22 Settembre 2010

“Gorizia te čaka”: manifesti inadeguati, inopportuni, inefficaci. Polemiche sulla promozione di Gusti di frontiera

“Inadeguati, inopportuni, inefficaci. Questa è la mia opinione sui quattro manifesti 4 x 3 m esposti a Nova Gorica e dintorni per pubblicizzare la manifestazione Gusti di Frontiera”. La presa di posizione è del consigliere comunale del Pd., Aleš Waltritsch.

“La giunta da Lei presieduta – sottolinea in un’interrogazione al sindaco Romoli – ha a mio modesto avviso un comportamento ambiguo e particolare per tutto ciò che attiene allo sloveno, sia questo inteso come lingua, come comunità autoctona di Gorizia o come Stato confinario. Oggi fa un importante passo in avanti, domani ne fa subito due indietro. Questa politica del gambero è senza senso e limitata, tanto più negativa in uno spazio comune europeo e in quello spirito di amicizia e collaborazione, del quale sono sovente piene le sue dichiarazioni. La manifestazione cittadina più in voga, Gusti di Frontiera (ideata dalla giunta di centrosinistra guidata da Brancati nel 2004, appena qualche mese dopo l’allargamento dei confini dell’Europa alla vicina Slovenia) è stata presentata mercoledì scorso a Lubiana e questo passo merita senz’altro una valutazione positiva. Nel materiale consegnato alla stampa veniva indicato il nome della manifestazione Gusti di Frontiera con la più volte utilizzata traduzione in sloveno (Okusi ob meji), Gorizia era normalmente scritta con il nome originario in sloveno, la testata dei comunicati era in solo italiano”.

Prosegue Waltritsch: “Nei volantini pubblicitari, distribuiti in diversi punti della Slovenia, vicino alle date della manifestazione troviamo il nome della nostra città scritto solo in italiano. Nei manifesti di cui è oggetto la mia interrogazione, un invito metà in italiano e metà in sloveno (Gorizia te čaka) in una dizione inadeguata ed inopportuna. Tra l’altro questo invito nemmeno appare nei manifesti che vediamo a Gorizia. Gorizia è una città multiculturale, noi Sloveni siamo presenti sin dall’inizio (e lo confermava già Ottone III mille e nove anni fa), il nome della città esiste in quattro lingue: l’utilizzo della versione italiana è inadeguato per le zone nelle quali il toponimo viene normalmente utilizzato nella versione originale della lingua colà parlata ed è anche offensivo per noi, Sloveni di Gorizia. Tra l’altro questa mossa è completamente inadeguata ed inefficace anche dal punto di vista della promozione. Il consumatore va richiamato nella sua lingua, se questo è possibile, atteggiamenti diversi, specie quanto mischiati, possono essere controproducenti”.

“Certamente – conclude – è possibile, spero probabile che una simile composizione letterale sia avvenuta a causa di un errore degli estensori del materiale promozionale e che quindi l’amministrazione da Lei guidata, Signor Romoli, abbia già provveduto ad ordinarne la correzione, che può essere fatta da ogni impresa del settore degna di questo nome nel giro di massime 24 ore. Ma se così non è gradisco ricevere quanto prima una spiegazione ed una motivazione di questa scelta, che ripeto inopportuna, inadeguata ed inefficace, oltre che offensiva”.

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88 commenti a “Gorizia te čaka”: manifesti inadeguati, inopportuni, inefficaci. Polemiche sulla promozione di Gusti di frontiera

  1. Fufo ha detto:

    Visto che per fortuna o per caso sono il primo ad inserire un post, invito coloro che seguono, ad evitare i soliti paragoni tipo: “…ho una reclame di bla,bla,bla in cui i sloveni pubblicizzano una manifestazione scrivendo questo piuttosto che quello”.
    A mio modesto parere, i paragoni con gli altri sono sempre fuori luogo, e raramente producono qualcosa di costruttivo.
    Buona giornata a tutti

  2. marco ha detto:

    ma se qui in italia scriviamo sempre nova gorica, mica scriviamo nuova gorizia…

  3. effebi ha detto:

    “Il consumatore va richiamato nella sua lingua, se questo è possibile, atteggiamenti diversi, specie quanto mischiati, possono essere controproducenti”

    “…gradisco ricevere quanto prima una spiegazione ed una motivazione di questa scelta, che ripeto inopportuna, inadeguata ed inefficace, oltre che offensiva”

    se fossi in Aleš Waltritsch farei una protesta la parlamento europeo….

  4. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Fufo

    Excusatio non petita… con tutto quel che ne consegue.

    Giacché tu sai benissimo che ci sono TONNELLATE di manifestazioni in tutto il litorale sloveno (intendo dire: nei tre comuni bilingui della costa) senza alcuna indicazione del nome della località in lingua italiana. Compreso il sito ufficiale del Comune di Pirano, che contrariamente a quanto previsto dalla legge slovena non ha nemmeno la sua versione in italiano.

    Diciamo quindi che a cavallo del confine c’è parecchia insensibilità, e che Romoli – che su queste cose spesso è un buzzurro – va tranquillamente a braccetto con altri sindaci. Sia da questa, che dall’altra parte del confine.

    L.

  5. capitan alcol ha detto:

    #4 ricadiamo sempre là. Lo fanno gli altri dobbiamo farlo anche noi?

  6. famagosta ha detto:

    Luigi, il paragone non regge. Pemettendo che questa e’ una polemica abbastanza inutile, cosi’, per diletto, bisogna vedere se in slovenia capitano obrobri del tipo: “Venite alla xxx di koper”. A occhio direi, che se gli inviti sono in lingua italiana, mi pare che riportino nomi di localita’ costiere slovene sempre in italiano.

    comunque e’ una polemica abbastanza inutile…

  7. famagosta ha detto:

    Pero’ non sottovaluterei nemmeno lo sbigottimento dei brain trust del comune, quando si sono trovati davanti l’annoso problema di trovare una traduzione in sloveno di”Gorizia” che non suonasse come un doppione;))

  8. Fufo ha detto:

    @7 ….e hai ragione, polemica inutile in quanto (almeno per il comune di Capodistria), sono sempre abbastanza ligi all’uso dell’italiano nelle comunicazioni al pubblico (allego link alle manifestazioni in Comune):
    http://www.koper.si/index.php?page=eventsplus&item=331&tree_root=4

  9. effebi ha detto:

    7 “…comunque e’ una polemica abbastanza inutile…”

    lo avvisi tu il buon Aleš !?

