20 Agosto 2010

Due navi da crociera attraccano “in contemporanea” domenica alla Stazione Marittima di Trieste

Ben due navi da crociera, con un totale di 1400 passeggeri a bordo, attraccheranno contemporaneamente dopodomani, domenica 22 agosto, alla Stazione Marittima di Trieste.
Per l’esattezza, sono previsti alle ore 8 l’attracco della m/n “Silver Wind” (una “extra luxury” della compagnia Silver Sea, al “molo 30”) e un’ora dopo, alle 9, l’arrivo della m/n “Crystal Serenity” (della Cystal Cruises, all’attiguo “molo 29”).
La “Silver Wind” sta effettuando una crociera di 7 giorni, che partirà oggi (20 agosto) da Venezia con circa 300 passeggeri. Dopo Trieste, farà scalo a Rimini, Dubrovnik, Corfù, Gythion e Atene. Alla Stazione Marittima sarà ormeggiata fino alle ore 19.
La “Crystal Serenity” invece, partita già il 12 agosto da Barcellona, sta effettuando il suo “tour” di 12 giorni in un senso, per così dire, inverso: Trieste sarà infatti la sua penultima tappa, prima di quella conclusiva a Venezia, di un viaggio che contempla scali a Monte Carlo, Livorno (con escursione a Firenze), Porto Venere, Civitavecchia (Roma), Sorrento e Trogir in Dalmazia.
Alla Stazione Marittima rimarrà ormeggiata fino alle ore 16. Al “gruppone”, in questo caso di ben 1100 crocieristi, saranno proposte escursioni alla Grotta Gigante o ai castelli di Duino e di Spessa, oppure un tour panoramico e una passeggiata a piedi nella nostra città.

E proprio in tal senso, considerata anche l’eccezionalità di questa doppia contemporanea presenza di navi da crociera, il Comune di Trieste, anche per offrire un interessante ulteriore “richiamo” ai turisti a scegliere l’opzione “passeggiata in città”, ha accolto favorevolmente la proposta avanzata dall’Associazione Hobbistica Trieste di organizzare per questa domenica un’edizione straordinaria del “Mercatino dell’Arte e dell’Ingegno”, in piazza della Borsa, dalle ore 9 alle 19; iniziativa che era stata già realizzata nel corso di precedenti stagioni crocieristiche e che aveva sempre riscosso un notevole successo.
Inoltre, sempre il Comune, tramite l’Assessorato allo Sviluppo Economico e Turismo, ha provveduto anche a informare per tempo, già nei giorni scorsi, le associazioni di categoria del commercio cittadino in merito all’interessante opportunità di lavoro offerta dal doppio attracco di domenica, per ogni eventuale scelta di “apertura” dei rispettivi esercizi.
Su questa particolare giornata, l’Assessore comunale allo Sviluppo Economico e Turismo Paolo Rovis non ha mancato di sottolineare come “si tratti complessivamente di un ‘fine settimana turistico’ davvero eccezionale per la nostra città: ai già molti turisti che individualmente o a piccole comitive vediamo affollare in questi giorni le nostre strade, si aggiungeranno domani i quasi 100 “viaggiatori culturali” tedeschi che, con l’iniziativa “La strada di Sissi”, saranno a Trieste e a Miramare sulle orme dell’Imperatrice Elisabetta (ripartiranno per la Germania domenica mattina, n.d.r.); e infine domenica questa particolare coincidenza che vedrà sbarcare 1400 crocieristi. Sono tutti “segnali” – ha concluso Rovis – molto positivi, che ci invitano a fare ancor meglio in questa direzione, ma che certamente già ci dicono che abbiamo saputo finalmente imboccare la giusta via e che ci stiamo “comportando bene” !”

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57 commenti a Due navi da crociera attraccano “in contemporanea” domenica alla Stazione Marittima di Trieste

  1. massimiliano ha detto:

    sarà curioso l’impatto con le serrande dei negozi abbassate…

  2. omo vespa ha detto:

    basta leger qualche riasunto de quele cita che le ga crocieristi – i spende in media meno de 5 euro a testa, pero i intasa le strade, perch ei va in grupi de 25 tipo scolari in gita e i te scagaza tuto comunque. le navi i li fa sbarcar preferibilmente dopo gaver pranza e prima del aperitivo per farli spender de piu a bordo. xe el pegior turismo posibile, niente a che veder con quei che vien su itinerari culturali o sportivi ecc.

  3. jacum ha detto:

    che EVENTO!

    “ben due navi” !!!!
    addirittura “contemporaneamente” !!!!!!

