5 Gennaio 2011

Ikea Villesse senza autorizzazioni? La casa madre smentisce: “Certi di aver agito nel rispetto delle norme”

Preceduto da mesi da alcune “voci di corridoio”, esplode oggi il caso-Ikea Villesse, con una lettera che la Regione avrebbe inviato al colosso svedese. L’oggetto sarebbe la mancanza della Valutazione di impatto ambientale per la realizzazione del punto vendita di Villesse.

Contatta da Bora.La, Ikea risponde che “l’area sulla quale sorge il negozio di Villesse è stata acquistata nel 2008 da Arco srl con tutte le autorizzazioni previste dalle leggi vigenti all’epoca. IKEA Italia condurrà ovviamente tutte le verifiche necessarie circa le autorizzazioni ottenute, anche se certa di aver agito nel rispetto di tutte le norme”.

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46 commenti a Ikea Villesse senza autorizzazioni? La casa madre smentisce: “Certi di aver agito nel rispetto delle norme”

  1. isabella ha detto:

    e si accorgerebbero adesso?

  2. Ettore ha detto:

    A me hanno insegnato che prima si presenta un progetto, con tutte le carte, relazioni, documenti varie, e poi si costruisce.
    In Friuli sto notando che se la costruzione riguarda un Privato molto potente o RFI, prima si costruisce, poi si prentano i documenti, ma questa è legalità?
    l’impianto deve essere, in primis, sequestrato, poi abbattuto.
    La sanatoria non è ipotizzabile perchè un cittadino potrebbe fare lo stesso, ma a lui, sicuramente, la casa la farebbero abbatterre, basta vedere, in Provincia di Roma, le villette, prive di VIA e Vas, vendute a persone; adesso la Magistratura ha ordinato l’abbattimento; perchè non si dovrebbe fare lo stesso qui?
    Comunque la Via l’hanno presentataa in data 11/2010 e non come prevede la Legge, insieme al progetto!
    Ettore

  3. isabella ha detto:

    Sbaglia chi costruisce senza avere ancora i permessi in mano, ma sbaglia anche chi dovrebbe vigilare.

  4. Ettore ha detto:

    Concordo!
    Il problema adesso è dato da chi ha collaudato l’opera, rischia sanzioni Penali.

  5. Ettore ha detto:

    Adesso Ciriani dice che non è a rischio demolizione, però secondo me sbaglia.

  6. Paolo Giordani ha detto:

    Figurati se la demoliscono. La soluzione la si trova! A costo di pagare qualcosina per una “multa” magari. Qualche penale ….chissà. E IKEA rimarrà li dov’è. Anzi, visto che ci devono costruire il mega centro commerciale a fianco (per il quale dovranno essere presentati progetti, relazioni, etc), vedrai che la VIA per l’intero complesso sarà presentata con questa documentazione! … E tutto tornerà magicamente a posto.

  7. Ettore ha detto:

    Io non oso.pensare che finisca.cosi’!
    In altri casi analoghi, tipo: circeo nel gennaio 2010, Provincia di Roma nel 2010, Barletta nel 2009, la Procura ha chiesto ed ottenuto prima.il sequestro e poi la demolizione.
    La normativa e’ chiara, prima presenti la VIA insieme al progetto ed a tutta la docuentazione, poi incominci a costruire, non l’ inverso.
    Ma chi ha collaudato l’opera, sa che rischia sanzioni Penali?

  8. matteo ha detto:

    ma quello che ha approvato il progetto?

    secondo me ce un bel casino anche tra la pubblica amministrazione

  9. Alessio ha detto:

    Cè poi il discorso del danno ambientale, prevedo molto lavoro per la Corte dei Conti e sudori molto freddi per:
    1)Progettisti Arco Srl.
    2)Tecnici comunali di Villesse
    3)Giunta comunale di Villesse, sindaco i primis
    4)Tutti i consiglieri comunali di Villesse che hanno approvato a suo tempo la variante al PRGC

