E’ in vendita a 2,2 milioni di euro: farà infatti parte del pacchetto di cessioni immobiliari definito dal Governo sloveno. Verrà ceduto entro la fine del 2012.
Da bambina mi aveva impressionato perchè avevo scoperto la finzione. In una delle mie prime visite ci avevo trovato cumuli di polistirolo dipinto di grigio. Erano i muri, gli arredi e le altre scenografie che si erano rese necessarie, nel 1989, per trasformare il castello di Branik nel castello dell’Innominato. Proprio quello dei Promessi sposi. Il maniero medievale aveva infatti avuto un picco di notorietà – che faceva sperare in una ristrutturazione in tempi brevi – con l’uscita dello sceneggiato di Salvatore Nocita. Niente da fare, i lavori di restauro sono ancora in corso.
L’area merita in ogni caso una visita. Non soltanto per la scritta “Tito” che ancora campeggia su un’altura, sopra il castello (visibile da Google maps).
Il maniero domina una valle di vigneti, rinomata anche per la produzione di pesche. La posizione è strategica, non a caso pare vi avesse trovato posto una fortificazione romana. Quello che si può vedere oggi, il castello di Rihemberk (chiamato anche Rifembergo o Branik), è una struttura che ha come perno una torre cilindrica, una struttura menzionata già in documenti del 12.o secolo. Da metà del 1600 il castello – nel frattempo ampliato da mura e costruzioni rinascimentali – e i suoi territori passano ai conti Lantieri, che ne rimangono proprietari sino alla Seconda guerra mondiale. Il castello viene danneggiato, gli arredi e gli archivi in esso contenuti completamente distrutti.
(Nella prima foto: veduta del “castello di Rifemberga nella Valle del Vipacco” datata 1928 – archivio Kamra)
il castello di Rihemberk (chiamato anche Rifembergo o Branik)
Branik e’ il nome del paese sottostante. Rihemberk e’ il nome del castello. I prodi liberatori del 1918 chiamarono tutto Rifembergo, perche’ probabilmente furono a corto di fantasia. Non tradussero il nome come nel caso di Dornberk ribattezzata in Montespino…
annalisa ….ma è aperto ?
1 …e dei prodi liberatori del ’45 ? “… Il castello viene danneggiato, gli arredi e gli archivi in esso contenuti completamente distrutti” però …. “la scritta “Tito” che ancora campeggia su un’altura”
(nianche un minimo de decenza….)
una ventina di anni fa l’ho visitato, in gita col CAI. Bella una cappella con una danza macabra di epoca apparentemente rinascimentale.
Alla fine dell’ottocento lo affittavano. Ci passò qualche settimana una mia prozia.
in effetti, si parla di “Il castello viene danneggiato, gli arredi e gli archivi in esso contenuti completamente distrutti” ma l’articolo non precisa la data né ad opera di chi.
In 1528, Archduke and King Ferdinand I of Habsburg loaned the castle to the Lantieri Counts. In 1649 the Lantieri Counts gained ownership of the castle and added the palatio. During the Renaissance the residential tract was added to the inner wall- circle and a courtyard was formed. They kept ownership of the castle until the end of World War II when the castle, amongst their other possessions, was confiscated by the Communist Yugoslavian authorities. At the end of WW II the castle had been severely damaged as a result of mining by partisans. Some sources say this was done because the Germans used the castle to store ammunition, others say that the ‘Serbian’ partisans had no real reason. During the post-war period the castle was partially restored.
http://www.castles.nl/eur/sl/rh/rh.html
Lantero era Conte della Romagna nel 1193. La famiglia si sarebbe trasferita a Milano, per poi diffondersi in Liguria (Lanteri di Ventimiglia), a Briga (Lanteri della Briga), nei dintorni di Brescia (Lantieri de’ Paratico) e a Gorizia (una ramificazione diretta della famiglia bresciana Lantieri de’ Paratico), dove divennero nel 1560 Baroni dell’Impero e nel 1642 Conti dell’Impero, Coppieri ereditari della Contea di Gorizia e Supremi Falconieri della Carniola e Marca Slava. Nel XVII secolo ebbero il proprio Reggimento di Corazzieri “Lantiery” distintosi contro i turchi sotto Eugenio di Savoia e tra i cui capi viene ricordato il Generale Federico Lantieri.