  10. Max ha detto:

    @ Aleš Waltritsch.
    …capisco l importanza di questo tema ma non crede che con tutte le problematiche che questa manifestazione ha sollevato sia un tema solo per ulteriormente alimentare una politica demagoga al fine di non affrontare in modo serio la risoluzione di quei problemi che sono venuti alla luca al fine che alla prossima edizione ci sia già mesi prima dell inizio chiarezza e programmazione ? Quando vuole sono a sua disposizione per chiarirle il concetto se lo desidera. Inoltre volevo chiederle in qualità di consigliere comunale, Io cittadino di Gorizia posso sapere nel dettaglio le spese che il Comune ha affrontato per l allestimento di questa manifestazione ? NB. Conosco bene la ditta ZORZI e personalmente gradirei conoscere i costi delle attrezzature a nolo poichè anch io sono in possesso di preventivi che dato il costo elevato per le mie possibilità mi hanno fatto desistere dal partecipare alla manifestazione. (consulti pure il fascicolo TUTTIFRUTTI – Nozze al Gelo presso il sig. Verdeoliva o Cevegnini (mi scuso con entrambi se non ho scritto bene il loro nome ).
    La ringrazio anticipatamente e mi auguro di ricevere un riscontro alle mie domande-affermazioni ! . Max

  11. dimaco ha detto:

    @max
    In teoria dovrebbero essere di pubblico acesso, visto che sono soldi pubblici la cittadinanza dovrebbe avere visibilità su queste spese. Non vi è motivo di nasconderle. O si? a pensare male si fa peccato, ma ci si azzecca sempre 😛

  12. alpino ha detto:

    sempre a perderse in monade

  13. Paolo Geri ha detto:

    Gorizia in italiano,Gurize in friulano, Guriza nel friulano locale, Gorica in sloveno, Görz in tedesco (fonte wiki).
    Non mi pare tanto difficile usare la versione corretta del nome nella rispettiva lingua.
    Un eventuale testo in tedesco sarebbe forse stato “Wir einladen Sie zu “Gorizia” ?”

  14. Fufo ha detto:

    A livello di curiosità, per chi è totalmente digiuno di lingue slave in generale, ricordo che “Gorica” (che si legge Gorìza) ha un ben chiaro significato figurato, significa letteralmente infatti: piccola montagna.
    Saluti

  15. alpino ha detto:

    è certo allora guadiamoci tutti CSI Nuova York, visitiamo San Francesco o Li Angeli, perchè non volare a San Salvatore ecc ecc non vedo il problema la nostra città si chiama Gorizia…sui flyer sloveni dei locali scritti in italiano per promuovere eventi oltre confine campeggia il nome Nova Gorica e non Nuova Gorizia per far meglio capire noi italiani lo stesso per le pubblicità vis radio…io penso che trattasi della solita baggianata di qualcuno che gode di molto tempo libero e ritengo che gli sloveni non si siano nemmeno lontanamente posti il problema..ma qualcuno come una sapiente apetta punzecchia

  16. Fufo ha detto:

    La parola è univoca per tutte le lingue di radice slava: sarete capiti dalla Serbia alla Russia (Resia compresa :-))

  17. Fufo ha detto:

    …ovviamente per quelli di Resia che sanno il resiano 😉

  18. omo vespa ha detto:

    mi digo che magari a lubiana fa piu figo dir so anda a gorizia che gorica, come da noi co i te disi andemo a dubrovnik. question de publicita, ti la fa per chi che ti vol portar zo. se vede che i xe furbi e no i voleva i permalosi e i rompiscatole.

  19. Italiano ha detto:

    A me sembra solo che la dicitura:

    GORIZIA TE CAGA..mhmm, pardon caka..sia funzionale alla querelle

  20. Marcantonio ha detto:

    Io e’ un po’ che vi leggo ed ogni volta e’ una querelle italo/slovena, sinceramente sara’ perche’ sono romano ma non capisco.

  21. Paolo Geri ha detto:

    16. Alpino
    Il tuo ragionamento vale per città in cui non esistono minoranze linguistiche. Non essendo goriziano non voglio entrare nel merito della disputa su Gorizta ma da triestino plurilingue ti dico che Trieste per me si chiama Trieste in otaliano e dialetto triestino, Trst in sloveno, Triest in tedesco e io chiamo la mia città in modi diversi a seconda della lingua che uso senza permettermi “traduzioni” e commistioni.

  22. effebi ha detto:

    http://www.koper.si (duepunti:)

    “EuroMarathon Milje-Koper je medregijsko tekmovanje, na katerem lahko sodelujejo športnice in športniki….”

    Milje ?! …zzo ! no ! l’unica cittadina istriana rimasta in italia ! MUGGIA ! scritta così in questa versione “inopportuna, inadeguata ed inefficace, oltre che offensiva” !!! Aleš… pensaci tu !

  23. Srečko ha detto:

    Luigi Veneziano

    Ancora uina volta hai capito Toma per Roma, o fischi per fiaschi.

    La pubblicita’ con il nome di Gorizia in italiano e’ stata distribuita a Lubiana! Che, mi sembra, non e’ zona bilingue. L’esempio della costa c’entra come cavoli a merenda (per usare un termine a te tanto caro).

  24. dimaco ha detto:

    Srecko ma non lo sai che secondo alcuni Lubiana è un a provincia italiana strappata con vilenza inaudita all’italica madrepatria dai cativisssimi salvicomunisti?

  25. Srečko ha detto:

    effebi

    Quando si vuole essere sordi si e’ sordi.

    Nessuno protesta se in un articolo in iataliano ovunque pubblicato, si usa i termini come Capodistria, Pola ecc ecc. O non vuoi capire oppure… L’esempio che dai e’ esattamente questo: in un articolo in sloveno si usano i nomi comunemente usati in sloveno!

  26. effebi ha detto:

    perchè dimaco e srecko scrivete “lubiana” ?

  27. capitan alcol ha detto:

    21 non centra niente l’essere romani o milanesi o goriziani.
    La verità è che qui si fanno le garette di commenti.

  28. matteo ha detto:

    il problema è che la citta ha due nomi uno vecchio e uno nuovo, gorizia lo hanno usato perhce la manifestazione era a gorizia e non nova goriza, secondo me sarebbe opportuno che nova sparisse e restasse solo gorizia/gorica

  29. Fufo ha detto:

    @20 Italiano: battuta di dubbio gusto…
    @23 effebi: il fatto però è che sul sito del Comune di Koper-Capodistria troverai l’evento anche in italiano verbo:

    Ricerca: “euromarathon”

    Maratona Capodistria – Muggia
    »Distanza: EuroMarathon 21.097km, EuroJogging 10km Programma: 8.00 Riunione dei giudici e dei partecipanti 9.30 Start EvroMarathon (21.097km) da Muggia 9.30 Start EvroJogging (10km) da Ancarano Registrazione: La registrazione on line sul sito web -…«

    MUGGIA in italianissimo verbo!!!
    Splendido…

  30. dimaco ha detto:

    effebi, non voglio che perdi tempo a cercare sul web cosa significa. pe cui ho provveduto a tradurre il nome Ljubljana in un termine più comprensivo per gli estimatori dell’italico verbo. poi se vado da gianni a mangiare la ljbljanska, sul menu c’è scritto ljubljanska mica lubiansca. Poi volevo anche evitare che ti arrotoli la lingua nel pronunciare LJ e blj.

  31. dimaco ha detto:

    Vedi come sono gentile?

  32. capitan alcol ha detto:

    Comunque lo dico una volta e non lo ripeto. Gli austriaci sono i più intelligenti di tutti: sui cartelli stradali scrivono Ljubljana e Udine.