  10. Alessio ha detto:

    @ Ettore
    Comunque disporre la demolizione non è un obbligo, è una facoltà

    “4. Nel caso di opere ed interventi realizzati senza la previa sottoposizione alle fasi di verifica di assoggettabilità o di valutazione in violazione delle disposizioni di cui al presente Titolo III, nonché nel caso di difformità sostanziali da quanto disposto dai provvedimenti finali, l’autorità competente, valutata l’entità del pregiudizio ambientale arrecato e quello conseguente alla applicazione della sanzione, dispone la sospensione dei lavori e può disporre la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi e della situazione ambientale a cura e spese del responsabile, definendone i termini e le modalità. In caso di inottemperanza, l’autorità competente provvede d’ufficio a spese dell’inadempiente. Il recupero di tali spese è effettuato con le modalità e gli effetti previsti dal testo unico delle disposizioni di legge relative alla riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato approvato con regio decreto 14 aprile 1910, n. 639, sulla riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato.”

    In quel “valutato il pregiudizio ….può…” vedo appunto i Re Magi in azione.

  11. Flores ha detto:

    Mobiltiamo Striscia vs. “Re Magi”, scopo abbattimento ecomostro località Villesse?
    Per principio? cui prodest alla fin fine?

  12. Ettore ha detto:

    Alessio, se ben ti ricordi, ma basta fare un giro su di ricerca su google, tutti e dico tutti, i manufatti realizzati senza VIA o Vas, sono in primis sequestrati e poi, se tutto corrisponde al vero, abbattuti, basta chiedere al NOE di Udine, la normativa è chiara in questo senza.
    Hai ragione quando prevedi un lavorono per la Corte dei Conti e non mi stupirò se vedremo qualche rinvio a giudizio “eccellente”.
    Alessio ricordi cosa diceva anche il PDL a proposito della questione morale?
    Adesso che riguarda loro cosa credi che diranno?

  13. Ettore ha detto:

    Alessio, dammi la tua email che ti giro un po di roba sull’Ikea, solo per farti due risate.

  14. matteo ha detto:

    non è l’ikea che deve essere abbattuta ma chi permette che cio accade, sindacati e politici, sono loro i veri da abbattare

  15. Ettore ha detto:

    Be, se la Magistratura ordina il sequestro e l’abbattimento, penso seguirà un effetto domino sulla…..ultima ruota del carro!

  16. Ettore ha detto:

    Oggi i giornali hanno scritto che è il dott. Petris è irreperibile, ebbene io ho avuto il piacere di parlargli e, su suo suggerimento, di inviare copia di documentazione, eccoVi l’email:
    Gent.mo dott. Petris, come anticipato nella telefonata di oggi, le invio copia di documentazione, dalla quale si evince che l’Ikea sorge su una falda acquifera, su zona protetta, questo la dice lunga sul rispetto che sia il Sind. Simonetta Vecchi, sia alcuni in Regione hanno dell’ambiente.
    Le vorrei far notare:

    1) che nell’espletamento di VIA e VAS, è obbligatorio contemplare tutti i danni, causati all’ambiente (Tar. Campania Sez. II n 2043 del 20/04/2010), compreso quello da inquinamento luminoso, notoriamente un danno ambientale dovuto ad emissione di CO2 nell’atmosfera e di luce al di fuori del piano di orizzonte;

    2) La giurisprudenza comunitaria conferisce un ruolo strategico alla procedura di VIA, nel quadro dei mezzi e modelli positivi preordinati alla tutela dell’ambiente, valorizzando le disposizioni della direttiva 85/337/CEE. che evidenziano come la politica comunitaria dell’ambiente consista, ante omnia, nell’evitare fin dall’inizio inquinamenti ed altre perturbazioni, anziché combatterne successivamente gli effetti: conformemente ai principi “costituzionali” dei trattati, scopo dell’U.E. è la tutela preventiva dell’ambiente (Corte Giust., sez. V, 21 settembre 1999, c-392/96; sez. VI, 16 settembre 1999, c-435/97). Pres. Trotta, Est. Poli – Regione Lombardia (avv.ti Tedeschini e Fidani) c. L. s.r.l. (avv.ti Sica e Pugliese) – (Riforma TAR Lombardia, Brescia n. 1161/2007) – CONSIGLIO DI STATO, Sez. IV – 5 luglio 2010, n. 4246.