Di loro restano importanti tracce a Vipacco, come il Palazzo di Zemono, del 1683, uno dei pochi edifici rinascimentali sloveni completamente conservati. Sempre a Vipacco, Lorenzo Lanthieri acquistò nel 1565 il castello di Tabor, del XIV secolo, già appartenuto ai patriarchi di Aquileia. A Gorizia invece troviamo il palazzo Lantieri, chiamato villa Schoenhaus quando ancora era proprietà dei Conti di Gorizia e Tirolo, prima di passare ad Antonio Lantieri di Paratico, primo dei Lantieri di Gorizia.
Tra i personaggi più noti della casata ricordiamo:
Vintero marchese d’Istria che sconfisse il Doge Candiani nel 935
Lantero, duca del Friuli e castellano di Paratico (1007)
Lantero, nominato Conte della Romagna dall’Imperatore Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa (1193)
Giacomo Lantieri (o Lanteri) de’ Paratico, di Brescia (1557), autore di “Due dialoghi del modo di disegnare le piante delle fortezze, secondo Euclide”
Giuliano, musico, liutista e cantante a Venezia (1600)
Aloisia Lanthieri, nominata anche dal Goethe
Federico che, come già ricordato, ottenne la nomina a generale sotto Eugenio di Savoia dopo la battaglia di Petervaradino (1716): risiedette a Rifembergo
Maestro del RINASCIMENTO VENETO:
MARCELLO FOGOLINO
Le quattro tavole restaurate di proprietà della Fondazione, due delle quali dipinte su entrambi i lati, provengono dalla Collezione Lantieri e furono attribuite al Fogolino da Giovanni Villa, nel 1997.
Il restauro ha offerto l’occasione per uno studio approfondito che, incrociando i dati provenienti dalla ricerca documentaria, quella storico artistica e quella tecnico-scientifica ha portato all’acquisizione di molte nuove informazioni che integrano ed in parte modificano quanto finora pubblicato su questi dipinti. Come sottolinea la curatrice del restauro, prof.ssa Teresa Perusini, «Nuova è l’ipotesi della provenienza da uno stesso altare delle quattro tavole Lantieri e delle due tavole dei Musei provinciali, finora mai messe in relazione tra loro nè con le tavole ora restaurate. Nuova è anche l’attribuzione delle tavole a due distinti maestri: uno, Fogolino, autore delle scene vetero-testamentarie e l’altro, forse oltramontano, autore delle storie della Passione. Nuova è in parte l’individuazione delle fonti iconografiche, con la messa in relazione dei contenuti iconografici al credo del committente. Nuova è anche l’ipotesi della provenienza dell’altare dalla Cappella del castello di Rifembergo, sorretta da alcuni documenti e dati relativi alla storia della cappella e alle sue misure. Nuova infine è l’ipotesi che il committente possa essere il signore del castello negli anni in cui Fogolino era a Gorizia (1548), Gaspare Lantieri…
http://www.gois.it/?lang=it§ion=event&id=1261&company=comune_gorizia
…poi vennero gli amici di Srečko, quelli con tanta fantasia e tante pietre bianche che ancora decorano le colline circostanti…
io c’ero. grande scenario.
assurdo che il governo alieni queste cose.
@effebi
ma per parlar de qualsiasi roba, ti te usi solo le lenti comunismo vs fascismo?
bel castello, me ne incarti tre. il quarto lo porto via così…
enrico… amico mio… te ga saltado el PRIMO commento ? …COME MAI ?
(A TUTTO XE UN PERCHè…)
Le pale dell’altare dipinte da Marcello Fogolino le ho viste esposte l’anno scorso a Gorizia.
Quanto a Rihemberk e Dornberk: sono anch’essi adattamenti sloveni degli originali tedeschi Rifenberg e Dornberg. Ammetto che la traduzione letterale italiana di Montespino è pacchiana: Dorn=spina, Berg=monte.
