23 Dicembre 2010

Fate la spesa al Tuš, al Mercator o al Qlandia? Le vostre abitudini diventano oggetto di una tesi di laurea

Compilare un questionario sugli acquisti transfrontalieri tra l’Italia e la Slovenia. Ecco l’invito che ho ricevuto via facebook.
Incuriosita mi sono informata su chi stia portando avanti il progetto e con quali obiettivi. Ed ecco qui Aljoša Ota.

Aljoša, il questionario ti servirà per la redazione della tua tesi: in cosa ti stai laureando?
Avendo conseguito la laurea triennale in Economia Aziendale nel 2007, mi sto laureando nel corso di laurea specialistica in Consulenza Amministrativa e Professionale, presso la Facoltà di Economia dell’Università di Trieste.

Quale sarà, nello specifico, l’argomento della tesi?
L’argomento della tesi riprende il tema dell’outshopping ovvero gli acquisti effettuati fuori dalla propria area di residenza. Nel nostro caso specifico, dato che abitiamo in un’area di confine questo tipo di acquisti ricade in una particolare categoria dell’outshopping che è il cross-border shopping. Tale fenomeno è stato studiato esaustivamente in molte parti del mondo, quali U.S.A. e Canada, Irlanda, Belgio, Germania, Danimarca, nei Balcani (Serbia-Croazia-Bosnia) e in Asia. L’ultimo studio specifico effettuato al confine Italo-Sloveno è stato condotto dal MIB School of Managment nel 2004.

Da dove nasce quest’idea?
L’idea di intraprendere questo tipo di studi è nata in collaborazione con la mia relatrice della tesi, la Prof. Patrizia De Luca, che mi ha proposto di aggiornare lo studio effettuato nel 2004, trovando nuovi spunti su cui indagare. L’idea mi è piaciuta dal primo momento, in quanto volevo concludere i miei studi con una tesi in marketing, includendo anche la mia ottima conoscenza della lingua slovena. I questionari infatti sono stati redatti in entrambe le lingue, cosa che mi permetterà di effettuare un confronto, che a mio avviso è molto interessante.

Il tema è di quelli caldi e controversi: secondo molti buona parte della crisi del commercio triestino e goriziano va imputata alla concorrenza slovena. Cosa ne pensi?
Già lo studio del 2004 ha evidenziato la perdita di competitività del settore commerciale triestino, le cui cause sono da ricercare in molteplici fattori, quali il centro cittadino poco attrattivo, pochi centri commerciali con scarsa offerta assortimentale, ambiente dei punti vendita scarsamente attrattivi, problemi della situazione ricettiva di Trieste ecc. A questo si aggiunge un miglioramento graduale dell’offerta commerciale della Slovenia, che ha saputo attrarre, grazie a ingenti investimenti strutturali, molte marche estere, aumentando di fatto la competitività del settore del commercio al dettaglio. Basti pensare alla gamma di scelta dei prodotti disponibili al centro BTC di Lubiana oppure ai tanti nuovi centri commerciali, nati negli ultimi anni, quali il Planet Tuš di Capodistria, il Mercator o il Supernova. Trieste purtroppo non ha saputo ammodernarsi e diventare innovativa, subendo oltre al concorrenza slovena anche la concorrenza dei nuovi format commerciali presenti in regione, tra i quali va sicuramente menzionato l’Outlet di Palmanova.

Il questionario verrà compilato solo da italiani o anche dal versante sloveno?
Per raggiungere l’obiettivo principale dei miei studi, che è quello di stilare un profilo demografico e psicografico del tipico outshopper italiano e sloveno, evidenziando le possibili differenze, ho compilato il questionario in entrambe le lingue. Il questionario italiano è ovviamente rivolto a tutti i residenti della Regione FVG, il questionario redatto in lingua slovena è invece rivolto ai residenti delle città di Capodistria, Sezana, Nova Gorica e Lubiana. Posso già dire che allo stadio attuale degli studi emergono differenze rilevanti tra gli acquirenti dei due Stati.

