15 Settembre 2010

Scampoli di storia: La base dei sommergibili a Sistiana durante la seconda guerra mondiale (1943-1945)

Le fotografie sottomarine sono state tratte dal sito “Triestesub.altervista.org” e raffigurano il relitto di un sommergibile tascabile tedesco “Molch”, risalente alla seconda guerra mondiale, sul fondale antistante la spiaggia di Castelreggio nella baia di Sistiana . Il relitto si trova sul fondale sabbioso fangoso ad una profondità di circa 9,5 metri. La mappa ne indica l’ esatta posizione. Dopo l’ 8 settembre del 1943 il Comando tedesco provvide a fortificare il territorio in previsione di un possibile sbarco alleato lungo le nostre coste. All’ interno della baia di Sistiana, naturalmente protetta e mascherata, funzionò per diverso tempo una base di sommergibili tascabili. La base era scavata interamente nella roccia. I piccoli sommergibili venivano messi in mare con un sistema di binario “Decauville”; gli ambienti nelle gallerie erano molto vasti e mi risulta siano tuttora visitabili. All’ esterno c’ era ben poco di visibile: un osservatorio a una decina di metri d’ altezza che guardava al mare e una feritoia che controllava l’ entrata in porto. Questa base aveva la possibilità di contenere una trentina di sommergibili “Molch”, oltre naturalmente a tutti servizi e ai depositi vari. I sommergibili tascabili della classe “Molch” (chiamati anche “Squali da posta”), armati con due siluri e pilotati da un’ unica persona, erano impiegati per azioni di sorpresa in quanto avevano un’ autonomia limitata e operavano esclusivamente all’ interno del golfo di Trieste, fra Punta Salvore e Punta Sdobba.
Costruiti nei cantieri tedeschi di Lubecca avevano un dislocamento di 11 tonnellate, una lunghezza di 10,8 metri, una larghezza: 1,82 metri; la velocità massima di 4,3 nodi (in emersione) e di 5 nodi (in immersione); l’ autonomia di 50 miglia: a 2,9/4,3 nodi (in emersione) e di 3,3/5 nodi (in immersione); la massima profondità d’ esercizio era di 40 metri; il tempo massimo d’ immersione era di 50 ore, un solo uomo di equipaggio. Il “Molch” era dunque un sottomarino monoposto armato con due siluri da 533 millimetri. Il primo prototipo fu sperimentato a Eckernförde, una cittadina dello Schleswig-Holstein in Germania, il 12 giugno 1944 ed in seguito furono realizzati un totale di 363 “Molch” (fino al gennaio 1945). La torretta aveva due finestre ed era coperta da una cupola in plexiglass. Poteva viaggiare a due sole velocità e la retromarcia non era prevista. Scomodo da manovrare, in combattimento risultò un grosso fiasco e fu principalmente utilizzato per addestramento. La prima unità operativa dotata di “Molch” fu la K-Flottille 411. Il dimensionamento della prima flottiglia (sessanta “Molch” e trecentocinquanta uomini) si dimostrò eccessivo: durante gli spostamenti la lunga colonna fu spesso bersaglio degli attacchi dell’ aviazione alleata e dei partigiani. Fu perciò deciso di ridurre le dimensioni delle successive flottiglie. Durante i primi test molti “Molch” affondarono col proprio pilota. Quando dodici “Molch” vennero impiegati per la prima volta contro le pattuglie alleate al largo di Mentone e Nizza; fu un disastro: la flotta alleata non subì alcun danno, mentre soltanto due “Molch” ritornarono solo per essere distrutti successivamente dal bombardamento di San Remo. Le operazioni della KF-411 furono interrotte. Il 20 settembre 1944 il resto della KF-411 fu trasferito a Trieste e dislocata a Sistiana. Una piccola baia, una montagna che arrivava fino alla spiaggia; tutto lontano da occhi indiscreti. La montagna fu scavata, si aprirono feritoie che sbirciavano il mare e nelle quali furono piazzate mitragliatrici e cannoni. Una gran sala che poteva contenere i “Molch”, e poi camminamenti, sale dormitorio per gli operatori, cucine e depositi per i combustibili e le munizioni. Non fu dimenticato un largo scivolo necessario per mettere in mare i mezzi subacquei. Tutto questo nascosto nella montagna, poiché ormai, gli aerei americani e inglesi erano totalmente padroni dell’aria, di giorno e di notte; appena qualcosa si muoveva sulla terra o sul mare intervenivano per colpirla, distruggerla, annientarla.

