15 Dicembre 2010

Economia isontina: manifatturiero in ripresa (+21,2% per il fatturato), commercio in crisi nera

“Deboli segnali positivi in uno scenario tutto sommato stagnante. D’altronde il rapporto con il trimestre precedente spesso può non essere significativo, in quanto i dati possono essere influenzati, ad esempio, nel manifatturiero, ad un riallineamento delle scorte, a periodi di Cassa Integrazione. Risulta, quindi, opportuno verificare in più trimestri successivi l’andamento, per parlare di inversione di tendenza stabilizzata: certo il dato positivo è sempre confortante, ma di per sé, ripetiamo, è poco significativo nell’ottica di una reale ripresa”.
Questo, in buona sostanza, il commento del Presidente della Camera di Commercio di Gorizia, Emilio Sgarlata, all’indagine congiunturale relativa al terzo trimestre 2010.

Il contesto internazionale e nazionale
A distanza di quasi due anni dall’inizio della fase più critica della crisi economica mondiale ci si può concedere una riflessione retrospettiva su ciò che è successo fino a oggi e sul diverso posizionamento dei vari Paesi di fronte ai nuovi scenari.
La diffusione della crisi e la contrazione più intensa della produzione in tutti i Paesi industrializzati si è avuta tra il quarto trimestre 2008 e il secondo del 2009; successivamente si sono avuti i primi segnali deboli di ripresa seppure differenziati per le economie dei vari Paesi.
A livello mondiale si sta assistendo ad una crescita della produzione più sostenuta da parte dei Paesi emergenti rispetto a quella in corso nei Paesi avanzati. È proprio dai mercati appartenenti a questa area più dinamica che la domanda estera rivolta a Nord Est lo scorso anno è cresciuta, nonostante la forte contrazione registrata nell’interscambio complessivo con il resto del mondo.
Dopo aver raggiunto nella prima metà del 2009 le variazioni tendenziali più basse, la curva degli indici della produzione ha sterzato puntando decisa verso il segno positivo sia per UE 27 che per la zona euro.
Il comportamento dei principali Paesi europei nello scorso anno è stato il medesimo: forte crescita negli ultimi tre trimestri, anche se la crescita è ingannevole in quanto il confronto tendenziale viene effettuato con i livelli minimi produttivi dello scorso anno.
L’Italia si sta comportando seguendo il contesto degli altri Paesi europei con una diversa intensità sia nella caduta del 2009 che nella ripresa in corso da quest’anno.
E’ pur vero che, dopo aver toccato il fondo, il miglioramento degli indici della produzione ci permette di affermare che si è stabilizzata la fase della caduta libera e si stanno gradualmente recuperando le ingenti perdite subìte lo scorso anno.
L’andamento del commercio estero è importante per la ripresa di economie internazionalizzate come quella di Gorizia.
La contrazione della crescita del commercio mondiale di beni e servizi dello scorso anno è stata dell’11% e la previsione di variazione per il 2010 è pari a +11,4%, sufficiente a integrare solo in parte la caduta della domanda estera al comparto manifatturiero.

Manifatturiero
Dopo la battuta d’arresto dello scorso trimestre riprende la ripresa del mercato e la capacità produttiva del comparto manifatturiero: è questo il dato emerso dalle informazioni rilevate nell’indagine congiunturale del III trimestre 2010.
La crescita tendenziale del fatturato pari a +21,2%, è imputabile all’andamento della domanda estera del comparto la quale costituisce una componente rilevante della domanda complessiva interessando oltre il 60% del fatturato totale di questo trimestre.
Il fatturato estero tendenziale ha registrato un balzo pari al 35,3%; anche gli ordini esteri risultano positivi con una variazione del 52,0% che fa ben sperare per la ripresa definitiva della domanda nel breve termine.
Sul fronte della domanda interna la variazione positiva degli ordini interni del 4,6% aiuterà a sostenere la ripresa della produzione nel breve termine.
Gli effetti della crescita della domanda si sono fatti sentire sulla produzione che ha registrato una variazione tendenziale del +7,9% e il grado di utilizzo degli impianti ha raggiunto il 68% contro il 67% dello scorso trimestre.
Per quanto riguarda l’andamento della produzione e del fatturato delle imprese secondo la loro dimensione in termini di addetti, la crescita più consistente si è verificata per le imprese di media e grande dimensione (da 50 a 249 addetti e più).
La nota positiva è che la ripresa della produzione ha trainato anche l’occupazione del settore, dove si registra un incremento del 3,2% rispetto i livelli di un anno fa.
Le performance del settore vedono un ulteriore erodersi dei margini delle aziende dovuta alla crescita tendenziale superiore dei costi di produzione, pari a 5,3%, rispetto alla crescita dei prezzi di vendita che è del +1%.
Le previsioni relative al quarto trimestre dell’anno sono orientate alla prosecuzione della crescita dei tassi di variazioni delle principali variabili del comparto; per tutte le variabili il saldo tra chi prevede una crescita e coloro che si aspettano una contrazione è positivo ad esclusione dell’occupazione, anche se la gran maggioranza dei rispondenti (oltre l’84%) stima una variazione prossima allo zero.

Costruzioni
Il settore delle costruzioni non fornisce indicazioni di recupero e prosegue il lungo periodo di contrazioni; da due anni le variazioni tendenziali della produzione sono negative.
Il tasso tendenziale della produzione è pari a -1,6%. Anche la domanda rivolta al settore rimane debole: la variazione tendenziale del fatturato è in diminuzione del 2,5% rispetto allo scorso anno e la variazione delle commesse interne continua ad essere negativa pari a -1,0%.
Differenziato è il comportamento tendenziale delle imprese del settore in funzione della dimensione espressa in classe di addetti: le piccole imprese e medie imprese (fino a 49 addetti) sono in maggior difficoltà produttiva con variazioni negative; le grandi imprese manifestano invece una tenuta (oltre i 50 addetti).
La debole domanda del settore ha evidenti conseguenze sull’occupazione: il tasso di variazione tendenziale è negativo con un calo del 4,3% rispetto al terzo trimestre del 2009.
Segnali di una lenta ripresa provengono dalla basse variazioni dei costi: i valori tendenziali di tutte le componenti di costo, compresi tra il +1,9% degli altri costi e il +3,2% del costo delle materie prime, mostrano un’intensità della crescita superiore rispetto allo scorso trimestre.

Commercio al dettaglio
Il settore del commercio al dettaglio in questo trimestre ha registrato una variazione tendenziale negativa pari a -3,5%: con questo dato viene confermata la fine del recupero in atto nel precedenti trimestri: tale variazione era stata anticipata dalle previsioni dello scorso trimestre.
L’occupazione risente della debole domanda subendo una contrazione pari a -1,1% rispetto ai livelli dello scorso anno; le imprese che soffrono di più sono le piccole (da 3 a 9 addetti) con una variazione del -2,2%.
Sia i prezzi di vendita che quelli di approvvigionamento crescono con intensità diversa: i primi registrano una variazione tendenziale del +1,0% e i secondi dell’1,4%, dinamica che sta erodendo i margini delle aziende del settore.

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