30 Dicembre 2010

Bilancio di metà mandato per Tondo: “La vera sfida sarà il federalismo fiscale”

”Nei primi due anni e mezzo di questa legislatura, e nonostante la crisi, abbiamo raggiunto traguardi importanti, mantenendo la coesione sociale. Ci aspetta una seconda parte molto impegnativa, con l’ambizione di completare un percorso già ben avviato. Teniamo ben salda la barra della barca. E sappiamo dove andare”.

La tradizionale conferenza stampa di fine anno è servita al presidente del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo per tracciare un bilancio di metà legislatura e indicare gli obiettivi da qui a fine mandato. Un bilancio e una prospettiva tutti centrati sulla concretezza, sulle cose fatte e sulle cose da fare, con il supporto di un filmato sui primi due anni e mezzo di attività. Quattro sono state le direttrici dell’azione della Giunta regionale, secondo il presidente Tondo. Prima di tutto mantenere la coesione sociale di fronte alla crisi, e questo ha significato ammortizzatori sociali per i lavoratori e qualità dei servizi pubblici, e della Sanità in particolare, a favore dei cittadini, pur in un momento di gravi difficoltà di bilancio.

La seconda direttrice è stata il ”prepararci alla ripresa”. ”Una ripresa – ha detto il presidente – che ci sarà come sempre è accaduto, e che ci dovrà trovare pronti, anzi un passo avanti rispetto agli altri”. Essere pronti significa infrastrutture, uno dei maggiori successi di questa legislatura: terza corsia della A4, Villesse-Gorizia, progetto Unicredit per i porti di Trieste e Monfalcone, tracciato transfrontaliero del Corridoio V, rilancio dell’aeroporto. E poi sostegno all’innovazione e alla competitività delle imprese.

Terzo aspetto, la solidità di bilancio, che ha permesso di ridurre il debito da 1,6 a 1,3 miliardi di euro. Un percorso virtuoso certificato da due prestigiose agenzie, la Standard e Poor’s e la Fitch, che hanno confermato il “rating” al bilancio della Regione.

Quarta direttrice strategica della prima parte della legislatura è stata la Pubblica amministrazione, per rendere la burocrazia regionale meno costosa, più semplice ed efficiente per cittadini e imprese. Si è cominciato con il commissariamento delle Comunità montane, e con l’accordo sulle Unioni tra i Comuni della montagna, con la semplificazione, con la riforma della ”macchina” regionale che ha permesso di ridurre direzioni, dirigenti e personale.
Il presidente Tondo ha anche indicato i temi che saranno al centro dell’attività della Giunta da qui a fine mandato, nella primavera del 2013, a cominciare dai completamenti della riforma degli Enti locali, della riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale e delle infrastrutture (un percorso, questo, ”già ben solidamente piantato”, ha osservato Tondo). Centrali saranno anche la legge sull’Università e il riordino dei compiti della finanziaria regionale Friulia.

Ma la sfida vera sarà il federalismo fiscale. In questo due anni e mezzo la Regione ha ottenuto, nei rapporti con il Governo, risultati importanti: il versamento diretto delle compartecipazioni, la quota sulle pensioni Inps, la possibilità di introdurre una fiscalità di vantaggio.
La Regione, ha annunciato Tondo, ha affidato ad un giurista e docente universitario, Luca Antonini, uno studio su ”Aspetti di rilievo costituzionale del federalismo fiscale e prospettive di attuazione nel Friuli Venezia Giulia in conformità all’ordinamento regionale e compatibilmente con le peculiarità proprie dell’autonomia speciale”.
Lo studio, ormai pronto, analizza in particolare le implicazioni del federalismo fiscale sull’autonomia finanziaria della Regione ed è propedeutico alla predisposizione delle norme di attuazione da adottare da parte della Regione in conformità alla delega assegnata al Governo in questa materia. La prima seduta di Giunta del 2011, ha detto Tondo, sarà dedicata interamente all’esame di questo documento.

