29 Agosto 2010

La Guardia di finanza di Gorizia scopre 170 lavoratori in “nero”

Individuati 170 lavoratori in nero nei primi mesi del 2010. Si tratta del risultato ottenuto in seguito ai monitoraggi da parte della Guardia di finanza di Gorizia.
Si tratta di lavoratori irregolarmente assunti nei settori più diversi dell’economia isontina, impiegati nell’attività lavorativa completamente “in nero”, ovvero illecitamente retribuiti, “mediante la sostanziale contrazione del debito fiscale gravante sul datore di lavoro – spiegano le Fiamme gialle -, correlato alle retribuzioni erogate, conseguito attraverso il ricorso ad artificiosi meccanismi di evasione delle imposte e degli obblighi previsti per il cosiddetto sostituto d’imposta”.

Il meccanismo illecito, in tale ultimo caso, è ampiamente noto e frequentemente oggetto di contestazione nell’ambito delle verifiche fiscali sviluppate dai finanzieri. Accade spesso, infatti – solo per proporre un esempio – che il datore di lavoro provveda a corrispondere ai propri lavoratori dipendenti indennità e rimborsi spese per trasferte in realtà mai effettuate, in luogo di vere e proprie integrazioni del trattamento economico spettante. Tale illecito comportamento consente al datore di lavoro, da una parte, di erogare il trattamento economico complessivamente maturato, solo in termini quantitativi, dal lavoratore e, dall’altro, di comprimere sensibilmente il carico fiscale correlato su tale reddito, atteso che, trasformando fittiziamente parte del medesimo in indennità di trasferta, tale importo diviene non più imponibile ai fini delle imposte sui redditi, se opportunamente contenuto entro i limiti previsti dalla normativa fiscale.

L’effettivo risparmio fiscale conseguito, sia pure con modalità illecite, consente – quindi – di eludere gli obblighi fiscali cui il datore di lavoro dovrebbe, in realtà, assolvere, provvedendo ad effettuare le relative ritenute d’acconto, da versare successivamente all’Erario, su una parte soltanto del compenso corrisposto.

Tra l’altro, questi interventi repressivi operati dai finanzieri, oltre che essere preordinati all’attività di contrasto dell’evasione fiscale, sono finalizzati anche a garantire la tutela dei diritti maturati dai contribuenti titolari di reddito di lavoro dipendente, sotto il profilo previdenziale e contributivo, atteso che gli importi fittiziamente corrisposti a titolo di indennità di trasferta, anziché quale vera e propria retribuzione, ovvero quelli erogati totalmente “in nero” non assumono valenza alcuna nemmeno ai fini dell’imponibile contributivo, determinando – pertanto – un minor versamento periodico per il futuro trattamento pensionistico.
Da ultimo, i suddetti meccanismi fraudolenti, come già accennato, per quanto efficaci per il fine che i medesimi si propongono di far conseguire, consentendo un sostanziale abbattimento dei costi per l’azienda, sono in grado di alterare in tal modo i principi della corretta concorrenza sul mercato, in danno degli operatori che, invece, adempiono puntualmente agli obblighi fiscali previsti in capo a ciascun datore di lavoro, mediante il sostenimento di oneri complessivi ben più rilevanti.

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2 commenti a La Guardia di finanza di Gorizia scopre 170 lavoratori in “nero”

  1. Coatto ha detto:

    bella novità!o nero o stai a casa,guardate dentro i cantieri nelle fabbriche nei camion, e se non sei a nero sei assundo con ditte delocalizzate in Romania ,Serbia ecc .
    Grazie alla globalizazzione non ci sono leggi di mercato,o così o stai a CASA!

  2. Coatto ha detto:

    …DIMENTICAVO,GRAZIE,BEL MONDO CI AVETE LASCIATO!

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