“Il tetto di legge alle aperture festive e la concorrenza slovena alla rete commerciale triestina sono due falsi problemi”. A sostenerlo il segretario regionale della Cgil Franco Belci, che torna a prendere posizione contro le modifiche alla legge Ciriani sollecitate da parte della maggioranza e annunciate anche dall’assessore in pectore al commercio Angela Brandi.
Belci prende spunto dall’indagine sulle aperture festive finanziata dalla Regione e condotta nell’ambito del “libro bianco” sul commercio: «I dati che ne emergono – commenta il segretario – confermano quanto sia pretestuosa la richiesta di ampliare le aperture domenicali e di estendere a Trieste il regime di deregulation. Per l’80% dei cittadini le 29 domeniche di apertura sono infatti sufficienti. A Trieste il numero di coloro che rivendicano maggiori aperture sale dal 20 al 30%: non certo un movimento di massa. Quanto alla concorrenza della grande distribuzione slovena, il problema c’è ma è legato ai prezzi, non certo alla possibilità di aprire tutte le domeniche».
Altre, secondo Belci, sono le priorità evidenziate dal libro bianco: l’estensione degli orari continuati, sollecitata dal 60% dei cittadini intervistati, e delle aperture serali fino alle 22, opportuna per il 31% del campione. sarebbe opportuna l’apertura serale fino alle 22. Su questi punti il segretario esprime piena disponibilità al confronto da parte del sindacato: «Siamo sicuramente disposti – dichiara – a discutere di estensione degli orari per venire veramente incontro alle esigenze del cittadino e di assunzioni stabili e turnazioni per garantire quell’estensione. Non siamo disposti invece ad accettare un aumento delle domeniche quale mediazione politica all’interno della maggioranza, tanto più che i consiglieri triestini hanno detto che insisteranno per il riconoscimento del capoluogo regionale come città d’arte».
L’insistenza con cui viene posta la “questione triestina”, secondo Belci, è legata alle pressioni degli ipermercati collocati fuori dal perimetro del centro storico del capoluogo regionale. «Lo si dica apertamente – conclude Belci –, così forse non giocheremo a carte truccate. E una volta ridimensionato il problema, può darsi perfino che si possano trovare soluzioni. A patto che non ci si nasconda dietro al ricatto del mantenimento dell’occupazione o delle esigenze dei cittadini, che sono altre, come i numeri attestano.
Dovrebbe covincermi che i negozi di alimentari non forniscono un servizio di primaria necessità. Altrimenti chiudete anche gli ospedali, le farmacie e i vigili del fuoco.
Il punto non è nel tenere aperto o quali sono inegozi che forniscono un servizio di primria necessita. Ma sono i prezzi esercitati. Se alle persone conviene andare in slovenia perchè i prodotti costano meno, possono tenere aperto 24 su 24 per 7 giorni su 7 che comunque non ci saranno miglioramenti.
Già come se la domenica che mi ritroverò con il frigo vuoto mi mangio quell’euro che riesco a risparmiare.
non mi è mai capitato di restre la domenica con il frigo vuoto. Poi non risparmi solo un euro dai. non facciamo esempi che non stanno in cielo ne in terra. Se pagaroni i prezzi dell’ipercoop e quelli del qualndi o del mercatir ci sono parecchie cose che costano di meno(pane e carne solo per citare due classici), senza contare poi la qualità. Io ogni tanto compro carne all’ioerccop di gradisca e mi inkazzo come una bestia quando finito di cucinare mi ritrovo con metà del prodotto (in grandezza e peso) l’altra meta si è volatilizzata e trasformata in acqua grassa. Solo un’esempio. spendo 10 euro per avere alla fine un’utile di 5. Fortunatamente mio zio alleva animali per macellare(vitelli e maiali, taccchini polli) per cui compro carne raramente in negozio.
Al qlandia si trovano pure frutta e verdura con ottime offerte e di buona qualità.
Ragazzi…..quardate che esistono anche i surgelatori! Si può cucinare anche qualche porzionedi pasta in più e metterla (condita ovviamente) nel surgelatore. E poi dai, almeno la domenica andiamo al mare o a camminare in montagna! Che tristezza passare anche la domenica ai centri commerciali. Più interessante invece il prolungamento di orario, anche se c’è da dire che già oggi con l’orario continuato (quindi aperto anche dalle 13 all 15) si può andare a fare la spesa o fare acquisti durante l’intervallo per il pranzo.
A me è capitato di rimanere senza farina la domenica e siccome anche i panifici erano chiusi non ho potuto farmi il pane in casa. Senza contare che non avevo grissini crackers o che altro.
