15 Dicembre 2010

Fortuna Drossi: ecco perchè mi candido a sindaco di Trieste


Uberto Fortuna Drossi illustra “alcuni motivi tra i tanti” che lo hanno indotto ad accettare la candidatura a sindaco di Trieste.

Da quando ho iniziato ad occuparmi del progetto della Città metropolitana di Trieste, per la precisione dal 1997, nessuna
componente politica si è mai pronunciata a favore, creando occasioni di discussione e confronto. Nel 2006 feci parte di una schiera di potenziali candidati per la presidenza della Provincia e posi come condizione alla mia partecipazione che nel programma fosse inserita la trasformazione della Provincia in Città Metropolitana. A dimostrazione di quanto affermato, l’idea non fu accettata dai partiti con l’immediata e coerente rinuncia della candidatura da parte mia, anche se i sondaggi erano piuttosto favorevoli nei miei confronti.

Quest’anno durante i cinque mesi di raccolta delle firme per la proposta di legge sulla Città Metropolitana, moltissimi firmatari, indistintamente dall’appartenenza politica, mi sollecitavano di rimettermi in pista per la competizione politica alle amministrative del 2011. La mia risposta era sempre la stessa: a mio modo di pensare, mettersi al servizio della città non deve essere una competizione ma una responsabilità.
In merito di competizione politica purtroppo, vige oramai la regola che vince, non chi corre di più ma chi è più bravo a fare lo sgambetto a quello che viene addirittura spesso definito rivale. Siamo arrivati al punto che spesso i politici sono talmente faziosi, che gioiscono maggiormente per la sconfitta dell’avversario che per la propria vittoria.

Nel periodo alterno tra l’attività politica amministrativa e quella lavorativa, ho acquisito una buona esperienza per potermi definire in grado di contribuire al rilancio della città. Ho vissuto da pubblico amministratore in particolare un periodo storico non facile, dal 1995 al 2001, in quanto si percepivano le incertezze legislative in un mare ancora agitato da tangentopoli. Le idee di allora, quando sono stato Assessore al Comune di Trieste, sono il risultato della città di oggi, pur senza togliere il merito a chi ha continuato l’opera. Il tempo mi sta dando ragione sulla visione di Trieste che ho avuto allora. Anche se avrei voluto maggiore attenzione per i rioni periferici, considerato che la tradizione vuole che Trieste sia un insieme di centri in una città.
Alle volte feci scelte impopolari: mi assunsi per esempio la responsabilità delle prime pedonalizzazioni delle vie. Cittadini e negozianti erano in grande maggioranza contrari ma la decisione ha fatto in modo di evolvere la cultura dell’uso del centro cittadino.

Oggi pochi ricordano le contrarietà e le proteste che si susseguivano all’inizio dei lavori. Le assorbivo e continuavo anche se mi hanno fatto comprendere quanto sia fondamentale la partecipazione del cittadino, anche se alla fine dell’ascolto di tutte le voci rimane fondamentale essere capaci di prendere delle decisioni, mentre oggi troppo spesso vengono rimandate. Per immodestia, ma solo per chi non mi conosce, ritengo di avere l’esperienza amministrativa sufficiente per non essere travolto dai lacci della burocrazia, e uno dei punti fondamentali è rendere i cittadini liberi dalla burocrazia e non sudditi di essa e delle raccomandazioni.

La mia è una sfida che certo non si concilia molto con il tempo da dedicare alla mia attività lavorativa, che ritengo prioritaria per essere veramente libero. Però la vita è fatta di passioni e una di queste è dare una ragione all’impegno che ho dedicato a Trieste e di quanto impegno sia necessario ne ho piena consapevolezza. La mia passione è anche reagire contro il tentativo di Trieste di ripiegarsi su se stessa, perdendo di vista le sue potenzialità dal punto di vista geografico oltre a quelle culturali e umane; insomma, la patologia di Trieste di essere nemica di se stessa a causa dello scetticismo fino ad arrivare alla rassegnazione va eliminata con la positività. Io la vedo così.

Accetto la mia candidatura non dimenticando mai che Trieste debba essere aperta però autonoma nelle sue scelte, affinchè la città diventi una risorsa indispensabile per il paese. Accetto un progetto per la città che abbia più risorse per essere tenera di cuore con chi ha avuto meno fortuna nella vita, pur lavorando con dignità. Trieste metropolitana non deve chiedere assistenza ma rivendicare la dignità di definire il proprio destino, con più autonomia, secondo le sue peculiarità. Accetto la mia candidatura perché il progetto deve essere della città e non dei partiti: fino ad oggi – salvo una eccezione, peraltro differente nei contenuti – nessuno ha voluto perseguire l’iniziativa della Città metropolitana, anzi ho trovato più ostacoli che vantaggi. Accetto di propormi alla città, rischiando in prima persona e naturalmente con chi condivide il percorso insieme a me, quindi consapevoli di non avere in alcun caso benefici politici o contropartite: il progetto non è in vendita, può essere solo accolto e sostenuto, integralmente.