Sarebbe utile se i lettori di Bora.La rispondessero alle domande? Qual è il link per accedere al questionario?
Sarei felicissimo e per la mia tesi sarebbe molto utile, se i lettori di Bora.La potessero dedicare pochi minuti per compilare il mio questionario on-line. Il link con cui potete accedere direttamente al questionario è il seguente:
http://www.surveymonkey.com/s/indagine_cross-border_shopping

Attendiamo con ansia i risultati. Quando sarà pronta la tesi?
Sono molto felice di essere stato contattato da voi, vi prometto che sarete tra i primi a sapere dei risultati della mia tesi, che prevedo di finire entro marzo 2011.

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25 commenti a Fate la spesa al Tuš, al Mercator o al Qlandia? Le vostre abitudini diventano oggetto di una tesi di laurea

  1. sergio ha detto:

    oggi la gente và dove costa di meno, alla barba di tutti i questionari, è vero alcuni prodotti in Slovenia hanno una possibilità di maggior scelta, ma il motivo della compera secondo me è esclusivamente il prezzo, almeno la mia famiglia ragiona così

  2. Srečko ha detto:

    Sergio

    I questionari sono proprio il mezzo per capire i motivi che spingono la clientela a muoversi in un determinato modo. Il vostro e’ probabilmente quello piu’ importante, ma finche’ non lo si sapra’ statisticamente, si dovra’, come faccio io qui, dire “probabilmente”…

  3. sergio ha detto:

    altro fatto importante è la benzina, chi fà benzina in Slovenia è incuriosito dagli altri prezzi

  4. sergio ha detto:

    @ Srecko

    ma con la crisi odierna la gente pensa solo ad arrivare a fine mese, perciò compra dove c’è la convenienza, e non solo chi ha pochi soldi,

  5. sergio ha detto:

    i prodotti italiani per esempio, sono assolutamente più cari, vedi sloveni e croati venire da noi a fare la spesa, in Slovenia per esempio profumeria, detersivi e prodotti per la casa, pasta liquori ed tanti altri sono molto più cari, anche avendo gli Sloveni paghe inferiori a noi

  6. aldič ha detto:

    bravo aljoša naprel tako. bravo aljoša avanti cosi’……

  7. era ha detto:

    Ho risposto. Davvero interessante, non vedo l’ora di leggere i risultati.

  8. Aljoša Ota ha detto:

    Un caro saluto a tutti. Vi ringrazio delle risposte! Sicuramente uno dei motivi principali è il fattore prezzo, ma con la presente ricerca volevamo dimostrare che ci sono anche altri motivi importanti che spingono gli acquirenti a muoversi oltreconfine per fare acquisti. Ad esempio è emerso che i servizi rappresentano una percentuale molto alta della spesa effettuata all’estero. Vi ringrazio ancora delle risposte!

  9. Aljoša Ota ha detto:

    Za vse morebitne slovenske kupce/bralce (prebivajoče v sloveniji), to je link slovenske verzije ankete, na katero lahko odgovorite
    http://www.surveymonkey.com/s/nakupi_preko_meje
    HVALA ŠE ENKRAT!

  10. Andrea ha detto:

    Benzina in Slovenia,spesa Lidl e Famila.
    Auguri a tutti

  11. AnnA ha detto:

    Io invece non sono assolutamente mossa dal fattore prezzo come molla principale, quando vado in Slovenia a fare acquisti è perché cerco una serie di prodotti che qui non si trovano (in particolare di origine austriaca, ad es. all’Interspar). In Slovenia si è più aperti all’estero, qua siamo chiusi in noi stessi.

  12. matteo ha detto:

    dipende dalla qualità/prezzo, certe cose qualità/prezzo conviene prenderle in slovenia, per non dimenticare la benzina

  13. Bibliotopa ha detto:

    Le poche volte che vado in Slovenia, perchè non approfittare di farvi acquisti? soprattutto per quello che mi sembra più buono o più disponibile ( pane, pranzi..). Ma non al punto di spendere benzina e vignetta per andarci apposta solo per la spesa, quando la faccio quasi sotto casa, A PIEDI.

  14. marcolino ha detto:

    Ho risposto anch’ io al questionario.
    In sintesi posso dire che ritorno dove mi trovo meglio… senza altri filtri.

  15. matteo ha detto:

    non tutti abitano in citta bibliotopa

  16. Bibliotopa ha detto:

    Vero Matteo, ma nessuno vive in una frazione non servita da mezzi pubblici o senza un paio di negozi. Poi se vi muovete solo con l’automobile, è un altro paio di maniche.

