11 Novembre 2010

Cala la raccolta differenziata a Gorizia, il Wwf lancia l’allarme

Preoccupa gli ambientalisti il rapporto statistico dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente sui rifiuti urbani, redatto sulla base dei dati forniti dai vari Comuni isontini e relativo al primo semestre dell’anno in corso.

Dopo molti anni di trend in crescita per la differenziazione dei rifiuti e dopo l’introduzione del sistema di raccolta porta a porta, che ha segnato una positiva svolta, per la prima volta si registra una flessione, con una percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani che a livello provinciale passa dal 58,7% (dato annuale del 2009) al 57% e, per il comune di Gorizia, dal 54,24 al 52,96%.

“Al di là dei numeri non preoccupanti e considerando alcuni Comuni eccellenti che superano il 70% di differenziata (Capriva, Dolegna, Medea, S.Floriano, Moraro), si vuole cercare di individuare le cause di questo insoddisfacente risultato. Crediamo di poter registrare un calo di tensione da parte delle Amministrazioni comunali rispetto a questo problema – sottolinea il Wwf Isontino -. La raccolta porta a porta, caratterizzata da una gestione piuttosto complessa, richiede non solo la partecipazione attiva dell’utenza, ma anche una continua attività di informazione e aggiornamento, di ricerca di soluzioni delle criticità individuate, di comunicazione dei risultati (per motivare e coinvolgere la popolazione)”.

Il Wwf fa notare anche che “molti non utilizzano più i sacchi dell’immondizia dell’IRIS ma conferiscono i rifiuti differenziati in comuni sacchetti del supermercato, spesso non adeguati. Perciò da un lato sarebbe utile provvedere periodicamente a una distribuzione a domicilio e gratuita dei sacchi, dall’altro si potrebbero raggiungere accordi con i supermercati ed altri esercizi (soprattutto alimentari) per l’utilizzo di borse riutilizzabili nel conferimento del rifiuto indifferenziato, ma anche platica-lattine e persino umido. Degli accordi con il mondo del commercio sarebbero opportuni anche per conseguire una riduzione degli imballaggi, privilegiando merci con poco imballaggio, prodotti concentrati, in confezioni più grandi (“formato famiglia”), con contenuto ricaricabile (refill), con imballaggi costituiti da un solo materiale, prodotti da incentivare ad esempio con sconti mirati e promuovendo i distributori automatici (ne esistono già, ma sono ancora poco utilizzati, per latte e detersivo, ma sono estendibili a molte altre categorie merceologiche”).

Conclude il Wwf: “Apprendiamo da notizie di stampa che il nuovo Piano provinciale dei rifiuti propone – oltre alla riduzione delle bollette del 2% annuo – l’introduzione della tariffa puntuale su tutto il territorio provinciale, facendo pagare al cittadino solo per la quantità di rifiuti che effettivamente produce, tutto ciò senza ulteriori impianti sul territorio: sono obiettivi condivisibili e che dovrebbero contribuire a consapevolizzare i cittadini. In aggiunta a ciò invitiamo le Amministrazioni comunali e quella Provinciale a riprendere gli sforzi – meglio se coordinati – per migliorare ancora la qualità e la quantità della raccolta differenziata, in vista del raggiungimento dell’obiettivo del 65% alla fine del 2012”.

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17 commenti a Cala la raccolta differenziata a Gorizia, il Wwf lancia l’allarme

  1. Alessio ha detto:

    “Distribuzione a domicilio gratuita dei sacchi”?

    Non esistono pasti gratis, se la consegna è gratuita non così l’acquisto dei sacchi ed il servizio prestato da chi va casa per casa. Qualcuno alla fine paga e questo costo di solito se ne va in TIA.

  2. Alessio ha detto:

    Per il resto sono misure in vigore e mai applicate da oramai molti anni, qualcuna addirittura dagli anni 80. Una curiosità: “facendo pagare al cittadino solo per la quantità di rifiuti che effettivamente produce”
    Qualcuno mi dovrebbe spiegare come si fa ad attuare questo principio senza mettere un bel codice a barre o un microchip sui sacchi e sui contenitori, un lettore sui mezzi di raccolta e trasporto ed una pesa, tutti elementi che per essere introdotti comporterebbero una ulteriore spesa che se ne abdrebbe ancora una volta in TIA.

  3. kaiokasin ha detto:

    Ma se così si aumenta e si migliora la raccolta la maggior spesa torna indietro in contributi Conai e meno costi di smaltimento.
    Comunque a Monfy danno i sacchi gratis, ma bisogna andarseli a prendere in via S.Francesco.

  4. Alessio ha detto:

    A Monfalcone i sacchi li acquista Iris che poi li consegna al Comune. Indovina chi paga alla fine?

  5. Alessio ha detto:

    Il CONAI paga anche in base alla qualità del rifiuto riciclabile conferito, motivo per cui ad esempio comuni con il cosiddetto cassonetto di prossimità magari raggiungono elevati livelli di raccolta differenziata (anche oltre l’80% tanto nei cassonetti del riclabile ci finisce ogni m.) non è comunque conveniente dal punto di vista economico.
    Comunque, se non ricordo male, avevo letto che per garantire l’economicità del porta a porta ed avere un effettivo beneficio sulle bollette, col porta a porta, che garantisce qualità migliore dei rifiuti avviati a riciclo, servirebbe una percentuale attorno al 70%

  6. kaiokasin ha detto:

    Ma raccogliere i sacchetti dell’emisfero, che non si sa cosa c’è dentro (e penso che ci siano parecchie porcherie), comporta un maggior lavoro di vagliatura per recuperare quello che effettivamente c’è di riciclabile e anche quello è un costo.
    Oppure diciamo chiaro e tondo che si possono usare tutti i sacchetti e aboliamo quelli di Iris.
    Anche i volantini informativi costano, ma con il porta a porta è necessario farne a scadenze cicliche per mantenere la collaborazione della cittadinanza (a Monfy, magari, anche in più lingue).