C’è poi anche Kromberk, adattamento da Cronberg, dalla famiglia Coronini-Cronberg. Pacchiano dunque anche l’italiano Moncorona.
che bello… “Julia Aemona”, poi venneo i pacchiani a modificarlo….
hanno fatto il film il nome i promessi sposi se non sbaglio, il castello del inominabile
effebi, guarda che prima ad emona abitavano altri, stessa cosa per altrio posti rinominati dai romani, questa dei nomi è una cavolata, si modifica nei tempi che furono
cmq primi abitatni i mosticarji, poi i celti e illiri, in seguito romani
che bello… “xxx”, poi venneo i pacchiani a modificarlo….
chi sono i mosticarji ?? :-0
Già 2.000 a.C., le paludi che circondavano la regione dell’odierna Lubiana iniziarono ad essere colonizzate dalle prime popolazioni che vivevano in edifici di legno su palafitte. Questi uomini vivevano di caccia, pesca, ma anche una primitiva agricoltura. Attraverso barche ricavate dai tronchi d’albero riuscivano a spostarsi all’interno delle paludi. Per il periodo successivo l’area fu un punto di passaggio per numerose popolazioni.[13].
Il territorio in seguito fu colonizzato dai veneti, che furono seguiti della tribù illirica degli Yapodi e infine dalla tribù celtica dei Taurisci nel terzo secolo a.C.
http://it.wikipedia.org/wiki/Lubiana
in sloveno sono mosticarji per via delle case su palafitte.
conosci la teoria di allinei sulla continuita ecc? beh praticamente lui ipotizza che i venedi o veneti erano i sloveni (non slavi)
Gli Illiri? mi sarei aspettato i Traci
Bibliotopa
Mostičarji sono gli abitanti delle case su pali nelle paludi. I pali venivano conficcati nel fondo, abitualmente argilloso, sopra venivano costruite case (si fa per dire) in legno. E’ chiaro che si raggiungevano in canoa o barca.
Erano i preistorici abitanti del Ljubljansko barje (le paludi attorno a Ljubljana).
@Matteo 16: Stai dicendo sostanzialmente una cazzata. Non penserai che gli abitanti delle paludi della piana della Sava di 4000 anni fa fossero sloveni, spero.
@effebi: Cerca di capirmi: ho detto che tanto Rihemberk quanto Rifembergo non sono nomi “originali”. Anche gli sloveni hanno slovenizzato nomi tedeschi. Ci sono anche casi di slovenizzazione pacchiana di nomi italiani, tipo Punta Ronco presso Pirano, che è divenuta Ronek…
macia, ho solo letto il libro di allinei e lo ho trovato interessante, se per te scrive cazzate a me non importa cmq
Mario Alinei
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Mario Alinei (Torino, 1926) è un glottologo italiano.
Biografia [modifica]
Professore emerito all’Università di Utrecht, dove ha insegnato dal 1959 al 1987, attualmente risiede a Impruneta. È fondatore e co-redattore dei Quaderni di Semantica una rivista che tratta della semantica teorica e applicata. È stato presidente dell'”Atlas Linguarum Europae” (presso l’Unesco) di cui è stato co-fondatore.
Opere [modifica]
Tra i suoi principali contributi in ambito linguistico, è rilevante, quello elaborato nella Teoria della continuità linguistica (con le due ipotesi cronologiche: breve e lunga); teoria ampiamente sviluppata nella sua pubblicazione intitolata Origini delle lingue d’Europa, edita in due volumi (il I nel 1996 e il II nel 2000).
Il I volume tratta principalmente del Paleolitico, approfondendo gli aspetti paleontologici, mentre il II volume tratta prevalentemente del Mesolitico e dell’Età dei metalli approfondendo gli aspetti archeologici.
Alinei, in questa teoria, sostiene tra l’altro che l’apparire in Europa degli indoeuropei coincide in parte con il primo stabilimento regionale dell’Homo sapiens e che vi è una certa continuità etnolinguistica dal Paleolitico superiore (denominato anche “Leptolitico”) fino ai nostri giorni.
Inoltre, secondo Alinei, la continuità linguistica sarebbe rilevabile anche (specialmente) negli attuali dialetti europei.
Questa sua (e di vari altri studiosi e accademici) visione della storia delle lingue e dei “dialetti” d’Europa contrasta con quella “corrente” ed è perciò rifiutata dalla maggior parte dei linguisti storici “tradizionali”.
Per approfondire, vedi la voce Teoria della continuità.
