Nel 1882 ricorreva il quinto centenario della “dedizione” di Trieste alla Casa d’ Austria e la città, per festeggiare l’ anniversario, organizzò un’esposizione agricolo-industriale alla quale presenziarono anche l’ Imperatore Francesco Giuseppe I e l’ Imperatrice Elisabetta. Terminata l’ esposizione, che ebbe luogo nell’ estate del 1882, alcuni illustri cittadini costituirono un fondo per costruire un monumento che ricordasse alle generazioni future la centennale unione dei triestini con l’Austria. Il 24 dicembre 1882 fu costituito il comitato formato da: Pietro Barone de Sartori junior, Giovanni de Albori, Marco Barone de Morpurgo, Paolo Barone de Ralli, commendatore Carlo Reinelt, Carlo Barone de Rittmayer, Dottor Antonio Cavalier de Tommasini. Nel dicembre 1882 il fondo per l’ esecuzione del monumento ammontava a 27.000 fiorini. Nell’ assemblea del 12 aprile 1887 furono decisi, con delibera a grandissima maggioranza, il luogo dove costruire l’ opera e l’ artista che l’ avrebbe realizzata. La piazza antistante la stazione ferroviaria fu il sito individuato; l’ artista lo scultore Ivan Rendić, dalmata.
Per mancanza di fondi necessari all’ ultimazione dell’ opera il 29 maggio 1887 il comitato esecutivo si vede costretto ad indire una pubblica sottoscrizione cui quale partecipò l’ intera popolazione, dalle classi meno abbienti fino all’ alta società. Il 25 marzo 1889 il monumento fu inaugurato. Ecco come viene descritto in un articolo tratto dal giornale cittadino “L’ Adria” pubblicato il giorno seguente l’ inaugurazione: “Il monumento si eleva sopra una base a due gradinate di pianta quadrata, e presenta nel suo insieme l’ aspetto d’ un obelisco il quale dalla gradinata alla sua cima si alza all’ altezza di metri 14,20. Il basamento è formato da tre ordini di piedestalli che tra loro strettamente armonizzati per forme, proporzioni e profili si predispongono ad accogliere il sormontante obelisco.
L’ opera fece bella mostra di sè per trent’ anni nel giardino dell’ allora Piazza della Stazione (oggi Piazza Libertà). Nelle giornate del 2 e 3 novembre 1918, durante il vuoto lasciato dal crollo delle autorità asburgiche, il monumento fu gravemente danneggiato dai nazionalisti italiani, che lo imbrattarono di vernice verde, bianca e rossa. Il 3 novembre 1918 iniziò il periodo di occupazione militare italiana, ed il 12 aprile 1919 una delibera della giunta municipale decretò l’ allontanamento del monumento. La piazza antistante la stazione era definitivamente sgombra dal monumento nel dicembre del 1919. Le parti del monumento furono riutilizzate per i più svariati scopi. L’ artistica balaustra che circondava il monumento fu trasferita nei giardini di villa Basevi a San Giacomo, i fanali furono trasferiti ai quattro lati del Ponte Rosso (dove si trovano tuttora), il rosone raffigurante i tredici stemmi delle casate patrizie triestine fu murato all’ entrata del castello di San Giusto. La statua ebbe meno fortuna; nel 1928 si ipotizzò il suo riutilizzo come abbellimento per il nicchione posto al centro della Scala dei Giganti, ma nel settembre del 1931 il podestà bloccò i lavori di ricollocazione a causa delle pressanti proteste apparse sul quotidiano “Il Piccolo” di una piccola ma significante parte della cittadinanza contraria al ritorno di quella statua che ricordava troppo l’ Impero. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la statua fu trasferita al magazzino per la raccolta dei metalli e fu fusa, si salvò solo la testa che entrò a far parte delle collezioni di Diego de Henriquez. (Le notizie sono liberamente tratte da “A Trieste” – sito: atrieste.eu e – come le fotografie – dal sito nuovolitorale.org).
Anche a Sagrado c’era una statua a Francesco Giuseppe. Da qualche parte ci deve essere una foto dell’abbattimento da parte dei militari italiani.
Invece a Cormons quella di Masssimiliano si è salvata. Sarebbe bello conoscerne il motivo.
Perche’ era imperatore del Messico(forse e’ la motivazione) e credo spesso in disaccordo col fratello
Il pilo di Pola dedicato a Massimiliano d’Asburgo e alla marina da guerra imperiale, eretto a ricordo della battaglia di Lissa del 1866, non è stato distrutto, ma spostato a Venezia nel 1929, dov’è ancora.
