21 Settembre 2010

Pd sul Consorzio universitario di Gorizia: “Dopo le fitte tenebre dell’era Agostinis, speriamo in una svolta”

Per dare un futuro all’Università a Gorizia: collaborazione tra Udine e Trieste, internazionalizzazione e integrazione col mondo dell’impresa. Positivo l’incontro tra il presidente del Consorzio e il segretario del Pd

Si è svolto in un clima di reciproco ascolto l’incontro in cui Rodolfo Ziberna, nuovo presidente del Consorzio universitario, ha esposto gli obiettivi del suo mandato, accogliendo con interesse le proposte sull’Università elaborate dal Partito Democratico goriziano.

Abbiamo messo a fuoco innanzitutto una priorità – spiega il segretario comunale del Pd, Giuseppe Cingolani -: promuovere Gorizia come luogo privilegiato dell’integrazione tra le Università di Udine e Trieste, in modo che smettano di sprecare risorse duplicando i corsi nelle rispettive sedi, per creare invece corsi e facoltà comuni. Gorizia è il luogo più adatto per farlo, per la sua posizione geografica e per le strutture che possiede, grazie agli ingenti investimenti compiuti. Ma la Regione deve svolgere un ruolo centrale in questo senso, premiando e finanziando solo l’effettiva integrazione tra le Università. La vicenda della facoltà di Architettura è esemplare: invece di portare a Gorizia l’unica sede di Architettura in regione, per ora si è creato addirittura un “triplone”: a Gorizia il triennio iniziale, a Trieste il biennio di specializzazione e a Udine il corso di Laurea. L’intento, condiviso da Ziberna, è che il progetto di unificazione proceda.

Un altro punto di convergenza emerso è la necessità di una maggiore integrazione tra Università ed impresa. Ziberna non dispera di riportare in provincia la Facoltà di Enologia, e punta a dei master sul turismo e la cantieristica. Ma con le imprese locali si possono sviluppare fruttuose integrazioni anche sull’architettura ecosostenibile e sulle energie rinnovabili. A nostro parere è necessario che soggetti imprenditoriali privati diventino a pieno titolo soci del Consorzio universitario.

Altra priorità condivisa da Ziberna è l’internazionalizzazione dell’Università, con una collaborazione sempre più stretta con le vicine facoltà slovene, sia nella didattica che nei servizi, sviluppando il progetto di un Campus transfrontaliero. Il nuovo presidente del Consorzio ha fatto sua la proposta di creare a Gorizia un “Joint Research Centre” transfrontaliero. Finora in Europa ne esistono sette: sono centri finanziati ed istituiti direttamente dalla Commissione europea, con la presenza di ricercatori internazionali e compiti di alta consulenza.

Ma l’Università non si fa senza gli studenti: Gorizia deve diventare più accogliente, ampliando i servizi e le opportunità per loro.

“Le potenzialità per l’Università a Gorizia ci sono – prosegue Cingolani -. Per svilupparle è necessario un Consorzio universitario forte, capace di rappresentare in modo autorevole tutti i soggetti del nostro territorio, per interloquire in modo coordinato e unitario con le due Università e con la Regione. Dopo le fitte tenebre dell’era Agostinis, speriamo in una svolta”.

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28 commenti a Pd sul Consorzio universitario di Gorizia: “Dopo le fitte tenebre dell’era Agostinis, speriamo in una svolta”

  1. bubez goriziano ha detto:

    Speriamo che la svolta ci sia sul serio, Gorizia potrebbe funzionare come cittadina universitaria. Per i divertimenti notturni degli studenti non c’è problema: basta andare in Slovenia!!
    Tuttavia resta il fatto che le sedi distaccate, dopo l’entusiasmo iniziale, pesano in maniera sempre più insostenibile sui bilanci delle università, che sono quindi costrette a tagliare, soprattutto dopo l’emanazione dei requisiti minimi per l’attivazione dei corsi di laurea da parte del Ministero.

  2. marisa ha detto:

    “Gorizia è il luogo più adatto per farlo (integrazione tra gli atenei di UD e TS)….”