    Auspico che si prenda una seria posizione contro l’Ikea e si faccia abbattere il mostro, anche perché se un privato cittadino, facesse questa cosa, immediatamente sarebbe costretto ad abbatterla.
    Se le servissero altre informazioni mi contatti al 33*********oppure al fax. 0481*********-0481********.

    f.to. Msc. BASIGLIO-RIBAUDO Ettore Guido

  17. marino ha detto:

    Ritengo che la demolizione dell’Ikea sarebbe un bellissimo segno che ridarebbe speranza non solo a quelli che credono ancora nella legalità, ma anche a chi spera in un mondo meno mercificato e di conseguenza meno stupido.

  18. Ettore ha detto:

    Caro Marino, hai colto nel segno, è quello che vado dicendo sui vari forum, la Legalità è un qualcosa che per alcune persone è un optional!

  19. Alessio ha detto:

    @ Ettore
    Lo so che la giurisprudenza è costante al riguardo, si demolisce.
    Però la normativa sulle sanzioni per le violazioni sulla VIA (art. 29 c.4 del Dlgs 152/2006 e s.m.i.) è quella che ho riportato. In quei “valutate” e “può” si può (appunto) infilare una intera corriera di avvocati.
    Quello che ancora nessuno qui ha detto è che non tutte le opere soggette a verifica di assoggettabilità a VIA (screening) poi devono fare la VIA, anche se da quello che scrivi sulla presenza di aree protette (ho capito giusto?) questa ipotesi dovrebbe essere inapplicabile al caso IKEA (hanno realizzato anche una nuova strada…)
    Oggi sul giornale qualcuno (il sindaco) ipotizza che l’equivoco sia nato in seguito a intervenute variazioni legislative tra l’avvio del procedimento amministrativo per la prima parte del parco commerciale e quella della seconda cui si riferirebbe appunto lo screening avviato a dicembre 2010 dalla Regione.
    Lo stesso sindaco afferma che il progetto è stato redatto in conformità con le previsioni del piano regionale sulle grandi strutture di vendita, ma tale piano avrebbe dovuto, semmai, essere soggetto a VAS (valtazione ambientale strategica), non a VIA e pertanto non credo che l’opera, possa essere considerata esente da tale procedura.
    Ora io non ho sottomano il testo vigente della Parte Seconda del Dlgs 152/2006 al momento dell’avvio della pratica (“tempus regit actus”, e la Parte Seconda è stata modificata più e più volte dal legislatore, l’ultima ad agosto 2010) della prima parte del parco commerciale e non so nemmeno se l’iter fu avviato a vigenza del 152/2006 (dopo il 29/04/2006), certo è che il progetto di Ikea sembrerebbe rientrare nella lettera b) del punto 7 dell’Allegato IV alla Parte Seconda del Dlgs 152/2006, cioè tra le opere comunque soggette a screening.
    Tra l’altro, anche se la norma in questione non fosse stata ancora in vigore al momento dell’avvio del procedimento, va sottolineato che tale allegato riporta previsioni legislative vigenti già prima del 152/2006 ed analoga previsione di assoggettabilità la possiamo ritrovare nell’allegato XII del DPGR 245/1996, Regolamento attuativo della L.R 43/1990 in materia di VIA che riporta le soglie dimensionali delle varie opere soggette a screening.
    Direi che a questo punto, per chiarire il mistero sarebbe il caso diinformarsi direttamente alla fonte, ricordo infatti che chiunque può tranquillamente andare in comune a Villesse e chiedere di prendere visione della pratica ai sensi del Dlgs 195/2005, norma che garantisce il diritto all’informazione ambientale.
    Suggerirei anche ai giornalisti di informarsi in tale modo, se non altro per fare chiarezza.

  20. Ettore ha detto:

    D’accordo Alessio per la precisazione che affermi, ma ti consiglio di leggere (se è in tuo possesso, la “prima” relazione dell’Arch. Ermacora, il quale afferma che li, non si può costruire niente, perchè c’è un vincolo ambientale e falda acquifera; ribadito, dal Sindaco, nella delibera di Giunta del Comune di Villesse N. 24 del 18/03/2009.
    Nella medesima delibera il Comune ha deciso di non fare la V.A.S. perchè “la tipologia della variante proposta risulta essere di carattere strettamente normativo che riguarda aspetti meramente gestionali del PRPC”; questo secondo te cosa è?
    Se la costante giurisprudenza, alcune delle quali citate da me, affermano che bisogna fare PREVENTIVAMENTE uno screening delle possibili valutazioni e danni sull’ambiente, non vedo come mai la Giunta di Villesse abbia deciso di non tenerco conto!
    Qui dico bisogna indagare a fondo, perchè non si tratta di un mero aspetto gestionale!

