14 Ottobre 2010

Universitari contro il Ddl Gelmini, sotto presidio il dipartimento di Fisica

Il dipartimento di fisica dell’Università di Trieste è presidiato da ieri sera da 92 studenti della facoltà di scienze matematiche fisiche e naturali come segno di protesta nei confronti del ddl Gelmini.
Il malcontento si è scatenato in seguito all’impossibilità, da tre settimane, di sostenere le normali lezioni. “Non intendiamo – spiega il Comitato studentesco – bloccare le normali attività di ricerca di questo dipartimento. Inoltre auspichiamo che i professori li appoggino con lo svolgimento di attività a sostegno della protesta lanciata dai ricercatori e condivisa dalla componente studentesca.Si attende risposta da chi di competenza e solidarietà dalla cittadinanza tutta”.

“Non si tratta di un gesto avventato o fatto tanto per fare, come qualcuno potrebbe pensare. E’ un gesto estremo – spiegano gli studenti sul blog Assemblea online MFN – che viene compiuto perché ormai si è giunti al limite: troppe ormai sono le questioni che mancano di una risposta sicura e concreta, troppe le indecisioni e le perdite di tempo che certo non aiutano la nostra protesta. Il presidio parte da fisica, luogo simbolo della protesta perché da eccellenza quale è potrebbe, grazie alla riforma e ai tagli che abbiamo ormai imparato a conoscere, ridursi allo sfacelo nonché chiudere.
L’obiettivo non è intralciare la normale attività del dipartimento e non è evitare le nostre lezioni (che, ricordo, in ogni caso per questa settimana sono sospese, anche se qualche professore non sembra averlo capito). Noi studenti vogliamo, in appoggio alle istanze dei ricercatori, che l’università rimanga pubblica e che sia garantita non solo a noi in particolare ma a tutti quanti una didattica di qualità. Chiediamo una risposta concreta alle questioni ancora aperte dei corsi vacanti, che non vogliamo vada contro i ricercatori, perché solo grazie a loro è stata garantita e potrà esserlo la qualità. Siamo stanchi di ascoltare dal rettore tante vuote parole che esprimono una tattica dichiaratamente attendista: noi non vogliamo attendere passivi ma agire, perché ne va del nostro futuro e di quello del paese. Chiediamo una chiara presa di posizione da parte del rettore e del senato accademico: non si può continuare soltanto a dire di appoggiare la protesta dei ricercatori, servono delle azioni concrete a supporto. Inoltre lamentiamo la mancata informazione, anzi, ancor peggio, la disinformazione, riguardo alla situazione dell’università italiana: tv e giornali, di qualunque colore politico, ci negano qualsiasi visibilità, relegandoci in qualche trafiletto, mentre riservano pagine intere a notizie assolutamente frivole. Pochi si sono occupati della riforma e, se l’hanno fatto, l’hanno fatto in modo assai superficiale. Chiediamo che la questione dell’università, poiché crediamo che la cultura e l’istruzione siano i motori trainanti di un Paese, sia posta al centro dei dibattiti e venga portata a conoscenza di tutti; la si smetta di dare a noi, ai ricercatori e ai professori dei fannulloni, perché invece noi ci battiamo con tutte le nostre forze per avere e per garantire a tutti un’istruzione ampia e questo presidio è solo un altro passo avanti in questa battaglia”.

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13 commenti a Universitari contro il Ddl Gelmini, sotto presidio il dipartimento di Fisica

  1. capitan alcol ha detto:

    Anche l’operaio vuole il figlio dottore.
    Non il ministro.

  2. Michele ha detto:

    Un sentito ringraziamento da parte dell’istruzione italiana e degli studenti della Facoltà di Scienze di Trieste!

  3. alpino ha detto:

    sarà dura qui a Padova stanno tenendo lezioni e sessioni d’esame nel cuore della notte per protesta e da giorni, ma non hanno ottenuto nulla..

  4. capitan alcol ha detto:

    Potrebbero provare con qualche bambolina voodoo.