Lo si vede in foto qui (scorrere un po’ verso il basso):
http://www.betasom.it/forum/lofiversion/index.php?t34037.html
Luigi (veneziano)
Ma che fine ha fatto il monumento dedicado a Tegetthoff nella sua città natale !? (Marburg… mi sembra di ricordare…)
🙂
eccola qui la sequenza fotografica dell’abbattimento (dalla terza foto in poi)
http://www.isonzo-gruppodiricercastorica.it/doku.php/gorizia_e_la_sua_provincia_com_era_e_com_e
Ne approfitto per segnalare nel link precedente poco dopo metà pagina il castello di Gorizia prima e dopo la guerra.
Gli hanno aggiunto i merletti posticci al corpo centrale. Quelle foto mi hanno rovinato la giornata.
#2 il Massimiliano di Cormons non è il fratello di Francesco Giuseppe, ma l’imperatore rinascimentale Massimiliano I 1459-1519. La statua credo sia ottocentesca, in ringraziamento di qualche beneficio accordato alla cittadina dall’imperatore.
Da Trieste una città senza monumenti”:
Il Rendic diceva: “un giorno esso potrà eventualmente servire a tutt’altra dedizione. la figura del mio monumento tende le braccia e guarda verso il mare e non verso la montagna. I frammenti architettonici che ne formano la base sono copiati da quelli esistenti a san Giusto e al Museo Lapidario. Che volete di più? Basterà togliervi l’aquila, e avrete il vostro monumento bell’e pronto”.
ma c’è qualche cultore dell’Ancien Régime, che Barone nel testo è scritto con la maiuscola come se fosse un cognome? o è per rispetto? o per una semplice traduzione del tedesco Freiherr in cui i sostantivi hanno la maiuscola?
effebi
Ma perche’ non ci illumini su tutte le distruzioni fatte nel 1918 a Trieste dai vincitori italiani, come fai per le distruzioni jugoslave nel 1945?
Austria Europae Imago, Onus, Unio: L’Austria è l’immagine dell’Europa alla prova dell’unificazione
Unionis?
#9. Bibliotopa
“Barone” come “Dottore” con la maiuscola perchè così è scritto nel testo originale dei componenti del comitato. Ho preferito lasciare la forma originaria. Si vede che in quei tempi usavano la maiuscola.
@3 luigi
come il solito Venezia si fregia con il frutto delle rapine a mezzo adriatico e meditteraneo. La chiesa di San marco
10 Srečko
…distruzioni jugoslave dopo il ’45 !?
nooo, non mi vorrai mica dire che la statua di Tegetthoff nella sua città natale (Marburg) è andata distrutta !!??
peccato, fosse stata occupata dagli italiani forse sarebbe stata restituita http://www.nuovolitorale.org/monumento_tegetthoff.asp o trasportata altrove http://www.nuovolitorale.org/monumento_max_istria.asp
Chissa se a Pula (Pola) oggi le rivorrebbero indietro !?
Sapevo anche:
Austria Erit In Orbe Ultima
effebi
I tuoi tentativi sono a dir poco pietosi. Si parla delle distruzioni commesse a TS dagli italiani. E tu che fai? Mostri col dito che cosa hanno fatto gli sloveni a Maribor!!!!
che belle robe che gavemo perso
“alcune distruzioni” (a trieste) contro “tutte le distruzioni” (…altrove)
a ts c’è ancora sissi.. massimiliano…
…altrove che c’è !? che è rimasto !?
qui poi noi siamo italioti-fascistissimi mentre “altrove” sono sempre stati “democraticissimi”….
buffo…
(un altro tentativo pietoso)
Se il monumento fosse ancora in piedi sarebbe diventato come il muro del pianto di Gerusalemme.
I can understand all your arguments, but do really believe that they will not achieve any impact on current affairs, as long as you will mourne in Italian about former glamour within the Austrian Homecountry.
@effebi
cos’te vol dir che se ga fato i altri robe pezo semo discolpai?
non rivo capir il ragionamento scusime, non penso sia solo per discreditar sempre gli altri
@ dimaco
Hai proprio ragione: Venezia ha solo rubato e mai dato nulla a nessuno, né mai creato nulla di originale.
Sarà per questo che a Venezia vengono più visitatori all’anno di Slovenia e Croazia messe insieme.
L.
That’s true, Julius.
