinguismo in Istria è essenziale. A Pola non c’è un cartello in italiano.”

    A Pola il bilinguismo è TOTALE. Circa 10 anni fa è stata rifatta tutta la toponomastica, risalendo prevalentemente a quella pre-fascista e pre-comunista. Così la VIA ALLA STAZIONE/KOLODVORSKA è tornata totale dopo essere stata VIA ANTONIO SALANDRA, VIA DUCA D’AOSTA e GORTANOVA ULICA/VIA VLADIMIR GORTAN.

  52. matteo ha detto:

    si petrovic, poi mi spieghi perche in istria il bilinguismo deve essere totale mentre a trst e goriza no passando su sino a tolmezzo senza dimenticare la slavia veneta

  53. Petrovic ha detto:

    matteo.
    Semplice. Non risulta che territori jugoslavi siano mai passati all’Italia. Viceversa si. Quindi prima di tutto il bilinguismo va applicato in territori che hanno cambiato amministrazione. Poi man mano si giudicheranno anche altri territori. Vedi che noi di origine serba abbiamo le idee chiare su croazia e slovenia ed anche su Kosovo ed albania.

  54. Petrovic ha detto:

    FDC
    A Pola non esiste il bilinguismo nè visivo, nè ufficiale, nè comunale.

  55. matteo ha detto:

    eh? la minoranza e il bilinguismo non funziona mica cosi

    non importa se sono mai stati jugo o altro, importa che la popolazione sia risieduta da secoli e secoli, la nazione è l’ultima cosa

  56. matteo ha detto:

    allora secondo il tuo ragionamento ci dovrebbero essere tabelle scritte in tedesco e anche in francese, kosovo e albania non credo minimamente che intendi siano non serbe

  57. dultan ha detto:

    si e prima iera tutto austria e allora mettemo anche il tedesco, mi son favorevole!

  58. Petrovic ha detto:

    matteo
    Il tuo ragionamento crolla dal momento che le popolazioni sono state costrette ad esodare sennò poteva avere un fondamento. Il Kosovo, regione serba, è stata invasa nei secoli fino a ridurre a minoranza gli autoctonie poi è stata staccata con i bombardamenti.

  59. matteo ha detto:

    allora vediamo il bilinguismo dei friulano, etnia italiana sotto austria italia venezia ecc, però hanno una lingua diversa e sono un popolo diverso

    quindi kosovo je srbija o no? il bilinguismo deve esserci o no?

  60. arlon ha detto:

    @Luigi: adesso basta intortar la UE, no vedo problemi e saria un bon lasciapassar de entrata per la Croazia.
    Qualchidun che ga poter decisional ga mai proposto niente del genere?
    Per esempio un tavolo a 3, serio e con pressioni europee, per sistemar una volta per tute i danni del secolo pasado?

    Ormai savemo che mantignir el status quo xe ben più comodo, facile, e porta bei voti senza sforzo.

  61. matteo ha detto:

    arlon

    no i vol che la croazia entri in ue per el semplice motivo de quel che te ga dito, per questo no i zerca de riosolver, ge va piu bene che mai, i trova ampio consenso che dopo no i lo gavera piu, le cose piu tempo resta cusi meio xe per lori, per questo non solo no i vol meterse a parlar ma nemeno i vol risolver la question, saria una perdita considerevole

  62. matteo ha detto:

