2 Ottobre 2010

Inaugurata la lapide in ricordo della famiglia Tomazic, titolare storica di Pepi S’ciavo

Una lapide commemorativa in ricordo della tragica storia della famiglia Tomazic è stata inaugurata ieri sulla facciata della villa che era stata nel secolo scorso loro abitazione. La casa, sita in via dei Porta, è ora residenza del console generale sloveno a Trieste.

La famiglia Tomazic, titolare del rinomato locale cittadino Da Pepi, pagò un prezzo molto alto per non essersi voluta piegare al progetto di forzata assimilazione degli sloveni durante il fascismo: il figlio Pino venne fucilato in seguito alla sentenza emessa nel 1941 dal Tribunale speciale, la figlia Danica con il marito Stanko Vuk furono uccisi nel marzo del 1944 ed il padre Josip morì invece nei bombardamenti che colpirono la città nel giugno dello stesso anno.
La lastra di pietra, apposta alla facciata della villa, ricorda come la dimora “rimarrà per la lealtà, la resistenza, la grandezza d’animo ed il tragico destino nel perpetuo ricordo degli sloveni”.

Alla commemorazione hanno preso parte il ministro agli Esteri sloveno, Samuel Zbogar, l’assessore regionale alle Relazioni internazionali, Federica Seganti, ed il console generale sloveno a Trieste, Vlasta Pelikan Valencic.

Nel menzionare gli eventi storici, l’eroismo e la generosità dei Tomazic, il ministro sloveno si è soffermato sugli attuali rapporti di buon vicinato e d’amicizia che intercorrono tra la Slovenia e l’Italia, in particolare con il Friuli Venezia Giulia, “anche se ho l’impressione che non sempre vengono alla colte nel modo migliore le occasioni di collaborazione, ecco perché si rendono necessarie nuove opportunità”.

“L’incontro fra i tre presidenti, avvenuto lo scorso 13 luglio in concomitanza con il concerto dell’Amicizia a Trieste – ha commentato il ministro – è stato un fatto positivo al quale dovrebbero seguire altri passi per lo sviluppo dei rapporti d’amicizia. La lapide commemorativa spero possa servire da impulso ad investire nel futuro per il bene di tutti”.

A margine dell’inaugurazione, Zbogar e Seganti hanno colto l’occasione per fare il punto sull’effettivo stato di cooperazione tra la nostra regione e lo stato contermine. Siccome la procedura relativa al programma Interreg Ita-Slo (contributi per complessivi 20 milioni di euro) risulta attualmente “ferma”, è stato ribadito l’interesse comune “ad andare avanti”.

“Se non si riesce a breve ad avviare il bando in questione, chiederemo l’intervento dell’Unione europea per ottenere lo sblocco e procedere quindi con la collaborazione”, ha commentato Seganti.

La commemorazione, avvenuta all’esterno sotto la pioggia, si è conclusa all’interno della villa con un breve programma musicale a cura di Paolo Skabar e Petra Marega e la lettura dei brani relativi agli ultimi giorni di vita dei Tomazic ad opera di Nikla Petruska Panizon, Primoz Forte, Lara Komar e Romeo Grebensek.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, la senatrice Tamara Blazina, l’ex senatore Milos Budin, il consigliere regionale Igor Gabrovec, il vicepresidente della Provincia, Walter Godina, il prefetto di Gorizia, Maria Augusta Marrosu, i rappresentanti delle organizzazioni slovene, Drago Stoka e Livio Semolic ed i consiglieri comunali Iztok Furlanic e Igor Svab.

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28 commenti a Inaugurata la lapide in ricordo della famiglia Tomazic, titolare storica di Pepi S’ciavo

  1. dultan ha detto:

    Tomažič… ah pensavo che non funzionava le č,š,ž… semo a Trieste e non semo in grado de usar i caratteri giusti?

  2. Redazione Gorizia ha detto:

    Purtroppo danno dei problemi
    🙁

  3. effebi ha detto:

    sulla misteriosa morte degli sposi c’è qualche novità ?

  4. effebi ha detto:

    no !? provo allora a postare questa:

    “La spietatezza che segnò l’epopea della guerra di liberazione fu un tratto caratteristico dell’intera vicenda bellica jugoslava. Agendo sotto l’impulso del motto evangelico «chi non è con noi è contro di noi», i comunisti sloveni eliminarono ad esempio a Trieste nel 1944 anche uno dei leader della corrente cristiano-sociale del Litorale, Stanko Vuk, tornato dopo 1’8 settembre dalle carceri italiane di Alessandria dove stava scontando una pesante pena detentiva, comminatagli dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato nel dicembre 1941. Egli fu sorpreso in via Rossetti con la moglie Danica e freddato da tre sicari, per quanto la giovane donna fosse sorella dello studente comunista Pinko Tomazic, condannato nella stessa occasione alla pena capitale e fucilato dai fascisti a Opicina. La ragione dell’esecuzione sommaria della coppia, cui va aggiunta una terza persona, capitata in visita nel momento sbagliato, era una sola: i comunisti che avevano ormai sotto controllo il Fronte di liberazione, non desideravano che Vuk si associasse al movimento partigiano, come intendeva fare, affinché non rafforzasse con il suo carisma i loro concorrenti politici interni, potenzialmente pericolosi.”

    se fosse vera questa ipotesi, la lapide dovrebbe ricordare che i poveretti caddero “sotto il piombo comunista sloveno”

    poi ovviamente tutti al baretto a discutere …dei finanziamenti europei relativi al programma Interreg Ita-Slo… bene! dobro ! viva ! zivjo !
    …e noi qua a scannarci fino al tecentesimo post.