  33. liliana ha detto:

    In realtà per farsi capire in Slovenia senza equivoci si usa dire, parlando in sloveno, Stara Gorica, in contrapposizione a Nova Gorica. Ritengo che sarebbe stato più invitante usare quella dicitura, visto che di un invito si tratta e sta a chi invita mettersi a disposizione dell’invitato (cliente in questo caso).

  34. Paolo Geri ha detto:

    23. effebi.
    Muggia (Muglae in latino, Muja in dialetto triestino, Mugla in antico muglisano, Milje in sloveno) (sempre da Wikipedia).
    Se scrivo in italiano dirò Muggia, se scrivo in sloveno Milje. Se scrivo in italiano dirò Amburgo, se scrivo in tedesco dirò Hamburg, se scrivo in italiano dirò Londra, ma se scrivo in inglese dirò London. Non mi sembra così illogico usare il nome della città nella lingua del contesto in cui compare.
    A meno che – come spesso qui succede – non si voglia fare polemiche su altro.

  35. Luca ha detto:

    Essendo il materiale distribuito a Lubiana (città slovena, non bilingue), penso che l’unico paragone possibile sarebbe con la promozione di un evento tenuto là a Udine (tralasciamo la presenza del friulano, in questo caso è irrilevante), dicendo: “Ljubljana ti aspetta!”

    La mia conclusione: in tal caso scrivere Lubiana sarebbe meglio, ma trovar scritto Ljubljana non sarebbe certo fattore che influenzerebbe la mia decisione di recarmi a tale manifestazione. Penso che il ragionamento per Gusti di Frontiera possa essere pressoché il medesimo.

  36. Fufo ha detto:

    Nuova Gorizia comunque non calza, non è mai esistita in italiano, visto che la città è stata un invenzione di Josip per compensare la perdita della conquista della Gorizia vera.
    Oggi infatti si usa correntemente Gorìca per intendere Gorizia, nella sua interezza, senza confini, soprattutto senza quelli ideologici incastrati dentro alcune testacce dure (da tutte le parti intendo)…;-)

  37. Paolo Geri ha detto:

    @25. dimaco
    :-). A proposito mi spoeghi chi sono i “salvicomunisti” ? Quei pochi comunisti che si sono “salvati” a tutt’ oggi ? 🙂

  38. Paolo Geri ha detto:

    @25. dimaco
    :-). A proposito mi spieghi chi sono i “salvicomunisti” ? Quei pochi comunisti che si sono “salvati” a tutt’ oggi ? 🙂

  39. dimaco ha detto:

    errore di battitura 😛
    slavi-comunisti.

    Nella foga non ho controllato. seguire 6 o 7 blog e forum certe volte mette fretta.

  40. effebi ha detto:

    ma la… ljubljanska sarebbe il cordon bleu ?

  41. alpino ha detto:

    alla fine dopo che avrete sfogato la vostra ira converrete che gli sloveni di Slovenia se ne fregano delle pippe mentali che ci tiriamo qui sulla dicitura Gorica/gorizia ma anche di tutte quelle storielle che appaiono su bora.la che neppure sanno esistere, vivono pacifici, infatti i goriziani lo sanno ed è opinion comune, nessuno nutre sentimenti di odio o altro contro gli sloveni anzi..si vivrebbe anche pacificamente se non fosse per queste beneamate minoranze di Sant Andrea San Floriano Savogna ecc ecc che non perdono l’occasione in prima persona o attraverso il loro giornaletto di rompere i cosiddetti o come si dice “tazzare l’anima”. E’ arcinoto che quelli della minoranza non solo stanno sulle “balle” ai goriziani italiani ma anche agli stessi sloveni di Nova Gorica anzi loro sono i primi a non poterli vedere, dietro non c’è nessun odio etnico o altro badate bene, solo che quelli della minoranza sono avezzi alla baruffa e al lamento. Adesso tiratemi pure pomodori peccato che tre quarti di Gorizia e quasi tutta Nova Gorica la pensi come me!

  42. sonja ha detto:

    Scusate l’intromissione, ma non sarebbe ora di finirla con queste faide inutili e assurde? E’ ora, da tempo, di andare avanti. E chi se ne frega di che origine è qualcuno? A me basta sapere che è una persona a posto.
    Non rimaniamo abbarbicati a posizioni vecchie di 50 anni, per favore.

  43. capitan alcol ha detto:

    #42 Alt! Devi dire le stesse identiche cose anche sulla minoranza italiana in Croazia e Slovenia e su quella in Sud-Tirolo.
    Ho già la mano armata di ortaggi!

  44. capitan alcol ha detto:

    #43 Ti prego se apriamo il fronte del tema della “legalità” oggi non ne usciamo proprio 😉

  45. sonja ha detto:

    #45….hai ragione! 🙂

  46. alpino ha detto:

    capitan alcol parlo per la minoranza di casa mia so poco delle altre potrebbe essere la stessa cosa per la minoranza di Bolzano va saver

  47. Luigi (veneziano) ha detto:

    Fufo e Captain Alcohol, per cortesia: leggete ciò che ho scritto e non ciò che non ho scritto.

    Il primo di voi dice: giammai far paragone qua dentro con ciò che accade oltre confine!

    E il secondo mi rintuzza: già che lo fanno di là, allora vuoi dire che dobbiamo farlo anche da noi?

    Arriva poi Famagosta, il terzo cavaliere: a parte il fatto che il paragone è improprio – dice il nostro – guarda che di là sono impeccabili, e via di link dal sito del comune di Koper-Capodistria.

    Infine arriva nuovamente il Fufo, a ricordarci che Gorizia è etimo slavo, pofferbacco. Che non ci si sbagli!

    E’ difficile star dietro a questi discorsi qui, visto che poi dicono tutto e il contrario di tutto.

    Io allora ripeto ciò che ho già scritto: il signor Romoli su queste cose è un buzzurro. E carico: avrebbe dovuto scriver “Gorica”!

    Ma fatemi la cortesia di non menar troppo il can per l’aia qua dentro: io a Koper, Izola e Piran vado almeno venti volte all’anno, ed ho un gruppo di foto e di articoli alto così – alcuni dei quali consegnatimi dagli italiani del luogo – relativi al mancato rispetto delle norme sul bilinguismo. Comprese svariate mancate indicazioni del nome locale in lingua italiana.

    Un solo esempio risolto – per fortuna – positivamente: dove eravate voi quando per QUATTRO ANNI si dovette lottare in tutti i modi perché il nome dell’Università di Capodistria, ufficialmente ed obbligatoriamente di denominazione slovena e italiana per legge dello stato, era in lingua italiana (attenzione: questa era la denominazione ufficiale in lingua ITALIANA!) “Università della Primorska”? Ci sono voluti QUATTRO ANNI per farla diventare “Università del Litorale”! Ma credo che voi tre nemmeno sappiate di che sto parlando.

    Quindi – per favore – raccontiamo tutto ciò che si vuole, ma non meniamo troppo il can per l’aia.

    Grazie.