Nel libro Etrusco: una forma arcaica di ungherese Alinei propone, in coerenza con la Teoria della continuità, di identificare l’etrusco come una fase arcaica dell’attuale lingua ungherese e propone una lettura in questo senso di diversi testi etruschi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Alinei
bibliotopa piace leggere, le consiglio un libro interessante, nulla di piu
Quindi i veneziani discendono dai mostičarji. Ahi ahi ahi.
azz mo tra ‘n po’ scopro che io discenno dai Dori
allora i mosticarji corrisponderebbero agli abitanti delle terramare:
http://it.wikipedia.org/wiki/Terramare
mi piace leggere,e soprattutto saggistica, ma di glottologia non so nulla e non penso di poterla imparare adesso, men che meno da un libro solo. Aggiungo che di glottologia e di lingue in genere recentemente ho visto un uso poco scientifico e assai politico che mi fa piuttosto riflettere sul vecchio mito della torre di Babele.
non credo che ha scritto quel libro per usi politici, semmai è la politica a usare non il contrario
Macia
Adattamenti di nomi nei secoli da una lingua all’altra sono sempre avvenuti. Per lo piu’ venivano storpiati, quando la gente “sentiva” male e ripeteva un suono simile. Vedi es. Forum Julii che diventa Friuli.
Una cosa diversa e’ quando per motivi politici, ex officio, i conquistatori cambiano i nomi dei luoghi conquistati. Questo avvenne in Africa dove i colonialisti imposero nomi inglesi, francesi ecc., come avvenne in posti a noi vicini, come e’ il caso di Montespino. Quasti sono i cambiamenti che io critico.
…ma infatti non fa una piega…si sono allenati a far palafitte nei dintorni di Ljubljana…per poi affinare la tecnica a Venezia… 🙂
…la teoria di questi SloVeneti a mio avviso fa un po’ acqua …in tutti i sensi…ma c’è molta gente che ci crede e sono state scritte diverse tesi in merito anche da storici più o meno illustri…
http://www.scribd.com/doc/2527986/I-Veneti-antichi-un-popolo-misterioso
http://sloveneti.tripod.com/veg/e/Init/union_e.html
http://www.corrierecaraibi.com/FIRME_ACTavano_080428_Veneti_Sloveniti.htm
Personalmente non ho basi sulle quali poter credere o meno alla teoria, quindi semplicemente mi astengo…
…resta il fatto che è incredibile qui dentro…da QUALSIASI tema si parta…i detrattori del comunismo/fascismo non riescono MAI a trattenersi… :-/
che tristezza
“mi credo che i scrivi ste robe solo per insempiar la gente” ( La Cittadella)
Sempre de meno per fortuna… forse! 😉
..si parlava di un semplice castello…non riusciamo ad attenerci unicamente a questo?
Il castello errante di Branik.
http://www.youtube.com/watch?v=1LfW4q0dMpo
Avrei delle priccol precisazione da fare:
la danza della morte è solo una copia.L’originale è in una capella A Kostanjevica na krasu.
Durante la seconda guerra mondiale i tedesch usarono il castello come depositodimunizioni.
Io lo visitai l’ultimvolta alcuni anni fa insieme a miocognato(il portoneera aperto. La capella in fase di restauro era già danneggiata evuota. Il torrione alla sinistra(entrando dal portone) era anche quellain fase di resauro. Il secondo torrione sempr sulla sinistra salendo verso il nucleo era piamno di materiali edili. le due celle erano quasiinvisibili. salendo sullatorre sinotanole scritte lasciate dalle coppiette nel corso dei decenni. mancavnopcompletament i piani. conservati in maniera discreta erano le celle della morte(piccoli vani sull pareti dive venivano rinchiusi i riottosi). Fino al 1946 il castello era di proprietà della famiglia Coronini Kromberg Attems (come vogrsko, Kromberg, il palazzo nobile di Vipava) e successivamente espropriato. L’unica stampa (per la verità è un disegno) che raffigura il castello è negli archivi provinciali di Gorizia ed è datata 1752. E’ una delle rare raffigurazioni del castello com’era in origine. Il nome originale è Reifenberg ma il significato non è chiaro.
http://www.motosvet.com/portal/artimg/2008020436_aaaaaaaa.jpg
ho cercato di vedere su youtube ma non si vede il castello
effebi
Il tuo post 33: che nesso ha? Guarda che non c’entra un k…o
#35 non sa come si usa gogol maps.
