18 Agosto 2010

Baritussio: antirabbica, meglio la vaccinazione a mano rispetto a quella con gli elicotteri

“La campagna di vaccinazione contro la rabbia venga eseguita non con gli elicotteri, ma con la distribuzione a mano che comporta un posizionamento più mirato delle esche oltre a costi di gran lunga inferiori”. Lo chiede in un’interrogazione alla Giunta il consigliere regionale del Pdl Franco Baritussio dopo che l’assessore alla Salute Vladimir Kosic aveva annunciato, nei giorni scorsi, la ripresa della vaccinazione delle volpi per lunedì prossimo (23 agosto).

“Negli ultimi anni – rileva Baritussio – si è registrata una
nuova grave diffusione di questa malattia nella nostra regione.
Un fatto preoccupante, visto che può causare la morte dell’uomo,
ma anche sofferenze atroci agli animali che la contraggono. Il
primo caso di rabbia contratta dall’uomo in Friuli Venezia Giulia
si è registrato a Oseacco di Resia, due anni fa”.

A fronte di questi dati, l’amministrazione regionale ha deciso di
riprendere la campagna di vaccinazione contro la rabbia
silvestre. Campagna che verrà effettuata, come già accaduto nel
recente passato, con gli elicotteri sulle aree più vaste e
lontane dagli abitati, mentre la distribuzione delle esche
avverrà a mano vicino ai paesi.

“L’utilizzo dell’elicottero – prosegue l’esponente del
centrodestra – comporta tuttavia due svantaggi non
insignificanti. Innanzitutto i costi molto elevati: per un’ora di
elicottero si spendono approssimativamente mille e trecento euro
ai quali ne vanno aggiunti 360 mila per le esche per due
vaccinazioni all’anno. In totale, all’anno, quindi, si
arriverebbe a spendere circa 1 milione di euro. In secondo luogo,
la vaccinazione con gli elicotteri comporta la caduta delle esche
sul territorio con lanci lungo linee parallele distanti 500-1000
metri l’una dall’altra, il che implica – pur essendo le aree
lontane dai paesi meno battute dalle volpi – la non copertura di
punti sensibili come i sentieri e altri siti ben conosciuti da
forestali, guardiacaccia e cacciatori.

“Sarebbe opportuno valutare invece il ritorno alle operazioni
tradizionalmente condotte a mano dagli stessi forestali,
guardiacaccia e cacciatori sull’intero territorio, e non solo nei
paesi. Operazioni che – sottolinea Baritussio – consentivano
costi di gran lunga inferiori, un posizionamento puntuale e
mirato delle esche su tutto il territorio e una durata molto
breve (anche soltanto due giorni nei diversi territori di
competenza)”.

La piaga della rabbia silvestre ha interessato anche il Cadore e
la Provincia di Bolzano, dove si è utilizzato l’elicottero, ma
sono anche stati autorizzati e effettuati da gennaio a oggi circa
duemila prelievi di volpi, portate successivamente all’Istituto
zooprofilattico di Padova per le analisi di rito. Anche la nostra
Regione ha assegnato a quell’istituto circa 600/700 animali,
molti trovati già morti.

Baritussio chiede all’assessore Kosic se esistano le condizioni
per ricondurre le attività di vaccinazione delle volpi alla sola
puntuale distribuzione a mano e se, anche in considerazione dei
risparmi conseguiti, vi sia l’intenzione di avviare e rafforzare
un’efficace campagna di informazione al cittadino, in particolare
nelle scuole.

“Sulla base dei dati relativi alla diffusione della malattia in
corso – conclude Baritussio – sarebbe anche opportuno che la
Regione valutasse attentamente l’opportunità di attuare un
sistema di prelievo più intensivo (come ha fatto la Provincia di
Bolzano) per debellare al più presto la rabbia silvestre dal
Friuli Venezia Giulia”

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