    Luigi (veneziano)

  48. famagosta ha detto:

    Per favore, la prossima volta saresti cosi’ gentile, da scrivere il mio nick con la minuscola? grazie.

    (ah, si’, non menare il can per l’aria, allora.)

  49. milost ha detto:

    Ma gli sloveni si sono offesi? Perchè, voglio dire, allo sloveno italiano cosa gliene frega di quel che vien scritto per i lettori sloveni sloveni? Io credo che nessuno si è minimamente scomposto, nella Slovenia slovena, e che nell’Italia slovena si gioca a far polemica. Chiudo ( perchè veramente non me ne frega niente di questa disquisizione): pioverà a catinelle, una bella pioggia transnazionale e comprensibile a tutti!!

  50. Matrix ha detto:

    Bravo milost, una volta tanto concordo al 100%, ai miei amici Sloveni non interessa un fico secco di come si vuole scrivere Gorizia, interessa solo agli sloveni italiani, ma del resto tutti sono al corrente che le polemiche nascono sempre dai nostri sloveni e non dai “veri” sloveni della Slovenia. Che i nostri siano forse un po frustrati?

    In ogni caso per tutto quello che si può dire, Gusti di frontiera cresce a differenza del Friuli Doc che ogni anni peggiora, quindi complimenti a chi si fa il mazzo e fa crescere la manifestazione… e lo dico io che, come già dimostrato in altri post, non ho nessuna simpatia per gli organizzatori.

  51. marisa ha detto:

    Che Friuli Doc peggiori ogni anno di più credo sia una opinione personale di MATRIX.
    Tantissima pioggia i primi due giorni poi domenica finalmente il sole. Domenica c’era tantissima gente e anche con la pioggia il venerdì e il sabato non è andata affatto male, anzi: la gente si è attrezzata con gli ombrelli e gli stand hanno servito ugualmente un sacco di piatti. Tantissimi gli eventi culturali abbinati alla presentazzione dei prodotti agroalimentari tipici friulani.

    Cerchiamo di non essere campanilisti (a Gorizia siamo più bravi!)

  52. Srečko ha detto:

    MIlost

    Non so chi tu conosca in Slovenia, ma e’ ben probabile che io conosca piu’ sloveni di Slovenia di te. Ti garantisco che quelli che la pubblicita’ l’hanno vista o sono inc…ti oppure divertiti, nel senso di considerarla ridicola. Fortunatamente per Goriza la sua visibilita’ non e’ stata grande.

    Comunque cio’ che molti qui non comprendete, e tu neppure, e’ che si tratta di una questione di sensibilita’. Se Romoli e camerati ne avessero un po’ di piu’ la ca…ta non l’avrebbero fatta e qui non ci sarebbe nessuna polemica.

  53. marisa ha detto:

    “quelli della minoranza sono avezzi alla baruffa e al lamento” – commento nr. 42

    ALPINO, ma tu li leggi i commenti di LUIGI (il veneziano) strapieni di lamentele sulla povera minoranza italiana d’Istria, bistrattata e maltrattata? Leggi mai la stampa degli esuli istriani di Trieste, strapiena di lamenti su Roma matrigna che non li accontenta abbastanza e contro la Slovenia e la Croazia responsabili di ogni nefandezza? No vero?

    Per te si lamentano troppo solo le minoranze che non ti piacciano (sloveni e friulani)!

  54. zavata ha detto:

    visto che per tirarse pippe mentali spazio ghe xe aggiungo questa: in slovenia me par che se usa il termine STARA GORICA (VECCHIA GORIZIA)per indicar la città amministrativamente in Italia…

  55. Fufo ha detto:

    @48 Luigi, lo dico all’inizio, nel senso che ho spiegato, ovvero che “i paragoni raramente producono qualcosa di positivo” in quanto spesso le condizioni di base per farli, non sono le stesse.
    Mi riallaccio per invitarti a lamentare (se non l’hai già fatto) direttamente al sito del comune di Pirano, la mancata redazione del sito in italiano (io l’ho fatto).
    Ti chiedo ancora una volta se hai visto il documentario “Istria nel tempo”, andato in onda in prima serata sulla RTV SLO, e come ti è sembrato.
    Saluti

  56. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    Certo, è vero: a lamentarsi sono tutti. Ma ci sono alcune piccole differenze.

    1. Gli esuli non sono una minoranza: è gente espulsa dal loro paese, ma addirittura dire questo in Slovenia e Croazia può creare dei problemi: è meglio chiamarli “optanti”. E sono arciconvinto che anche qua dentro molti la pensano allo stesso modo, per non dire peggio. Gli esuli sono naturalmente destinati a sparire. Il problema è solo quello di “reggere” ancora un po’ di tempo, e tutti quelli della prima genrazione saranno morti. Poi rimarranno – come problema – i quattro gatti legati a Lacota, che vengono ingigantiti ad arte ma che in realtà sono proprio e solo quattro gatti. Questione sostanzialmente chiusa.

    2. La minoranza italiana in Slovenia – forse non si è sufficientemente addentro al tema per averlo notato – lotta per il rispetto delle norme. Tanto per dirne una: è di poco più di un mese fa il documento della CAN Costiera che per l’ennesima volta dice che a livello di leggi scritte la Slovenia parrebbe il paradiso, ma da anni non vengono nemmeno prese in considerazione a livello governativo le proteste della minoranza – ma sarebbe meglio dire “delle minoranze”, visto che gli ungheresi sono sulla stessa lunghezza d’onda – sul mancato rispetto delle stesse. In pratica, gli italiani di Slovenia dicono che queste norme servono solo a farsi belli verso l’esterno, ma poi internamente o sono svuotate, o non applicate.

    3. La minoranza italiana in Slovenia non ha solo questi problemi, ma ne ha un altro che è in realtà il vero, enorme macigno: a differenza della minoranza slovena in Italia, rischia concretissimamente l’estinzione! Il prossimo anno c’è il censimento, e anche in questo caso forse da questa parte del confine non si hanno ben chiari i termini della questione: in dieci anni circa il 15% degli italiani sono SPARITI, nel senso che sono stati assimilati dalla maggioranza slovena. E si teme che nel 2011 gli italiani subiscano un’altra bella sforbiciata.

    4. Infine c’è un “piccolo” aspetto che rimane sempre sullo sfondo. Stiamo parlando di tre comuni di nome Capodistria, Isola e Pirano. Le città capoluogo dei tre comuni prima del 1945 erano abitate interamente da italiani. Stiamo parlando di circa duemila anni, durante i quali Capodistria, Isola e Pirano sono state abitate quasi esclusivamente da popolazioni latine e poi neoromanze. La percentuale di slavi nelle città è sempre stata ridottissima. Nessuno può permettersi nemmeno di iniziare a conoscere la storia di queste terre senza conoscere il latino, il veneziano e l’italiano, visto che la totalità (non dico “una parte”: qui stiamo parlando della totalità al 100%) dei documenti presenti negli archivi storici di Capodistria, Isola e Pirano è in queste tre lingue.

