10 Gennaio 2011

Acegas Trieste: nella partita perfetta, “Freddy” Krueger Raspino e un fido Scutiero

Partita perfetta, conduzione perfetta

Tommaso Raspino (foto A.Cervia)

Sagacia tattica, coraggio e psicologia, sono gli ingredienti che hanno elevato la conduzione di coach Dalmasson a impeccabile, priva di sbavature, in linea con quella della squadra, per un successo da standing ovations. Sagacia tattica nel capire che, se Benevelli rappresentava il terminale più continuo trentino, era Luca Conte l’anima della Bitumcalor, l’uomo capace di ribaltare l’inerzia dei match con conclusioni “in striscia”, esattamente come fece all’andata; il suo “segugio” Raspino ha morso le caviglie del cannoniere, la squadra ha aiutato a dovere ed ecco che Ferrarese e soci hanno perso il leader naturale. Coraggio, nel gettare nella mischia l’imberbe Scutiero, regalandogli 14 minuti importanti di parquet, piuttosto di portare al collasso Busca o prestare al ruolo Vidani o Bocchini; psicologia, nel caricare le batterie ai suoi dopo la vittoria di Riva del Garda di qualche giorno fa, creando l’ “effetto quadrato” dopo l’infortunio di Benfatto rendendo tutti partecipi di un successo, nessuno escluso.
Quando coach e squadra parlano la stessa lingua e la congiunzione degli astri regala serate al tiro da 52% da tre punti, allora Trento o chiunque può solo piegarsi alla legge del Palatrieste!

Tommaso Raspino, l’incubo di Luca Conte, è mezza vittoria Acegas
Come in un film, Tommaso Raspino ha impersonificato le sembianze di Freddy Krueger nella nota serie Nightmare, tormentando gli incubi di…Luca Conte, alla ricerca spasmodica per 30 minuti di tiri possibili o solo di ricezioni possibili. Niente da fare, forse i soli 10 minuti di panchina sono stati la parentesi serena al Palatrieste, per il resto tanta fatica, 2/7 al tiro su azione e soli 7 punti realizzati, un bottino che la dice lunga sulla serata storta incontrata. Come già sottolineato in altre occasioni, le gambe mobili e l’altezza adeguata per marcare più tipologie di avversari, fa di Raspino un jolly fantastico a disposizione di Dalmasson e, nel caso specifico di Trento, fermato Conte si è già fermato il 40% della squadra.

Trento con le pile scariche ma con idee ancor più confuse
Decisamente una partita giocata contro Brescia giovedì non poteva che lasciare strascichi dal punto di vista mentale, un piccolo “svuotamento” degli stimoli dopo l’importante affermazione poteva essere previsto da coach Buscaglia in vista della sfida con Trieste. Però, è anche vero che qualche agevolazione alla causa triestina c’è stata, prima fra tutte la totale o quasi superficialità nel studiare il piano gara saputo dell’infortunio del lungo di ruolo triestino Benfatto; 17 tiri tentati fra Gandini, Zivic e Benevelli e soli 8 liberi tentati globalmente denunciano l’assenza di pericolosità offensiva, il patto di non belligeranza contro una probabile vittima predestinata, Daniele Magro, fra l’altro collezionista di falli (e non tutti meritati ndr.). Anche Ferrarese poteva in teoria abusare dell’età di Busca e della fragilità di Scutiero, invece si è limitato, con scarso successo, a sparacchiare da tre punti (1/5); ultimo non ultimo, coach Buscaglia ha atteso  un parziale di 16-2 prima di chiamare time out e fermare l’emorragia di squadra, ormai troppo tardi per frenare la marea biancorossa.

Che lucidità, che terzo quarto, che Scutiero!
Quando si legge lo scout alla voce “palle perse” e se ne contano 12 si pensa ad un possibile errore di registrazione, perché in una partita dalla notevole fisicità questo dato è rimarchevole. Merito senz’altro dei quasi 26 minuti di Busca con un solo pallone gettato  a fronte di 3 assist e di un gioco fluido e controllato in attacco, anche sotto la pressione della zona tutto campo trentina. Nel terzo quarto il capolavoro balistico: 5/8 da tre punti (con l’ “one man show” Maiocco), 7/8 ai liberi  (con il secondo “one man show” Colli), 24 punti segnati contro i 10 di Trento, e la spinta decisiva per la vittoria finale. Scutiero è uno che non ha il nome sulla maglia, che sullo scout non il nome registrato, che ha i chili di una gamba di Busca… eppure è tornato ad incantare per presenza sul parquet, una personalità e letture del gioco di un veterano, una freddezza da serpente a sonagli e garanzia per ogni allenatore che lo schieri in campo; da oggi non solo a Trieste qualcuno farà meno fatica a ricordare il suo nome senza la stampa sulla canotta, anche a Trento qualcuno ricorderà…

Raffaele Baldini

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