18 Settembre 2010

Un’altra Trieste e Lega Nord: chiudere il campo nomadi di via del Rio Primario

Chiudere il campo nomadi e prendere ulteriori misure contro lo spaccio di droga. Il Presidente di un’Altra Trieste Franco Bandelli, il deputato della Lega Nord Massimiliano Fedriga e il Capogruppo Maurizio Ferrara, assieme al Segretario regionale di Forza Nuova Denis Conte, hanno incontrato Chiara Petrucci la donna – nota come mamma coraggio – diventata ormai simbolo della lotta contro gli spacciatori nel rione di Valmaura, per dare un segnale contro la diffusione dello spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli esponenti politici presenti hanno garantito il massimo impegno sia politico che amministrativo ponendo in essere tutte le iniziative necessarie per chiedere la chiusura del campo nomadi di Via del Rio Primario e chiedere all’Ater la chiusura con presidi fisici – quali cancellate e saracinesche – dei diversi anfratti e cunicoli che circondano i palazzi Ater di Via Valmaura e che da sempre rappresentano un luogo che agevola proprio le attività criminali degli spacciatori.

Contestualmente i presenti hanno assunto l’impegno di sensibilizzare ulteriormente la già vigile e forte azione delle forze dell’ordine, per la repressione delle attività di spaccio nella zona, attraverso un incontro con il Questore di Trieste.
In conclusione dell’incontro si è affrontato anche il gravoso problema relativo alla mancanza di personale per i servizi di sociale del Comune di Trieste durante i fine settimana e nelle giornate festive.

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2 commenti a Un’altra Trieste e Lega Nord: chiudere il campo nomadi di via del Rio Primario

  1. arlon ha detto:

    Eh, certo, ste richieste xe geniali.
    Una volta che (a sentirli lori) te sa come che funziona el spaccio, cos’ te fa?

    Per caso te arresti i spaciatori o te li segui, e te se fa portar ai pesi grossi?
    Ovviamente no! Te seri i “cunicoli”, cussì i pol tranquilamente andar de qualche altra parte.
    Ma fin chè “mamma coraggio” no vedi la polvere soto el tapedo, tuto ben (no conosso el suo caso, qua generalizzo).

    Ristruturar condomini fatiscenti? Aumentar la qualità del vicinato? E perchè spender bori, quando che basta un per de sparade a gratis per ciapar do voti?

    E po’, i nomadi, i li ga zontadi al ultimo solo perchè va de moda, visti i casini dei ultimi giorni, presumo. E chi ghe spiega che quel m*** – oltre a gaver citadinanza italiana e eser, a tuti i effeti, triestin – stava no in campo nomadi, ma col ATER?

    Mi me auguro veramente che – destra, sinistra, sora e sotto ma xe indiferente – la gente se gabi stufado de votar su sparade fate solo per “emozionar”, con zero carne al fogo, solo questo.
    A sentir parlar quasi tuti i politici de mestier, pareria che al degrado no xe mai fine.

  2. chinaski ha detto:

    nota come “mamma coraggio”?

    ma chi le ha appioppato questo soprannome aveva idea di quale fosse il contenuto dell’ opera di brecht? le parole hanno ancora un senso, oppure siamo al vaniloquio?

    da wikipedia

    Madre Coraggio e i suoi figli (sottotitolo: Cronaca della guerra dei Trent’anni), sovente tradotto in Madre Courage e i suoi figli è uno dei capolavori di Bertolt Brecht che scrisse questo testo destinato al teatro fra il 1938 ed il 1939.

    Scritto proprio alla vigilia della seconda guerra mondiale, il testo risulta essere una denuncia di tutte le guerre e degli orrori che esse provocano. Sull’intento politico-ideologico prevale qui l’intento realistico di Brecht, che rappresenta la mentalità degli oppressi e le sue terribili contraddizioni.

    Trama

    L’opera è ambientata in Polonia, Svezia e Germania tra il 1624 e il 1636 durante la guerra dei trent’anni. Racconta le disavventure di una vivandiera, Anna Fierling, che cerca di guadagnarsi da vivere vendendo mercanzie nei territori combattuti. La guerra le porta buoni affari visto che i soldati sono le uniche persone che hanno i soldi necessari per comprare le sue cose. Quindi lei si limita a seguire l’esercito cattolico o protestante. La guerra, sfortunatamente le porterà via i suoi tre figli, lasciandola sola con i suoi affari. Quest’opera ambientata nel 1600 molto probabilmente è stata scritta come protesta e critica sulla prima guerra mondiale vissuta dall’autore di persona, ma anche su tutte le guerre e di come rovinano l’esistenza dell’uomo. Lei, “piccola capitalista”, non si rende conto che sarà poi schiacciata dai “grandi capitalisti” che sono i regnanti, che si interessano solo delle sorti della guerra, ma dai quali dipendono gli affari dei “piccoli capitalisti”. Il dramma antimilitarista risulta quindi anche un dramma anticapitalista. La protagonista, come la maggior parte delle eroine di Brecht, è una donna coraggiosa, con un’energia vitale inesauribile. In lei si apre chiaro il contrasto tra la capitalista e la madre: il nome stesso, “Madre Coraggio”, sottolinea questi due aspetti che si fondono insieme. Ma il coraggio e la volontà di affermarsi negli affari prevarrà sulla “madre”, e la renderà cieca di fronte alle tragedie che le si porranno davanti. La guerra la priverà dei suoi tre figli e la lascerà sola, con il cuore ormai indurito dal dolore; ma il suo istinto materno ormai completamente offuscato non le permetterà di rendersi conto che la guerra è un male; anzi lei cercherà in essa nuovi affari.

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