  4. verit ha detto:

    …siiiiii…. per andar a Venezia…..

  5. jacum ha detto:

    da
    primo porto dell’impero

    a
    “considerata anche l’eccezionalità di questa doppia contemporanea presenza di navi da crociera”

    sempre mejo!

  6. cagoia ha detto:

    @2
    se vedi che no te son mai sta in crociera.

  7. marisa ha detto:

    Commento 1

    Sal telegiornale regionale TS, risulta che i negozi aperti stavano (come numero!) sulle dita di una mano. Ma è anche vero che i croceristi scesi dalla nave sono saliti su un pulman che li ha portati a fare il giro turistico programmato (Castello di Miramare? Aquileia? Grado? Qualche centro vitivinicolo di pregio?).

  8. Bibliotopa ha detto:

    sul Piccolo ci sono maggiori informazioni: alcuni, e li ho visti io, giravano per la città armati di piantina e macchina fotografica, c’erano alcuni pullman locali che aspettavano sotto le navi, qualcuno è andato a Miramare ( se non altro quelli che facevano un “itinerario Sissi”), qualcuno alla Grotta Gigante, la gita ad Aquileia e Grado sembra non abbia avuto abbastanza richieste, se ben ricordo, alcuni alle Grotte di san Canziano.. sì, mi sembra anche una destinazione vinicola..

  9. unoperuno ha detto:

    La Cristal Serenity aveva gia’ attraccato l’altr’anno,si vede che si son trovati bene.

    http://www.youtube.com/watch?v=7KP_D4SYhr8

    @2 : Ventizinque turisti in fila per due col resto de uno intaseria le strade della citta?
    De una domenica de agosto?? Mah!

  10. Luigi (veneziano) ha detto:

    In quel video non si capisce bene poi che succede quando la nave arriva.

    Provate a guardare questo video qui della Crystal Serenity a Venezia:

    http://www.youtube.com/watch?v=PkDtGOUIS68

    Le vedete le barche che attraccano e caricano/scaricano comitive? Ognuna è di un tour operator locale, che porta i turisti di qua e di là.

    Tutto compreso, ogni “toccata” di una maxi-nave da crociera comporta parecchie decine e decine di migliaia di Euro di ricavi, per il porto e per tutto l’indotto. Si pensi solo – per quanto riguarda Venezia – il “pranzo tipico” a base di pesce nel locale di turno (ci sono ristoranti che girano tre volte i tavoli in queste occasioni) e la visita alle fornaci di Murano, con annessa dimostrazione/proposta d’acquisto di questo o quel vetro.

    A Venezia qualcuno non vuole questi mastodonti in laguna per questioni ecologiche (inquinamento dei fumi di scarico e rimescolamento dei fondali sabbiosi) e per il timore di un incidente. Il massimo incidente paventato è una collisione con le rive della città, visto che – come si vede dal video – le navi passano a poche decine di metri da Piazza San Marco.

    Dal punto di vista meramente economico sarebbe una follia allontanare le crociere, visto che la crocieristica è stata il massimo business cittadino degli ultimi trent’anni. Immaginate solo che nel prossimo fine settimana (28-30 agosto) sono in partenza da Venezia quindici crociere, quattro traghetti per la Grecia e dodici aliscafi per le coste slovene e croate.

    Non capisco quale sia il problema per Trieste. A latere delle crociere si possono creare degli indotti mostruosi.

    L.

  11. marisa ha detto:

    LUIGI….forse…non è Venezia! Il problema è tutto qua.

    Detto ovviamente senza alcuna intenzione di denigrare Trieste, anzi, ma sul piano turistico direi che non c’è paragone tra Venezia e Trieste.

    Del resto anche quanto di più notevole abbiamo in regione (ad esempio i mosaici paleocristiani della Basilica di Aquileia o la Cividale longobarda o il centro storico di Grado )….vengono reclamizzati pochissimo! Se questo è fare turismo!

  12. Luigi (veneziano) ha detto:

    Secondo me Trieste ha molto da offrire.

    Immagina una toccata con offerta di visita a Miramare, il centro storico, San Giusto, una mangiata di pesce in ristorante tipico o in alternativa in osmizza.

    I turisti poi divorano i prodotti tipici dell’artigianato locale, per cui bisognerebbe pensare a qualcosa di “made in Trieste”.

    Qui mi viene in mente che non sempre è necessario si tratti di una cosa di produzione plurisecolare in città: forse non tutti sanno che – per esempio – qui a Venezia il mercato delle maschere è nato solo alla fine degli anni ’70. Quand’ero un ragazzino, non esisteva nemmeno UN negozio di maschere, adesso ce ne sono almeno un centinaio.

