13 Dicembre 2010

Si aprono le porte del Cie di Gradisca per il consigliere regionale Pustetto

Questa mattina mattina, alle 9.30, si apriranno finalmente le porte del Cie di Gradisca Stefano Pustetto.

Saranno passati esattamente 20 giorni da quando (il 23 novembre scorso), il consigliere regionale di SA-Sinistra ecologia libertà ha inoltrato formale richiesta alla Prefettura di Gorizia per poter visitare il Centro di Identificazione ed Espulsione di Gradisca. Dopo 20 giorni, innumerevoli telefonate, rimpalli di responsabilità tra Prefettura e Viminale, chiamata in causa del presidente della Regione, finalmente è arrivato il via libera da parte della Prefettura.

“Non si capisce questo atteggiamento degli organi dello Stato e del presidente della Regione visto che esibendo semplicemente il tesserino, ho già visitato il carcere di massima sicurezza di Tolmezzo. Perché per il CIE vige un’assoluta discrezionalità quasi godessero dello status di extraterritorialità? Questo è un problema politico che uno Stato deve saper risolvere, si tratta di una scelta di civiltà”.

“Il controllo democratico deve poter essere esercitato in tempi brevi, non a distanza di settimane. Quella in cui ci troviamo è una situazione inquietante, perché accettare questa discrezionalità vuol dire rendersi corresponsabili di quanto accade tra quelle mura sigillate. In democrazia non è pensabile che esista un luogo di detenzione sottratto al controllo democratico delle istituzioni”.

“Le notizie che il 23 novembre filtravano dal Cie raccontavano di atti di autolesionismo perpetrati da alcuni internati che si sarebbero cuciti le labbra per denunciare la loro condizione e gli inaccettabili e ingiustificati tempi di detenzione. In realtà, l’interesse non è di questi giorni, ma è nato dalle notizie di abusi, maltrattamenti e discrezionalità che riguardano non solo il Cie di Gradisca, ma un po’ tutti i Cie sparsi per l’Italia ove le rivolte, sia individuali che collettive, sono decisamente aumentate da quando il periodo di detenzione è passato dagli iniziali 30 giorni agli attuali 6 mesi”.

“Ho sentito come mio preciso dovere – ha dichiarato Stefano Pustetto – dettato dalla carica pubblica che ricopro e dal mio trascorso di medico, accertare la veridicità di tali notizie e lo stato di salute dei detenuti”.

Viste le considerazioni in premessa si ritiene quanto mai urgente l’istituzione di un Osservatorio permanente su quanto avviene nel CIE a Gradisca, come già richiesto dalla Rete dei Diritti del Friuli Venezia Giulia.

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Un commento a Si aprono le porte del Cie di Gradisca per il consigliere regionale Pustetto

  1. sergio ha detto:

    be se vediamo come si comportano i vari sindaci e politici in Sicilia in Puglia e in altri posti dell’Italia, dove giornalisti vengono buttati letteralmente fuori da polizie locali etc o quando un singolo cittadino vuole parlare con un politico e questi si rifiuta…. di questi episodi se ne vedono tanti per striscia la notizia, logicamente non sarà il nostro caso, ma mi pare anche giusto che i politici facciano domanda per poter entrare in questi posti, solo che le risposte dovrebbero essere molto veloci, non 20 giorni di sicuro, oltretutto penso che il carcere ha le celle, i centri suppongo no, ed è ingiusto che queste persone debbano restare 6 mesi nei centri, forse anche per colpa loro che tentano in tutte le maniere di restare raccontando cose non vere. Logicamente in certe situazioni c’è una certa resistenza delle forze preposte, ma importante è che questo permesso sia venuto un pò sofferto ma….. auguri al nostro politico

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