35 : nella foto…Volrico di Rifemberg
“..Nel corso della guerra tra l’Ungheria e Venezia, (Volrico di Rifemberg) si offrì spontaneamente alla Serenissima in qualità di mercenario e difensore del castello di Grisignana dalla truppe guidate dal Bano di Croazia.”
strano che non l’avete riconoscuito, dietro la moto e davanti al castello….
effebi
Si la foto!!!
che !? che ti turba !? il castello ? la foto ? volrico ? i video dei giochini con le candeline nella XXX… !?
effebi
Amico mio, in che secolo inventarono l’apparecchio fotografico? E in che anni visse “Volrico”? E chi fu il fotografo ante litteram che gli fece la “foto”?
Sveja, no sta dormir in pie,….!
Invece di perderci nelle solite diatribe anti-filo-Tito, era il caso questa volta di sottolineare che un governo di SINISTRA in Slovenia sta cedendo pezzi del patrimonio pubblico ai privati!
Non mi sembra una cosa da poco: la crisi economica mondiale sembrava aver interrotto un trend liberista e molti preannunciavano un ritorno delle politiche stataliste… e invece no, loro malgrado gli Stati stanno facendo marcia indietro.
In Italia, il ministro Tremonti ha accennato poco tempo fa all’immenso patrimonio immobiliare dello Stato Italiano nel tentativo di rassicurare sulla tenuta delle finanze dello stesso di fronte al debito pubblico, in Slovenia sono evidentemente già dovuti passati all’azione!
E sapete cosa? Non mi sembra una cattiva idea: un privato saprà gestire il castello di Rihemberk certamente meglio di come lo ha fatto la repubblica di Slovenia, (sia quando era socialista, sia da quando non lo è più), con un ritorno per la comunità in immagine (lo stato in cui ora versa il castello è una vergogna!) e in finanze (entrate fiscali invece di uscite per restauri infiniti appaltati probabilmente ad amici di amici del politico di turno).
Ne faranno un albergo con resort di lusso. O un casinò.
l’importante è che non sia un italiano a rilevare le sacre pietre, non sarebbe “moralmente accettabile”, (come disse il sindaco di aidussina in altra simile occasione)
si, mi vedo anche da noi simili idee, immagino che se uno slavo comprasse il castello di miramare o san giusto, inorridirebbero gli ideologizzati di destra, aspetta ma l’alitalia?
L’alitalia? il guaio e’ che non la vo nessuno
alitalie e il castello di branik….
stessa roba 🙂
si da il caso che il castello (autroungarico) di miramare sta un pò meglio messo che quello (sloveno !?) di branik
poi vedi te matteo quali esempi scegliere 🙂
beni dello stato effebi, beni dello stato sono anche aziende, ma l’azienda poi è proprietaria di aerei ecc,
mi sembra che qualcuno tuonava che deve restare italiana e che venderla al estero era una vigliaccata, soliti destri che tirano il sasso e poi nascondono la mano
ma effebi a te non interessa nulla del castello, basta che leggi slavo e dai addosso
possiamo parlare della realta dei colibri, letto ilpiccolo?
I beni si possono anche dare in concessione pluriennale ai soliti noti. In Italia lo si fa con le spiagge.
per pochi spicci per giunta, l’unica cosa bella è che report ha detto che a trst non sembrava di essere in italia, data la trasparenza ecc
48 matteo !! ma devo dirti io quale è il significato (anche per un italietta come la nostra) di rimanere “proprietaria” della maggiore compagnia di navigazione aerea ?
mah… che cippolo di paragone mi fai con un castelletto o un aziendina di succhi di frutta… ma guarda un pò te…
e che centrano gli slavi o gli sloveni !? comprassero pure quello che gli piace, pure i colibrì di miramare ( ma mi sa che stanno vendendo tutto… postumia, branik, fruktal, i lipizani…)
l’importante però per qualcuno, già al primo commento… è sparare sull’italia.
Che poi visto che c’e’ la libera circolazione in europa se a uno non piace star qua e considerarsi italiano, potrebbe sempre andare verso il suo paradiso ideale.