  21. Alessio ha detto:

    Beh purtroppo non ho niente su Ikea, non abito a Villesse, so solo quello che è stato pubblicato sui giornali ed ho preso visione (somariamente) della sola documentazione pubblicata dalla Regione sul proprio sito nella parte dedicata alle patiche VIA online
    Ho letto un po’ della questione solo ieri quando è uscita la notizia.
    Da quello che scrivi è evidente che tu sei un po’ più (per usare un eufemismo) informato di me.
    Quello che a me preme è che in questa storia, una volta fatta giustizia (se sarà provato che qualcosa è stato violato), a rimetterci non devono essere le famiglie di chi là ci lavora.

  22. Alessio ha detto:

    “sommariamente” e “pratiche”
    Scusate ma ho la tastiera che mi funziona da cani

  23. effebi ha detto:

    ma siete personaggi reali !?

  24. Alessio ha detto:

    Eh?

  25. Ettore ha detto:

    Alessio, hai ragione, tant’è che in un post su facebook e su altri ho già visto dove “qualcuno” vuole andare a parare e con la scusa dei lavoratori vogliono cercare di sanare la storia, adesso pubblico quello che ho fatto su facebook.
    Titolo: Ikea, lavoratori! Miraggio o realtà?

    In questo omento si fa un gran parlare dell’Ikea di Villesse a rischio di demolizione, ma i ns. Politici premono affinchè non accada, prendendo a pretesto i lavoratori, ma loro sanno che con quello che si prende all’Ikea, nessuno arriva a fine mese, leggete sotto., e pensate alle parole del Sindaco di Villesse, proferite durante l’inaugurazione dell’Ikea, “sono stati assunti i ns. cittadini di Villesse.

    Si ma come sono stati assunti?

    Certi Politici fanno solo demagogia!!!!!

    Ikea, non si vive di solo part-time

    Tra il 70 e l’80% degli addetti ha contratti orari settimanali. L’imposizione dei week end

    Sarebbe ingeneroso definirla una semplice azienda di arredamento. Come scritto recentemente dal settimanale americano Business Week, Ikea è piuttosto «un artefice dello stile di vita della gente», un’icona globale di design a basso prezzo, una scelta con cui i clienti intendono esprimere il loro «essere arrivati, avere buon gusto, riconoscere il valore delle cose». Difficile contraddire l’apologia: con i suoi 160 milioni di copie per il 2006, il catalogo Ikea è il libro più stampato al mondo, unica iniziativa editoriale ad aver mai strappato il secolare primato alla Bibbia.

    Il marchio è forte e conosciuto, l’azienda è solida e in continua espansione; si pensi ai 18 miliardi di dollari di fatturato previsti nel 2005 nei 226 negozi sparsi in 33 Paesi al mondo. Ma il lavoro? È ambito, sicuro, ma tragicamente part-time. Per incontrovertibile scelta aziendale.

    «All’Ikea si sta bene, l’ambiente è giovane, dinamico ed informale – racconta Franz, dipendente di Genova – ma con contratti da 16 o da 18 ore settimanali nessuno ci tira la fine del mese. Abbiamo provato tutti a chiedere il tempo pieno, ma la risposta è sempre quella: non c’è spazio. Anche se in ogni reparto veniamo affiancati da nuove persone, prese a tempo determinato ma a ciclo continuo».

    Nei nove negozi che Ikea ha finora aperto in Italia lavorano poco meno di 5mila persone (saranno 10mila nel giro di cinque anni a seguito di nove nuove aperture). Escludendo responsabili e capi-reparto, la quasi totalità degli addetti è part-time, con percentuali che oscillano tra il 70% e l’80% della forza lavoro a seconda dei punti vendita considerati. «Se si escludono gli studenti che fanno solo i weekend – continua Franz – abbiamo tutti un secondo lavoretto, spesso in nero, per mettere insieme un normale stipendio mensile. Qualcuno fa il cameriere, qualcun altro l’imbianchino, niente di che: con gli orari irregolari e incostanti che abbiamo, è difficile conciliare due impieghi diversi».

