7 Gennaio 2011

Lo sparviere, rapace che frequenta il carso triestino e goriziano

Qualche giorno fa è apparsa una segnalazione da parte di Ivan Doglia sulla presenza di uno Sparviere in centro a Trieste. Dopo aver lasciato un breve commento alla notizia vorrei descrivere meglio questa specie.

Foto di tietoukka

Lo Sparviere o Sparviero (Accipiter nisus) è un rapace diurno che frequenta il Carso Triestino e Goriziano. Predilige, infatti, zone boscose e cespugliose intervallate da radure e spazi aperti, tipiche dell’area naturale alle spalle di Trieste.
I due sessi sono diversi: innanzitutto le femmine sono fino ad un terzo più grandi dei maschi. Esse presentano una colorazione grigio bruno uniforme sulle parti superiori, mentre quelle inferiori sono biancastre fittamente striate di scuro. Il maschio ha la testa e e le parti superiori color grigio ardesia scuro, mentre quelle inferiori sono biancastre fittamente barrate di bruno rossiccio. I giovani presentano un colore bruno rossiccio, come si vede nella foto di Ivan Doglia.

Foto di NotMicroButSoft

Entrambi i sessi mostrano un evidente sopracciglio bianco, caratteristico della specie. Hanno tarsi molto lunghi, di colore giallo come le zampe, le quali presentano artigli lunghi e acuminati. L’apertura alare si aggira sui 60/80 cm. Il peso varia dai 110 grammi di un piccolo maschio agli oltre 300 di una grossa femmina.
La tecnica di caccia prevede l’inseguimento della preda volando a quota medio bassa, con rapidi cambi di direzione nel fitto degli alberi, grazie alle ali arrotondate e alla lunga coda. E’ capace anche di volare bassissimo sul terreno, seguendone la morfologia, per farsi scorgere dalle prede solo all’ultimo momento.

Foto di Sergey Yeliseev

Le zampe munite di tarsi e artigli lunghi gli permettono di afferrare le prede in volo, a fine inseguimento. Oltre che uccelli di piccole/medie dimensioni (70%), può catturare anche piccoli mammiferi e grossi insetti.
Lo Sparviere, come altri uccelli rapaci, dopo aver catturato la preda la spiuma parzialmente, per poi consumarla in un luogo sicuro. E’ un cacciatore molto determinato e a volte si mette nei guai, andando a sbattere contro le vetrate di una finestra se vede, ad esempio, un uccellino in gabbia in un appartamento o finisce intrappolato nei pollai quando va a caccia dei passeri che si cibano del mangime delle galline.
Il nome della specie potrebbe derivare dal latino “sparvérius”, derivante a sua volta dal greco “sparàsso” che significa dilanio, lacero. “Nisus” invece è parola latina che significa sforzo, nel senso che, a volte, si sforza di catturare prede più grandi di lui, specialmente quando veniva utilizzato nella falconeria.

Astore. Foto di poecile05

Simile allo Sparviere è l’Astore (Accipiter gentilis), in pratica una copia di dimensioni più grandi, tanto che le femmine possono raggiungere un’apertura alare di un metro e venti per un peso oltre il chilo. Questa specie è stata scelta come simbolo della Riserva Naturale del Monte Orsario/Medvedjak, nel comune di Monrupino/Repentabor, in provincia di Trieste.
Questi uccelli, benché relativamente comuni nelle nostre zone, non sono molto facili da osservare, a causa della loro natura riservata. Tuttavia durante un’escursione sul Carso può capitare di imbattersi in qualche esemplare, specialmente durante uno dei loro voli di caccia. Tempo fa ne vidi uno inseguire una Ghiandaia in Val Rosandra: l’aveva quasi raggiunta, ma riuscì solo a strapparle l’intera coda. In un’altra occasione potei osservare un piccolo maschio nella zona industriale di Trieste volare orizzontale sul tetto di un capannone, scendere in verticale lungo la parete, volare a meno di un metro dal suolo, superare una recinzione per poi riabbassarsi a sfiorare il terreno e infine sferrare l’attacco a dei passeri di un piccolo appezzamento agricolo tra gli insediamenti industriali.
Spettacolare fu la cattura di un Gabbiano comune nelle paludi della Riserva Naturale di Kopački Rit, in Croazia. Uno Sparviero, dopo aver inseguito il gabbiano ignaro, lo superò approfittando di un cespuglio di canna palustre. Piazzatosi improvvisamente davanti alla preda gli piantò gli artigli nel petto, trascinandolo poi nel fitto del canneto.
Per vedere immagini e brevi video sullo Sparviere vi consiglio:
www.arkive.org/eurasian-sparrowhawk/accipiter-nisus/#src=portletV3api

Leggi gli itinerari pubblicati finora.

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3 commenti a Lo sparviere, rapace che frequenta il carso triestino e goriziano

  1. bernydj ha detto:

    lo go visto anche mi tra basoviza e longera che sorvolava in cerca de qualche preda !!!

  2. Cesca ha detto:

    Peccato che ci siano delle persone, in aumento costante, che si improvvisano falconieri, oppure semplici “detentori” di uccelli da preda, con la mania di collezionare animali che dovrebbero restare liberi in natura, ma soprattutto coloro che allevano e vendono questi volatili a scopo di lucro, senza curarsi minimamente nelle mani di chi essi vandano poi a finire… Le solite ingerenze innaturali e molto umane…

  3. Donatella Lovrecich ha detto:

    Lavoravo a ternova piccola,e ho visto 3rapaci grandi come aquile ,stesso verso,i me ha dito che se aquile bianche.possibile?

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