Bisogna dire che solo 566 metriquadri verranno venduti al prezzo dicirca 2 milioni.. da che ne so io il castello è molto più grande(fonte priomorske novice di oggi). infatti mi pareva strano un przzo così basso. oltretutto per riuscire a restaurarlo comesi dev dovranno esser investiti decine di milioni di euro. E questo solo per renderlo abitabale in parte.
#53 il mio paradiso ideale è qui. L’Italia è venuta molto dopo.
No, diccelo FB, quale sarebbe il significato di uno Stato che rimane proprietario di una compagnia aerea o azienda equipollente?
Forse che i politici di quello Stato possono piazzarci amici e parenti per mangiare a sbafo?
@Capitan Alcol: sei nato prima del ’18?
#57 devi spiegarmi quanto l’Italia ha contribuito a creare le Alpi Giulie, le lagune di Grado e Marano, le falesie di Duino o il Carso. Tutte parti del “paradiso ideale” con stampigliata la scritta “Made in Italy”.
#56 effebi ha nostaglia di quando lo stato italiano produceva pelati.
evvaaaaaaaaai con l’italiazzzzzzzzzz !
vabbe giovani… ci si risente quando l’avranno venduto, questo e il resto.
http://ilpiccolo.gelocal.it/multimedia/home/27054426
Bisogna dire che costano poco. Forse hanno spese condominiali alte.
ah, visto e mi è caduto l’occhio su questo:
SLOVENIA
Vlacic: “Strade fatte, ora le ferrovie
Unicredit interessata al Porto di Capodistria”
Il ministro Patrick Vlacic fa il punto sugli investimenti in infrastrutture. Con un occhio all’Italia e conferma: “Unicredit ha manifestato il suo interesse per l’ampliamento del molo container e la bretella per Divaccia”
http://ilpiccolo.gelocal.it/dettaglio/slovenia-vlacic:-strade-fatte-ora-le-ferrovie-unicredit-interessata-al-porto-di-capodistria/2641437
l’italiana unicredit ? (non credo sia moralmente accettabile…)
“C’è ormai una vera e propria «osmosi» tra il Friuli Venezia Giulia, Trieste e la Slovenia, i collegamenti autostradali sono «esemplari». «Stiamo parlando di un’area che storicamente è sempre stata ben collegata e integrata, anche Trieste ha completato poi la costruzione dei propri collegamenti autostradali, la situazione è ineccepibile». Ne è convinto il ministro sloveno dei Trasporti Patrick Vlacic mentre parla, seduto al tavolo riunioni del suo ufficio al ministero a Lubiana in via Langusova…”
…e noi stiamo qui a bisticciare sul nome di Rifembergo 🙂
Scusa se Riffembergo era il tema del post.
ah, credevo fosse Dornberk… ribattezzata in Montespino
o dal primo commento sparare su tutto quello che è slovenia
terzo matteo, terzo…
e poi se uno insiste non mi tiro indietro.
ma poi, abbi pazienza… dimmi un pò in quale di questi miei inteventi “sparo su tutto quello che è slovenia”
dammi un numero:
3,6,7,8,11,13,33,37,39,43,46,47,52,59,61,62,64….. quale !?
A dimaco (32) del 18.11.2010
Le sue ‘precisazioni’ riguardo al castello di Rifenbergo e al palazzo di Vipacco sono molto scorrette: Già nel 1465 Antonio II Lantieri entrò in possesso del castello di Paumkirchenturm (Vipacco) ed dei terreni circostanti.
Nel 1528 Gasparo Lantieri,consigliere imperiale, acquistò in pegno dall’Arciduca Ferdinando, le due signorie di Rifenbergo e Vipacco,che assieme comprendevano 36 comuni.
A Vipacco i Lantieri costruirono il ‘castello nuovo’ incorporando la vecchia torre dei Paumkircher. Questa proprietà e quella del castello di Rifembergo rimasero in famiglia fino alla confisca dei beni, dopo il Trattato di Pace di Parigi nel 1947. Avrei ovviamente un sacco di cose da raccontare sul castello di Reiffenberg, ma mi limito a dire in questa sede, che è un delitto storico e culturale ridurlo semplicemente ad un pacchetto di cessioni immobiliari. Cordialmente, Carolina di Levetzow Lantieri
Dimenticavo: le celle della morte sono un invenzione ridicola,
‘la cella’ è stata appesa all’interno della torre per incantare i visitatori e non è altro che la struttura in ferro della cassaforte esplosa durante i bombardamenti.