    Ebbene: come viene rispettata la storia di Capodistria a livello “popolare”? Come viene presentata la città? Addirittura nel sito istituzionale del Comune, è chiamata “la più antica città slovena” (vedere qui: http://www.koper.si/index.php?page=static&item=2002189&tree_root=4).

    Non “la più antica città del territorio oggi appartenente alla Slovenia”, ma “la più antica città slovena”!

    E come viene presentata la questione dell’esodo di oltre il 90% degli abitanti della città?

    Ecco come:

    “Nell’ottobre del 1954, con la firma del Memorandum di Londra che comportò la determinazione dei confini statali, Capodistria fu annessa alla Jugoslavia. Il nuovo stato comportò cambiamenti della sua struttura etnica e nuove impronte architettoniche nel nucleo cittadino e nei suoi dintorni. Susseguì un notevole sviluppo, che trasformò Capodistria in importante porto”.

    Che singolare pudicizia! Che vuol dire “cambiamenti della sua struttura etnica”? Che è successo? Leggete un po’ le guide turistiche della Slovenia scritte dagli sloveni, e troverete sempre queste anodine descrizioni: “Sì, qualcuno se n’è andato, qualcuno è venuto, ma la storia è continuata per il meglio: siamo diventati più belli e più ricchi”.

    La messa è finita, andate in pace. Amen!

    L.

  57. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ fufo

    Scusa, ma ho scritto il mio ultimo messaggio senza aver letto il tuo, quindi sembra che io l’abbia snobbato.

    Non ho visto il documentario “Istria nel tempo” presentato dalla RTV SLO. Ho però i sei DVD dall’omonimo titolo, prodotti circa un anno fa da TV Koper-Capodistria, dal Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, dall’Unione Italiana e dall’Università Popolare di Trieste.

    Provo ad immaginare: è stata trasmessa una sintesi di questi sei DVD, e se la cosa è questa allora è bene, anzi: benissimo!

    A parte la piccola questione relativa a chi ha pagato tutto quanto questo documentario – e cioè la Repubblica Italiana (guarda un po’ te che strano!!!!) – mi piacerebbe sapere se i contenuti relativi al ‘900 sono quelli presentati nel sesto DVD della serie.

    Fa’ un piccolo confronto guardandolo qui:

    http://tvslo.si/predvajaj/istria-nel-tempo-6/ava2.58829518/

    Poi sappimi dire.

    L.

  58. famagosta ha detto:

    Un leggero offtopic, scusate…

    Luigi, sembri uno informato. Ho un dubbio che vorrei tu mi aiutassi a dipanare. Riguarda il punto primo del tuo post. Premetto che il mio dubbio possa nascere dall’ignoranza, ma tant’e’:

    Gli esuli sarebbero(o sono, come preferisci) stati espulsi, verita’ conclamata, nonostanete mi pare non esista nessun atto ufficiale di questo tipo da parte delle autorita’ jugoslave dell’epoca.
    D’altro canto, da quel che mi risulta,
    durante il periodo fascista dall’italia se ne andarono parecchie persone di etnia o cultura slovena. Ora neppure in quel caso ci fu nessun atto ufficiale da parte delle autorita’ fasciste, che trattasse direttamente o esplicitamente l’espulsione. Se ne andarono per, chiamiamola cosi’, una pressante e meticolosa “squalifica sociale”. Dunque decimati ench’essi. Ci sono dei evidentissimi paralleli tra le due situazioni.Si puo’, alla pari del caso jugoslavia/esuli considerare anche questo fenomeno un’ espulsione? Perche’ se e’ cosi’, l’argomentazione del tuo punto primo, che vorrebbe stabilire una “piccola differenza”, decade automaticamente. (senza neanche poi esprimermi sugli altri…)

    Grazie.

  59. dimaco ha detto:

    Forse dovresti leggere(ma suppongo tu l’abbia già fatto, il libro di Sgolron, la “La foiba granda” luigi. Proprio nelle prime pagine si parla di cose molto interessanti che riguardano l’insediamento italiano in quelle zone. Ovviamente Sgorlon è tutto fuorchè un’autore di sinistra.

    Altra piccola constatazione in merito agli italiani chevivono in slovenia, a parte quacuno che si interessa a loro a livello locale, lo stato italiano non è sempre stato prodigo di interessamento nei loro confronti se non in determinati periodi. Sto cercando su youtube un’interessante filamto che riguarda proprio l’interessamento dell’italia nai confronti dlle popolazioni italiane residenti nell’allora yugoslavia. Vi è adirittura una perplessità di tito sul fatto che gli sembrava inaudto che gli italiani non si interessassero alla minoranza italiana nemmeno se interpellati in via ufficiale. appena lo ritrovo lo posto.

  60. Fufo ha detto:

    @58 sì sì è lo stesso, il documentario è stato pubblicato integralmente, tutte le sei puntate compresa l’ultima, quella contemporanea che senza dubbio è la più pesante dal punto di vista storico.
    Si parla di ESULI e non OPTANTI, del resto la Slovenia sta facendo i suoi conti col passato anche al suo interno.
    Ti ricordo che l’ex primo ministro sloveno Janša è sempre stato in prima linea su questa tematica, e tutti conoscono la sua posizione in merito.
    Noto un clima di netta apertura della RSlovenia su queste tematiche, è ovvio però che popolazioni costrette per circa un secolo ad un clima di odio e sospetto reciproco, ci mettano un po’a trovare punti d’incontro.
    Ma non vedo comunque alternative al dialogo.

  61. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ famagosta

    E’ vero: non esiste alcun atto ufficiale jugoslavo riguardo alle espulsioni degli italiani, ma sul punto specifico così si è espressa la commisisone mista di storici italo-sloveni:

    “(…) allo stato attuale delle conoscenze mancano riscontri certi alle testimonianze – anche autorevoli di parte jugoslava – sull’esistenza di un piano preordinato di espulsione da parte del governo jugoslavo, che pare essersi delineato compiutamente solo dopo la crisi nei rapporti con il Cominform del 1948; questa spinse i comunisti italiani che vivevano nella zona, e che pur avevano inizialmente collaborato, anche se con crescenti riserve, con le autorità jugoslave, a schierarsi nella loro stragrande maggioranza contro il partito di Tito. Ciò condusse le autorità popolari ad abbandonare la linea della “fratellanza italo-slava”, che consentiva al mantenimento nello Stato socialista jugoslavo di una componente italiana politicamente e socialmente epurata al fine di renderla conforme agli orientamenti ideologici ed alla politica nazionale del regime. Da parte jugoslava pertanto, si vide con crescente favore l’abbandono da parte degli italiani della loro terra d’origine, mentre il trattamento riservato al Gruppo Nazionale Italiano subì più marcatamente le oscillazioni dei negoziati sulla sorte del TLT”.