    Bisognerebbe quindi inventarsi qualcosa di “stile austro-italiano-slavo”: lavori in ferro battuto, ceramiche dipinte, miscele di caffè particolari, dolci come le Mozartkugeln o roba del genere (BaledeJoyce?)… roba del genere che sia identificabile – se non adesso magari in futuro – con TS.

    L.

  13. Bibliotopa ha detto:

    basterebbe che i robivecchi – e antiquari non cari- tenessero aperto di domenica. Dicono che si trova roba diversa da altrove..
    confermo le maschere veneziane, anch’io prima che reinventassero il carnevale non ne avevo mai vista una. C’erano invece gli oggettini coperti di conchiglie colorate.. a me da piccola piacevano tanto! ma la mamma non mi li comprava, dicendo che sono strafanici.

  14. marisa ha detto:

    Luigi, mi sa che nel commento 12 lavori molto, ma molto di fantasia.

    Trieste è il suo porto, e qui è il suo futuro. Non è una città turistica, il che non significa che non ci sia nulla da vedere, anzi, ma certamente, secondo me ovviamente, non è possibile definirla una città turistica.

    E lascia perdere l’artigianato locale. Luigi, tu lavori troppo di fantasia!

  15. Bibliotopa ha detto:

    a me sembra invece che Luigi dia suggerimenti di buon senso..

  16. Triestin - No se pol ha detto:

    Luigi ga perfettamente ragion, solo che i triestini no capisi e tien tutto chiuso de domenica per far contenti i botegheri de Grao…altro che città turistica…per i nostri politicanti esisti solo un futuro de porto energetico con i bomboloni de GNL…

  17. marisa ha detto:

    Trieste anche come immaginario collettivo, è legata al porto commerciale e ai traffici marittimi. Poi, c’è l’immagine di Trieste, veicolata ad arte dal nazionalismo/irredentismo italiano, di città martire che “ha perso tutto perchè voleva essere italiana” con tutta la retorica che si porta dietro.

    Tenendo conto che in termini di immaginario collettivo, Trieste ha queste due immagini, seguendo il consiglio di Luigi fabbrichiamo l’alabarda di plastica? Inventiamo un artigianato artistico che mi risulta non esserci a Trieste? A Venezia le nuove maschere (in ceramica) di carnevale possono essere legate al carnevale veneziano che per diversi secoli era stato molto famoso, per cui queste maschere trovano una loro giustificazione nella storia veneziana anche se sono “nuovo” artigianato. Ma una operazione similare (con altri prodotti artigianali) a Trieste, come consiglia Luigi, è pura fantasia.

    Che poi Trieste possa presentarsi con un volto più accogliente, ci può stare, ma “altro” sono le città turistiche.

  18. Euroscettico ha detto:

    ha ragione Marisa una delle due navi non poteva attraccare a Udine… sempre con questi favoritismi a Trieste… azzo! 🙂

  19. sindelar ha detto:

    In effetti marisa non ha tutti i torti, nè Praga nè Vienna sono rinomate per le bolle di vetro con la neve dentro.
    A Londra c’è la mania delle magliette con scritto ‘Mind the gap’ o ‘My brother went to London and all I got was this lousy t-shirt’.
    Le trovo di una tristezza unica.
    Perchè non provare con il ‘clanfatore metereologico’? Un statuina di baldo giovinotto in varie pose tuffatorie che cambia colore al cambiare del tempo?

  20. marisa ha detto:

    Euroscetticco, dove i miei commenti parlano di Friuli o Udine? Possibile che l’unico commento che riesci a fare sia di una banalità stupefacente?

  21. Macia ha detto:

    Pienamente d’accordo con Luigi: ho visto l’offerta di “artigianato artistico” ad uso dei turisti a Praga e Bratislava: cose carine, ma evidentemente create dall’oggi al domani. Decisamente kitsch, ma se è questo che chiede il mercato, perché no?

  22. Bibliotopa ha detto:

    anche perchè, quando visitai Praga e Bratislava nel 1980, in pieno comunismo, di souvenir e di “artigianato artistico” non c’era assolutamente nulla! non possono che aver creato qualcosa dopo.. anche se qualche oggetto di cristallo di Boemia, immagino si trovi..
    a Trieste, c’è un artigianato tradizionale un po’ particolare, ed è quello sloveno,che potete vedere nelle vetrine della libreria di via san Francesco: pizzi decorativi, oggettini in pietra carsica ( medo adatti ai turisti per il peso in valigia), oggettini di ceramica ( di quelli se ne trovano anche in botteghe artigiane nelle restaurata Cittavecchia. Oggettini anche con una certa qualità artistica, per nulla kitsch.Ma ho l’impressione che gli sloveni nostrani non amino pubblicizzare troppo il loro folklore, e preferiscano goderselo fra di loro: cosa ne pensate?

