12 Gennaio 2011

Colpo di reni del Porto di Monfalcone: “I dati fanno sperare in una ripresa per il 2011”

Deciso colpo di reni sul finire dell’esercizio 2010 relativamente ai traffici di sbarchi ed imbarchi del porto di Monfalcone. “Malgrado i dati tendenziali non facessero intravedere il raggiungimento di 3 milioni di tonnellate, abbiamo sempre creduto che tale traguardo potesse essere non solo raggiunto, ma anche superato. Si tratta di un dato importante, che, se anche in flessione del 3,6% rispetto al 2009, ha sicuramente posto un punto fermo in una generalizzata flessione sui traffici. Il fatto che un sostanziale recupero sia stato realizzato durante l’ultimo trimestre fa ben sperare per un consolidamento dei volumi nell’inizio 2011, ponendo le basi per un recupero di crescita nel corso dell’anno”, comunica l’Azienda speciale per il porto.

Nello specifico nel 2010 sono state movimentate 3.087.560 t rispetto ai 3.203.909 t dell’anno precedente, di cui 2.748.047 t allo sbarco (-0,14%) e 339.513 t all’imbarco.
Il traffico di cellulosa, una delle principali merceologie del porto con 874.521 t trattate, in aumento del 19,2% rispetto al 2009, mentre i prodotti metallurgici sono scesi a 1.081.247 t rispetto a 1.343.220 t, con un calo percentuale del 19,50%. Da rimarcare la performance della movimentazione di autovetture/autoveicoli cresciuta quasi del 23%, fino a 64.607 unità.
Da rilevare che i combustibili risultano più che dimezzati rispetto al passato (668.016 t nel 2010), attribuendo quindi maggiore significato al recupero dei volumi di traffico, dato che la diminuzione dei combustibili ammonta ad oltre 500.000 tonnellate.

Vale la pena cogliere l’occasione per evidenziare due importanti nodi legati allo sviluppo del porto: il primo, l’escavo del canale, che secondo progetto originario doveva essere realizzato a -12,50 m.
I lavori hanno determinato il conseguimento, invece, di -11,50, lavori gestiti dal Genio Civile per le Opere Marittime di Trieste così come previsto dall’Accordo di Programma Quadro con lo Stato, per motivi di carattere tecnico-burocratico, sempre gestiti dal citato ufficio Genio Civile per le Opere Marittime di Trieste. In effetti quota parte delle risorse non utilizzate per i motivi suddetti, sono ancora nella disponibilità della regione Friuli Venezia Giulia, la quale, peraltro, si è già attivata con la collaborazione dell’Azienda Speciale per sbloccare il complicato iter burocratico, la cui responsabilità è sempre restata in capo al predetto ufficio del Genio Civile per le Opere Marittime di Trieste. La regione Friuli Venezia Giulia ha, inoltre, assicurato la disponibilità delle quote di risorse finanziarie aggiuntive per il completamento dell’opera.

Il secondo, il progetto di cabotaggio. Da circa 3 anni risultava “bloccato” l’iter per la realizzazione della Stazione Marittima per presunte difficoltà interpretative delle disposizioni ministeriali; per iniziativa dell’Azienda Speciale sono stati superati gli annosi legacci grazie anche all’intervento dell’Autorità Marittima sul Ministero.
Anche nel 2010 l’Azienda Speciale è risultata sempre in prima linea per la realizzazione di infrastrutture e le iniziative promozionali per lo sviluppo del porto di Monfalcone.
L’ambizioso progetto che vedrà Monfalcone assoluta protagonista nello sviluppo dei traffici contenitori, del quale l’Azienda Speciale per il Porto della CCIAA di Gorizia è entusiasta sostenitrice, darà allo scalo il definitivo impulso per un grande ruolo da protagonista, in cooperazione e sana competizione col sistema portuale Alto Adriatico.

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