12 Novembre 2010

Mense scolastiche, a Gorizia arrivano i gruppi di controllo

Gruppi di controllo formati da rappresentanti dell’Azienda sanitaria e dei genitori per verificare il gradimento dei menù delle mense scolastiche. E’ quanto concordato mercoledì, durante l’incontro promosso dall’assessore all’istruzione, Silvana Romano, con i rappresentanti dei genitori e dell’Azienda sanitaria isontina che gestiscono, com’è stato ribadito, lo schema alimentare delle mense. I referenti dell’Ass, dopo essersi scusati con i presenti per aver introdotto innovazioni nei menù senza informare preliminarmente i vari soggetti interessati, in particolare i dirigenti scolastici, hanno spiegato le motivazioni che hanno portato a modificare l’alimentazione dei bambini nelle mense, limitando alcuni alimenti e rafforzandone altri, modifiche che, però, avevano sollevato le rimostranze di alcuni genitori.

In seguito al confronto fra i tecnici dell’Ass e i rappresentanti dei genitori sono state concordate alcune modifiche dei menù, con la riduzione, ad esempio, di alcuni tipi di pane, che non sono molto graditi dai bimbi.
Inoltre, si è deciso di ricreare i gruppi di controllo fra rappresentanti dell’Azienda sanitaria isontina e genitori, che entreranno nelle mense per accertarsi, come detto, che i menù siano graditi dai bambini.
Va sottolineato che, durante l’incontro, i tecnici dell’Ass ha ribadito l’importanza di un corretto bilanciamento degli alimenti da far mangiare ai bambini durante l’arco della giornata per far loro acquisire uno stile di vita sano che eviterà loro molti problemi di salute da adulti.

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17 commenti a Mense scolastiche, a Gorizia arrivano i gruppi di controllo

  1. Giovanni ha detto:

    Poveri bimbi, gli avevano messi a “pane e acqua” manco fossero carcerati!

  2. Siberius ha detto:

    …è vergognoso “tagliare” anche sulle spese alimentari dei bimbi!!!
    Perchè, parliamoci chiaro, con la scusa della dieta ipocalorica si tenta di cambiare/tagliare sull’alimentazione…….!!

  3. giovanni ha detto:

    Troppo tardi. I miei figli è un bel po’ che mangiano a casa. È un sacrificio, ma salute dei miei figli è molto più importante del business delle mense scolastiche.

  4. isabella ha detto:

    Ma fanno davvero così schifo?

  5. giovanni ha detto:

    Ogni tanto mi trovavo nello zaino del bimbo la vaschetta sigillata con la “cosa” all’interno che il bimbo non aveva voluto mangiare.
    Dopo aver visionato il contenuto e averlo assaggiato, ho deciso di non sgridarlo per la sua intemperanza alimentare ma di toglierlo dalla mensa, facendolo mangiare a casa dove il bimbo non rifiuta mai nulla, essendo abituato da sempre a una dieta completa ed equilibrata.

  6. dimaco ha detto:

    Vero, concordo con giovanni. Mia figlia aveva lo stesso problema quando frequentava le elementari. Trovavo lo zaino pieno di scatole siggillate. certe volte il pranzo completo. Non che facesse completamente schifo, diciamo che era mediocre. Molto.

  7. isabella ha detto:

    Come sempre quando si fanno tagli e vincono gli appalti ditte che propongono prezzi molto bassi non si può sperare che vengano serviti cibi di qualità.
    Erano bei tempi quando le comunità (ospedali, scuole….) avevano la cucina interna e le cuoche che cucinavano con cura.

  8. isabella ha detto:

    Quando vengono effettuati tagli nei servizi pubblici le ditte che vincono gli appalti propongono prezzi sempre più bassi e ci si dovrebbe chiedere come riescano a farlo.
    Di sicuro ne va a risentire la qualità dei servizi offerti.
    Erano bei tempi quando nelle comunità (ospedali, scuole…) i pasti erano preparati nelle cucine interne dove le cuoche cucinavano con cura.

  9. isabella ha detto:

    Scusate per il doppio messaggio ma il primo non me lo mostrava pubblicato.