  23. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ritenere che l’ “immaginario collettivo” consideri Trieste unicamente come “un-porto-con-attaccate-delle-case” (come fa marisa) significa sostanzialmente ignorare, se non addirittura disprezzare, la storia di una città unica in Italia.

    Oltre a ciò, significa anche non rendersi conto di come Trieste presenti sé stessa al mondo, e di cosa racconti di sé a chi la visita.

    Trieste quindi è il luogo ove s’incontrano il mondo tedesco, quello slavo e quello italiano, e questa è indubbiamente la chiave attraverso la quale si può far “girare” il turismo delle crociere.

    Dirò di più: questo è proprio il modo in cui si parla di Trieste nei dépliant che vengono stampati dalle linee crocieristiche.

    E allora diamo al turista ciò che il turista si aspetta!

    Miramare e la storia struggente di Massimiliano d’Asburgo, il centro teresiano, San Giusto, le osmizze… e poi via con gli oggetti “tipicamente austro-italian-slavi”… e quindi “tipicamente triestini”!

    Un set di caffé “made-in-Trieste”, oggetti “Austrian-style” come quelli presenti nel catalogo della casa d’aste “Stadion”, prosciutti istriani, olii della Dalmazia, vini del Collio: tutto ciò si trova a Trieste – mio caro turista crucco-ammericano – perché Trieste è il centro di questo mondo, com’è stato per trecent’anni!

    Ti interessa invece la cultura? Ti faccio sedere dove si sedeva James Joyce… e via col giro dei caffè storici triestini!

    E la tranvia di Opicina con passeggiata panoramica e mangiatona finale di pesce, dove la mettiamo?

    Per i sub, visita alla Riserva Naturalistica di Miramare, con snorkeling a pagamento. Già esiste questa cosa, per cui io proporrei il pacchetto “Visita castello, parco e riserva marina”, magari con immersione notturna eccetera eccetera.

    L.

  24. Paolo Geri ha detto:

    Da triestino quoto in pieno Marisa “Detto ovviamente senza alcuna intenzione di denigrare Trieste, anzi, ma sul piano turistico direi che non c’è paragone tra Venezia e Trieste”.
    Troeste è una città forse unica in Europa per essere incastonata fra mare e Carso ma ha poco da offrire dal punto di vista turistico nel senso di “luoghi” specifici (siti e/o musei). E’ il suo “essere” che la rende piena di fascino: l’ urbanistica, i vecchi caffè, l’ “aria” che si respira ….. Sono falliti i tentativi di costruire intelligenti “itinerari” (attensione non per croceristi, ma per un turismo culturalmente elitario) tipo itinerario Sveviano, adesso Sissi, perchè non pensare a Saba, alla comunità ebraica e serbo-ortodossa, ecc. E poi l’ ottusità dei negozianti ed esercenti triestini …. di domenica è aperto un solo locale in centro città dove si mangia “tipicamente triestino” (da Marascutti locale storico dal 1914). A Trieste non è mai esistito artigianato. Cosa andiamo a vendere ? Le cartoline di Francesco Giuseppe in una palla di vetro con la neve che scende ?

  25. Srečko ha detto:

    Ora diro’ una cosa che… apriti cielo!

    Trieste deve rendersi conto che, se vuole lavorare nel turismo, non puo’ prescindere dal suo entroterra, cioe’ la regione occidentale della Slovenia. Per Trieste offrire solo se stessa non ha prospettive, offrire la citta’ con le grotte di Postojna e la Škocjanska jama, il castello di Predjama, la valle dell’Isonzo, gli affreschi di Hrastovlje, il parapendio dal Nanos, gli orsi della foresta di Trnovo, le osmice del Carso (sul lato sloveno, quelle vere!!!)… invece sarebbe un discorso diverso. Ma qui apriti cielo, che eresia!!! Con quei la’ dovesimo lavorar? Nossepol!!!

    Sugli oggetti artigianali menzionati da bibliotopa: solo quelli in pietra sono del Carso Triestino, il resto viene dalla Slovenia… Sul fatto che ce li vogliamo godere da soli… Perche’ li metteremmo in vendita?