Mi fapiacere che qualcuno della nobiltà goriziana abbia espreso il suo (giusto) punto di vista.
Riguardo alle celle parlavo delle nicchiw scavate lungo la scala che porta in cima allla torre.
Altra cosa mi preme di sapere copme mai se il castello è stato di proprietà dei lantieri(correggo l’errore mio di scrittura del commento 32) fu il defunto conte Coronini (Guglielmo intendo) a occuparsi delle incombenze riguardanti la confisca. Sia per i vari castelli come Vogrsko, Krombrg,Rihenberg ecc? Questa cosa la so per certa visto che conoscevo la persona preposta dal partito comunista a occuparsi delle confische dei beni e dei terreni appartenuti alla nobiltà goriziana.
Guglielmo Coronini cugino di mio padre ed amico di famiglia è stato probabilmente incaricato, in un primo momento, ad occuparsi della confisca.
Guglielmo Coronini era cugino di mio padre e amico di famiglia, probabilmente è stato incaricato di occuparsi della parte burocratica relativa alla confisca.
Si è una cosa molto probabile. Vorrei però aggiungere cheil castello di Vipava a breve sarà interessato da lavori diristrutturazione completa. Quello è anche un gioiellino architettonico. piuttosto che vendere i castelli io proporrei un loro uso pubblico come dedi di scuole biblioteche storiche ecc. C’è il rischio che questi castelli vadano in mano a specultori dipochi scrupoli che li rovinerebbero o come già succsso per acluni cstelli sloveni in mano all’opus dei. Se avessi i soldi suffcenti il castello di Rifebnberg lo comprerei io per viverci e creare una delle biblioteche maggiori d’europa. Il posto c’è.
Domanda per la sig.ra Carolina di Levetzow Lantieri.
Cortesemente, mi potrebbe raccontare come andò la storia della confisca e della successiva nazionalizzazione? Il castello in che condizioni era? Qualcuno viveva ancora in loco e di conseguenza siete tecnicamente stati ritenuti “optanti”, oppure la confisca è avvenuta per altre vie? La famiglia ricevette qualcosa dalla Jugoslavia? I suoi beni sono stati indennizzati dalla Repubblica Italiana? Al momento della legge sulla denazionalizzazione dei beni in Slovenia, avete provato a fare domanda?
Tutto quello che mi racconterà, sarà da me considerato in modo prezioso.
Se non ha voglia di parlarne pubblicamente, può utilizzare anche l’indirizzo di posta elettronica che trova cliccando sul mio nome e seguendo le indicazioni del link.
Grazie mille.
Luigi (veneziano)
Riguardo al fatto dello stato dell’edificio, da quello che so era danneggiato così come la corte di Vogrsko, luigi. Da quello che so io la confisca veniva fatta in nome del popolo per cui non viera nessuna possiblità che la famiglia mantenesse tutte le proprietà(Se qualcuna è rimasta, la signora Lantieri ne sarà sicuramente a conoscenza) Erano nobili per cui non godevano certo del favore del neonato stato yugoslavo. la corte di Vogrsko è stata restaurata negli anni novanta ed è stato ricavato un ristorante(io ci ho fatto il mio pranzo di nozze lì).
Carolina, fra Luigi e Dimaco adesso non ne vieni più a capo. Però se potessi raccontarla a tutti, la storia che t’ha chiesto Luigi, sarebbe molto apprezzato.
milost cattiva!! 😛
credo che sia a me sia a luigi interessi il lato storico della cosa. E’ forse l’unica cosa che ci accomuna.
Ma come il tuo Tito se fregava tutto in nome del proletariato e poi pappava lui e a te interessa la storia?
MARCANTONIO non sono mica una bestia, e poi non srviva nominar LUI. visto che il thread stava prendendo la piacevole piega di una chiacchierata amichevole e interessante.
Vorrei pure aggiungere che quando il conte Guglielmo venne a informarsi sulla sorte delle proprietà se ne andò piuttosto deluso.
