21 Agosto 2010

Acegas Trieste: a lezione di chimica

Scrimmage in casa, sgambata salutare dalle indicazioni relative

Quanto si può trarre da tre quarti di dieci minuti in famiglia il 20 di Agosto in piena preparazione? Più o meno lo stesso “corposo” bagaglio calcistico fra Juve A e Juve B a Villar Perosa….
Questo per chi siede sulle tribune a guardare la squadra nelle prime uscite stagionali, non certo per l’occhio lungo di coach Dalmasson che, da qualsiasi minuto di palestra, trae indicazioni per la costruzione metodica di un’annata. Pleonastico evidenziare risultato e tabellini, più importante segnalare la buona condizione fisica di tutti gli effettivi (a parte qualche caduta degna di stuntman collaudati, di Bocchini e Benfatto, per fortuna senza conseguenze), anche di Marco Contento, e dei giovani virgulti a completare la rosa, Coronica in primis.

Ora, se la criticità del momento può essere solo figlia di supposizioni, interessante porre qualche aspetto da valutare in proiezione futura sul roster Acegas e come coniugare caratteristiche tecniche dei singoli con un concetto di squadra, di ruoli coperti.

1) Marco Contento sarà in grado di supportare adeguatamente Simone Lenardon nel ruolo di playmaker?
L’ “educazione cestistica” di Marco Contento non la dobbiamo scoprire oggi, né pensiamo possa essere messa in discussione in ambito A Dilettanti; quello che ovviamente fa sorgere l’interrogativo è la condizione fisica che, per un ruolo come quello del regista, diventa basilare. Qualche momento di apatia lo scorso anno di Lenardon aveva fatto venire più di qualche mal di testa a coach Bernardi, dovendo attingere al fosforo “impoverito” (offensivamente) di Marisi o all’estro a corrente alternata di Spanghero. Coach Dalmasson deve sperare nel più immediato recupero fisico di Contento perché Vidani prestato al ruolo non da troppe garanzie al momento.

1) Benfatto e Magro sapranno “occupare” l’area con personalità e costrutto?
Michele Benfatto ha concluso un’ottima stagione lo scorso anno proprio perché si è ritagliato il “vestito” su misura in squadra, cioè quello di un centro dinamico che sfrutta ottimamente gli scarichi e la corsa, decentrando l’attenzione delle difese su un compagno di reparto con tanti punti nelle mani come Benevelli. Questa stagione si richiede un ulteriore passo in avanti, così come per il giovane Magro (apparso ancora un po’ spaesato), cioè di crearsi tiri  e chiedere palloni giocabili, diktat che coach Dalmasson impone nei primi movimenti d’attacco. Non sarà facile attuare questa metamorfosi, ma necessaria in quanto il Maiocco degli ultimi anni gioca oltre l’arco dei tre punti, Raspino è ala piccola e Colli non può fare per tutti.

2) Leader tecnici da inventare o squadra “tentacolare”?
Coach Dalmasson aveva centrato da subito il problema retaggio delle passate stagioni, cioè la mancanza di un leader tecnico (capitan Bocchini a sprazzi lo è stato) capace di prendersi 3-4 palloni che scottano di fila e risolvere la partita. Obiettivamente, sempre per background, nessun dei nuovi arrivi può assurgere a tale ruolo, ma non sarebbe certo un dramma per chi allena uno sport di squadra, potendo far leva sul unione dei singoli per garantire un adeguato prodotto finale. Se facessimo un gioco statistico (senza alcun valore effettivo) relativo ai punti possibili di ogni singolo elemento in maglia Pallacanestro Trieste, vedremmo che se ognuno mantenesse uno standard allineato alle medie in carriera, ci sarebbe valore sicuro e pericolosità distribuite, altrimenti ci si dovrebbe affidare a difese e punteggi ai 60 punti…
Della serie, tutti responsabili e nessuno si tiri indietro!

Raffaele Baldini

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