  26. Bibliotopa ha detto:

    “perchè li metteremmo in vendita”? per farvi conoscere meglio. Perchè sono oggetti e attività che si possono apprezzare senza barriere linguistiche.
    Per il resto, sembra che alcuni crocieristi siano proprio andati alle grotte di Postumia o San Canziano. Gli orsi magari li consiglierei un po’ di meno ai turisti..

    ma davvero gli Sloveni locali hanno abbandonato la tradizione dei pizzi? ma allora si potrebbero pubblicizzare le scuole di pizzo muggesane, una volta c’erano e son sicura che ci sia tuttora una produzione a livello hobbystico.

  27. sindelar ha detto:

    I pizzi ormai li fanno in Cina meglio di noi. Lasciate perdere.

  28. Bibliotopa ha detto:

    Una volta i cinesi facevano ricami su seta di qualità, anni ottanta. Adesso li esportano di qualità modesta a dir poco, almeno per il mercato occidentale.. poi è questione di chi si accontenta..

  29. chinaski ha detto:

    @ paolo geri

    “l’ “aria” che si respira …”

    i podessi organizar escursioni a servola 🙂

  30. chinaski ha detto:

    si potrebbe mettere in produzione lattine piene di aria servolana, col tacomaco “l’ aria che si respira a trieste”

  31. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ paolo geri

    Nessuno sta qui discutendo sulla maggiore o minore attrattività turistica di Venezia rispetto a Trieste.

    Io sto semplicemente dicendo che i flussi si creano anche “inventando” su ciò che si ha.

    Trieste ha un passato che definisce il suo presente, e quindi si deve esaltare proprio questo, compresi “prodotti locali” che magari è il caso di creare ad hoc partendo dall’esistente.

    Riguardo alle crociere – e ribadito che si tratta di un business notevole – è da tener presente anche quanto tempo dura la “toccata”. Se le ore sono sufficienti, assolutamente Ok anche il giro a Postumia, anche se i dati provenienti dalle Marche (che sono appena andato a cercarmi) dovrebbero far riflettere: solo il 15% dei crocieristi che si fermano ad Ancona sono andati a visitare le magnifiche grotte di Frasassi: oltre il 60% ha scelto la visita del Conero con bagno in spiaggia e mangiata di pesce.

    Riguardo agli itinerari sveviani, posso dirti che io da turista a Trieste non ne ho mai sentito parlare, nel senso che le guide che avevo io non ne parlavano.

    Posso però anche qui raccontare una cosa accaduta a Venezia a partire da circa trent’anni fa.

    Trent’anni fa praticamente nessuno andava a visitare il ghetto di Venezia, tanto che i due campi in esso contenuti erano dei mortuori: negozi inesistenti (tranne un panificio che vendeva i dolci della tradizione ebraica), nessun bar né tantomeno ristorante.

    La comunità ebraica di Venezia ha allora affidato ad una cooperativa il compito di gestire la biblietteria delle sinagoghe, la pubblicità e il merchandising. Morale della favola: è nato dal nulla un “itinerario ebraico” che ha visto l’apertura di una ventina di negozi nuovi in zona, compreso un ristorante kosher. Adesso nei negozietti trovi anche manufatti di buona fattura di carattere ebraico, compresi alcuni pezzi di anquariato, ma anche “scacchi ebrei” fatti in vetro di Murano e rappresentanti rabbini, menorah eccetera eccetera.

    Io stesso ho visto comitive di ebrei americani nonché turisti di ogni risma che giravano in quella zona, peraltro splendida.

    Comunque sia, qualcosa a Trieste è già stato fatto. Vedi per esempio questa bellissima guida:

    http://www.retecivica.trieste.it/turismo/pdf/ts_iluoghispririto.pdf

    Luigi (veneziano)

  32. sindelar ha detto:

    #30 come la bora in scatola?

  33. chinaski ha detto:

    il fatto e’ che a ‘sto punto si puo’ vendere qualsiasi merda, basta pubblicizzarla bene. si potrebbero vendere bulloni arrugginiti con sopra scritto “biava”. sono sicuro che avrebbero un mercato.

  34. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ecco qua un’altra brochure:

    http://www.retecivica.trieste.it/turismo/pdf/Brochure_bassa.pdf

    Notula per Srecko: come noterai, mica tutti i triestini hanno l’anello al naso come pensi tu: qui si pubblicizzano in un opuscolo dedicato a Trieste sia località slovene che croate che financo austriache…

    L.

  35. Srečko ha detto:

    Bibliotopa

    Intendevo dire che non ci sarebbe senso nel mettere gli oggetti in vendita, se non avessimo intenzione di venderli. Se non c’e’ promozione e’ solo per una sbagliata strategia di vendita di quel negozio.
    I pizzi di Idria esistono, sono ancora in auge. C’e’ persino un festival del pizzo omonimo (o qualche cosa di simile…).