Ti sembrerà strano ma ritengo che l’incuria a cui sono stati lasciati i vari palazzi nobiliari(non solo quelli dei lantieri e dei coronini) sia stata ingiusta. La volorizzazione del patrimoniostorico sul territorio dovrebbe esser una delle priorità. Che io sia un comunista o meno so apprezzare le bellezze architettonite e so apprezzare il valore storico che tali bellezze hanno.
Guarda che scherzavo, era un modo per salutarti…permaloso
“… Quel che c’è qui di più ripugnante è ‘la rispettabilità’ borghese penetrata nella carne e nel sangue degli operai….”
piero, da dove è tratta sta citazione?
il cofondatore, compagno engels
http://knackeredhack.com/wp-content/uploads/2007/12/marx-and-engels.jpg
ovviamente cosi detto non si capisce, continua
Perfino Tom Mann, ch’io considero il migliore fra di loro, ama raccontare che andrà a colazione dal lord mayor. E soltanto paragonandoli coi francesi ci si può convincere quanto sia benefica l’influenza della rivoluzione
praticamente presa a meta sembra altro
ecoli… tom e jerry..
http://jerrymckinnis.com/wp-content/uploads/2010/08/with_tom_mann.png
Diciamo che la nazionalizzazione è stato un primo enorme magna magna per la nascente nomenklatura jugoslava, della quale dall’interno il braccio destro di Tito Milovan Gilas ci ha lasciato una folgorante descrizione (“la nuova borghesia”).
Poi il magna magna si è riprodotto negli anni ’90, con la denazionalizzazione. Decine di “ammanicati” si sono pappati centinaia di proprietà in tutta la ex Jugoslavia. Sono state create delle ricchezze impressionanti, in pochissimi anni.
Il problema principale fu quello di fare in modo che italiani e tedeschi non rientrassero in possesso dei beni che furono loro.
E non si creda si parli di frattaglie: la grandissima maggioranza del patrimonio immobiliare in Istria era in mano agli italiani, ed italiani erano anche i maggiori proprietari terrieri della Dalmazia.
I cementifici di Spalato, tutte le fabbriche di liquori di Zara, le grandi centrali elettriche di Sebenico, decine di palazzi storici di Spalato, Sebenico, Ragusa, Cattaro erano di italiani. La quasi totalità delle case di Veglia, centinaia di beni in tutte le isole… tutta roba di proprietà di cittadini italiani. Fra l’altro, quella che si trovava nei territori già jugoslavi dopo la creazione del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni venne “mangiata” dallo stato senza nessun diritto di indennizzo.
Per quanto riguarda i tedeschi, basti ricordare la famiglia Steinbeis, proprietaria di immensi appezzamenti boschivi in Bosnia, ferrovie, miniere e addirittura cittadine intere, create per alloggiare gli operai.
La società nata dalla nazionalizzazione dei beni degli Steinbeis (portati via già dal Regno dei Serbi, Croati e Sloveni) si chiama SIPAD Komerc, ed è tuttora uno dei conglomerati industriali maggiori della Bosnia, nonché il maggior produttore di legname degli interi Balcani.
L.
Lugi l’italia ha perso laguerra. punto.
dopo tutti i danni che ituoi amici hannofatto pretendi anche che fossero risarcirti? Suvvia. non capisco perchè bisogna sempre parlare diesulitalmati ecc. si aprla di castelli in slovenia, se vuoi fare cagnara sugli espropri vai a zagabria o a sarajevo. non c’era nulla daimpedire visto he la maggioranza di quelle attività era stata creata sullo sfruttamento degli operai.
Su una cosa ti do ragione però. Su quelli che grazie alla denazionalizzazione si sono arricchiti a spese dellostato e della colettività. non ho mai negato questa cosa e anzi metterei in galera quelli che hanno derubatola collttivita e getterei la chiave nella fossa delle marianne.
adesso o parliamo dei castelli per illoro valore storico o vogliamo buttarla in caciaira come ogni discussione nella quale intervieni paralndodiistria, esuli che nulla centrano con il thread.
Chi ha mai avuto modo di vedere l’italianissimo castello di Gradisca? Quello è un vero sacrilegio.
A gradisca il castello è molto bello ma è chiuso per restauri da anni. io l’ho visitato alcuni anni fa. Molto bella la ruota del pozzo in ferro battuto.
vabbè, ciao, se me gave de cancelar anche le banalità… ve lasso che ve le contè