Uberto Fortuna Drossi

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9 commenti a Fortuna Drossi: ecco perchè mi candido a sindaco di Trieste

  1. Italiano ha detto:

    Uberto è persona onesta. Merita.

  2. aldič ha detto:

    un altro per il centro sinistra!

  3. mysun ha detto:

    Una linea nuova,interessante, che è opportuno approfondire. Un passaggio in evidenza: “Trieste metropolitana non deve chiedere assistenza ma rivendicare la dignità di definire il proprio destino, con più autonomia, secondo le sue peculiarità.” L’aspetto dell’autonomia politico-decisionale e amministrativa dell’area giuliana è una priorità: bisogna insistere, e con molta forza, su questo. Ricordo i tabelloni … salvare la triestinità!

  4. kaiokasin ha detto:

    A me pare che le prime pedonalizzazioni le abbia fatte Ester Pacor (ricordo un tentativo di linciaggio in p.zza Unità da parte dei commercianti) e ancora prima le aveva pensate Cecchini. Un bel po’ prima di Illy!

  5. Dag ha detto:

    Mi farebbe piacere che si realizzasse la città metropolitana triestina (ma bisogna vincere la resistenza dei comuni che non accettano di esserne inglobati), così ponendo fine all’esistenza di una Provincia poco utile come quella di Trieste. Al contempo, dovrebbe però essere riproposta l’autonomia del Friuli, sull’esempio di quanto aveva portato avanti da Tessitori, attualmente sacrificata a favore della minoranza territoriale e popolare triestina.

  6. ufo ha detto:

    Ancora con questo zombie della città metropolitana? Rilassatevi – tutta quanta l’idea, oltre che essere una patacca, fin dall’inizio aveva scritto in fronte che serviva solo a spingere avanti un nome ben definito per le prossime comunali.

    Fatevene una ragione, eleggete a sindaco di Trst chi cavolo volete e smettete di rompere l’anima a chi non è interessato ad avere la banda Camber in casa.

  7. mysun ha detto:

    Città Metropolitana…zombie? Come sempre a Trieste no se pol…e ci teniamo una magica e fortissima provincia, piena di potere e di attività….una figata.
    Chiedete che ne pensano i fiorentini (in particolare i compagni di quelli che a Trieste non sono interessati ad avere, come dice ufo “la banda Camber in casa”….
    FIRENZE: Città metropolitana, nasce in provincia una commissione speciale.
    Dovrà elaborare una proposta concreta su come far nascere un ‘organismo’ che unisca l’area del capoluogo, Prato e Pistoia.
    Gli interventi dei consiglieri….“Siamo di fronte a un passaggio importante – dice Andrea Calò, capogruppo di Rifondazione comunista – Crediamo che la Città metropolitana debba dare una risposta a chi vede mettere in discussione il diritto all’abitabilità, il diritto alla casa, al lavoro, il diritto al trasporto, il diritto alla mobilità. E’ una sfida che parte del presente e guarda a un futuro sostenibile per tutti, in cui il diritto di cittadinanza non è fondato sulla paura e sull’esclusione”.
    Evviva, e anche Živjo.

  8. ufo ha detto:

    Confermo: fesseria era e scemenza rimane. L’ultima di una lunga serie di “soluzioni magiche” che in un colpo solo affermavano di risolvere ogni e qualsiasi problema, fame nel mondo e anzianità della popolazione comprese. Tratti caratteristici: tutte quante dipendono da una pioggia di soldi pubblici o trattamenti fiscali di favore, e tutte quante spuntano circa un anno, un anno e mezzo prima di qualche tornata elettorale.

    Questa soluzione in particolare non fa mistero di aspettarsi un vantaggio in termini monetari dal ribaltone istituzionale, giustificando tali aspettative col fatto che il governo “può” assegnare risorse in più a tale sorta di baraccone. Scontato far presente che “può” è ben diverso da “deve” e che ultimamente abbiamo visto benissimo quanta fretta ha avuto lo stesso governo di investire nella Piattaforma logistica. Sedici milioni di euro per nuove caserme sì, trenta per l’unico progetto di sviluppo economico esistente a Trieste no. State cercando di convincermi che basta abolire la provincia e poi di colpo cambia tutto e diventiamo i beniamini del ministero, e giù soldi a palate? Vediamo: lasciamo che vadano avanti a Firenze – e tra due anni andiamo a verificare codesti miracoli, pallottoliere in mano. Se funziona ammetterò di aver torto.

    Nel frattempo sarebbe casomai opportuno che i venditori di miracoli ci spiegassero un po più in dettaglio non solo quali siano i problemi di Trieste (fino a lì ci arriviamo da soli), ma anche quale nesso logico ci sia tra le soluzioni sbandierate e la risoluzione di detti problemi. Finora tutto quel che ho visto sono solo grandi proclami.

  9. Triestin - No se pol ha detto:

    me associo a UFO solo propaganda per poder candidarse con una “petizion”, che adesso diventa guarda caso movimento politico… de un non triestin

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