    E ancora:

    “Fra le ragioni dell’esodo vanno tenute soprattutto presenti l’oppressione esercitata da un regime la cui natura totalitaria impediva anche la libera espressione dell’identità nazionale, il rigetto dei mutamenti nell’egemonia nazionale e sociale nell’area, nonché la ripulsa nei confronti delle radicali trasformazioni introdotte nell’economia. L’esistenza di uno Stato nazionale italiano democratico ed attiguo ai confini, più che l’azione propagandistica di agenzie locali filo-italiane, esplicatesi anche in assenza di sollecitazioni del governo italiano, costituì un fattore oggettivo di attrazione per popolazioni perseguitate ed impaurite, nonostante il governo italiano si fosse a più riprese adoperato per fermare, o quantomeno contenere, l’esodo. A ciò si aggiunse il deteriorarsi delle condizioni di vita, tipico dei sistemi socialisti, ma legato pure all’interruzione coatta dei rapporti con Trieste – che innescarono il timore per gli italiani dell’Istria di rimanere definitivamente dalla parte sbagliata della “cortina di ferro”. In definitiva, le comunità italiane furono condotte a riconoscere l’impossibilità di mantenere la loro identità nazionale – intesa come complesso di modi di vivere e di sentire, ben oltre la sola dimensione politico-ideologica – nelle condizioni concretamente offerte dallo Stato jugoslavo e la loro decisione venne vissuta come una scelta di libertà”.

    Quindi un’espulsione “de facto”, anche se nno “de jure”. D’altro canto, è impossibile pensare ad un fenomeno così massiccio (oltre il 90% degli italiani, di qualsiasi classe sociale, compresi praticamente tutti i pescatori e gran parte degli operai stessi) senza ipotizzare delle ampie forme di pressione.

    E’ verissimo che dalla Venezia Giulia vennero “de facto” espulsi parecchi sloveni e croati (perché quelli non li ricordi?). Alcuni studiosi parlano di circa 100.000 persone. Il numero non quaglierebbe con le statistiche, per cui io lo ritengo altrettanto gonfiato quanto i “famosi” 350.000 esuli italiani, che a mio modo di vedere e per quanto ho letto sulla questione sono da ridurre a circa 250.000, comunque sia anche gli sloveni e croati sono stati “de facto” espulsi dalle loro terre.

    Il che – unitamente alle altre misure repressive prese dal governo italiano – fa parlare espressamente di “tentativo di genocidio” o per lo meno di “genocidio culturale”. Queste sono espressioni comuni alla storiografia slovena e croata.

    Però la cosa non è valida all’opposto: non ho mai letto che uno studioso sloveno o croato parli dell’esodo istriano/quarnerino/dalmata come di un “tentativo di genocidio”.

    Tanto per chiarire: io ritengo scorretto parlare di “genocidio”, sia nel primo che nel secondo caso.

    I paralleli – come dici tu – sicuramente ci sono, ed infatti io dico che la politica del regime fascista italiano e del regime comunista jugoslavo nei confronti delle rispettive minoranze sono stati all’atto pratico molto, molto simili. Con un’enorme differenza: il fascismo italiano si è presentato in queste trerre con la faccia truce e il randello in mano bene in vista, mentre il comunismo jugoslavo s’è presentato con la faccia candida, la parola d’ordine della fratellanza, ma lo stesso identico randello, nascosto dietro alla schiena.

    @ dimaco
    La questione dell’interessamento dell’Italia nei confronti della propria minoranza è tema abbastanza noto. Fino più o meno al 1960, c’è stato disinteresse, se non vera e propria ostilità. Anche qui però bisogna intendersi: l’ostilità era assolutamente reciproca: la stampa e la propaganda dell’UIIF (Voce del Popolo, Radio Capodistria, comunicati ufficiali di vario tipo) dipingevano ossessivamente l’Italia repubblicana come un covo di neofascisti, in mano a cricche antipopolari, a petto della Jugoslavia, che invece era il paradiso in terra.

    Oltre a ciò, c’era il pesante lascito dell’esodo, che portava dietro di sé una questione non ancora ben analizzata: una parte dei beni degli esuli venne presa dai rimasti, così come i rimasti – che si trovavano dalla parte vincitrice – avevano contribuito in tutti i modi a stigmatizzare e a perseguitare i “cattivi italiani”. Vogliamo anche dire che fra i “rimasti” c’era anche gente come Giusto Massarotto (tanto per non far nomi), che aveva contribuito agli infoibamenti e poi divenne addirittura uno dei capi dell’UIIF? In pratica, e per dirla in modo molto piatto e pesante, i rimasti si erano comportati in molti casi allo stesso modo dei collaborazionisti sloveni e croati sotto il fascismo. E ti ricordo che molti collaborazionisti sloveni contribuiro attivamente agli arresti e alle fucilazioni dei patrioti jugoslavi (c’è una famosissima fotografia con un plotone d’esecuzione “misto” sloveno/italiano, che fucila dei partigiani: http://www.criminidiguerra.it/immagini/f5plotonesec.jpg), che infatti dopo la guerra vennero fucilati o impiccati in massa dai nuovi poteri popolari.

    Per cui che razza di collaborazione pensi ci potesse essere fra la Repubblica Italiana e l’UIIF? Com’era possibile che i vari Sequi, Massarotto, Faragona & Co. incontrassero i governanti italiani negli anni ’40 e ’50, dopo che avevano vomitato contro di essi per anni e anni le peggiori nequizie?

    Tu dici che Tito si sorprendeva? Bella faccia di tolla, visto che l’UIIF era il “braccio armato” del Partito Comunista Jugoslavo, superallineato col regime e quindi con Tito stesso e tutti i suoi cascami!

    Poi sai che successe? Quando negli anni ’60 iniziarono timidamente ad interessarsi, si scatenò immancabilmente la stampa e la propaganda jugoslava: i neoirredentisti italiani bramano l’Istria! E l’accordo con l’Università Popolare di Trieste, che per primo portò le istituzioni italiane a confrontarsi con i “rimasti”, venne tacciato di neofascismo dagli jugoslavi! Ragazzi, queste sono storie che bisognerebbe farsele raccontare da loro stessi, perché a certe cose non ci si crede!

    Andate a trovare un personaggio come Giacomo Scotti – che è Giacomo Scotti, con tutte le sue storie personali! – e fatevi dire cosa succedeva in quegli anni.

    @ fufo
    Tutto bene, ma quando mi citi Jansa permettimi di sollevare qualche dubbio. Jansa sarà in prima fila sul tema del passato forse con riferimento ai collaborazionisti sloveni e ai massacri del primo dopoguerra, ma rispetto agli esuli e agli istriani di lingua italiana nessuno ha dimenticato che fu lui ad istituire la Festa per il Ritorno del Litorale alla Madrepatria, tanto che i rappresentanti della minoranza italiana hanno fatto delle dichiarazioni di fuoco contro di lui e contro un suo famoso discorso, durante il quale ha detto che la Slovenia non è ancora tutta riunita, e che se non fosse stato per Tito la Slovenia avrebbe nei suoi confini anche Gorizia e Trieste!

    Adesso immaginati lontanamente se un presidente del Consiglio italiano avesse detto delle cose simili (“All’Italia manca l’Istria ecc.ecc.”)! Fascistissimo senza ritorno!