    Tanto più che il problema non riguarda solo l’imposizione del part-time, ma anche le diseguaglianze e l’eccezionale brevità che lo caratterizzano. Innanzitutto tra vecchi e nuovi assunti passa lo spartiacque delle domeniche obbligatorie: per i primi sono previste due domeniche al lavoro su tre, pagate con una maggiorazione oraria del 130%; ai secondi sono imposti tutti i weekend del mese e con una maggiorazione oraria del 30%. «Alla fine del mese la differenza in busta paga tra i dipendenti della prima e dell’ultima ora supera anche i 200 euro» tira le somme Francesca, neo-assunta in uno dei negozi milanesi.

    Inoltre da Ikea molti contratti sono da 16 o 18 ore settimanali da ripartire solo su sabato e domenica, nei casi più fortunati da 20 o da 24 ore settimanali da ripartire su tre giorni. «I collaboratori con uno spiccato e sincero orgoglio d’appartenenza», come recita il cartello-obiettivi affisso nei locali riservati al personale, rischiano così di dover lasciare l’azienda a cui «orgogliosamente» appartengono: se agli addetti a 24 ore è assicurato uno stipendio mensile che non arriva ai 600 euro mensili, è facile immaginare quanto le altre retribuzioni a tempo parziale siano inadeguate per chi del proprio lavoro deve vivere.

    «È in fase di rinnovo il contratto integrativo del gruppo – spiega Flora Carlini, dirigente nazionale Filcams Cgil – per il quale stiamo cercando un accordo che alzi gli orari di lavoro dei dipendenti part-time. In particolare chiediamo contratti minimi da 20 ore settimanali, riservando quelli da 16 ai soli studenti che ne facciano richiesta. Purtroppo Ikea è tanto organizzata sul part-time quanto i suoi dipendenti vorrebbero ottenere un full-time piuttosto che cercarsi un secondo lavoro».

    La conferma arriva dal responsabile delle risorse umane di Ikea Italia, Alessandro Gallavotti: «Il part-time corrisponde ad una necessità dell’azienda. I nostri negozi sono aperti al pubblico sette giorni su sette a orario continuato, il che significa 80 ore settimanali a cui vanno aggiunte altre 60 ore settimanali a porte chiuse per il riempimento e la messa a punto dei negozi. Abbiamo inoltre dei picchi incredibili nel weekend, quando si presentano quotidianamente 20mila visitatori e siano anche costretti a chiudere l’affluenza per ragioni di sicurezza. La gestione di tanti part-time è molto complessa, ma è l’unica compatibile con le esigenze di questa azienda»

    

    Adesso viene il sospetto che faranno, in Regione FVG, una deroga, proprio per l’Ikea, ma auspico che la Magistratura sappia indagare a 360 gradi, indirizzando le bordate in Regione e presso il Comune di Villesse, dove chi doveva vigilare non lo ha fatto, e chiamano il Friuli “terra dei lavoratori”!

    In uno Stato di Diritto, l’ikea deve essere abbattuta, e le persone responsabili di questo scempio devono essere incriminate, finiamola con il buonismo.

  26. Ettore ha detto:

    Alessio hai letto la relazione Geologica che ha presentato Arco Immobilare?
    Anche loro affermano che Vi è una falda freatica, zona protetta ed altro!
    MA chi ha permesso tutto cio????

  27. Alessio ha detto:

    Mah, vedremo come andrà a finire sta storia.
    Credo comunque che se non fosse stato possibile a Villesse di sicuro avrebbero trovato un altro comune, magari in Slovenia.
    Quanto alle ipotesi di reato, vedremo se ci saranno, credo che i giornalisti nostrani avranno di che sbizzarrirsi.

  28. Alessio ha detto:

    Quando ho un attimo di tempo gli do una letta.
    Comunque dipende da dove scaricano le acque reflue

  29. Alessio ha detto:

    Uhm, 4,80 metri dal p.c. è effettivamente preoccupante…

  30. Alessio ha detto:

    Gli scarichi fognari e delle meteoriche non confluiscono nel Torre dopo depurazione.