    Infatti è una cittadina di 30 mila abitanti decentrata e fuori mano, messa in un angolo sul piano geografico! Per favore cerchiamo di non scrivere “monate”. In regione ci sono due università autonome e indipendenti e i cui corsi di laurea non sono doppioni ma rispondono alle esigenze dei rispettivi territorio (Friuli e Trieste.). Prima dell’istituzione dell’università di Udine, il Friuli era il fanalino di goda nel rapporto tra numero dei laureati e popolazione. Solo grazie alle sua istituzione si è risolto questo problema. I studenti di questa università sono in maggioranza pendolari e le famiglie, grazie a questa università risparmiano tantissimo non dovendo pagare affitti e non dovendo mantenere un figlio fuori sede. Risparmio che ovviamente fa comodo soprattutto in momenti di crisi.

    Capisco la voglia di Gorizia di crescere sul piano universitario, ma non raccontiamoci la favoletta che creando a Gorizia corsi di laurea interateneo (UD e PN)…..si risparmia!
    Perchè non è vero! Le famiglie delle provincie di Udine, Pordenone e Trieste, si troverebbero a spendere un sacco di soldi in più dovendo mantenere un figlio fuori sede.

    E il corso di laurea in architettura di udine ha caratteristiche diverse dalla facoltà di architettura di Trieste. In più attira molti studenti dal vicino Veneto, studenti che perderebbe spostando la sede a Gorizia.

    Insomma cerchiamo di non scrivere stupidaggini solo perchè “si devono INVENTARE argomenti” per giustificare l’aumento dei corsi di laurea a Gorizia.

  3. marisa ha detto:

    (UD e TS) …ovviamente!

  4. capitan alcol ha detto:

    Scusa marisa ma non capisco.
    A Gorizia non conviene tenere corsi di laurea?
    E chi lo stabilisce? Le università di Trieste e Udine?
    Non sarebbe il caso che a stabilire quali corsi di laurea avere a Gorizia siano i ‘goriziani’ (che,lo ammetto, non capisco bene da chi dovrebbero essere rappresentati in tal caso) ?
    Voglio dire: se a Gorizia volessero fare un corso di laurea in tauromachia chi glielo dovrebbe impedire?
    Non ci sono i professori di tauromachia? Li si affitta dalle università, se ci sarà domanda per quei corsi il problema non dovrebbe porsi. Non riempiamoci la bocca di “meritocrazia” e “legge del mercato” solo quando ci fa comodo.
    Mi auguro che i goriziani, davanti all’abbandono della città da parte delle due università ‘dominanti’ si diano da fare e dimostrino da soli (o magari assieme ai dirimpettai sloveni) di riuscire a fare bene e meglio le cose invece che aspettare i soliti aiutini da ovest o da sud.

  5. marisa ha detto:

    Mandi CAPITAN ALCOL,

    Certo che Gorizia ha tutto il diritto di aprire corsi di laurea e facoltà e sono d’accordo con il tuo commento. Ma mi fa tantissimo arrabbiare leggere nel testo redazionale: “promuovere Gorizia come luogo prigilegiato dell’integrazione tra le due università di Ud e Ts, in modo che smettano di sprecare risorse duplicando corsi nelle rispettive sedi, per creare invece corsi e facoltà comuni”. Il mio commento contesta esclusivamente questa parte del testo redazionale.

    Due università sono una grandissima ricchezza e non esistono corsi doppione perchè in comune hanno solo il nome del corso di laurea. Poi ogni università caratterizza il suo corso di laurea. Se così non fosse sarebbe del tutto indifferente iscriversi a giurisprudenza (tanto per fare un esempio) a Milano anzichè a Roma o a Padova. E sai benessimo che non è indifferente!

    Quindi, prima di tutto non esistono corsi di laurea doppione. In particolare l’università di Udine (città che si trova al centro della nostra regione) è stata istituita con proposta di legge popolare perchè il Friuli aveva un numero di laureati spaventosamente basso se rapportato al numero degli abitanti.
    In Friuli si laureava solo chi aveva una famiglia che poteva mantenerlo fuori casa. Con l’istituzione dell’università friulana questo problema è stato risolto. Infatti la caratteristica principale di questa università è quella di avere un altissimo numero di studenti pendolari. Udine è al centro della regione e facilmente raggiungibile: da qui la tipologia dei suoi studenti. O dobbiamo ritornare a 40 anni fa, quando il Friuli era senza università e chi non poteva mantenere un figlio fuori casa lo mandava a lavorare?

