25 Settembre 2010

Abitare, da donne, la città di Trieste

Giovedì 23 settembre, presso l’Hotel Duchi d’Aosta, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del quaderno di testimonianze “Abitare, da donne, la città”.
Si tratta del risultato di un ciclo di incontri svoltisi al Caffè San Marco, e documentati in ventisette riassunti, che intendono lasciare traccia di un pensiero collettivo e di un’Agorà, che continuerà ad essere convocata ogni anno, in primavera, per mettere al centro della discussione le problematiche più urgenti per le donne.
“Un quaderno che rappresenta bellezze, disagi, libertà, idee. Corre ed entra tra ciascuna delle cittadine di questa città”, ci ha detto Ester Pacor al momento dell’introduzione.

"Abitare, da donne, la città"

Durante la presentazione, le autrici hanno ripercorso i tipici temi caldi delle questioni tra i generi: ripartizione del lavoro, immagine del corpo delle donne nei media oggi, messaggi non neutri trasportati dalla struttura della nostra lingua, esigenza di fare rete.

Ma due temi sono emersi più netti di altri.

Il primo, è stato il dubbio che sul problema della parità uomo donna si siano fatti di recente dei passi indietro. Le posizioni su questo argomento si sono rivelate non univoche.
Le donne com maggiore esperienza ci tenevano a ricordare i passi importanti fatti nel corso degli ultimi decenni, e il senso di “percorso in avanti” guadagnato dai diritti civili e dalla autonomia femminile.
Invece le partecipanti che erano state coinvolte più di recente in problematiche concrete (come la riduzione in pochi anni del numero di donne nelle istituzioni della regione, la più marcata assenza delle stesse nelle rappresentanze locali per l’industria e il privato, o le modifiche in discussione nella legge elettorale che vorrebbero annullare il sistema delle quote ove presente), segnalavano una più forte sofferenza da senso di regressione.

Il secondo argomento, è stato l’invito alla ricontestualizzazione del discorso delle donne, proposto dalla Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, che ha portato il saluto di chiusura.
La Presidente ha affermato: “Bisogna fare un passo in più rispetto ai temi del femminile già noti e che purtroppo, anche se ancora aperti, faticano ad avere presa. Le donne attive e presenti nei discorsi come quello di oggi, dovrebbero portare le loro esigenze direttamente agli interlocutori istituzionali, ai segretari di partito, e farsi sentire con gli strumenti ufficiali. Prediamo ad esempio i prossimi appuntamenti elettorali. I gruppi di donne e le loro associazioni del territorio dovrebbero riunirsi tra loro, e proporre un programma tecnico di punti specifici da chiedere ai candidati alle elezioni. Trasversalmente, a tutti i colori politici. E, da questi candidati, esigere una proposta concreta e operativa sulle modalità con cui affronterebbero queste esigenze, e far sì che poi diventi un punto del loro programma. E quando dico esigenze tecniche, intendo dire mirate sulle competenze specifiche dei vari enti. Ad esempio: trasporti, raccolta differenziata. Le statistiche sui trasporti, qui, non sono condotte distinguendo utenti maschili e femminili. Gli asili nido sono competenza della Regione. Cultura: qual è lo sbigliettamento collegato al pubblico femminile? Per ciascuno di questi temi, segnalare eventuali dati che esprimono un bilancio di genere.”

Le autrici che hanno fissato nel “Quaderno” le loro idee del contare e dell’esserci nel futuro di Trieste, insieme alle molte altre intervenute agli incontri da cui è nato il documento, sono: Marianna Accerboni, Silvia Altran, Maria Teresa Bassa Poropat, Silva Bon, Luciana Boschin, Antonella Caroli, Lea Castellano, Tiziana Cimolino, Eva Ciuk, Clara Comelli, Luisa Fazzini, Carla Guidoni, Paola Machetta, Mariastella Malafronte, Monika Milic, Carla Carloni Mocavero, Sabrina Morena, Anna Maria Mozzi, Gabriella Musetti, Daniela Perazzo Mainenti, Annamaria Percavassi, Anna Piccioni, Melita Richter Malabotta, Bruna Tam, Gigetta Tamaro Semerani, Lorena Uxa, Gabriella Vaglieri e Marisa Zoppolato.

intervento Presidente Provincia

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