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13 commenti a Bilancio di metà mandato per Tondo: “La vera sfida sarà il federalismo fiscale”

  1. marisa ha detto:

    “mantenendo la coesione sociale”

    Ma cosa cavolo significa questa affermazione?
    I soliti politici che parlano senza dire assolutamente nulla. Tondo poi è specialista nel non dire nulla….

  2. Tergestin ha detto:

    @ Marisa

    Forse Tondo ne cava l’autonomia (questo vol el federalismo leghista) cussi’ spedimo anca noi una bela valanga de bori ale regioni pezo messe (questo otterra’ el federalismo leghista).

  3. MARISA ha detto:

    TERGESTIN, potrebbe fare anche di peggio: portare a casa altre competenze (costose!) senza chiedere un euro a Roma! E questo nel nome del Federalismo!

    Lo ha già fatto con la Terza corsia dell’autostrada A4….e se ne è pure vantato questo incompetente. Ossia la terza corsia andrà a beneficio di tutta Italia…ma i soldini li mettiamo SOLO noi! Chiedere una compartecipazione a Roma, No eh? E per trovare i miliardi di euro che servono per finanziare la terza corsia, sta tagliando a destra e a manca (meno che agli amici ovviamente….). Da non credere!

  4. Alessio ha detto:

    Qualche giorno fa sono usciti i dati di quanto le città capoluogo di provincia guadagnerando o perderanno con il cosiddetto federalismo fiscale, in generale le città del sud perderanno e la gran parte del nord guadagneranno. Stranamente si sono dimenticati di pubblicare i dati di Aosta, Bolzano, Trento, Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone…

  5. Unione degli Studenti FVG ha detto:

    Intanto nemmeno una parola sul diritto allo studio (-72% – settantadue per cento – di finanziamenti dal 2007), mentre i soldi per le scuole private si trovano sempre, anzi sono in costante aumento a causa dell’azione dell’Assessore Molinaro e con il favore dei partiti che vivono grazie ai favori elettorali del clero e dei poteri forti.

  6. maisa ha detto:

    Commento 5

    L’attaccare le scuole paritarie e i giusti finanziamenti che ricevono, mi sa tanto di ideologia di basso profilo.

    “Clero e poteri forti”. Ma per favore, ancora con queste argomentazioni!

    Perchè non andate in visita ad uno dei centri scolastici regionali dei Salesiani? Ma lo sapete come funzionano i loro centri professionali? Lo conoscete l’alto livello delle loro scuole (elementari, medie e superiori)?

    Se la scuola statale non funziona non è certo perchè esistono le scuole paritarie che al contrario risolvono molti problematiche non risolte dalla scuola statale.

    Due soli piccoli esempi:

    1) genitori che lavorano antrambi. Di fatto, senza nonni disponibili, è impossibile o quasi iscrivere i propri figli alla scuola pubblica statale che ha rigidità organizzative incredibili. Ad esempio, la mattina, i bambini rimangono sotto la pioggia in attesa che suoni la campanella perchè fino ad allora la sorveglianza non è competenza di nessuno! E questo è solo un piccolissimo esempio concreto di un problema che non esiste nelle scuole paritarie.

    2)La costituzione italiana all’art. 3 così recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di LINGUA, di RELIGIONE, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (…)”. Se io genitore voglio per mio figlio una scuola che mi garantisca una educazione cattolica, o ebraica, o “quello che ti pare”, dove lo mando a scuola?

    E ora torniamo al tema del POST.

  7. Dario Predonzan ha detto:

    Art. 33 della Costituzione:

    “… Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, SENZA ONERI PER LO STATO (e anche per le Regioni e gli altri enti in cui lo Stato si articola – NdR).”

