11 Novembre 2010

Scampoli di storia: Sergio Cermeli e Giovanni Zol: due caduti partigiani

Sergio Cermeli era nato a Trieste nel 1923, cresciuto nel contesto di una famiglia proletaria triestina dei primi decenni del Novecento da genitori sloveni del Carso triestino. La madre era comunista. Con grossi sacrifici economici la famiglia sceglie di farlo studiare: si diploma maestro e prosegue negli studi universitari. A sedici anni Sergio Cermeli aveva già iniziato ad organizzare fra gli studenti coetanei, gruppi giovanili antifascisti. Arrestato insieme al fratello nel febbraio del 1943, viene trattenuto per circa quaranta giorni ma alla fine entrambi sono rilasciati per insufficienza di prove. Sergio riprende l’ impegno politico, con ancora maggiore convinzione; ricercato dalla polizia fascista, si nasconde nel Carso triestino e fa procedere il suo lavoro cospirativo. Si trasferisce successivamente a Padova dove prende contatto con Eugenio Curiel.

Eugenio Curiel

Il 10 settembre 1943, Sergio Cermeli scorta le persone che vogliono unirsi ai partigiani a Podgorje-Piedimonte, alle spalle di Muggia, nell’ Istria slovena. E’ lì che si sta formando la brigata “Giovanni Zol”. Si tratta in buona parte di persone che si uniscono ai partigiani dopo essere state liberate dalle carceri del Coroneo. Si forma il distaccamento dei G.A.P. triestini di cui Sergio Cermeli assume il comando: quindici uomini e quattro donne. Nel gennaio 1944 Cermeli partecipa, assieme a diversi altri, alla fondazione del “Fronte della Gioventù”. E’ Eugenio Curiel, comunista triestino, altro grande protagonista e medaglia d’ oro della Resistenza, la mente principale di questa organizzazione, fondata dai comunisti ma aperta a tutti gli antifascisti.

Partigiani del Fronte della Gioventù

Cermeli è il dirigente del “Fronte della Gioventù” in città. Il 2 marzo 1944 ha un appuntamento con un esponente del Partito d’ Azione. Ma al suo posto trova gli agenti dell’ Ispettorato Speciale. Si da alla fuga ma viene ferito gravemente e di li a pochi giorni muore. In sua onore fu intitolata nel dopoguerra la sezione del P.C.I. del quartiere di Trieste di San Luigi.
Giovanni Zol, nato a Fiume Veneto (Pordenone) il 13 marzo 1908, caduto il 7 novembre 1943 a Male Mune (Istria), operaio siderurgico. Entrato giovanissimo nell’ organizzazione comunista clandestina triestina, Zol nel 1936 fu arrestato. Inviato al confino, passò cinque anni tra la Calabria e le isole Tremiti. Quando fu liberato, nel 1941, tornò a Trieste, dove riprese subito l’ attività antifascista, militando in un’ organizzazione clandestina slovena.

San Luigi negli anni Venti

Di nuovo arrestato nel febbraio del 1943, fu rinchiuso nelle carceri del Coroneo. Vi rimase sino al settembre, quando grazie all’ armistizio, riottenne la libertà. Appena scarcerato, Zol si diede alla macchia e, raggiunte le formazioni partigiane, divenne comandante della 14a. Brigata Garibaldi “Trieste” che, forte di circa quattrocento partigiani, era dislocata in Istria. L’ impegno di Giovanni Zol nella lotta armata contro i tedeschi durò poche settimane. Cadde, infatti, alla testa dei suoi uomini, combattendo contro le truppe naziste che avevano organizzato un’ imboscata alla formazione mentre questa si stava trasferendo dall’ Istria al Carso monfalconese. I compagni di lotta di Zol, per onorarne la memoria, vollero imporre il suo nome ad un battaglione di partigiani triestini. Sul luogo del sacrificio dell’ operaio antifascista è stata eretta, trentacinque anni dopo, una stele che lo ricorda. La sezione del P.C.I. di Ponziana era a lui intitolata.

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14 commenti a Scampoli di storia: Sergio Cermeli e Giovanni Zol: due caduti partigiani

  1. Victor Bergman ha detto:

    Fronte della Gioventù… F.d.G. …
    dove ho già sentito questo nome…

  2. ufo ha detto:

    Bel el “compito esclusivamente difensivo”. Infati xe andà proprio cussì…

  3. effebi ha detto:

    ancora un post sui partigiani rossi che si scierarono con i titini, ancora un post che si ferma ad un “certo punto” e con completa una storia che vedrà (per esmpio) vittime di questi combattenti persino chi combatteva a loro fianco come Miloš Adamicv e i “padalci” di cui l’articolo del piccolo di qualche giorno fa.

  4. MARCANTONIO ha detto:

    L’articolo c’e’ anche oggi sul Piccolo effebi

  5. effebi ha detto:

    si, vedo:

    “…i paracadutisti sloveni, ex militari italiani, addestrati dagli inglesi nel Soe (Special operations executive, Agenzia operazione speciali), inviati a operare nelle file dei partigiani jugoslavi del IX Korpus di Tito, e in gran parte fatti fuori dall’Ozna, la polizia segreta organizzata dallo stesso Tito.”

  6. effebi ha detto:

    avevano il difetto di combattere per la libertà, per la sconfitta del nazifascismo, ma non per l’ideale comunista, ma non per lo stesso ideale dei combattenti celebrati in questo (ennesimo) post “interrotto”.

  7. MARCANTONIO ha detto:

    ah ah ah se continuiamo cosi a te a me ad Alpino e Paolo Veneziano, faranno di tutta l’erba un “fascio” ah ah ah

  8. Victor Bergman ha detto:

    Spetta un momento,
    il pezzo di Geri è molto “scientifico”, e riporta i fatti senza alcuna esaltazione ideologica.

    Non mi sembra quindi giustifica la lamentela sul fatto che i personaggi di cui si parla furono politicamente schierati e che non si citano episodi in cui la loro parte politica rivelò il carattere liberticida.

    Forse effebi vuole insinuare che Zol e-o Cermeli furono protagonisti di tali episodi?
    Ha elementi per supportare quest’ipotesi?
    Cosa c’entrano per esempio i paracadutisti sloveni fatti fuori dall’OZNA con Zol e Cermeli, che sono MORTI PRIMA che l’OZNA venisse fondata????

    Solo ciacole a vanvera, direi!

    Ringrazio Geri, per aver illustrato un dettaglio interessante della storia della nostra città, che non conoscevo.

  9. Tergestin ha detto:

    Effebi spuda sempre sulla Resistenza.
    Niente de novo soto el sol.

  10. effebi ha detto:

    e quella dei paracadutisti la conoscevi ?

  11. effebi ha detto:

    sulla resistenza ? non mi sembra.
    forse piace a qualcuno confondere resistenza (al nazifascismo) con altro…

  12. Massimo Tommasini ha detto:

    Giovanni Zol era fratello di mia Nonna materna,Bruna Zol, con Lui nei boschi andava anche la sorella piccola,mia Zia Emma…..la storia che si racconta in una famiglia comunista come la loro è che mio Zio, è morto per mano di Partigiani Titini, solo perché Lui era per l’Italia ….non tedeschi o fascisti….quindi tutto quello che raccontate di diverso è falso….

  13. Sara ha detto:

    Ciao Massimo, il post è un po’ datato e l’autore non può replicare purtroppo, perché è deceduto nel 2016

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