  7. milost ha detto:

    La Tia del 2010 com’è rispetto l’anno precedente?

  8. bubez goriziano ha detto:

    Fare pagare la tassa sulle immondizione in base al peso delle stesse è un’idea apparentemente buona, ma che si scontra con i comportamenti opportunistici che potrà generare. Vi racconto l’esperienza del Trentino. Da quanso sono stati introdotti i cassonetti chiusi con il microchip, è iniziato il turismo dei rifiuti: la gente va nel comune adiacente a lasciare i propri rifiuti accanto ai cassonetti, o semplicemente li abbandona sul ciglio della strada. Secondo me tra pulizia aggiuntiva delle strade, costi dei sistemi di pesa dei cassonetti, microchip, ecc. ecc. il sistema costa più di quello che fa risparmiare.

  9. bubez goriziano ha detto:

    Perché non si possono usare i sacchetti del supermercato per il secco residuo? E’ una regola di cui non si vede l’utilità, è naturale che venga regolarmente disattesa. Sinceramente è da un pezzo che non vedo i sacchetti dell’Iris per strada a Gorizia.

  10. giovanni ha detto:

    Io fino a due anni fa conferivo plastica ecc, alle isole ecologiche, ma dopo mi sono stufato di dover usare l’auto come un camion delle scovazze, dovermi sobbarcare km per avere un ritorno economico minore della benzina consumata e dei lavaggi frequenti che si deve fare per non avere un’auto che spuzza de scovazze…
    Sono convinto che la colpa non sia dei goriziani, ma di chi spesso crea problemi invece di risolverli.
    All’inizio della raccolta differenziata io mi sono trovato con due bambini che “producevano” 10 pannolini sporchi al giorno, in una settimana accumulavo 70 pannolini, s.c. (salvo coliche).
    Sapete quanto puzzano, in estate 70 pannolini??? E sapete cosa mi hanno risposto alle mie pressanti richieste di un passaggio in più per il secco o una soluzione alternativa???
    Ovviamente, spinto dalle lamentele dei vicini, ho dovuto cercare soluzioni “alternative”…

  11. alpino ha detto:

    possiamo metterci l’etica, l’ecologia ed il senso civico ma non l’economia, a conti fatti differenziare all’italiana ovvero come accade da Gorizia a Reggio non porta alcun vantaggio al cittadino ma solo alle aziende di ritrasformazione del prodotto e vendita dello stesso punto fine e stop, noi ci sobbarchiamo il lavoro dei scovazzini caricando le auto e differenziando creando quasi in casa la figura del selezionatore, che divide raccoglie e conferisce, poi buttiano/trasportiamo all’isola, tutto questo lavoro con il ringrazimento sentito di chi quella plastica la recupera e te la ripropone sottoforma di altro oggetto o altresì lo stesso oggetto che avevi buttato (con costo sempre uguale)..In altri paesi il riciclo e recupero dei rifuti è un business per la collettività in termini di abbattimento costi, teleriscaldamento ecc ecc…ma perchè devo pagare due o più volte la stessa bottiglia dell’aranciata se te l’ho restituita in fase di differenziata? la caffettiera prodotta con alluminio da lattina costa meno? no eppure i margini ci sono..ma non li intascano i cittadini..se non se demo na sveiada..
    ps qui a Padova la differenziata è quella che si faceva 20 anni fa, cassonetto carta, cassonetto plastica e cassonetto varie ed eventuali, ognidun butta dove che vol quel che vol tutto è lasciato al senso civico delle persone e con questo ho detto tutto

  12. kaiokasin ha detto:

    #11
    TTOOTAALLMMEENNTTEE FFAALLSSOO!!!
    Pordenone: differenziata 71,58% – TARSU 148 Euro/anno 2009;
    Trieste: differenziata 19,77% – TARSU 309 Euro/anno 2009
    http://www.cittadinanzattiva.it/comunicati-stampa-comunicazione/4042-consumatori.html
    L’incenerimento e la non differenziazione fanno pagare di più ai cittadini!
    A Padova e a Trieste c’è lo stesso gestore Acegas/APS, non sarà un caso…

  13. biancoalbanco ha detto:

    raccolta giornaliera dei rifiuti differenziati con cassonetti divisi per categoria di raccolta!

    risolto il problema!

  14. kaiokasin ha detto:

    E’ quello che vorrebbe fare l’assessore Rovis a Trieste. Però non parla della frazione umida, che è il 30% del rifiuto prodotto. E poi, come detto sopra anche da Alessio, nei cassonetti stradali ci può finire dentro di tutto, quindi si raccoglie tanto ma la qualità è bassissima e bisogna vagliare tutto. Invece con il porta a porta c’è una buona differenziazione a monte.
    (Una buona via di mezzo sono i cassonetti condominiali chiusi a chiave, basta che non restino sempre aperti come a Monfy).

  15. MARCANTONIO ha detto:

    Kaio a Monfy vaglielo a dire ai Bangla che continuano oltre a lasciarli aperti a buttare tutto per terra

  16. kaiokasin ha detto:

    #15
    Sì, è vero, ma bisogna educare anche loro (volantini nella loro lingua, coinvolgimento delle loro associazioni e – proprio al limite – multe ai loro negozi).

  17. Romana Leban ha detto:

    C’è qualcuno a Gorizia della vostra associazione?

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