Un Molch nella base di Sistiana 1944

A fine aprile 1945 o nei primi giorni di maggio – non mi è chiaro quando la marina del Terzo Reich si ritirò da Sistiana – i marinai tedeschi misero in acqua cinque “Molch” e, a poche centinaia di metri dalla costa, li autoaffondarono. Poi, sistemarono tutto l’ esplosivo disponibile nella montagna e la fecero esplodere. Una frana d’enormi dimensioni, tonnellate di pietre e detriti crollarono per nascondere gli ingressi della base. Una ventina, abbandonati lungo la spiaggia fra il bagno ristorante “Castelreggio” e il dancing “Caravella” vennero recuperati a fine guerra. Furono tutti smontati per recuperare le potenti batterie elettriche che costituivano la loro forza motrice. Negli anni Sessanta qualcuno si accorse dei “Molch” che giacevano sul fondale sabbioso in dieci metri d’ acqua. Ne fu deciso il recupero. Il primo fu sollevato dal fondo con un pontone e inviato al “Museo della Marina” a La Spezia; il secondo è attualmente a Trieste nel museo “Diego De Henriquez”; il terzo è ancora in mare davanti alla baia di Sistiana; il quarto fu recuperato ed inviato al “Militarhistorisches” a Dresda; del quinto non si sa nulla, si narra che sia ancora in mare a Sistiana, un poco più al largo, forse è coperto dalla sabbia. Pare ci sia un relitto di “Molch” anche in Norvegia.

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13 commenti a Scampoli di storia: La base dei sommergibili a Sistiana durante la seconda guerra mondiale (1943-1945)

  1. Luigi (veneziano) ha detto:

    Questo è l’unico caso in cui i tedeschi si lasciarono “ispirare” dagli italiani per creare un corpo ed un’arma speciale: la “mamma” della K-Flottille (fra parentesi: il nome ufficiale tedesco fu “Kleinkampfverbände”, abbreviato “K-Verbände”, e cioè “Piccole Unità di Combattimento”) fu infatti la X MAS, che a sua volta derivava dalle esperienze della Grande Guerra, che avevano portato all’affondamento della Viribus Unitis a Pola (1 novembre 1918).

    La X MAS aveva condotto delle spericolate azioni di guerra sottomarina nel bacino del Mediterraneo con più di qualche successo, e i tedeschi cercarono di ripeterle a modo loro.

    Essi svilupparono varie idee: la prima fu quella delle cosiddette “torpedo umane”, equipaggiate con vari tipi di siluri: Neger, Marder e Hai.

    In alcune fonti si legge che l’unica missione tedesca in Mediterraneo di questo tipo di unità fu quella descritta nell’articolo, ma è più corretto dire che fu l’unica missione equipaggiata con i Molch. Infatti la prima missione mediterranea – e pure in assoluto – con i Neger ebbe luogo a Torvaianica il 20 aprile 1944: anche questa fu un completo fallimento, ma in seguito le missioni di questo tipo avrebbero portato all’affondamento di vario naviglio alleato: il più importante successo sarà la messa fuori uso dell’incrociatore polacco (ceduto dai britannici ai polacchi realisti nel 1943) “Dragon”, avvenuto l’8 luglio 1944 al largo di Caen, in Normandia.

    L’operazione venne inizialmente attribuita all’Obergefreiter Walther Gerhold, ma nel 1955 si seppe che il vero autore dell’affondamento fu il marinaio Karl Heinz Potthast.

    L.

  2. dimaco ha detto:

    la mappa è piuttosto precisa, ma a quanti metri da riva si trova esattamente? quasi quasi vado a farmi un tuffo pr vedrlo, anche se data la mia eta e l’abuso di sigarette mi sarà un ‘pò difficile immergermi a 10 metri in apnea

  3. Paolo Geri ha detto:

    @2. dimaco
    Sempre dal sito “triestesub” ……. quindi non rispondo di eventali errate indicazioni 🙂
    “Il relitto si trova sul fondale sabbioso\fangoso ad una profondità di circa 9,5m (a seconda della marea). L’assetto è quello di navigazione parallelo alla costa.
    Per localizzarlo è necessario porsi a metà tra gli spogliatoi del bagno e tracciare un angolo di novanta gradi rispetto al fanale rosso di uscita del porticciolo. Si scende e sperando nella visibilità si dovrebbe trovarlo.
    Io personalmente ho dovuto farci due immersioni per localizzarlo, bisogna anche dire che in entrambe la visibilità non superava i due metri.”

  4. Marcantonio ha detto:

    Si li spesso non si vede un tubo.

  5. dimaco ha detto:

    infatti non si vede nulla. l’unica è andare giù con le bombole. in apnea non si combina nulla

  6. Macia ha detto:

    Ma si tratta delle stesse postazioni visitabili dal castello di Duino-Rilke, o sono altre?

  7. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ macia

    Scusa se ti rispondo qui, ma ho perso il tuo indirizzo di posta elettronica: grazie per il messaggio nel mio guestbook.