    Luigi (veneziano)

  62. dimaco ha detto:

    luigi il filamto da me citato e che ho moltissime difficolta a ritrovare, infatti sto guardando parecchi filmati, riguardava una riunione di gabinetto(evitate per cortesia facili e stupid commenti) del 1977 o 78. E girata su pellicola a colori e sono presenti 6 o 7 persone. itengo che qulacuno sia venuto in possesso di questo materiale riservato e lo abbia postato. Sospetto pure vista la mia difficolta a ritrovarlo che sia stato rimosso. Ho però un’altro dubbio che il filamto che rcordo di aver visto possa essere parte di un dvd della mia collezione che riguardano Josip Broz. Sedevo mettermi a cercare paseranno giorni prima di trovarlo. Sono ore e ore di filmati.

  63. effebi ha detto:

    visto che da un pò (anche qui) si parla di esuli colgo l’occasione per un break pubblicitario:
    http://www.anvgd.it/index.php?option=com_content&task=view&id=9829&Itemid=111

  64. alpino ha detto:

    concordo appieno con milost 50 e Matrix 51 la maggior parte delle polemiche che tiriamo su qui sono del tutto inesistenti per gli sloveni di slovenia, basta vere degli amici e andarli a trovare a me non capita mai e dico mai ne di baruffare nedi polemizzare su foibe tito noenclatura ecc ecc l’unica cosa che mi dico è ” ma quando xe ke ti cominci parlare sloven” 🙂

  65. Fufo ha detto:

    A parte il fuori tema ormai clamoroso, ma procedo.
    Luigi secondo me il problema è che se in ogni situazione cerchi il pelo, e non le vie comuni e così non vai da alcuna parte.
    Ti ho citato Janša puramente come esempio, di un premier che ha cercato e cerca di traghettare un paese per 60 anni a dittatura ideologica, ad un pensiero democratico.
    Cosa vorresti che venga qui a dirci: poveri istriani, li abbiamo trattati male, siamo il demonio, flagelliamoci tutti assieme, politicamente assurdo, chi lo voterebbe mai?
    Oggi inoltre, nell’attuale momento di crisi economica, con moltissime famiglie in difficoltà economica, risulta abbastanza difficile parlare male di Josip e della sua era, che è stato un periodo sicuramente fasto e di benessere dal punto di vista economico per il popolo sloveno.
    Vediamo invece positivamente quelli che sono i passi avanti che vengono fatti, come quello che ti ho sottolineato io della trasmissione del documentario citato.
    Saluti

  66. matteo ha detto:

    najstarejse mesto v sloveniji non vuol dire la piu vecchia citta slovena ma bensi la piu vecchia citta in slovenia, due cose diverse, uno sarebbe proprieta l’altro invece il luogo

    poi se si direbbe la piu antica citta slovena sarebbe najstarejse slovensko mesto, vedi la differenza?

  67. dimaco ha detto:

    spiacente effebi vado a kranj il 25 di settembre. Ma sicuramente il prossimo ci vado. Anzi me lo segno in agenda.

  68. Srečko ha detto:

    alpino

    E quand’e’ che cominci?

    E c’e’ poco da ridere, perche’ qui permei di senso di superiorita’ quando invece dovrebbe esere il contratrio, perche’ loro sanno esprimersi nella tua linga. Tu nella loro NO!!!

  69. matteo ha detto:

    cmq il documento citato non è mai stato publicato in italia, in slovenia si

    F. M. Dolinar, B. Marušič, B. Mlakar, F. Tomizza, L. Toth, F. Salimbeni, E. Apih, P. Pagnini, A. Ara, G. Conetti, R. Pupo, M. Cattaruzza, A. Vovko, S. Vuga: Slovensko-italijanski odnosi 1880-1956. Poročilo slovensko-italijanske zgodovinsko-kulturne komisije / I raporti italo-sloveni 1880-1956. Relazione della commissione storico-culturale italo-slovena / Slovene-Italian relations 1880-1056. Report of the Slovene-Italian historical and cultural commission. Nova revija, Ljubljana 2001.
    http://zimk.zrc-sazu.si/index.php?q=sl//node/5

  70. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco
    Forse ti riferisci a quel filmato dove Tito è in una conferenza stampa, e intanto la sua cagnetta continua ad abbaiare in sottofondo?

    http://www.youtube.com/watch?v=3TGx77-MoNU

    L.

  71. effebi ha detto:

    68- hai un età compresa tra i 2 e i 12 anni !?
    :)+

  72. dimaco ha detto:

    no, non quello. è in bianco e nero. Quello di cui parlo io è a colori. E non è una conferenza stampa e una riunione vera e propria.

  73. milost ha detto:

    Caro Alpino, aggiungo che mi è persino capitato, con i miei amici sloveni, di dire ” Accidenti, magari i nostri nonni si son sparati l’un l’altro”,e di avere consistenti e temibili indizi in questo senso. Non abbiamo mai ritenuto che raggiungere una verità storica avesse un senso per le nostre relazioni presenti,se non che per acuire il sentimento dell’assurdità di questo passato proprio a fronte dell’amicizia, lealtà e disponibilità che legano tanti nipoti di quei nonni…no so una parola de sloven, me vergogno,la mia testa proprio non riva a tratener, ugual del grego a scola: ma no go mai problemi a capirme con nisun. Se no se riva in talian, se fa in inglish, che lori comunque sa meio de noi a parità de quanto fato a scola. Che sia scrito Gorizia o Gorica, se un bon ton che molti de noi no conossi: se me interesa de vegnir, non sarà per come che lo ga piturà sui pei muri che me farà cambiar idea.

  74. matteo ha detto:

    @luigi

    najstarejse mesto v sloveniji non vuol dire la piu vecchia citta slovena ma bensi la piu vecchia citta in slovenia, due cose diverse, uno sarebbe proprieta l’altro invece il luogo
    poi se si direbbe la piu antica citta slovena sarebbe najstarejse slovensko mesto, vedi la differenza?

  75. ilaria ha detto:

    @ 67 matteo

    …volevi dire “se si dicesse” spero…

  76. famagosta ha detto:

    Luigi(veneziano),

    Non volevo mettere in discussione l’esodo istriano, ma solamente porre l’attenzione sull’esodo sloveno, mi pare che concordi sull’aggettivo de facto in entrambi i casi, dunque quella “piccola differenza del punto primo non sussiste. Ce n’e’ invece un’altra che tu esponi piu’ avanti, e che riguarda la differenza tra il manganello in vista da una parte e il sorriso rasicurante dall’altra, pur trattandosi di una simile sostanza nello specifico.