But if you think, the political leaders, the far right presidents of a lot of powerful associations and bytheway all the establishment in Triest, have worked a lot for acquire that sad result: having quite all the citizen that speaks -bad- just one language.
Italian, of course.
The thing is that they starts this battle years and years ago and the people is just slowly waking up now, in 2010, especially when they say that the “terrible communist of Yugoslavia” speaks without any problem three or more languages, Tito is dead since 1980 and the wall of Berlin has fallen down more than twenty years ago. Trieste has lied in a deep coma, but showing flags will be unuseful with this kind of unemployment and i think -i strongly hope- that the people maybe will open the eyes. It is late, but is better late than never. Sorry for my english, recently is getting worse. All the best.
@ Dultan
Dilettante.
Te ricordo che un “Si’, ma Tito” nelle sue varianti “E le foibe” “E perche’, i s’ciavi xe meio?” giustifica anca una bomba nucleare.
Ah, la vecia regola del jolly…..
Certo. Vengono a vedere l’ammasso della refurtiva raccolta in secoli di razzie veneziane…
Come vanno a Roma a vedere cos’hanno trafugato qui porci di Romani in secoli di ruberie per tutto l’impero, al Louvre per vedere cos’ha rubato quel delinquente di Napoleone (e altri prima di lui), a Londra…
Poveri noi, che misera cosa diventa ogni tanto questo blog!
@ Tergestin
It is true, but try to imagine what would have happened, if, at the time of the breaking-down of the Iron Courtain, Triestinians would have been able to offer an unique asset consisting in wide-angle direct international experience and good knowledge of the languages mostly spoken in formerly Eastern Europe. The achievement of such qualifications has been rendered a hawkward task by all the people send by Rome (and finding good fellowship in Trieste) who shouted around the “italianita´” of Trieste, thus preventing even willing guys to get acquainted with not-italian languages and habits.
I remember reading two delightful interwiews, one with Mr. Kropf (Eurospital) and the other with a Mr. Cerami (Diaco). Both stated that in Trieste there was no chance of finding adequate human ressources for key-positions in their pharmaceutical Companies. Now, I perceived those statements as highly offensive, let alone for myself (see www.), and was prompted to ask which qualifications, apart from family legacy (Eurospital) and (legally questionable) skills in finance jongling (Diaco) had helped these gentlemen to reach their actual positions.
Dario che azz dici i romani hanno portato la civilta’ nel mondo, abbiamo ancora leggi che si basano sul diritto romano, che avrebbero dovuto rubare a quattro bifolchi con le pelli di capra?
Me sa che a storia stai scarsino
Adesso ho capito perchè la giustizia funziona così male.
Capitan anche in Francia molte leggi sono la prosecutio tempori di alcune leggi romane eppure li’ funziona.
L’ordinamento romano e’ stato un faro per secoli a tutti i popoli ed e’ sopravvissuto alla barbarie
magari se applicasi il diritto romano e il sistema che usava i romani, sto paese saria sai meio…
Che evoluzione avremmo avuto se usassimo ancora i numeri romani per far di conto?
E se non fosse stata inventata la ruota? quale evoluzione? o prima ancora scoperto il fuoco? che paragone del piffero hai fatto?
Quelli che fai tu sui bifolchi con le pelli di capra.
@31 “ed e’ sopravvissuto alla barbarie”. Quasi dovunque… 🙂
Perchè non parliamo di “pedofili in gonnellino”?
Capitan qualcuno ha dato dei porci ai romani son rimasto sin troppo educato.
O dei Celti dove l’omosessualita’ era un rito a qualsiasi eta’
Quello intendeva i romani attuali se non lo avevi capito.
E’ lo spendersi tanto in elogi celebrativi di cadaveri della storia come imperi, patriarcati, serenissime, federative, territori liberi che mi lascia perplesso.
Vabbè, continua a guardare nel retrovisore.
Capitan a quelli attuali o a quelli di 2000 anni fa e’ sempre un offesa che diresti se io usassi lo stesso epiteto per friulani, triestini, goriziani, bisiachi o sloveni?
Quanto ai cadaveri storici come li chiami, ricorda che e’ una ruota continua e dal passato si capisce il presente, l’uomo ripetera’ gli stessi errori in eterno, cambieranno solo i nomi.
ma i romani odierni che centrano con i romani passati?
non mi sembra che i romani del passato hanno avuto solo romani autoctoni tra la popolazione
Matte se e’ per questo grazie a Caracalla ogni cittadino italico poteva fregiarsi della cittadinanza romana, poi fu ulteriormente estesa, quindi si usa il termine romano in senso lato.