  31. Ettore ha detto:

    Ti rammento una storia.
    Ricordi quando 2 anni fà l’Ikea aveva deciso, causa il protrasi dei problemi, di spostarsi in Slovenia?
    In appena 1 settimana la Regione ha concesso l’ok!
    Da li mi sono detto che qualcosa puzzava…..

  32. Ettore ha detto:

    “protrarsi”, caspita la mia tastiera!

  33. Alessio ha detto:

    Scusa, conferiscono proprio nel Torre

  34. dimaco ha detto:

    sotto l’ikea vièunarisorgivache si estend pr parecchie centinaia di metri in larghezza a una profondità di oltre 40 metri. sia l’autolavaggio (quello accanto alla stazione di srvizio ERG) sia l’agraria hanno pompe a immersione che pescano da quella risorgiva. (quello accanto alla stazione di srvizio ERG)

  35. dimaco ha detto:

    sotto l’ikea vièunarisorgivache si estend pr parecchie centinaia di metri in larghezza a una profondità di oltre 40 metri. sia l’autolavaggio (quello accanto alla stazione di srvizio ERG) sia l’agraria hanno pompe a immersione che pescano da quella risorgiva.

  36. Alessio ha detto:

    Hanno ottenuto l’autorizzazione alla derivazione da parte della Regione?

  37. Ettore ha detto:

    Quello che afferma Dimaco, corrisponde a quanto asseritomi da una persona dentro il Comune di Villesse ma, la Regione non mi sembra che lo abbia mai saputo.
    P.s. la falda è a circa 4-5 mt. mi hanno riferito.

  38. matteo ha detto:

    la bassa friulana è piena di risorgive, infatti hanno tutti il pozzo e non pagano l’acqua

  39. Alessio ha detto:

    Se quest’acqua che prelevi poi la scarichi in fognatura sei soggetto almeno agli oneri di depurazione. Ovviamente ammesso che si denunci il pozzo e che ci sia l’allacciamento alla fognatura.

  40. matteo ha detto:

    l’acqua si scarica nella fogna, l’allacciamento lo vogliono fare, anche per l’acquedotto mi sembra

    il problema del acqua gratis nella bassa friulana è, che è inquinata dal agricoltura e non è potabile per ordinanze dei vari sindaci, la gente la beve lo stesso o la usa lo stesso per cucinare

  41. dimaco ha detto:

    matteo l’inquinamento dipende dalla profondita della falda. Ad aquilei alcuni miei parenti hanno i tubi che vnno giù fino a 110 metri e l’acqua e buonissima (la fanno controllare ed è pura e pulita)

  42. Alessio ha detto:

    Chiaro, se butti giù il tubo a 10 metri magari becchi la prima falda, quella libera prima di protezione geologica e che viene a contatto con tutte le porcherie (scarichi fognari al suolo, prodotti fitosanitari usati in agricoltura etc.)
    Tali sostanze una volta scaricate sul suolo o nel suolo percolano poi con la pioggia e vengono prese in carico dall’acqua sotterranea quando la falda acquifera si alza di livello a seguito delle precipitazioni. Se invece vai più giù puoi andare a pescare in falde acquifere più profonde, separate da quelle superficiali dauna vera e propria protezione geologica (es argille) al tetto dell’aquifero (si parla di falda acquiera confinata). Buttare giù il tubo per 110 metri immagino che comunque abbia dei costi.

  43. Ettore ha detto:

    Ragazzi, avete visto che sui giornali non siparla più di Ikea, forse hanno trovato la Nunzia di turno?

  44. Alessio ha detto:

    Ora l’argomento sono i colibrì

  45. Ettore ha detto:

    Indubbiamente un argomento ambientale e, ci sta tutto, ma aver “vigilato” all’acqua di rose su un parco che è sinonimo di inciviltà, pressapochismo, superficialità e ottusaggine, la dice lunga sulla reale volotà dei ns. governanti dal debellare la corruzione che impera sovrana in Italia ma, soprattutto in Friuli e precisamente nell’Isontino!

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