  5. effebi ha detto:

    redazione…redazione…
    segnalo che questo post è “invisibile”, non compare sulla pagina iniziale

  6. massimiliano ha detto:

    chi nn ricorda o nn conosce la storia in questione, può leggere “Gli sposi di via Rossetti” di Fulvio Tomizza e troverà parecchie spiegazioni. 😉

  7. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ effebi

    OT OT OT OT

    Ricordi quando parlammo di Foschiatti? Quasi casualmente ho trovato la prova: sfogliavo ieri sera “Necropoli” di Boris Pahor, e mi sono improvvisamente ricordato che lui ad un certo punto parla di Foschiatti! Infatti ho trovato il passo: l’ha incontrato a Natzweiler, dove peraltro l’ha trattato malissimo (ma questo è un altro discorso).

    Luigi

  8. Paolo Geri ha detto:

    “La lastra di pietra, apposta alla facciata della villa, ricorda come la dimora “rimarrà per la lealtà, la resistenza, la grandezza d’animo ed il tragico destino nel perpetuo ricordo degli sloveni”.

    A Trieste le cose si dicono sempre a metà ! “Grandezza d’ animo” e “tragico destino” va bene, ma “lealtà” a chi ? “resistenza” a chi ?

  9. effebi ha detto:

    7 (siamo OT alla grande…. evito qualsiasi commento 🙂 )

  10. effebi ha detto:

    “nel perpetuo ricordo degli sloveni” !? solo degli sloveni ? nessun italiano è meritevole di ricordare ? e allora perchè in italiano ?

    ma pinko tomazic non combatteva per l’internazionalismo comunista ? che c’entra la “slovenia” !?
    alcuni siti lo spacciano per uno del TIGR, ma a me non sembra fosse membro di quella formazione che nulla aveva a che spartire con i resistenti comunisti (se non l’antifascismo… ma gli obiettivi mi sembra erano molto diversi, o no !?)

  11. effebi ha detto:

    7 in verità…. potremmo anche parlarne visto che c’era pure lui, anche se le cronache non lo citano
    http://redazioneinternet.regione.fvg.it/redazione/reposit/foto/20101001201216030_3seganti011010.jpg

    si vede anche la lapide che a quanto sembra è stata voluta e posta dalla “Repubblica di Slovenia” (non vedo riferimenti a enti italiani, la regione !? mah, sembra di no).

    bene, in ogni caso qualcuno alla fine se ne è lamentato:
    http://www.anvgd.it/index.php?option=com_content&task=view&id=9908&Itemid=111

  12. Paolo Geri ha detto:

    #10. effebi.
    Tomazic era indiscutibilmente comunista. Lo storico Teodoro Sala nrl saggio “Una guerra balcanica” (insmli.it) lo definisce “dirigente comunista”. La confusione di alcuni siti nasce forse dal fatto che gli altri fucilati con lui erano nazionalrivoluzionari.
    Che Tomazic fosse comunista è confermato dal fatto che la più grande sezione del P.C.I. del centro cittadino di Trieste (quella di Barriera Vecchia) fosse a lui intitolata, mi pare a partire dai primi anni Sessanta e le sezioni del P.C.I. non venivano praticamente mai intitolate a non comunisti.

  13. effebi ha detto:

    caro geri questo corrisponde anche a me ma qualcuno fa confusione:
    “TIGR: Nel 1941 nove membri dell’organizzazione vennero accusati di terrorismo e spionaggio in periodo bellico, e cinque di loro (Pinko Tomažič, Viktor Bobek, Ivan Ivančič, Simon Kos e Ivan Vadnal) furono giustiziati a Opicina. Con ciò l’organizzazione fu definitivamente sgominata”
    wiki, ma non solo cita, tomasic facente parte di quella organizzazione alla quale forse era invece più vicino suo cognato eliminato proprio dai comunisti

    sempre wiki:
    “Sembra che la dirigenza del Partito Comunista (che controllava l’OF – Il Fronte di Liberazione del Popolo Sloveno) avesse liquidato molti tigri già durante la guerra. Alla fine del conflitto gli ex membri dell’organizzazione furono soggetti a una marginalizzazione politica e sociale a causa della loro militanza nel TIGR”

    sabgliato anche questo ?

  14. effebi ha detto:

    in ogni caso, se Tomazic era comunista, e lo era, sembra strano che alla targa non sia stato invitato proprio il coro partigiano che porta il suo nome ma ci fosse un BP che con tomazic forse centrava poco, come suo cognato.