Quanto ai romani odierni un po’ di bellicosita’ degli avi l’hanno ereditata figuriamoci se si fanno insultare impunemente.
delle volte mi chiedo come mai tutti (barbari e non)avevano sta mania di volersi fregiare di titolo di imperatore del sacro “romano” impero… boh !?
ma suonerebbe meglio…
imperatore del sacro viennese impero… lubianese… divacciano…
e poi che venivano a fare tutti in italia ce non c’è nulla !? a prendere cosa ?
che barbari…
E’ quando esponenti dello stesso partito del Trota parlano di classi differenziate per i disabili che mi girano perchè è lì che la storia del novecento bisogna conoscerla.
Quando gli amici dell’utilizzatore finale organizzano le ronde antiprostitute che mi arrabbio perchè è lì che la storia delle corti d’Europa può aiutare a capire i tempi che viviamo.
Gli antichi romani hanno portato la civiltà?
Forse è vero, di certo in Sicilia l’hanno portata prima i Greci, in Cina ce n’era una 3000 anni prima.
Ma cos’è? Una gara a chi è arrivato prima? Il gioco dei quattro cantoni? Chi prima arriva meglio alloggia?
si, non so che diavolo andava mussolini a dire che il confine del italia sono le dinaride
gli asburgo erano gli imperatori del sacro romano impero, et voila
che barbaro il mussolini
Per quanto mi riguada puoi dire tutto quello che vuoi di triestini e friulani.
E’ tutto vero: se le cantano gli uni contro gli altri da tempo immemore.
La civilta’ greca era fine a se stessa e conteneva in se molte contradizioni,(Democrazia, tirannide, oligarchia e regimi reali dinastici e non), la sua bellezza dal punto di vista delle arti del teatro della musica fu esportata proprio dai romani che l’inglobarono nella propria.
Verissimo quello che dici della Cina ma e’ rimasta isolata per millenni sempre chiusa in se stessa, non l’ha portata al mondo, le legioni romane vero portavano guerra, ma anche strade arte, cultura e cosa da non poco conto lasciavano gli amministratori autoctoni e gli dei locali
veramente ci sono contraddizioni marcantoni, vediamo che la storia è ben piu complicata
Matte’ mica me potevo mette a scrive un trattato citando per ognuno un esempio tipo le differenti democrazie Ateniese e Tebana
Cos’è una civiltà non “fine a se stessa”?
La “civiltà” che ha sterminato gli indiani d’America, che ha affamato l’Africa, che ha bombardato Bagdad?
Quella è civiltà?
“….Le parti del monumento furono riutilizzate per i più svariati scopi. L’ artistica balaustra che circondava il monumento fu trasferita nei giardini di villa Basevi a San Giacomo, i fanali furono trasferiti ai quattro lati del Ponte Rosso (dove si trovano tuttora), il rosone raffigurante i tredici stemmi delle casate patrizie triestine fu murato all’ entrata del castello di San Giusto. La statua ebbe meno fortuna; nel 1928 si ipotizzò il suo riutilizzo come abbellimento per il nicchione posto al centro della Scala dei Giganti, ma nel settembre del 1931 il podestà bloccò i lavori di ricollocazione a causa delle pressanti proteste apparse sul quotidiano “Il Piccolo” di una piccola ma significante parte della cittadinanza contraria al ritorno di quella statua che ricordava troppo l’ Impero. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la statua fu trasferita al magazzino per la raccolta dei metalli e fu fusa, si salvò solo la testa che entrò a far parte delle collezioni di Diego de Henriquez.”
in questo w.end ve la rimonto dai, così possiamo cambiare argomento 🙂
#44: l’editto di Caracalla (212 d. C.) attribuiva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero. Gli italici avevano ottenuto la cittadinanza romana alcuni secoli prima, dopo la cosiddetta “guerra sociale” del 91-88 a.C.
Buoni solo a distruggere ciò che altri hanno costruito- Trieste ne è l’esempio più eclatante.
sempre la stessa piccola parte
57 dimaco ? chi ? …quelli di maribor ? quelli di rifhemberk ?
A Trieste hanno messo il Tallero di Maria Teresa… alla mia domanda… come mai al retro non c’e’ l’Aquila Bicipite ??? i presenti mi hanno risposto: e’ una questione politica… non serve aggiungere altro.