    Veneziano

    L’anello al naso ai triestino lo metti tu. Io non di certo.
    Io sottolineo il fatto che spesso, troppo spesso a Trieste si tende a ignorare quello che succede a est di Vrtojba, Fernetiči, Pesek o Škofije. Anni fa Pavarotti canto’ a Ljubljana. A Trieste la cosa passo sotto silenzio, o quasi. Ogni anno ci sono le nozze carsiche a Repentabor (alias Monrupino, nomen horribile), che sono una tipica tradizione slovena, ma su Il Piccolo non troverai mai la parolina sloveno, sempre e solo carsico.
    Ma che vogliamo, questo e’ solo la mia paranoia…

  36. Bibliotopa ha detto:

    Parliamo proprio delle nozze carsiche- perchè quello è il loro nome ufficiale Kraska Ohcet: saranno una tipica tradizione slovena, ma quelle di Repentabor ( e poi a Repen- Rupingrande) le hanno ricreate dagli anni ’60 : era il 68, per la precisione, che ci furono le prime io c’ero.. quindi che le chiamiamo carsiche o slovene, sono state ricostruite e per bene, e , visto che ci sono andata alle ultime edizioni, vedo pure che sono sentitissime dai locali e anche da tanta gente che viene dalla Slovenia in costume. L’ultima volte ci ho visto pure un paio di Giapponesi che fotografavano. Ma ho avuto la sensazione che:
    1 non ci siano molti tout organizzati italiani che vi portino turisti
    2 non ci sia da parte degli organizzatori un grande interesse a riceverne
    3 io non sono slovena nè austriaca, ma ad esempio quando vado in Austria ( o in Sudtirol) trovo negozi e negozi che mi vendono abiti tirolesi, tipo Dirndl, Tracht.. avete mai visto qualcosa di simile coi bellissimi costumi carsolini? ho chiesto una volta, e la risposta è stata che si fanno in casa ( ma qualcuno mi ha detto: li trovi in vendita in quel di Bled), non si prestano e insomma non sarebbe gradito vederli portati da “altri”.
    ecco anch’io ho una sensazione leggera forse anche la mia un filino paranoica, come di ” nelle cose nostre non gradiamo troppi foresti”.

  37. Srečko ha detto:

    Bibliot..

    I costumi che vedi alla Kraška ohcet per lo piu’non sono carsici, ma della Gorenjska. La’ si fanno ancora, ma veramente solo su ordinazione. Altri sono carsici autentici, ma sono un fatto da antiquariato, nessuno li fa piu’. Qualcuno ha ancora il baule della bisnonna con dentro….

  38. Bibliotopa ha detto:

    Mi spiegavano che il colore della fascia colorata sul fondo della gonna nera indicava il comune di provenienza, e mi indicavano quelli di Repen, di Sgonico, di Opcina.. per curiosità, avrei voluto capire le differenza con quelli servolani, ma temo che dovrò andare al Museo di Servola per vederli. Sono stata a Servola per la processione (tradizionale?) di san Lorenzo il 10 agosto scorso e di abiti servolani non ne ho visto nessuno ( sempre per la ricerca di tradizioni da far conoscere): chi li ha ( se li ha ancora) non va in processione e viceversa?

  39. sindelar ha detto:

    Se aprissero le nozze carsiche ai turisti in bermuda e cappellino sarebbe la loro fine.
    Se uno vuole mantenere le sue tradizioni evitando di svenderle e trasformarle in un circo ne ha tutto il diritto.
    Era meglio se portavate qualche altro esempio. Trojane, ad esempio, a me piace come idea. Un paese famoso per i krapfen, questo si chiama saperci fare.

  40. Bibliotopa ha detto:

    aggiungo un link ad una foto che ho fatto io alla penultima edizione
    http://www.flickr.com/photos/elisabetta2005/1239519281/in/set-72157601827477518/
    perchè la ritrovate in vari siti, che se la son scaricata senza mai chiedermelo, che mostra i costumi in oggetto

  41. Bibliotopa ha detto:

    perfetto, vedo appunto che si preferisce che rimangano “cosa nostra”.. poi non lamentatevi. Peri krapfen di Trojane, ci sapranno fare, le dimensioni sono notevoli, ma la qualità incomincia a lasciar a desiderare.

  42. sindelar ha detto:

    Lamentarsi di cosa? Di diventare degli animali da zoo?
    In fin dei conti alle nozze ci si va se invitati. Alle sfilate di carnevale invece ci si può andare tutti.