    cmq xe za qualcosa

    ”Il presidente sloveno Danilo Turk vuole un contatto diretto con gli esuli italiani perche’ eredi di una cultura che rischia di estinguersi”: lo ha riferito Lucio Toth, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd), che nei giorni scorsi, a Roma, ha incontrato il capo dello stato sloveno. ”Per noi – ha spiegato oggi Toth, interpellato dall’ANSA – quelli di Turk in Italia sono stati giorni positivi. Ora bisogna vedere fino a che punto l’apertura mentale di Turk possa trovare corrispondenza nell’atteggiamento del governo sloveno e delle autorita’ locali”.
    Toth ha poi smentito l’Unione degli Istriani, secondo cui la Slovenia, nel corso della visita di stato, avrebbe chiesto la restituzione di alcune opere d’arte e l’applicazione del bilinguismo integrale a Trieste. ”A me non risulta – ha detto il presidente dell’Anvgd – che sia stata fatta alcuna richiesta, e se non ci sono richieste ufficiali non se ne parla. Non so se chi ha detto queste cose – ha ironizzato Toth – avesse delle cimici, ma queste cose non sono state dette”. ”Il percorso del concerto del 13 luglio a Trieste e di questa visita – ha aggiunto – non significa rinunciare a cio’ che abbiamo chiesto ai governi di Italia, Slovenia e Croazia, anzi: apre il dialogo, soprattutto sulle restituzioni dei beni – ha spiegato Toth -. In ogni caso dobbiamo evitare di sollevare i polveroni. Chi solleva polveroni – ha concluso – vuole solo boicottare lo spirito di Trieste”.
    http://www.anvgd.it/index.php?option=com_content&task=view&id=10825&Itemid=111

    22 gen – Codarin e Ziberna: rapporti con Slovenia in netto miglioramento

    I rapporti fra Slovenia e Italia sono in netto miglioramento. Lo hanno ribadito ieri il presidente della Federazione degli esuli, Renzo Codarin, il vice presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia per Gorizia, Rodolfo Ziberna e Roberto Rovis, presidente dell’Associazione delle comunità istriane.
    «C’è un miglioramento favorito anche dalle associazioni come la nostra», ha detto Codarin. E ha aggiunto: «Le nostre ragioni sono finalmente comprese e questo è frutto di un lavoro politico fatto d’accordo con il Quirinale e il ministero degli Esteri. Solo con un atteggiamento di questo tipo – ha spiegato – basato sul rispetto delle reciproche memorie, si può arrivare alla soluzione delle problematiche ancora aperte. Esiste un reale cambiamento da parte delle istituzioni slovene nei confronti dei diritti di coloro che hanno dovuto lasciare le loro terre dopo la seconda guerra mondiale e siamo orgogliosi di quanto è stato fatto, anche se è ancora lunga la strada da fare. Speriamo che presto anche la Croazia –possa entrare in questo contesto di comuni relazioni fra Stati».
    «Non so quanti hanno capito che stiamo attraversando una fase cruciale nei rapporto fra i due Paesi – ha affermato Ziberna – perché non c’e più rivendicazione, ma condivisione della memoria. Oggi si può far conoscere quanto è accaduto senza problemi. Nessuno impone agli altri una sola interpretazione dell’accaduto e sono finiti i compartimenti stagni, c’è un nuovo spirito che anima i rapporti. Siamo pronti – ha concluso il presidente dell’Anvgd di Gorizia – a continuare a privilegiare il dialogo».
    Per Rovis invece «questi passi di buona volontà sono importanti e noi possiamo cercare di favorire il clima, lavorando assieme affinché i problemi si risolvano. Sulle opere d’arte – ha concluso, facendo riferimento a un tema di stretta attualità – siamo per il loro mantenimento a Trieste, in particolare nel museo dell’Irci. Sarebbe un elemento qualificante se restassero qui».
    Un tema toccato in una nota anche dall’Unione degli istriani con il presidente Massimiliano Lacota che in un telegramma invita Berlusconi «a salvare i quadri istriani come ha giustamente inteso salvare i colibrì del parco di Miramare».
    All’incontro di ieri della Federazione degli esuli ha preso la parola anche Stelio Spadaro: «Chi rivendica i quadri lavora contro lo ”spirito di Trieste” – ha sottolineato – e chi ha questa impostazione torna indietro nella storia. L’arrivo dell’Italia a Pirano e Capodistria dopo la fine della prima guerra mondiale – ha concluso – non può essere considerata un’occupazione».
    (u.s. su Il Piccolo del 22 gennaio 2011)
    http://www.anvgd.it/index.php?option=com_content&task=view&id=10830&Itemid=111

    dopo chi dizi el contrario?

