25 Ottobre 2010

I disabili nelle scuole: Ucio Bitta dice la sua

Continuano le polemiche sulle parole del segretario regionale della Lega Nord e presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, che aveva dichiarato più utile mettere i bambini con disabilità su percorsi differenziati. Oggi è Ucio Bitta, come sempre pupolato da Marco Englaro, a dare la sua illuminata opinione.

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14 commenti a I disabili nelle scuole: Ucio Bitta dice la sua

  1. susta ha detto:

    Ma no, dai, perchè dargli addosso… Ha solo preso a modello la classe politica di cui fa parte, quella che (s)governa questo Paese: qualcuno riesce forse a dimostrare ed affermare, ma senza ridere, che non assomiglia ogni giorno di più ad una, peraltro ipertrofica e privilegiatissima, classe differenziale?

  2. Flores ha detto:

    fuori da schieramenti , mi permetto di dissentire, sebbene col massimo rispetto per i “diversamente abili”.
    Se è vero come è vero che già nella più aggiornata ed accettata definizione è insito il concetto che l’abilità sia “diversa”, perché non valorizzarla e potenziarla attraverso un percorso differenziato che ne tenga conto e non esponga queste persone all’inevitabile paragone con l’aura mediocritas degli altri e che li vedrà altrettanto inevitabilmente soccombere?
    non avviene altrettanto per quanti per un percentile di Q.i. superiore hanno l’opportunità di frequentare i corsi del M.e.n.s.a?
    Penso che l’integrazione, sacrosanta,dovrebbe avvenire in attività condivise nel tempo extrascolastico, in piena parità e rispetto delle diverse abilità.

  3. susta ha detto:

    Tutte le opinioni sono legittime, soprattutto se espresse in modo rispettoso e civile.
    Altrettanto rispettosamente mi permetto però di osservare che una problematica complessa e ormai più che trentennale come quella dell’integrazione dei portatori di handicap nella scuola comune -tema che tra l’altro vede, rarissimo caso, l’Italia all’avanguardia- richiederebbe una conoscenza approfondita, per essere commentata.

  4. marisa ha detto:

    SUSTA, concordo con te sul fatto che la tematica è molto complessa e delicata per cui è richiesta una conoscenza approfondita per commentarla.

    Per la quanto riguarda la tua dichiarazione che l’Italia è all’avanguardia in questo campo, ritengo che non si debba guardare alla legislazione approvata dal Parlamento ma a come viene attuata sul campo.

    Posso ricordare che a suo tempo in Italia i manicomi furono chiusi grazie a una legge ottima sul piano teorico, ma poi attuata in minima parte per cui oggi (2010) i malati pschiatrici sono un problema soprattutto delle loro famiglie (se ne hanno una)?

  5. susta ha detto:

    MARISA, temo che la “conoscenza approfondita” manchi in questo caso anche e soprattutto in merito ai risultati conseguiti, dal mondo della scuola nel suo complesso, proprio grazie al modo in cui, pur tra mille carenze e problematicità che nessuno nega, la legislazione -a partire dalla storica 517 del 1977- è stata “attuata sul campo”.

  6. Flores ha detto:

    pur carente di “conoscenza approfondita” che mi pare difetti a noi tutti “profani”, dall’
    osservazione dell “attuazione sul campo” mi limito a ribadire che certi forzosi innesti, onestamente non mi sembrano aver prodotto risultati così brillanti.

  7. susta ha detto:

    Da non profana preferisco comunque chiudere, almeno per quanto mi riguarda, il discorso, ritenendo questa sede non proprio la più adatta all’approfondimento di un tema di tale portata.

  8. Flores ha detto:

    ” sede non adatta”, ma perché?! per il solo fatto di essere cittadini, paganti le tasse anche per la pubblica istruzione, genitori, ma soprattutto persone di buona volontà e ripeto aldilà di schieramenti, ben vengano pareri e lumi, meglio se da persone che operano in questa realtà…ciò premesso penso che “un tema di questa portata” sia problema della gente comune che citavo e pertanto possa e debba essere dibattuto non solo in qualche sancta sanctorum tra addetti ai lavori.

  9. susta ha detto:

    Ma quale sancta sanctorum… Chiunque intenda farsi seriamente un’idea sulla problematica dell’integrazione scolastica degli “handicap” ha ormai a disposizione, in libreria, in rete, parlando in giro e in mille altre sedi e occasioni tutte le possibilità che vuole. Pretendere che io la riduca a qualcosa da far entrare nello spazio dei commenti ad una vignetta satirica mi ha invece tutta l’aria di una propensione alla semplificazione e alla banalizzazione che, anche volendo, non posso condividere.
    Nulla da obiettare se si ritiene di aprire un argomento come questo con quattro parole buttate lì; solo non si chieda a me di richiuderlo con altre quattro parole buttate là (e via andare, tutto come prima).
    Detto altrimenti: anche solo affrontare il facile e rapido qualunquismo (difficile definirlo diversamente) sotteso a frasi come “certi forzosi innesti onestamente non mi sembrano aver prodotto risultati così brillanti” (ma va?? “innesti” de che, tra l’altro..? mai pensato che invece potrebbero essere “strappi” il contrario?), così come motivare il mio “gulp!!” di fronte all’…improponibile, per usare un eufemismo, parallelo con il Mensa, mi dispiace, ma richiederebbe di partire talmente indietro che… sinceramente? No go nè tempo nè voja.

  10. Flores ha detto:

    “tempo e voja” per polemiche quanto criptiche filippiche sì invece…

  11. susta ha detto:

    No, direi proprio di no.
    Ma la sofferenza dei portatori di handicap e quella dei loro familiari esigono, credo, che non si parli di loro con superficialità.

  12. Flores ha detto:

    …esatto! “esigono che se ne parli”. come si sente, meglio che si sa . Con onestà e rispetto per loro ma anche per le idee di chi non la pensa come noi.
    Fare i maestrini senza insegnare nulla, neppure l’umiltà, mi appare snobistico e inutile.
    Ghettizzare l”handicap è anche il rifiuto, tra l’altro dichiarato e reiterato con prosopopea, di affrontare il tema con platee (ahahah!) “inadeguate”!
    Nel caso troverei il silenzio più coerente.

  13. susta ha detto:

    Tanto vale farsene una ragione: ci vogliono anche quelli brutti e cattivi… sissì lo rivendico, come me; altrimenti non sarebbe più vero -e concludo- che il mondo è bello perchè è vario!

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