21 Settembre 2010

Basket: VII Meeting Azzurra Team ad Olimia (Slovenia)

Franco Cumbat: “siamo la società il cui lavoro giovanile è e sarà fondamentale per lo sviluppo cittadino del basket”

Nella consueta splendida cornice termale di Olimia (Slovenia), ha preso il via sabato 19 settembre il VII° Meeting Azzurra Team, punto focale di inizio stagione, vertice allargato per presentare il programma dell’annata a venire ma anche per fare un bilancio del percorso fatto.

Se gli anni pregressi di Azzurra possono essere considerati “di costruzione”, un attento e puntuale lavoro silenzioso per accrescere obiettivi, quello del settimo non è l’anno di crisi come nei matrimoni ma quello della “consapevolezza”, rimarcare quello che si è, magari perché no alzando un po’ la voce, per non rischiare di essere uniformati a realtà fittizie, circoscritte a pochi anni o deboli come il territorio triestino propina in ambito cestistico; il rischio contaminazione è alto, le collaborazioni in atto sono solide ma necessitano di essere pianificate, smussate e accresciute, l’humus locale di realtà giovanili in difficoltà spesso rischia di trascinare la società del Direttore Sportivo Franco Cumbat nella spirale del marasma gestionale.

Per questo motivo, a testa alta e con fermezza, lo stesso Franco Cumbat marca un distinguo doveroso, denunciando lo stato delle cose: “quest’anno ciò che sento dentro è un po’ di delusione per tutta la pallacanestro che ci circonda, una pallacanestro spesso finta, che tenta di risollevarsi ma con scarso successo. Noi produciamo giovani ma i giovani non giocano, giocano ancora i vecchi, e questo a tutte le latitudini e in tutte le società (o quasi..), e non solo a Trieste. Mi sto rendendo conto che l’Azzurra è uno dei pochissimi punti di riferimento giovanili cittadini, l’unica (o una delle pochissime) società il cui lavoro è programmato nel tempo, così come i suoi risultati; e questa è una bella responsabilità. Non permetterò a coloro che poi portano avanti il nostro lavoro di distruggere ciò che noi abbiamo costruito con tanta fatica.”

Una svolta dietro l’angolo figlia delle necessità?

Un nome, un ruolo e una mansione che potrebbe schiudere uno scenario nuovo e ambizioso in Azzurra: coach Mauro Stoch da questa stagione sarà anche il Direttore Tecnico, con la specifica funzione di dedicarsi ai rapporti fra giocatori di proprietà Azzurra e società interessate agli stessi.

Quale piega neanche troppo celata nasconde un passo importante come questo?

La possibilità eventuale (i ragionamenti sono sempre diretti al bilancio societario, undicesimo comandamento per il Presidente Colusso) che i giovani prodotti bianco-celesti siano valorizzati in casa, in una squadra senior dalla categoria tutta da definire; come a dire, se voi non fate…ci arrangiamo da soli!

Necessariamente la cautela è d’obbligo, il passo è molto ampio e soprattutto disallineato rispetto al credo in origine dei vertici societari, ma quando diventa impellente necessità per non veder “bruciati” i prodotti con grande cura cresciuti alla casa madre, allora si DEVE ragionare in questi termini.

Coach Ravalico ha parlato nel suo intervento di CORAGGIO tecnico e professionale che ogni allenatore dovrebbe avere andando in palestra con i ragazzi, amplificato alla società, vuol dire aver coraggio di osare dove gli altri anno fallito!

Coraggio e educazione motoria, come evolve la filosofia Azzurra

Diversi gli interventi al meeting, oltre al cerimoniere Franco Cumbat, al presidente Claudio Colusso e al già citato Mauro Stoch, sono intervenuti Paolo Ravalico (Responsabile U14-U19), Marco Ponga (Responsabile minibasket, Esordienti e U13), Stefania Sperzagni (Responsabile area fisico-sportiva), Antonio Perna (Allenatore U15).

Sintetizzando, o per meglio dire usando un filo conduttore degli interventi, userei la parola “coraggio” quale manifesto di un percorso da intraprendere. Coach Ravalico ha adoperato la parole in funzione di educare la forma mentis di tutti gli allenatori verso il concetto di costruzione dei giocatori passando anche per le sconfitte, ma è possibile allargarla anche alla società per aprire un nuovo capitolo possibile con squadre di categoria, o quella di Stefania Sperzagni e Antonio Perna nel inculcare l’educazione motoria e la preparazione fisica come viatico (e non come accessorio) alla formazione di atleti prima che di cestisti.

Coraggio anche di rimettersi in discussione, di osare (come fece un certo Boscia Tanjevic già a Caserta con Nando Gentile) rischiando del proprio, nel presente, ragionando in proiezione futura; diciamo che l’Azzurra studia da grande, una volta poste le basi solide ora cerca nuove strade percorribili, anche uscendo dai canoni…

Esattamente come si è detto in sede di meeting… “noi facciamo questo perché ci sembra normale, in un mondo di situazioni anormali!”

Raffaele Baldini

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