  8. Marisa ha detto:

    DARIO, quanto risparmia lo Stato italiano grazie alla presenza delle scuole paritarie?
    Se non ci fossero le scuole paritarie e all’improvviso tutti gli studenti (dall’asilo nido alle scuole superiori) delle scuole paritarie si iscrivessero nelle scuole statali, hai idea del costo ENORME che si troverebbe ad avere lo Stato italiano?

    Con questi finanziamenti alle scuole paritarie, lo Stato italiano non fa altro che rispettare l’art. 3 della Costituzione italiana e coprire PARTE delle spese sostenute dalle scuole paritarie, oltretutto risparmiando un sacco di soldi!

    La situazione difficile delle scuole statali non dipende sicuramente dalla presenza delle scuole paritarie. La pluralità culturale è un segnale di democrazia e finanziarla significa rispettare l’art. 3 della Costituzione italiana.

  9. Dario Predonzan ha detto:

    Mah, nel frattempo alcune scuole pubbliche si stanno “accorpando” per mancanza di studenti…
    Quello che avevano in mente i Costituenti, quando hanno scritto l’art. 33, non era tanto un problema di risparmio per lo Stato, quanto evitare di consegnare di fatto la formazione delle nuove generazioni nelle mani di scuole orientate confessionalmente.
    Il che nell’Italia del ’48 (ma in buona misura anche in quella attuale) significava consegnarla al clero cattolico. Il quale clero non mi pare sia esattamente garanzia di pluralismo culturale.
    Che poi il finanziamento pubblico a queste scuole apra, inevitabilmente, la strada anche alla proliferazione di scuole confessionali appartenenti ad altre religioni, può solo – dal mio punto di vista – peggiorare le cose: hai presente cosa sono le madrasse islamiche?
    Poi, certo, questa è la mia opinione e per chi ha una visione religiosa (o magari integralista), il problema non esiste.
    Rimane il fatto che la Costituzione dice un’altra cosa: chi approva i finanziamenti alle scuole private dovrebbe avere almeno il pudore di tentare di cambiarla. E non aggirarla, come si è fatto (non solo per questa materia) finora da parte di Governi di centro-sinistra e centro-destra, Regioni, ecc.

    In ogni caso, qui effettivamente si dovrebbe parlare delle dichiarazioni di Tondo, su cui cè in effetti molto da dire, a cominciare dal bilancio disastroso della sua Giunta in campo ambientale.

  10. Alessio ha detto:

    Quanti insegnanti di religione sono stati mandati a casa con i recenti tagli alla scuola pubblica?

  11. Ettore ha detto:

    Ma Tondo li legge i commenti della gente sui vari blog o guarda solo il suo? Al posto suo, dopo il fallimento politico della sua giunta, ci saremmo dimessi da un pezzo. Le tariffe autostradali di Autovie Venete aumenteranno ancora del 13.5% mentre i dirigenti e i membri del Consiglio di Amministrazione gestito dalla Regione hanno stipendi da fare invidia ai calciatori più famosi della serie A. Queste discrepanze Tondo non le nota? Oppure, dall’alto del suo potere, crede che i cittadini del Friuli Venezia Giulia siano i suoi sudditi.
    Si dimetta prima possibile altrimenti neppure i voti dei giocatori di dama prenderà alle prossime elezioni amministrative.
    Ettore

  12. Massimiliano ha detto:

    Ha ragione Ettore, se andiamo di questo passo Tondo ci tasserà anche l’aria che respiriamo. Si dimetta prima di compiere altri disastri politici, in questi due anni e mezzo ha dimostrato di capire molto poco di politica e di essere lontano dagli interessi della gente che vive solo di stipendio o di pensione.
    E’ verissimo, anche i suoi ex amici della Dama hanno iniziato a prendere le distanze da lui, non ce n’è uno che ne parli bene a parte il suo portavoce (ma quello è lautamente pagato per parlarne bene).

  13. marisa ha detto:

    Perchè voi non avete idea di cosa dicono e pensano di Tondo in quella che da un pezzo non è più la “sua” Carnia….

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