    L’università del Friuli è il risultato di una grandissima battaglia dei friulani; una università voluta per dare un futuro al Friuli. Non è accettabile che per giustificare la voglia di Gorizia di crescere come cittadella universitaria, ci sia chi si permette di affermare “che smettano di sprecare risorse duplicando corsi”. Le due università (UD e TS) hanno due diversi territori di riferimento e una tipologia di studenti molto diversa.

    Liberissima Gorizia di cercare di ampliare la sua offerta universitaria ma senza cancellare o ridurre l’università di Udine (o di Trieste)o inventando INESISTENTI sprechi dimenticando quanto risparmiano ogni anno le famiglie friulane grazie all’esistenza di una università a Udine. Se non ricordo male il risparmio delle famiglie era stato calcolato dalla rettrice Cristiana Compagno in 45 milioni di euro all’anno: alla faccia dello spreco!

    Spero di essermi spiegata.

  6. dimaco ha detto:

    personalmente opterei per una facolta di architettura, biologia, lettere ecc. La spesa sarebbe piuttosto cospicua, ma se gestita bene sarebbe un’investimento che porterebbe enorm benefici a lungo termine. I posti dove farle ci sono e tanti.

  7. akasha ha detto:

    go capi che ziberna el xe 1 figon, solo che me par che el disi de si a tuti: prima o poi dovrà dire di no a qualcuno… adeso el spera de se candidar a sindaco de Gorissia, tuti lo sa; solo che me vien de pensar: quando romoli ghe chiederà qualcosa ghe tocherà continuar a d ri de si.. e cussì prima o poi el caderà en contradision!

  8. capitan alcol ha detto:

    dimaco lascia stare architettura.
    La provincia di Gorizia ha:
    un cantiere,
    un aereoporto,
    un porto,
    una città transfrontaliera,
    una zona vitivinicola rinomata (forse la migliore del nordest),
    una località turistico-balneare,

    ho già elencato 6 corsi di laurea con un mercato quasi assicurato.
    Architettura lasciamogliela fare ad altri.

  9. milost ha detto:

    Io vorrei capire se questo articolo è un’intervista della Redazione, una velina “girata”, un mix di entrambi. L’espressione “clima di reciproco ascolto” m i fa propendere per l’ipotesi “velina”: in tal caso capiamo tutti quanto vale il testo ( ed i suoi contenuti).

  10. brancovig ha detto:

    Forse non tutti sanno che più che di università a Gorizia bisognerebbe parlare di università pubblica italiana

    Grazie ai tagli di Berlusconi, Bossi Tremonti le Università pubbliche italiane sono vicine al fallimento.

    il taglio del finanziamento 2011 rispetto al 2010 ammonterà all’incirca ad un miliardo e cento milioni di euro, su circa 7,5 miliardi di finanziamento

    si taglia l’università pubblica ma quelle private, finanziate con fondi pubblici, vedi don Verze e se la godono.

    E’ evidente che questa strategia riflette un disegno ben preciso.

    si chiude tutto… altro che Gorizia

  11. chinaski ha detto:

    infatti siamo nella merda nera

    viva

  12. telemare show ha detto:

    … ma tutte queste belle proposte, non erano state già presentate dal gruppo PD e bocciate dal c-dx in consiglio comunale?
    Ma Ago e Zib non li ha messi Romoli?
    Cosa è cambiato da allora?
    Solo una cosa. Il candidato sindaco del dopo-Romoli…
    Assurdo che la volata la tiri il PD, invece di rivendicare le proprie proposte.
    Zib è ancora più abile di Romoletto. Altro che monade.
    W Zib.