  63. arlon ha detto:

    Inutile “iluderse”: ne la UE i entrerà, eccome.
    Solo, che el momento dove Italia e Slovenia pol contratar condizioni, o propor situazioni vantagiose per tuti, xe deso.
    La Slovenia sto “credito” lo spreca per beghe mone de confin, l’Italia no sa nianche che sto confin esisti, quele do volte che ‘coresi.

  64. massimo ha detto:

    fufo per quanto riguarda i servizi sanitari ormai xe collaborazion zero a GO. penso che si poteva far un uso migliore dell’ospedal vecchio adesso in rovina, visto che gaveva collegamenti sotterranei con l’ospedale di san pietro

  65. matteo ha detto:

    arlon

    ma xe facile, xe pasa tanti de quei ani che no ghe interesa piu gnente a nisun

  66. fufo ha detto:

    XLuigi
    Nei tre comuni costieri SLOVENI che cioè appartengono amministrativamente ad uno stato che volenti o nolenti fa parte dell’UE vige una legge di tutela della minoranza italiana che prevede anche l’uso della lingua italiana nei rapporti coi cittadini. Io l’ho più volte preteso ed è stato applicato. Per gli esercizi commerciali stessa roba: dev’essrci qualcuno che DEVE sapere l’italiano.
    Questa E’ la situazione oggi nel 2011.
    Quello che era nel 1947 era allora…passato…
    Resta il fatto che i documenti d’identità dei cittadini dei comuni costieri SLOVENI vengono redatti in AMBO LE LINGUE.
    A TS per merito del sindaco DiPiazza (argomento della discussione) siamo arrivati nel 2009 (se non erro) a poter scegliere di avere anche la CI redatta in italiano e sloveno.
    Il mio elogio va a questo sindaco, che pur essendo di destra ripeto ancora ha voluto e saputo dare impulso di progresso alla città.
    Ma purtroppo anche in questo forum, noto il solito spirito della NOSEPOL city: critiche e discussioni sterili, tipicamente legate a eventi molto lontani alle realtà odierne (glbalizzazione?), e nessuna proposta o idea costruttiva.
    Quasi quasi, un come DiPiazza TS gnanche se lo meritava… el xe tropo avanti per sta mentalità vecia…

  67. fufo ha detto:

    Comunque a chi ghe interessava quante CI bilingui xe in comun de TS (+ provincia), posso dir che devi essser circa un 30.000, infati (mi la go) la xe codice AA co un numero sui 30000.
    Altri amici che la ga fata prima de mi ga sempre AA un poco piu’ basso.

  68. maja ha detto:

    @fufo68

    De chi xe el merito delle carte bilingui? De Dipiazza? Ma stemo scherzando?!

    Dipiazza se sa ga solo limità a applicar el minimo indispensabile una legge dello stato approvada dal governo de sinistra nel 2001 e resa effettiva dalla firma del necessario decreto del presidente della repubblica nel 2007.

    Te informo anche che la suddetta legge ga reso *facoltative* le carte de identità bilingui in tutti i comuni che ga richiesto l’applicazion della legge. Prima, nei comuni minori dell’altopiano, le carte bilingui iera *obbligatorie* per tutti, ora le vien rilasciade solo su richiesta. Bene, sappi che el comun de trieste se ga rifiutà de rilasciar carte bilingui fino alla firma del D.P.R., anche se la legge che le istituiva iera stada za approvada, col risultato che dal 2001 al 2007, nei comuni dell’altopiano le carte de identità monolingui (solo in italian) le vigniva firmade da un commissario perchè i sindaci se rifiutava de firmarle, fintanto che anche el comun de trieste non gavessi inizià a rilasciar quele bilingui. Però un commissario che firmassi le carte bilingui nel comun de trieste no se lo ga mai visto, varda caso.

    Merito de Dipiazza? Ma te ga visto che razza de gente che el ga in giunta? Te par che i gavessi approvado una roba del genere se no i saria stai costretti da una legge dello stato?

  69. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ fufo
    Ciò che dici non è del tutto vero: non in tutto il territorio dei tre comuni costieri vige il bilinguismo.

