22 Settembre 2010

Pordenonelegge, l’angelo custode racconta

di Matteo Troia

S’illumina con rinnovato vigore anche quest’anno la luce emanata dal colore giallo emblema della manifestazione che ha portato per l’ennesima volta (l’undicesima per l’esattezza!) la cultura tra le vie di Pordenone. Questa signora “Cultura” infatti, si è concessa un periodo di sosta nella città, stabilendosi in ogni luogo per cinque giornate di fila, occupando i luoghi più suggestivi del centro cittadino e i negozietti più caratteristici, nascosti magari dietro ad una via poco nota. Di certo, organizzare un evento così importante, non è cosa da poco! Ve lo assicuro io, che vi ho partecipato da dietro le quinte, in veste di angelo custode. Ed è proprio con gli occhi di angelo che ora vi voglio raccontare come sono andate queste giornate di svago, di risate e di riflessioni.

Ore 13:30, cominciava il mio primo turno. A quell’ora la gente per le strade era poca, per lo più a pranzo. Ma il tempo poi passa, e anche per quel giovedì pomeriggio, il programma di eventi da vedere era ricco e vario, tanto da accontentare anche i gusti più difficili.
Ore 15:00; il primo evento stava per iniziare in Camera di Commercio (il palazzo dove presto il mio servizio) e la gente s’accalcava in una fila disordinata (all’italiana!) per poter raggiungere la sala Convegni, al secondo piano, e per potersi gustare un interessante dibattito filosofico. Già in questa prima situazione le cose straordinarie erano molte: straordinario era l’ambiente colorato (soprattutto di giallo), attivo, vivo, energico; straordinaria era la cornice che la città di Pordenone faceva alla manifestazione, caratterizzata da palazzi antichi e caratteristici. Poi di tanto in tanto vi sono dei vicoli suggestivi, dove è bellissimo vedere come si passi dal frastuono di corso Vittorio Emanuele ad un ovattato silenzio, per poi sbucare di nuovo nel palpitante cuore cittadino. Straordinaria quindi la città, la coreografia, il palcoscenico di questo spettacolo ma soprattutto sorprendenti erano le persone, che numerosissime affollavano i palazzi, il Corso, gli stand. La gente con cui ho avuto a che fare era tanta e varia: è stato curioso relazionarsi con il signore molto preparato, gentile ed educato, ma anche con la persona completamente disinteressata, che ti chiede una cosa a caso, magari nemmeno ascoltando la tua risposta. C’era chi si dimostrava comprensivo e chi era maleducato, chi paziente o chi cercava di passare avanti nelle code a tutti i costi. E c’era infine la signora anziana, che delicatamente ti sorrideva, ti spalancava gli occhi e sentendo poco ti s’avvicinava dicendo che aveva sbagliato posto, o che voleva informazioni. Magari si trovava solo di passaggio o forse ancora, era proprio lì in attesa di vedere un autore che le interessava parecchio.
“Tutto fa brodo” si userebbe dire, ma per l’occasione mi sembra un detto troppo dialettale; “tutto fa cultura” piuttosto, questo sì! Perché tanto mi ha affascinato il signore colto per il forte interesse che questo ha dimostrato nell’andare ad ascoltare un autore, un filosofo, uno scrittore, tanto mi ha sorpreso la signora anziana, che poi così sprovveduta come poteva sembrare non era, anzi, in realtà era lì per poter accrescere in un certo senso, il suo bagaglio culturale. Forse tutto ciò appare solamente leggendo “dietro le righe” di questi giorni.

I veri protagonisti di Pordenonelegge, non sono stati quindi il pubblico visitatore ma bensì gli autori dei libri presentati. Non sono riuscito, per ovvi motivi, ad ascoltarli tutti. Ciò che però sono riuscito a sentire è stato interessante. Certo, non ricordo tutto ciò che han detto, ma forse capita spesso così: in testa ti rimane qualche concetto, qualche frase, qualche riflessione a cui ripensi nei giorni seguenti; e sono proprio le riflessioni che ti sono rimaste nella memoria quelle che ti hanno fatto smuovere qualcosa dentro, quelle che ti hanno fatto riflettere, ricordare esperienze o ravvivare momenti già vissuti; sono alcune filosofie che ti fanno pensare a ciò che dovrai fare, a ciò che hai fatto e che magari potevi fare in modo diverso.
Il mio turno era terminato per quel giorno: alle 20:30, lasciavo le vie del centro per dirigermi in stazione dove avrei preso il treno per tornare a casa. Nel treno, che pian piano s’allontanava, ripensavo a tutto quello che avevo vissuto in quelle poche ore, alla fin fine, di quel pomeriggio. Pordenonelegge credo che non sia solo una gran abbuffata di libri, di eventi con autori famosissimi, di cose fatte “in grande”… certo, soprattutto le cose fatte “in grande” sono quelle che rendono questa manifestazione molto importante e famosa, ma di fondo, lo spirito secondo me che alimenta il tutto, è un po’ quello della signora anziana di cui si parlava prima. La sua intraprendenza, la sua voglia di tenersi sempre informata, il suo spirito che la spinge ad uscire di casa e la porta fin in un dato posto, “solo” per ascoltare uno scrittore, mantiene giovane la signora stessa, la mantiene al passo con i tempi, e la fa “andare avanti” fisicamente e mentalmente!

Così forse cresce ogni anno di più questa manifestazione, che regala tantissimi piccoli spunti, non di fatto programmati, ma che sicuramente ogni persona coglie in modi e luoghi diversi, da una frase, da un intero discorso, o da una semplice immagine. L’evento quindi si mantiene giovane, fresco, aggiornato, attuale, grazie anche a questo spirito, perché dietro alla manifestazione c’è gente qualificata, che ci crede, che organizza tutto al meglio, che si aggiorna, che vuole migliorare, che scopre così facendo, un mondo sì accessibile a tutti ma per nulla banale. Il sapere e la scoperta sono gli ingredienti che mantengono -giovane- questo evento di anno in anno.

Un angelo custode di Pordenonelegge dovrebbe avere la possibilità di volare davvero e non solo di mostrare le ali disegnate sulla propria maglietta distintiva. Dovrebbe volare per accontentare le persone più esigenti, volare per essere presente da un posto all’altro e volare anche perché no, per guadagnarsi un piccolo spazio ad un evento che lo interessa in modo particolare. Ho avuto la fortuna di ascoltare brevemente una grande Margherita Hack che con i suoi ottantotto anni continua ad infondere speranza ai giovani con concetti semplici, con passi brevi, ma che a lei hanno permesso di “raggiungere le stelle”. Sorprendente la fila per l’incontro con Corrado Augias, che inaugurava ufficialmente la manifestazione. Un piacevole Giorgio Celli, entomologo, scrittore, attore, ha attirato la attenzione di molti, parlando del sentimento della gelosia. Questi, solo per citarne alcuni. La lista è lunga, come le code direbbero alcuni, ma di certo la qualità degli incontri e degli autori proposti hanno soddisfatto la maggioranza delle persone.

Cara Pordenonelegge, in conclusione, ti auguro di rimanere ciò che sei e di mantenere intatto lo spirito profondo che trasmetti! Sperando di poter “leggere” di te sempre buone notizie…

Al prossimo anno!
Tuo Angelo Custode

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