21 Dicembre 2010

La Provincia di Udine attacca la Regione: “Non applica il federalismo sul nostro territorio”

Inadeguato riconoscimento politico attribuito alla Provincia di Udine da parte della Regione Fvg e contrazione delle risorse dell’Ente in virtù della crisi economica. Questi i temi della relazione del presidente dell’Ente di area vasta, Pietro Fontanini, momento centrale della seduta del Consiglio provinciale riunito oggi – lunedì 20 dicembre – per la discussione del bilancio di previsione 2011 (approvato con la maggioranza dei voti e che pareggia a 192 milioni di euro, 15 in meno rispetto al 2010) e sul quale si è sviluppato il dibattito con gli interventi della minoranza sul documento del presidente e la presentazione degli ordini del giorno (17 quelli presentati, 5 accolti e uno ritirato) e della maggioranza con l’illustrazione di 7 emendamenti.

Una relazione quella del presidente Fontanini, che si colloca alla fine dell’anno amministrativo ma anche a metà del mandato istituzionale. «Due anni fa leggevo linee programmatiche di mandato e nessuno prevedeva la crisi che ha condizionato le entrate dell’ente – ha esordito il presidente Fontanini – . Un calo che obbliga a convivere con un cambio del ruolo della Provincia in particolare nei confronti nei Comuni per i quali le poste previste nel nostro bilancio sono insufficienti rispetto alle esigenze. Il ruolo della Provincia si va sempre più restringendo, per mancanza di risorse ma anche – ha rincarato il presidente – per un modello sbagliato di ente di area vasta che la Regione ci impone. Regione che mantiene enti e pletora di livelli decisionali che deprimono l’iniziativa economica. Dimostrazione di questa linea è la rinascita delle comunità montane. Dopo il commissariamento, il Consiglio regionale non è stato in grado di ripartire le funzioni di questo inefficiente ente, tra Comuni e Province. Si progetta invece di resuscitarle sotto altre nome con i vecchi compiti. E, ulteriore smacco, mentre ha affidato le competenze alle Province di Trieste e Gorizia, ha esautorato da questi compiti quelle di Udine e Pordenone, quelle che in regione contano di più». «Prendiamo atto – ha rilevato il presidente – che la Giunta Tondo non ha una visione unitaria sul ruolo delle Province e soprattutto vi è in consiglio regionale una maggioranza trasversale ostile ad un’articolazione federalista. Al nostro territorio è negato il principio di sussidiarietà tant’è che sono evidenti gli scenari di involuzione centralista regionale». All’orizzonte, ci sono ancora possibilità per un ruolo più ampio con l’assegnazione alle Province della gestione del ciclo idrico integrato e dei rifiuti (Ato dell’acqua e dei rifiuti).

«Le Province – ha aggiunto il presidente Fontanini – hanno elaborato una proposta di legge di cui, speriamo il Consiglio regionale, in virtù della proroga prevista per questi enti, tenga conto e sulla quale chiediamo meno tentennamenti. Più considerazione e più coraggio a favore degli enti di area vasta. Il nostro disegno di legge consente, infatti, di ottimizzare le risorse e i costi e di riguadagnare il ruolo che spetta agli area vasta, un ruolo e competenze anche per la formazione professionale che ci vede, rispetto alle province delle regioni a statuto ordinario, molto carenti».

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