Forse per la prima volta gli studenti, ma anche gli altri spettatori non simpatizzanti della storia hanno potuto dire di essere sopravvissuti ad una lezione di storia. Poco importa se questa lezione non avesse nulla a che fare con le classiche lezioni di storia o che sul palco ci fosse un professore universitario, seppure in veste di attore, cantante e interprete. La conferenza-spettacolo di Emilio Franzina sembra aver convinto la maggior parte dei spettatori.
Attraverso una formula di spettacolo inventata dall’autore – professore di Storia contemporanea dell’Università di Verona e performer a tempo perso – per rievocare con i suoni e le melodie del passato fatti e vicende dell’emigrazione italiana fino a toccare l’attuale immigrazione in Italia, Esuli, profughi, rifugiati e…. (in una parola) migranti ci ha fatto ripercorrere le maggiori tappe della migrazione italiana in Europa e nelle Americhe. Canti popolari, lettere e autobiografie ci hanno fatto viaggiare nel tempo e capire ciò che ha significato per i nostri avi lasciare la propria casa e in certi casi, ritornarci più poveri o più ricchi di prima.
“Lo spettacolo vuole dare voce alla soggettività femminile e maschile degli immigrati. Gli immigranti/le immigranti non sono stati personaggi che hanno soltanto subito l’immigrazione, ma che anche “l’hanno agito” ha affermato Elisabetta Vezzosi, definendo il lavoro di Emilio Franzina sull’immigrazione come un elemento di svolta negli studi italiani e non solo.
Probabilmente gli studiosi e gli appassionati di storia si saranno aspettati qualcosa di più, ma se non altro hanno potuto arricchire il proprio bagaglio storico culturale con un assaggio di melodie e versi, che fanno parte della nostra cultura popolare e dunque anche della storia.
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