  15. Paolo Geri ha detto:

    #13 effebi.
    1.) Si Wiki sull’appartenenza politica di Tomazic fa confusione (non so se voluta o meno)

    2.) sempre wiki:
    “Sembra che la dirigenza del Partito Comunista (che controllava l’OF – Il Fronte di Liberazione del Popolo Sloveno) avesse liquidato molti tigri già durante la guerra. Alla fine del conflitto gli ex membri dell’organizzazione furono soggetti a una marginalizzazione politica e sociale a causa della loro militanza nel TIGR”
    Non ho riscontri in merito nè in un senso nè nell’altro. Wiki stessa dice “sembra”. Da un punto di vista logico non ci sarebbe peraltro da stupirsi in quanto la TIGR non solo aveva fatto il suo tempo ma entrava per certi versi in contrasto palese con le scelte del Partito Comunista Jugoslavo.

    3.) Quanto poi al mancato invito del Coro Partigiano Triestino nemmeno sul loro sito si dice nulla.

  16. Paolo Geri ha detto:

    Comunque ribadisco che per me la frase
    “rimarrà per la lealtà, la resistenza, la grandezza d’animo ed il tragico destino nel perpetuo ricordo degli sloveni”
    così com’è scritta è talmente confusa da non significare niente; mescola cose diverse e rappresenta il tipico modo triestino di “dire e non dire” su certe vicende.

  17. maja ha detto:

    Geri, anche se in tante altre circostanze potrei essere d’accordo con te, in questo caso non si può dire che l’iscrizione sia stata fatta “alla triestina”, perchè la targa è stata posta dal ministero sloveno.

    Per effebi ho invece una ghiotta informazione che riguarda il suo personaggio preferito. BP c’entra, eccome se c’entra! Egli ha infatti frequentato assiduamente non solo la casa, ma anche la figlia Danica.

  18. dimaco ha detto:

    quindi c’entrava spesso. ma vedi sto BP che biricchino che è 🙂

  19. effebi ha detto:

    opperbacco !! spettegulesssss !!!
    ma su un sito ho trovato anche allusioni su un presunto rapporto tra danica (perlatro da nessuno mai troppo ben descritta) e pinko, suo fratello (!?)

    vabbò ma a sto punto concentrandosi su BP che continua a frequentare quella casa non sarà mica lui l’ispiratore di questa iniziativa e del testo della targa ?
    ma BP e Stanko Vuk, l’intellettuale di Merna, si sono mai conosciuti ? ebbero la possibilità di frequentarsi ?
    forse no, uno era al confino, l’altro era volontario i libia, dovremmo confrontare le date, di scritto non trovo nulla.

  20. effebi ha detto:

    alla fine, anche mi dispiace per il coro…
    fosse stato dipiazza a non invitarlo sarebbe successo il finimondo 🙂

  21. matteo ha detto:

    se fosse stato invitato sarebbe successo il finimondo, siamo sempre li

  22. effebi ha detto:

    ma perchè, quando sono andati a basovizza col presidente del consiglio sloveno è successo il “finimondo” !? quale finimondo ? (basovizza straripava di cori, balletti, esercito..etc… etc…)

    dai, matteo ! cerca di capire perchè il coro tomazic non si è visto a villa tomazic…

  23. ufo ha detto:

    Visto che l’argomento lapidi sembra essere di vostro gusto vi ricordo che domenica (dopodomani) alle 11.00 ne verrà finalmente inaugurata una in via Cologna, sull’edificio che fu l’ultima sede di quel branco di macellai chiamati Ispettorato speciale di pubblica sicurezza, altrimenti detti “banda Colotti”.

    E per non smentirsi oggi il Piccolo ha confermato la propria stellare reputazione trasformandola in una lapide commemorativa ai “deportati” ed evitando qualsiasi accenno su cosa fosse lì successo e chi avesse torturato e seviziato chi. Figurarsi.

  24. matteo ha detto:

    a ma su questo ufo non prevedo mille post

  25. ufo ha detto:

    Anch’io prevedo scene mute e orecchie basse da parte di alcuni esternatori…

  26. Paolo Geri ha detto:

    #23 ufo.
    Bravo a ricordarlo. D’ altronde che cosa ti aspetti da uno stato come quello italiano che ha persino decorato un macellaio come Collotti ?

  27. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Paolo Geri

    A dirla tutta, dovresti ricordare che Collotti fu decorato nel 1954 come “coda” di una pratica di concessione di decorazione iniziata nel 1943. Per un incredibile errore del ministero, la pratica andò avanti e alla fine venne concessa una medaglia di bronzo al valor militare.

    Però Collotti era stato fucilato vicino a Treviso il 28 aprile 1945.

    Tanto per la precisione.

    L.

  28. Tergestin ha detto:

    Collotti e la sua banda de bestie merita de esser conossudi per quel che i ga fato (ne go sentide de brutte, veramente brutte).
    Ma forse a pensarghe ben no xe el caso: se ris’cia, qua a Trieste, che i ghe intitoli una via.

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