  13. dimaco ha detto:

    #8

    Ho elencato quelle facoltà per una mia passione per esse, ciò non significa che escludo le altre.
    ma non è questo il punto. Gorizia potrebbe(e secondo me dovrebbe) svilupparsi come centro universitario. le potenzialità ci sono, gorizia in questo senso ne ha molte. Non parlo solo per facolta come quelle che ho elencato, ma potrebbe averne a decine. I posti ci sono dove farle. Cis ono costruzioni che si potrebbero usare per le varie facolta, secondo me palazzo Lantieri in valletta, potrebbe benissimo fungere da luogo ove insegnare lettere e storia. Il luogo ispira a questo (adesso come sta messo un’pò meno). Abbiamo palazzi vuoti che stanno andano in malora.Il solo palazzo dei monopoli in viale xx steembre ha posto sufficente per varie facolta tecniche. Si mendica per avere poco , pur avendo le potenzialità per sviluppare un vero campus universitario. Ma noi sappiamo bene che Gorizia interessa alla politica solo in periodo elettorale. sappiamo bene che Gorizia è la capitale del “se podessi, ma xe meio no far”. non dico “capitale de no xe pol”, per non urtare l’orgoglio di qualcuno :p . Un’universita porta gente e di conseguenza porta soldi che aiutano l’economia della città. Una città governata da un gruppetto di persone che l’hanno eretta a loro mausoleo personale a cui il resto non interessa nulla. ma son sempre buoni a protestare per tutto.

  14. qubo ha detto:

    scusami Marisa ma cosa c’entra
    il risparmio delle famiglie friulane hce mandano i figli a studiare a udine
    con gli sprechi dell’università?!?
    poi dimenticate che Gorizia non ha un’università: ha delle sedi staccate di Udine e Trieste, quindi forse valutare l’opportunità di fare sinergia non è una brutta idea.

  15. alpino ha detto:

    per una volta concordo con Marisa, si potenzi in loco Trieste e Udine, Gorizia venne scelta per dare avvio al SID avevano per le mani una miniera d’oro ma soprattutto la facoltà per l’accesso alla carriera diplomatica più prestigiosa d’Italia ad oggi grazie al lento declino se la concorre alla pari con Forlì avendo perso i fasti di un tempo.
    A che serve portare a Gorizia nuovi corsi di laurea? per distribuire pani e pesci a quei 4 dilettanti amministratori locali dei quali siamo dotati.
    Ma poi mi chiedo dobbiamo dare ad una classe politica che vanta al massimo la terza media la gestione di un polo univeristario? non so xe come darghe al benzinaio la direzione della SHELL

  16. dimaco ha detto:

    I 4 AMMINISTRATORI LOCALI SI ELIMINANO ALLE ELEZIONI
    . ma è mai possibile che qulsiasi cosa non va bene in sta cazzo di città? Niemte locali, niente università.Qualsiasi cosa è: no volemo. da qualsiasi parte venga?

    Cossa me frega a mi de quel che fa i triestini e i furlani. Se pensa per la nostra de cità non per quela loro.

    Gia furlani e triestini i volessi becarse meza provincia un e meza quel’altro.

    Voio veder i comenti se i sloveni i aprissi una università a Nova Gorica. Tuti a draghe giù che i se ciapa i studenti e a Gorizia no lassa niete. Come coi negozi.

    No se pol sempre dir:no volemo.

    Se no ciapemo un picon e butemo giù tuto. Tano il destin de Gorizia xe segna.

  17. qubo ha detto:

    portare a gorizia nuovi corsi (o mantenere e rafforzare quelli che ci sono) di laurea significa giovani a cui affittare appartamenti, giovani che bevono, mangiano ed in generale consumano (sempre se lo si lascia loro fare..), una città più dinamica ecc. se vi chiudono anche l’università a GO cosa resta? me par poco..dopo, che triestini e furlani (ve lo dico da friulano!!) si facciano la guerra sulle facoltà me par una roba..quindi ben venga gli accordi magari per fare una facoltà “comune” a Gorizia…

  18. bubez goriziano ha detto:

    Siamo realisti: sono soltanto le università di Udine e di Trieste che possono decidere se aprire o chiudere dei corsi a Gorizia, pensare di potere fare “da soli” è semplicemente assurdo. E Trieste e Udine lo faranno solo se gli enti locali finanziaranno tali attività a Gorizia, perché di soldi in cassa gli atenei non ne hanno.

    Le collaborazioni tra Udine e Trieste e i corsi in comune saranno sempre più numerosi, perché la situazione attuale non è finanziariamente sostenibile. Non la chiameranno mai “fusione”, ma vedrete quale uso del termine “sinergie” sarà fatto nei prossimi anni dalle due università!