    Luigi (veneziano)

  8. Mauro Franza ha detto:

    “gli ambienti nelle gallerie erano molto vasti e mi risulta siano tuttora visitabili.”

    Dove?

  9. Paolo Geri ha detto:

    @6 macia.
    No. Siamo sulla costa verso Trieste (inizio zona Costa dei Barbari)non verso Duino.

    @8 mauro Franza.
    Tratto roccioso verso Trieste dopo Castelreggio prima dell’ inizio della Costa dei Barbari. Ma bisogna rrampicarso che io sappia

  10. Sergio Mecchia ha detto:

    Buongiorno. Ho appena letto la vostra interessante discussione sui Molch (Tritone e non Salamandra come troppo spesso riportato) di Sistiana, argomento che mi ha sempre interessato, e al riguardo vorrei aggiungere alcune considerazioni.
    1) è impossibile che i 5 esemplari siano stati affondati nei primi giorni di maggio del 1945: il 1° maggio le truppe del IX Korpus titino avevano già raggiunto le rive dell’Isonzo a ovest di Monfalcone, dove, poche ore dopo, e più precisamente a Pieris, sopraggiunsero le avanguardie della Brigata Neozelandese comandata dal gen. Freyberg.
    2) ho qualche dubbio – ma la cosa è più che possibile – che dei Molch venissero ritrovati “spiaggiati” a Castelreggio: il ricovero in caverna dei minisommergibili era ricavato nel cotone roccioso sovrastante l’ex Caravella e quindi è più probabile che i mezzi fossero stati abbandonati sulla spiaggia di questo stabilimento all’interno del porticciolo.
    3) la base non si trovava spostata verso Duino (le postazioni d’artiglieria che si vedono lungo il sentiero Rilke risalgono alla Grande Guerra, anche se non posso escludere che siano state riutilizzate dopo l’8 settembre dai tedeschi), nè tantomeno verso la Costa dei Barbari: essa si trovava semplicemente nella Baia di Sistiana.
    4) in caso di utilizzo o pubblicazione nel Blog, vi prego utilizzare solo il nickname, o meglio pseudonimo, Proteus.
    5) i cinque Molch affondati furono trascinati al largo, ma non troppo, e sabotati nel modo più semplice: aperta la minitorretta, venne lanciata al loro interno una handstielgranate. Game Over.
    Grazie per l’attenzione e scusate la pedante rottura. Rimango comunque a vostra completa disposizione per ogni altra eventuale e ulteriore necessità. Cordialmente, Proteus.

  11. alpino ha detto:

    che storia affascinante! peccato non essere un sub per poter vederli da vicino

  12. Paolo Geri ha detto:

    @10. Sergio Mecchia.
    Nel ringraziarti per l’ arricchimento portato all’ argomento vorrei solo precisare qualcosa sul tuo punto 1:
    “1) è impossibile che i 5 esemplari siano stati affondati nei primi giorni di maggio del 1945: il 1° maggio le truppe del IX Korpus titino avevano già raggiunto le rive dell’Isonzo a ovest di Monfalcone, dove, poche ore dopo, e più precisamente a Pieris, sopraggiunsero le avanguardie della Brigata Neozelandese comandata dal gen. Freyberg”.

    Il 1 maggio 1945 le truppe del IX° Korpus combattevavono ancora ferocemente a Opicina nell acosidetta “battaglia di opicina”. Le truppe naziste si arresero sull’ Altopiano triestino soltanto il 2 maggio. Che avessero raggiunto l’ Isonzo non ha nulla a che vedere con i residui di residenza nazista nell’ area di Trieste (e la base di Sistiana fa parte di queste). Tanto per fare un esempio le truppe della marina nazista che occupavano il porto si Trieste si arresero soltanto la notte del 2 maggio ai neozelandesi. Più in generale il grosoo delle truppe della Wehrmacht aveva iniziato la ritirata già il 29 aprile, ma non le forze inquadrate nella Marina. Risulta che sino al 2 maggio rimase operativa anche la batteria Lindenberg di Miramare. Anche qui i nazisti si arresero solo ai neozelandesi i quali giunsero nella periferia ovest di Trieste a Roiano alle 16 del giorno 2. Non è pertanto da escludere che l’ autodistruzione sia avvenuta proprio il 1 o il 2 maggio b1945 anche se non ho trovato alcuna testimonianza in merito. C’ è da considerare che la baia di Sistiana non era certo un obiettivo strategico nè per i neozelandesi nè per il IX° Korpus.

  13. pierremarioisola ha detto:

    Buongiorno;leggo solo oggi le notizie riguardanti il destino dei mezzi subacquei MOLCH rinvenuti a Trieste.
    Sto cercando informazioni in merito al destino degli stessi mezzi presenti a Sanremo al termine della 2 guerra.
    Vi ringrazio anticipatamente.
    pierremarioisola@gmail.com

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