    Per gli esercizi commerciali privati non esiste alcuna norma. Ho anche un piccolissimo esempio personale: col rigattiere di Pirano che sta appena dietro il palazzo “Lassa pur dir” a maggio del 2010 io ho dovuto parlare in inglese. Quando è arrivata la persona che aspettavo (una signora della minoranza), mi ha detto che da qualche anno questi casi sono sempre di più, e che oramai anche i giovani che parlottano l’italiano non capiscono l’istroveneto. In pratica, la zona costiera della Slovenia – essendo abitata in massima parte da gente “importata” negli ultimi cinquant’anni – è quella nella quale maggiormente si usa lo sloveno standard.

    Per gli esercizi e gli enti pubblici l’obbligo c’è, ma spesso la legge non viene rispettata. Caso noto perché uscito fuori anche sui giornali: l’anno scorso nell’ospedale di Isola è stata ricoverata un’anziana che non sapeva lo sloveno: nessuno del personale la comprendeva. E’ dovuta arrivare la figlia per fare la traduzione, e le è stato detto che in Slovenia si parla lo sloveno.

    L.

  70. maja ha detto:

    luigi, correggimi se sbaglio, ma ho idea che l’obbligo del bilinguismo sia applicabile ai soli cittadini della repubblica di slovenia.

    mi spiego: se un cittadino sloveno che si dichiara come appartenente alla comunità italiana in slovenia si reca a un qualsiasi ufficio pubblico sul territorio in cui vige l’obbligo del bilinguismo, ha il diritto di interloquire con il pubblico ufficiale in italiano, ma l’obbligo non vale per i cittadini dei paesi esteri, ancorchè italiani.

    cioè: se un triestino va al comune di isola, per esempio, il pubblico ufficiale potrà parlargli in italiano, se ne ha voglia, altrimenti avrà tutto il diritto di dirgli che in slovenia si parla lo sloveno.

    o sbaglio?

    P.S. Se ti va, quando passi da Trieste, fai un salto all’ufficio anagrafe o dello stato civile sito in piazza unità e dichiara di volerti avvalere del diritto di parlare in sloveno.

  71. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ maja
    Hai ragione, ma mi sono spiegato male: la vecchia di cui parlo era un’italiana cittadina della Slovenia. Una della minoranza italiana.

    Un tempo era frequente trovare dei vecchi in Istria che non sapevano lo sloveno o il croato. L’ultima volta che m’è capitato di trovarne uno, è stato a Lussino una decina d’anni fa: una vecchia ospite della locale casa di riposo, con la quale feci una lunga chiacchierata seduti in un bar nel madracchio di Lussingrande (un edificio una volta di proprietà dello zio di mia moglie). Mi disse che non l’aveva mai imparato, perché si rivolgeva a tutti in veneto.

    Riguardo a ciò, mi sono anche capitati dei fatti singolari: vicino a Montona sono stato ospite di una famiglia di “mangiaitaliani”. Gente cordiale, ma tanto per chiarire le cose mi hanno fatto tutta una tirata sulla grandezza della Croazia e sul fatto che in Italia tutti sono fascisti, salvo eccezioni. Il tutto in un italiano molto stentato.

    Il giorno dopo mi sveglio presto e vado a fare un giretto attorno alla casa. C’è una coppia di vecchi con una capretta, e sento che parlano alla capretta in istroveneto. Li saluto e iniziamo a ciacolare del più e del meno, fino a quando scopro che questi sono i genitori del “mangiaitaliani”. Dopo un po’ viene fuori che sono di Venezia, e allora la vecchia mi chiede se conosco un tizio (mi dà il nome e cognome) che abita a Marghera. Io rispondo di no, e lei aggiunge che è il suo fratello: tutti i suoi cinque fra fratelli e sorelle sono esodati, e questo s’è fermato a qualche chilometro da casa mia. Lo zio del “mangiaitaliani”.

    L.

  72. Srečko ha detto:

    maja

    E Luigi, nebodigatreba, ci andra’?

    Ti consiglio di comprarti un posto in tribuna d’elite per goderti lo spettacolo.

    Io mi godro’ la mondovisione dal salottone di casa mia… 🙂

  73. Srečko ha detto:

    Luigi

    Perche’ non rispondi al PS di Maja?