  43. sindelar ha detto:

    La qualità scarseggia quando la domanda è troppo elevata. Allora “si butta su” come dicevano una volta. Succede dappertutto, anche con le lubianske delle trattorie, con i frichi dei friuli doc, con i calamari fritti delle sagre, alle pizze napoletane, forse anche ai vestiti tradizionali e alle maschere veneziane.

  44. Luigi (veneziano) ha detto:

    Per cui – se ho capito bene – da una parte si vogliono i turisti a Trieste richiamati magari dalle tradizioni dei paesi sloveni del Carso, dall’altra però questi turisti è meglio che non vadano ad inquinare le scene delle danze tradizionali con la loro presenza.

    I turisti potrebbero quindi limitarsi ad inviare direttamente dei bonifici sui conti correnti degli abitanti del luogo, o a spedire la loro carta di credito con la firma in bianco…

    L.

  45. sindelar ha detto:

    Io non abito a Trieste, non voto a Trieste e non vado a dire ai triestini cosa devono fare.
    Se vogliono trasformare la loro città in una cartolina o in una Las vegas devono seguire altri consigli, non i miei, forse i tuoi?

  46. Luigi (veneziano) ha detto:

    A me pare che i triestini vogliano – o per meglio dire “bramino” – un flusso turistico “decente” nella loro città.

    E’ ovvio che per attirare turisti o sei di tuo una bellezza riconosciuta a livello planetario (non ci vuole un pozzo di scienza per indicare le Dolomiti o Roma o le Maldive come meta per le vacanze…) oppure devi crearti un brand e sfruttarlo adeguatamente al fine di attirarli, questi turisti.

    Ci sono città che hanno scatenato un flusso turistico in base ad un’idea fantastica, come Bilbao col suo museo.

    Certo è che è un po’ dura pretendere d’avere senza nemmeno fare lo sforzo di agire.

    L.

  47. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ bibliotopa

    Ho visto i tuoi album fotografici. Belli, molto belli, e poi mi hai colpito con tutte quelle foto di montagna: io per qualche anno sono stato istruttore di sci alpinismo, ma ancora cerco di fare qualcosa.

    Per curiosità: che macchina fotografica possiedi?

    L.

  48. sindelar ha detto:

    Bilbao non è proprio famosa per dei sourvenir. Comunque è un buon esempio.
    Ma parlo per me che strabuzzo gli occhi quando vedo al telegiornale i tipici turisti in visita in regione (Miramare, Cividale, Aquileia, Villa Manin,…) dire che hanno scelto di venire in vacanza qui.
    Devo dire la verità? A volte penso che stiano scherzando.

  49. Bibliotopa ha detto:

    #47 le vecchie foto di montagna erano fatte con una compattina analogica automatica Ricoh, le riconosci dalla data che stampava in un angolo, le ho spesso scansite dai negativi. Per le digitali, flickr mette a fianco i dati della foto e della macchina. Attualmente alterno una Lumix LX3 tascabile con obiettivo molto luminoso ed una Canon EOS 400D con un obiettivo “plasticotto” ed un obiettivo zoom, ma molte le feci con una Canon powershot S3

  50. marisa ha detto:

    Ma a Venezia, per i turisti, non volevano mettere il numero chiuso?

    Fanno ben nel Carso a non svendere le loro tradizioni. In provincia di Pordenone, c’è una stupenda processione che si svolge da 600 anni…..ma non vi dico dove! Sono molto gelosi di questa tradizione a cui partecipa tutto, ma proprio tutto, il paese. Ed è ancora vissuta con molta partecipazione proprio perchè ancora non è commercializzata.

  51. milost ha detto:

    Perchè pensate che il turista comperi oggetti dell’artigianato? Il turista compera cose belle, cose che non trova a casa sua, cose che hanno un prezzo migliore, marchi nuovi… ad esempio, a TRieste c’era una profumeria di nicchia fantastica, dove era uno spasso lasciarsi condurre dalle appassionate proprietarie in percorsi olfattivi dei più strani. Un negozio così non si trova facilmente. Il giro dai robivecchi è stato per me, per anni, un pellegrinaggio fantastico, idem per le librerie dietro il Municipio. I negozianti di Trieste hanno sempre avuto molto gusto nel fare i loro campionari, e c’erano ( molti sono spariti) i marchi storici della moda e delle calzature. Mi me par che se un ga soldi de spender (premessa non irrilevante) dovessi trovar….

  52. Tergestin ha detto:

    Alcune riflessioni sul turismo qua da noi:

    1) El Venezian ga ragion, se no te ga risorse e prodotti creili e quei che te ga sfruttili al meio.