  10. milost ha detto:

    Chi ha deciso, nonostante la strenua resistenza dei genitori, di togliere le cucine e i cuochi e centralizzare tutto per risparmiare?

  11. dimaco ha detto:

    Milost, mia figliaha frequentato l’asilo diviamxfabiani e posso dire che sono sempre statosoddisfattodel serviziodi cucna che veniva offerto. Tutto era sotto stretto controllo di alcun genitori scelti per seguiretutta la trafila(aquisto delle derrate, cur nella scelta ecc). chi di voi lo sapeva che i piatti per la mensa deibambini venivano preparati nella cucina della camst che aveva sede sopra la mensa della Carraro. Ora credo che vengano preparati nella cucina della stessa azienda (camst) all’interno dell’ospedale nuovo di Gorizia. Sono passati i tempi delle cuoche negli asili che cucinavano veramente bene, e sono pure finiti i tempi in cui provvedere in maniera ottimale all’alimentazione dei ragazzi era una priorità.

  12. isabella ha detto:

    Infatti ora con la Camst si mangia bene anche in ospedale.

  13. milost ha detto:

    Dimaco. Io ricordo che in quell’asilo c’era fior di cucina e personale, o no? Comunque, i tempi che finiscono e le priorità che cambiano dipendono da noi non da un ineluttabile destino: se vi interessa che i vostri bambini mangino in maniera seria e sana fate come Giovanni, o pretendete che le amministrazioni paghino cucine e cuochi, magari scaricando l’onere sulla famiglia. Comunque il concetto del cibo gradito è ben diverso da quello di cibo sano: a vedere cosa transita nei carrelli ai supermercati direi che l’idea di una dieta bilanciata non sia quella che guida la spesa delle famiglie itaaliane. Magari un po’ di educazione alimentare correggesse le tante cattive abitudini.

  14. giovanni ha detto:

    Milost, secondo me la dieta bilanciata fa parte della cultura italiana e mediterranea.
    Il problema di quanto vedi nei carrelli sta secondo me nel dio €, che piega il volere di tante famiglie italiane.
    Ecco spiegato perchè molti preferiscono comprarsi il latte a lunga conservazione, fatto con latte in polvere rigenerato, a 50 €cents piuttosto che il latte fresco a 1,20-1,50€.
    Ecco perché invece della carne fresca molti preferiscono i prodotti a base di carne (e qui rimpiango il fatto di non poter sottolineare “a base”).
    L’economia domestica che alle nostre nonne imponeva di saper cucinare anche le erbe selvatiche e di saperle distinguere, oggi costringe molte famiglie a comprare i prodotti più economici risparmiando pecunia e pagando in qualità…

  15. isabella ha detto:

    hai pienamente ragione Giovanni, ma a volte dovremmo guardare più la qualità che la quantità e tutti quanti (chi più chi meno) mettiamo nel carrello sciocchezze come patatine, merendine, bibite…., denaro che avremmo potuto spendere per il latte fresco o per una fettina di carne.
    Abbiamo sì il portafoglio più leggero, ma siamo anche tutti golosi.

  16. dimaco ha detto:

    Io posso dire per fortuna che ho accesso a prodotti molto naturali (uova, carne ecc.)Per il alttepurtroppo trovo molto difficile trovarne di mungitura fresca.Mio zio non tiene più vacche in stalla. Una volta pure il burro(che mia nonna faceva rigorosamente in casa). E non è nemmno da mettere conquello che trovi in vendita nei negozi. io ci sono cresciuto con quei prodotti e non ho mai avuto problemi di salute.

  17. milost ha detto:

    Il volere di tante famiglie italiane però si rivolge ad un sacco di optional “ultimo modello”: chiaro che i soldi non bastano. E non si offendano quelli che non ce la fanno per davvero, ovviamente sono esclusi dal discorso. A me pare che sulla spesa alimentare si sia disposti a risparmiare molto più che sulle tante cretinate che ci assediano. E poi, scusate: tra dare ai propri figli una merendina di indicibile schifezza e due fette di pane e formaggio, la differenza non sta nel costo, ma nella pazienza di affettare e incartare. Se non c’è il tempo: bè, bisogna trovarlo per cose così importanti. Siamo (anche) quel che mangiamo.

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