    Avrei qualcosa da aggiungere riguardo gli altri punti, senza intento polemico, solamente mie osservazioni maturate osservando questo dibattito confinario sulla storia…

    2. La minoranza italiana in Istria si batte GIUSTAMENTE per il rispetto delle norme, che pero’ esistono e che la repubblica di Slovenia ha approvato autonomamente all’atto della propria costituzione, mi pare. Cosi’, ad occhio e croce , inserito nel contesto dell’inizio anni 90, mi pare un gesto politico
    di primaria importanza, se vogliamo considerare i fatti in una cornice un po piu’ ampia. Perche d’altro canto, la minoranza slovena in Italia si batte, o si e’ battuta fino a poco tempo fa, per appena veder solamente approvate delle norme di tutela organiche e strutturali. Della loro applicazione non so molto, dunque non mi esprimo. Quello che invece mi interessa osservare e che, visto le difficolta’ e i lamenti delle relative minoranze, le norme siano state formulate in modo tale, da poter essere funzionali o soggette, o meglio ostaggio interessi politici interni a entrambi i paesi. Dunque mi sembra ovvio che manca una volonta’ concerta di sedersi ad un tavolo e risolvere queste benedette norme a vantaggio di entrambe le minoranze, e blindarle affinche si sottraggano alla manipolazione dell’agenda politica giornaliera interna ad entrambi i paesi(tipo, oggi che mi gira storta, emetto un decreto di taglio, oppure faccio scivolare la nomina del tal dei tali, come il caso del vice dei un ospedale-mi pare- in fondo alle priorita’ dell’esecutivo di turno…). Mi sebmra dunque evidente il disinteresse o l’incapacita’ di entrambi i paesi di parlarsi, e concordare una reciprocita’ in positivo per entrambe le minoranze(reciprocita’, altrimenti a voler a tuuti i costi aggiungere un mattone a proprio favore sulla bilancia, non se ne viene piu’ fuori). Ecco manca l’interesse, perche’, e qui passo al punto

    3., credo che ‘estinzione delle rispettive minoranze, perche’ capitera’ anche a quella slovena in Italia( sono sempre meno anch’essi), non sia affatto un problema per gli establishment di questi due paesi.
    Ma forse questo non e’ in realta un problema, visto che l’assimilazione e’ nel ritmo naturale della storia e sempre lo sara’. Quello che rimarra’ e per una semplice condizione geografica(confine), saranno gli influssi linguistici e culturali, da entrambe le parti, come lo sono sempre stati, e questa e’ una cosa positiva, che prescinde dall’esistenza formale di una minoranza.

    4.Ilm punto quattro tocca enche’esso le corde del ritmo naturale della storia, ove le popolazioni marcano il territorio sul quale abitano, con modalita piu’ diverse, alcune con l’architettura, altre con usanze o altri aspetti etnoculturali. sotto questo punto di vista, versare le lacrime sul retaggio storico della serenissima e perfettamente comprensibile(io per primo me ne dispiaccio9 ma e altrettanto razionalmente anacronistico ed antistorico.(Per fare una caricatura, e’ come se oggi i romani piangessero sul retaggio romano a londra ingiottito dal tritacarne dei secoli…) Purtoppo, o per fortuna, e’ sempre stato cosi’ e sempre lo sara’, ogni passaggio etnico su un determinato territorio lascia il suo marchio culturale/etnologico, qualsiasi esso sia. Cosi’ e giusta che sia, altrimenti sai che noia la storia, se a tutt’oggi l’unica lingua che conoscessimo fosse il greco!

    Se poi, il retaggio da accudire meticolosamente debba essere quello che ti ha riservato una riva a Venezia dal nome abbastanza illuminante, e ancor piu’ comprensibile l’oblio al quale e’ esposto attualmente, come tu giustamente affermi, in Slovenia e Croazia.

  77. famagosta ha detto:

    Srečko,

    Credo che pretendere o aspettarsi che gli italiani parlino lo sloveno al pari dei sloveni che parlano italiano, sia populismo puro. Nel senso che e’ la massa critica che determina questo tipo di dinamiche; un paese di 60 milioni di persone che confina con uno di 2 esercitera sempre in in ogni condizione un maggiore influenza socioculturale sull’altro, per ovvi motivi che non serve spieggare. E ingenuo pensare a questo tipo di “reciprocita'”.

  78. famagosta ha detto:

    scusate per i typo….

  79. alpino ha detto:

    @ srecno
    ..anche mai 🙂
    Io non permeo nulla di superiorità qui dentro ci si accende perchè si parla sempre di vicende confinarie e e beghe di minoranza, son sicuro che se vado a Celje o Maribor vivo pacifico e tranquillo mentre qua da noi e su questo blog è solo un continuo triturarsi le balle con vecchi beghe e vecchie storie tirate fuori ad hoc per scaldare gli animi.
    Milost a proposito di nonni se parli con un cetaneo sloveno viene fuori di tutto di più ti capita di trovarne alcuni che hanno avuto un nonno fascista ed uno partigiano, qualcuno che ha ancora terre in Italia miscugli storici a volte veramente affascinanti, anch’io quando parlo con loro o si parla italiano o inglese, è vero la battuta me la fanno ma scherzosamente, è vero dovrei imaparare lo sloveno e mi piacerebbe ma non mi sono mai messo sotto, eppure riesci ad essere amico e divertirti alla grande, poi mii dovrete spiegare come mai a Nova Gorica al allora Marcus e poi al Marco polo quando esce una rissa o son italiani forestieri non di Gorizia o son di Sant Andrea & co.
    Ciao Ciao

  80. dimaco ha detto:

    Beh il “Sova ” a Vrtojba è stato chiuso perchè vi furono grosse rise tra italiani e sloeni. Per precisione gli italiani erano militari italiani in libera uscita che andavano a fare gli sboroni. Lo so perchè ero presente un’paio di volte

  81. famagosta ha detto:

    Per curiosita’, qual’e’ il “Sova” a Vrtojba?

    Di risse ne ho sentito parlare anchi’io. non so quanto i sia di vero o meno, ma ne ricordo una tra “serbi sloveni” e “serbi italiani” (prob. immigrati), dopo la quale pare l’esecizio teatro della rissa sia stato chiuso, ma aveva una altro nome. Non sara’ il “sova”?

    e quanto c’e’ di vero?

  82. effebi ha detto:

    78 con questa tua potremmo chiudere tutti i post di bora.la dopo 5 commenti 🙂

  83. dimaco ha detto:

    Il sova era avrtojba. L’entrata era dietro quello che oggi è un bar sulla strada8ann fa era in stile western, oggi non so. per accedervi si scendeva un’angusta scalinata. Non era molto grande, fumoso(nel senso che girava parechio fuma, ma la musica era ottima e le ragazze disponibili dopo un giusto numero di birre. di risse ce ne sono state parecchie, l’ultima proprio tra italiani e sloveni. Beh c’è da aggiungere che parecchie ce ne sono state anche al buker si Sempeter e altri luoghi come il zeleni gaj di dornberg.

  84. alpino ha detto:

    alla fine gavè visto 86 post dove trovi de tutto e de più anche l’esodo tutto per un Gorizia al posto di Gorica, quanti sloveni doc scriventi dalla Slovenia sono intervenuti lamentendosi o altro? 0
    Semo noi che la femo e la disfemo!

  85. famagosta ha detto:

    Dimaco, ho capito. Tu parli di molti anni fa’, probabilmente inizio anni novanta…

  86. dimaco ha detto:

    si dal 90 in poi. infatti il sova di vrtojba se non sbagli fu chiuso nel 96. Bei tempi quelli. Ero giovane e libero.

  87. Srečko ha detto:

    alpino

    (Post 87)

    Allora io sono uno 0? 🙁

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