  74. Luigi (veneziano) ha detto:

    Srecko! Era da un po’ che non mi riservavi le tue consuete parole d’amore. Di’ la verità: io ti arrapo.

    @ maja
    Scusa, ti dovevo la risposta sullo sportello di Trieste. Non ho dubbi che la legge sul bilinguismo non sia applicata a Trieste, per cui non ho dubbi che se tu ti presenti parlando sloveno allo sportello ti guarderanno come un marziano.

    Cosa uguale e contraria accade a Fiume, dove vive la maggiore comunità degli Italiani di tutta la ex Jugoslavia. Non è Slovenia – lo so: è solo per raccontare che la strada da percorrere in certi casi è molto ampia.

    L.

  75. matteo ha detto:

    luigi

    ma che razza di esempio, conoscevo persone anziane che non parlavano l’italiano o parlavano talmente male che non si capiva nulla

    poi che centra parlare della slo se parliamo del bilinguismo a trst??

  76. maja ha detto:

    @ luigi

    quindi, ricapitolando: la signora aveva il diritto di parlare in italiano all’ospedale di isola, ma questo diritto non è stato rispettato.

    viceversa, il veneziano *non* aveva il diritto di parlare in italiano col rigattiere di piran e, giustamente, si è arrangiato con l’inglese.

    P.S. In italia non c’è alcuna legge sul bilinguismo italo-sloveno. C’è solo una legge di tutela. Indi per cui, se io chiedo di parlare in sloveno allo sportello in piazza Unità per richiedere la mia carta di identità bilingue, dovrò intanto attendere l’arrivo del traduttore, il quale mi spiegherà che devo recarmi all’ufficio preposto, apportunamento nascosto alla vista in via giotto, dove potrò rivolgermi all’addetto che gentilmente mi accompagnerà in veste di interprete allo sportello dove un pubblico ufficiale che non sa lo sloveno potrà stampare la mia carta di identità bilingue. Semplice, no?

    P.S.bis Pure mia nonna in casa di riposo parlava solo in dialetto sloveno. Il triestino lo sa, eccome se lo sa, ma lo parla solo quando vuole lei. Sono i (pochi) vantaggi dell’età avanzata.

  77. Srečko ha detto:

    matteo

    Ti rispondo per Luigi, che la risposta non tela dara’ mai!!!

    La miglior difesa e’ l’attacco!

  78. Ciano ha detto:

    @78 maja

    chapeau! :o)

  79. Fufo ha detto:

    Rispondo al Luigi: il problema dell’applicazione di una legge di tutela di una minoranza linguistica appartenente ad un paese confinante, è tipicamente direi per logica, legata alla reciprocità di trattamento.
    Inoltre, uno straccio di legge anche se a volte mal applicata, in SLOVENIA (non parlo per la Croazia, leggi Fiume) esiste.
    Tale reciprocità non c’è a TS (comune) e quindi la legge viene a volte vista dai sloveni della costa come un obbligo e non un diritto.
    Per quel che riguarda il tema della CI, a TS avevamo pure la Propustnica redatta in ben tre lingue, ma nessun se lamentava, guai no ‘verla, senza iera = BENZINA NISTA…
    @70 comunque penso che DiPiazza sia sincero, ed è una fortuna che le CI bilingui a TS siano spuntate fuori durante il suo mandato, così si sono evitate polemiche che sarebbero state attribuite ad una giunta di sinistra.
    Speriamo comunque nello spirito di collaborazione/partecipazione che sembra emergere da parte di tutti, a valle dell’incontro di Roma.

  80. maja ha detto:

    Dipiazza sarà pure sincero, ma senza l’avallo della giunta non può fare niente e non mi sembra che i suoi assessori siano altrettanto “sinceri” (o cerchiobottisti).

    Sono tuttavia disposta ad ammettere che dopo 60 anni di perculamenti qualche (piccolo) passo in avanti è stato effettivamente fatto, anche grazie al pragmatismo di questo sindaco- commerciante.

    Inanto il buon luigi è sparito. Gli sarò venuta a noia…

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