  17. ufo ha detto:

    Bibliotopa, sei troppo ottimista. Località senza negozi ce ne sono (non so perché, ma il termine ‘frazione’ l’ho sempre trovato antipatico) ed anche tante, ovunque il negozietto di paese non abbia retto alla concorrenza. Quanto all’essere servite da mezzi pubblici ti faccio l’esempio dell’abitato di Pesek, dove la linea 51 passa alle 6.50, alle 14.35 e alle 19.35. ‘Serviti’ in teoria lo sono, ma c’è sicuramente una differenza tra l’abitare lassù oppure in un posto privilegiato (casa mia, per intenderci), dove l’autobus passa ogni ora e mezza.

  18. matteo ha detto:

    diciamo che la parte che va da zgonik verso sesljan è tutta senza mezzi pubblici e senza negozi forniti, la parte interna che va da bozje polje, gabrovec, trnovca, praprot slivno ecc

  19. dimaco ha detto:

    fattopure io. devodire che la maggioranz dei prodottiaquistati da me o mia moglie sono fattiin slovenia, diciamo il 85%. il restante 10% sono aquisti fatti in italia e sono comunque prodotti che variano in base allastagione. Devo anche dire che effettuo parte dei miei aqusti in rete (5%)prinncipalemte tecnologia

  20. Bibliotopa ha detto:

    # 18 Linee 43, 44, 46. Le go ciolte spesso.

  21. Bibliotopa ha detto:

    # 17 Ovviamente Pesek o peggio ancora Grozzana sono male o per nulla servite dai mezzi pubblici, ma preso “a caso” un qualsiasi cittadino della provincia di Trieste, quale è la probabilità che abiti nelle due località? forse aumenta un filino fra i bora.liani,. da quel leggo.
    Ed è anche ovvio che da Pesek e Grozzana si fa prima ad andare in Slovenia che a Trieste città.

  22. ufo ha detto:

    Beh, Gročana non è messa peggio di Pesek, ad essere pignoli – l’unico mezzo pubblico è esattamente lo stesso… Ma il concetto generale è che ben pochi fuori città possono ormai fare la spesa a piedi. Vent’anni fa ogni paesino o quasi aveva il suo negozietto, oggi la situazione si è ribaltata.

  23. Petrovic ha detto:

    Con 15 euro di vignetta e 3-4 di gasolio per andare al Tus a Capodistria francamente vado all’ipercoop al torri d’europa e mi faccio una bella italica spesa. A me i prodotti sloveni, croati, serbi non danno fiducia sulla qualità. Per quanto riguarda altri prodotti i prezzi sono più alti e le offerte inesistenti. Poi non parliamo della qualità scadentissima della salumeria.

  24. ART ha detto:

    Io sono un raro caso di cross-border shopper “quasi occasionale”: quasi perchè frequento Gorizia solo per brevi periodi dell’anno (quando vado a trovare i miei parenti, io abito in Lombardia) e ogni volta che vengo mi piace andare al Qlandia e in altri supermercati di Nova Gorica per provare prodotti alimentari sloveni che m’incuriosiscono e che una volta tornato a casa ovviamente non avrò più la possibilità di comprare.

  25. Lester ha detto:

    I miei acquisti a capodistria e nuova gorizia sono fatti ai C.C. e sono al 95% articoli di produzione austro tedesca che qui non si trovano o costano cari, in particolare dolci e torte, marmellate, le linee di cosmetica marca DM o Mueller, succhi, tè, salse…. per l’abbigliamento ci sono filiali di catene internazionale che a volte hanno belle cose a buoni prezzi. Di prodotti locali il pane casareccio e qualche joghurt della loro mlekarna, ma solo perchè stranamente nemmeno alla Spar o Hofer non arrivano joghurt austriaci, per il resto evito il made in slovenia che è ingiustificatamente + caro e di qualità piuttosto mediocre.
    Anche l’Hofer ha un vasto assortamento di made in Oesterreich. A volte qualche frutta , anche secca.
    Diciamo quindi che arricchisco le marche austriache, più che altro, senza andare fino in Austria, avendo dei CC col parking gratis e al loro interno una ristorazione a buon prezzo. Ecco i motivi per cui vado.

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