  5. arlon ha detto:

    L’operaio ga de gaver le stesse posibilità de gaver el fio dotor del fio del dotor, no me par dificile de capir che dovesi eser una dele basi de una società realmente democratica.

    Esami durissimi de entrata, controlli incrosai, organi interni indipendenti de autocontrollo con posibilità de denunce semi-anonime: cussì te favorissi el merito.
    Oh, altro dettaglio: sarie tipo de triplicar i finanziamenti a università e ricerca per rivar a livei vagamente decenti 😀 ma no, meio comprar 131 cacciabombardieri dai americani, che xe sempre utili. Meti caso che i studenti esagera, un bel raid e via 😀

    (se capissi che grazie a gente in malafede – in tuti i ultimi governi italiani, se riva ala distruzion del università pubblica, O NO?)

  6. arlon ha detto:

    p.s: segnalo la homepage del Politecnico de Milan http://www.polimi.it/

  7. alpino ha detto:

    perchè ad oggi l’accesso all’univ è negato al figlio dell’operaio????????????????? ma stemo scherzando

  8. capitan alcol ha detto:

    #7 Non disperare ci stiamo arrivando. Sarai mica un finiano?

  9. arlon ha detto:

    @alpino: spesso, nei fatti, sì.
    – corso fuorisede, dovendo rivolzerse al mercato privato per afitar perchè no xe studentati
    – tasse parziali ma cmq ghe xe
    – costo della vita

    I casi xe 2: o n ga veramente intenzion de spacarse in 4 con un lavoro part time + l’università, e alora xe possibile ma probabilmente se ghe meti anni in più e se ga meno tempo per studiar(svantaggi no de poco), o n-i-e-n-t-e, va a lavorar e fine.

    Applica questo a un corso de laurea come medicina, e considera come vien tratadi i “fioi de dotori” e come nisun vigili su questo. E dopo dime se la parità esisti, o meno.

    E son sicuro che chiunque sia stado in un paese civile nei studi universitari, no posi che confermar come i “diplomifici” italiani sia sempre più vizini a logiche terzomondiste(o, senza esagerar, sicuro no da UE), con ben poche ecezioni.

  10. sandogato87 ha detto:

    vero, perché desso magari no la xé na situazion del genere ancora, no dapartuto, ghe xé riduzion de le tasse e no roba de niente, le case del studente e vanti cossì, ma podaressimo rivarghe fra no masa tempo… ma el problema xé che i sta mandando a remengo la ricerca, e senza de quel no se va vanti, nisun ndarà più vanti, noialtri, l’industria ecc… deventeremo come qualche paese del terzo mondo (e no l’india, che lori i se da de far per la ricerca!) e i ne metarà tuti a cuser baloni… comunque grazie che gavé publicado sto articolo, la gente la gà de saver, se no no rivaremo combinar niente 🙂

  11. Paolo Geri ha detto:

    #5. arlon
    La distruzione dell’ università pubblica è del tutto funzionale all’ incremento delle università private. Ma non lo sapevate che “privato è bello e buono” e “pubblico è cattivo” ? Brunetta docet.

  12. alpino ha detto:

    ma se gavemo una sede in ogni città no xe colpa mia se quei de gorizia o de udine per far medicina a TS i vol la casetta invece de alzarse la matina e far la spola, dai no ste vegnir fora con monade che l’università ad oggi ha sedi ovunque ed è accessibile, solo che xe tropa gente che invece de andar lavorar i se parcheggia all’univ in bellezza..i universitari che i sparagni quanche soldin in più invece de spararse canonazzi da kilo e festoni ogni mercoledì come che fa qua a Padova e anche a Trieste.

  13. bonalama ha detto:

    brunetta “docebat” all’ università pubblica e concordo che se questo è pubblico è un grave male, ma il loro rimedio è peggio. il figlio del cassa integrato col fischio che può permettersi l’università, vedremo tra cinque anni gli effetti di questo immondo sfascio. Possano marcire nelle loro stesse panie

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