  19. chinaski ha detto:

    allo stato attuale e’ piu’ facile aprire un centro islamico nel condominio in cui abita borghezio, che aprire un nuovo corso di laurea in una qualunque universita’ italiana.

    figuriamoci aprire ex novo un’ intera universita’.

  20. marisa ha detto:

    BUBEZ le sinergie tra università ci sono da anni e in tutta Italia. Udine ha interfacoltà con Trento, con Venezia, ecc. e anche con università straniere. Idem Trieste con altre università. Solitamente i corsi di laurea interateneo si fanno per corsi di laurea di nicchia che hanno pochi iscritti in entrambe le università: questo hanno fatto le università di Udine e Trieste. E sicuramente continueranno a fare. Le facoltà “forti” ogni università se le tiene GIUSTAMENTE ben strette!

    QUBO, intendevo rispondere a chi continua con la cantilena che due università (TS e UD) sono uno spreco e si dimentica che mantenere un figlio (all’università) fuori casa costa moltissimo…..soprattutto in questo periodo di magra! Chissà perchè, chi parla di sprechi (come nel testo redazionale) , si dimentica sempre il bilancio familiare e l’importanza di poter far laureare i propri figli anche se non si è milionari! Spero di essermi spiegata meglio.

  21. Luigi (veneziano) ha detto:

    Un’unica domanda: chi è che paga?

    L.

  22. marisa ha detto:

    LUIGI, e chi paga l’inutile ponte sullo stretto di Messina? E chi paga l’inutile TAV Venezia-Trieste posto che tutti i treni passeggeri per l’Ungheria, con partenza da Trieste, sono stati soppressi per mancanza di passeggeri? Vogliamo fare l’elenco delle opere infrastrutturali inutili che Berlusconi vuole mettere in cantiere?
    O vogliamo parlare dei costi altissimi della politica?

    E li che si devono eliminare gli sprechi!

  23. chinaski ha detto:

    tanto per avere un’ idea del livello del dibattito su istruzione universita’ e ricerca oggi in italia

    “La Lega in Regione (Lombardia) vuole il diritto di prelazione per i lombardi nelle università a numero chiuso e una quota di programmi scolastici padani. È quanto scritto nel testo di due emendamenti al piano regionale di sviluppo presentati dal Carroccio, e approvati dalla settima commissione regionale Cultura e formazione professionale con i soli voti del centrodestra.”

    e poi si parla di internazionalizzazione, meritocrazia, e compagnia bella.

    una quota del 20% dei programmi nelle scuole dovra’ essere riservata ad argomenti padani. avremo quindi, accanto alla storia padana e alla letteratura padana, anche una matematica padana, una chimica padana, una letteratura inglese padana e cosi’ via.

    http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/09/22/news/universit_l_ultima_tentazione_della_lega_precedenza_agli_studenti_lombardi_nei_test-7330113/?ref=HRER1-1

  24. capitan alcol ha detto:

    #23 e che sarà mai: pensa che stamattina sento per radio che il ministero della Difesa vuole istituire i percorsi di guerra tra gli alunni delle superiori.
    http://www.famigliacristiana.it/Informazione/News/articolo/la-scuola-militare.aspx
    Chi era che si scandalizzava non tanto tempo fa su queste pagine per il lavoro coatto ai tempi della Yugo?

  25. chinaski ha detto:

    mi no digo gnente ma gnanca no taso (m. paolini)

  26. dimaco ha detto:

    chinaski quello lo diceca don tarcisio.
    “tusi mi no digo niente e gnanca no taso”

  27. dimaco ha detto:

    # 24

    ginnastica tiro con pistola ad aria ompressa percorsi militari, addestramento militar per i ragazzini. da quelche parte ho letto un post con il titolo:” Il ritorno del sabato fascista”.

    E tutto con il supporto del ministro dell’istruzione. Dopo l’uscita di straguadagno sul fatto che è lecito prostituirsi per carriera ecc si sta pensando di creare corsi di laurea in tal senso. Oltre al fatto di regalare bibbie agli scolari per rafforzare le loro radici cultuali.

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