22 Novembre 2010

Il “fantasma” di Lenardon, una vittoria importantissima e la griffe del capitano

Il pubblico sta con Lenardon, ma il masochismo può essere deleterio

Il match winner Bocchini

Il “masochismo morale” coniato da Freud per differenziarlo da quello a sfondo sessuale è quanto mai un aspetto che l’appassionato triestino medio sembra aver insito nel DNA; prevedibile e anche se vogliamo giusto stato d’animo per la partenza di un beniamino come Lenardon, ma la ricerca di un capro espiatorio in canotta e pantaloncini (Leo Busca ndr.) è operazione ingiusta; Simone Lenardon certo è stato “invitato” a ragionare sulla possibile partenza, non a parole ma a segnali tecnico-tattici, ma lui alla fine ha SCELTO (non è stato COSTRETTO) di andare alla corte di coach Bernardi a Massafra, dove avrebbe garantiti minuti e fiducia (ironia della sorte il dottore toscano ne ha piazzati 15 con 8 assist!!!). Perché il masochismo può diventare perversione negativa?
Il fatto di “colpire” ad ogni respiro fuori posto Leo Busca porta inevitabilmente una negatività, o una poca serenità nel fulcro del gioco Acegas e tutta la squadra ne risente di conseguenza; se la squadra ne risente di conseguenza, i risultati non arrivano e così l’ottavo posto anelato si allontana esattamente come Simone Lenardon da Trieste. Ricordiamo i presupposti neanche troppo sussurrati ad inizio anno: o si entra fra le prime otto o si chiude!

Sorridi…non sei su scherzi a parte!
Un indicatore extra cestistico ha colpito l’attenzione di molti, perlomeno nella differenza fra quello che era e quello che non c’è più: la totale assenza di divertimento!
Se nella pallacanestro non si sorride quando si gioca, neanche quando stai vincendo, vuol dire che qualche problema c’è; Su Benfatto abbiamo già detto che è palese la sua insoddisfazione in questa annata, sugli altri compagni la serenità è latente, si vede che remano tutti dalla stessa parte e che si incoraggiano ma il comun denominatore è la tensione nei volti. La medicina migliore potrebbe essere un trasparente confronto fra allenatore e giocatori, in una fase cruciale della stagione che comincia con la calda trasferta di Osimo.

Chi fra il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto non vede neanche il bicchiere, ma….
Onestamente qualsiasi mente sobria uscita dal Palatrieste avrebbe commentato la vittoria Acegas con connotati simili ad una bocciatura, gioco farraginoso e slegato ( a parte un gioco “alto-basso” degno di nota), percentuali da tre punti imbarazzanti (1/17 per il 6%) e soprattutto una gestione di palloni importanti da prima divisione.
Eppure c’è qualcosa di dannatamente sinistro che ragala spunti di soddisfazione: i due punti!
Le premesse per questo match tracciavano delicati presupposti, dalla metabolizzazione dell’uscita di Simone Lenardon ai recuperi illustri come quello di Bocchini, alle condizioni dei malaticci Maiocco e Moruzzi, passando per una Recanati che cambiava allenatore, con il conseguente logico effetto placebo (soprattutto alla prima uscita); proprio per tutti questi motivi, i due punti sono la meno filosofica e più concreta ottimizzazione del lavoro profuso, e la classifica dice che siamo nel terzetto delle settime-ottave…positivismo!

Più che Colli….un pitbull!
Presentiamo il più impermeabile giocatore di casa Acegas, cioè chi, una volta indossata una canotta biancorossa e un paio di pantaloncini, non conosce condizionamenti esterni, che inserisce il motore in modalità “battaglia” e che fa di tutto per “mangiarsi” la palla a spicchi. Andrea Colli ha fornito una prestazione, al di là del 100% al tiro da due punti e brillante 24 di valutazione, di quelle che fanno innalzare la stima ad allenatore, compagni e pubblico; selvaggio approccio nell’area pitturata, ogni centimetro quadrato del suo corpo è stato sfruttato per la causa, portando in dote anche 14 punti e una serie di invisibili situazioni che hanno deciso il match.

Pasta del capitano
Rientro in punta di piedi, quale consueto costume di Dennis Bocchini, il capitano mancato per mononucleosi alla causa Acegas e che a tutti gli effetti rappresenta il valore aggiunto per il prosieguo del campionato (le prime due uscite sono state fortemente condizionate dal problema fisico), ha finalmente riassaporato il gusto del parquet. Dopo qualche impaccio iniziale, ecco che il bomber triestino trova il modo di griffare in modo indelebile la sua presenza davanti al pubblico amico con una giocata da tre punti della vittoria; questo rappresenta il miglior modo di rilanciare l’autostima del giocatore, in un meccanismo Acegas che manca proprio di un tiratore affidabile (Maiocco è quello per caratteristiche più vicino). Bentornato capitano!

Raffaele Baldini

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