    2) Trieste ga i negozianti, commessi ed esercenti piu’ maleducadi, argoanti e lamentosi del globo. Mai visto de pezo, no scherzo. L’atteggiamento DEVI cambiar…..

    3)…..iniziando a tenir verto le domeniche e a no far quatro ore de pausa pranzo (ma dove se ga mai visto?) durante la settimana.

    4) La vita notturna. Se ga fato alcuni passi avanti, ma ghe voleva veramente poco. La vita notturna Triestina, per esser una citta’ de simili dimensioni xe imbarazzante (no xe autobus, zero proprio, verte solo le bettolazze, guai a chi meti un poca de musica dopo le 23.01 eccetera). Finche’ a Trieste prevali el “A una certa ora se dormi” coi vari comitati del diritto al riposo e sempiade varie, i politici ciapera’ voti, l’economia locale inveze ciapera’ drek.

    5) Puntar appunto sula musica. Nei ultimi anni a Trieste xe pien de muleria che sona, con gruppi che salta fora de continuo: e come gavemo visto, i concerti porta bori e visibilita’. Inoltre se valorizzassi i giovani, che saria anca ora.

    6) Cultura. Trieste xe appunto el logo dove se incrocia da secoli mille popoli e xe presenti la cultura austriaca, italiana e slava. Nella storia, nell’architettura, nella letteratura e via discorrendo. Spinzer su questo (e a chi che no ghe va ben, che el torni nel secolo scorso…). Promuover i scrittori celebri de ieri e quei emergenti de oggi, ad esempio.
    Mille robe se pol far con la cultura a Trieste, soprattutto se smetti de pretender “egemonie”.

    7) Evitar el turismo balneare. Trieste no ga spiagge all’altezza, inutile contarsela (penso che dopo el delirio de Porto San Rocco gavemo tocado el fondo: no servi scavar).

    8) Evitar de demolir edifici antichi perche’ veci, ma magari interessanti e con la scusa dela ristrutturazion costruir anonimi condomini (si’, go paura per citavecia).

    9) Dulci in fundo, a chi disi che Trieste no pol esser una citta’ turistica perche’ xe solo un porto in disarmo pien de nazionalisti ottusi, lo invito caldamente a studiarse la storia -unica, lunga e complessa- de una citta’ che ga avudo mille volti e vissudo mille eventi e tutto questo solo nei ultimi tre secoli e alcuni decenni fa iera famosa in tutto el mondo. Ma la fiaba dela volpe e l’uva la conossemo tutti….. 😉

  53. chinaski ha detto:

    rilancio i bulloni arrugginiti. se vendono i jeans gia’ strappati, vuol dire che si puo’ vendere tutto. a proposito: ho in armadio un paio di jeans completamente sformati e pieni di strappi, che anni fa usavo per andare a far legna. se qualcuno li vuole, glieli cedo per 300 euri.

  54. chinaski ha detto:

    @ sindelar #48

    pensa che c’e’ gente che va a visitare il ranch dove hanno girato dallas. mica bifolchi del south dakota. italiani, gente dalla cultura millenaria, persino qualche furlano, mi dicono 😀

  55. marisa ha detto:

    MILOST – commento 51

    però a Venezia vendono le gondole in plastica che sono un orrore. E non dimentichiamo le telecamere per bambini, sempre in plstica, con una decina di foto di Venezia. Un campionario da buttare in discarica….ma pare che come souvenir vada alla grande!

    Pure mio figlio, a sette anni, “ha rotto” l’impossibile per avere la gondola di plastica con le lucette…..e ho dovuto comprargliela tanto era il tormento! E poi l’aveva pure messa in bella vista in camera sua….l’oggetto più prezioso della sua camera! Il simbolo di Venezia è la gondola. Non importa se in plastica e da “differenziata”…

  56. sindelar ha detto:

    Le ferie per ora le ho fatte guardando ‘alle falde del kilimangiaro’ e ‘sereno variabile’.
    Se le trovate guardatevi le puntate sull’Ogliastra in Sardegna o su le Eolie.
    Non dico altro e non venitemi fuori con slogan tipo Friuli Venezia Giulia, che mi fanno solo ridere.

  57. chinaski ha detto:

    idea figonona. gita a fossalon, o ancora meglio a panzano: tintarella con vista sui capannoni della fincantieri (100% eternit)

    (a rosignano solvay, vivino a livorno, c’e’ gente che va a prendere il sole sulla spiaggia formata dai detriti dell’ omonima industria chimica, che sono bianchissimi e ricordano la sabbia dei caribe. si tratta di uno dei siti piu’ inquinati del mediterraneo.)

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