Idem per l’acqua, se rimango senza quella del rubinetto non posso berla perchè è di falda con l’atrazina. Cosa faccio? Prendo la macchina fino alla sorgente della Goccia di Carnia? Muoio di sete?
marisa sarà facile per te, per altri che lavorano a turno tutta la settimana di notte e si ritrovano le domeniche che magari piove, non c’è un tubo in giro e devono starsene chiusi in casa a giocare a tombola o guardare la televisione.
SINDELAR…..fatti il nodo al fazzoletto e comprati la farina durante la settimana!
Ma dai….che esempi porti? Esiste anche il pane da cassetta che resta morbido a lungo…non serve farlo proprio la domenica!
Metti che sei celiaca e vuoi mangiarti qualcosa senza andare in giro per ristoranti a chiedere roba senza glutine che non sanno nemmeno cosa sia.
Metti che non hai niente in frigorifero perchè non sei previdente, non fai nodi ai fazzoletti di carta che regolarmante getti via perchè non vuoi infettare tutti quelli che ti circondano.
Oppure metti che sei ateo/agnostico/mangiapreti e di quello che il dio degli altri ha fatto il settimo giorno non ti interessa più di tanto ma ti interessa mangiare qualcosa?
“Noi smettiamo di servire colazioni alle 11.30”
http://www.youtube.com/watch?v=ReNClSqCq8w
Ti organizzi prima, le tue sono le parole diuno che vorrebbe che la domenica gli altri se ne stessero a sua disposizione perchè c’è il rischio che abbia finito la farina. Uno che va al centro commerciale la domenica solo per passare il tempo denota una scarsa fantasia e pochissima iniziativa. Se devo aggiungere mi sembra una moda piuttosto patetica quella di vistare i centri commerciali la domenica, cosa che costringee i lavoratori a sacrificare le domeniche in nome di un abitudine malsana. Uno stile di vita che è assollutamente indirizzato verso “il spendi più che puoi anche se della roba che compri non ne hai bisogno”. Fosse per me i centri commerciali li abolirei tutti a partire dal citta fiera. la loro sola esistenza impone il pensiero di spendere il più possibile. Io preferisco andare al mare o in montagna oppure solo a trovare parenti piuttosto che passare una sola ora la domenica in uno di quei obbrobri che sono il monumento al consumismo più esasperato e sopratutto inutile e futile. La domenica si sta a casa con la famiglia o con la stessa si va in gita. non a scassare i maroni nei centri commerciali.
Che abitudini hai non vengo a chiederti di impormele a me che ho altre esigenze e così come me altre persone. Se vuoi startene a casa la domenica sei libero di farlo. C’è gente che trova utile avere almeno i negozi di alimentari aperti anche la domenica perchè non tutti hanno gli stessi orari di lavoro e non tutti possono permettersi di andare al ristorante se non hanno di che mangiare in casa.
Non vogliono tenere aperto la domenica? A questo punto gli dico che sono affari loro. Capisco lavorassero in catena di montaggio.
E non capisco il tuo ragionamento e quello di marisa : Ti organizzi prima, usi il surgelatore, ti fai il nodo al fazzoletto.
Ma state scherzando? Io devo farmi il nodo al fazzoletto per fare un piacere a quelli che non gli gira di andare a lavorare di domenica? Ma cambiate lavoro voi!
La cosa che mi fa più incazzare è che c’è gente che protesta nelle strade perchè c’è crisi e voi mi venite fuori con la storia che la domenica bisogna stare a casa con la famiglia? E chi se la vede ogni giorno davanti agli occhi e la sfama coi soldi della cassa integrazione?
Ora capisco perchè siamo il paese più sindacalizzato d’Europa e con le paghe più basse, finchè i sindacati fanno queste battaglie di retroguardia non arriveremo mai ai livelli degli operai tedeschi, ma mi pare che non siamo neanche ai livelli di quelli polacchi e serbi.
e cosa dovrebbero fare? lavorare anche la domenica? se la gente va nei centri commerciali e cmq non spende nulla a che pro sono aperti? per decenni i negozi sono stati chiusi la domenica ora non se ne può più fare a meno? come con i cellulari? nessuno lavora a turni di 18 ore al giorno e 7 giorni su 7. non mi dire che non trovi 2 ore alla settimana per fre la spesa, Dai nn diciamo cavolate.. se lavori la notte mica dormi 12 ore filate. non mettiamo in mezzo sempre la crisi. Questo è solo il classico ricatto di cui si parlava nell’articolo. la minaccia di licenziare le persone perchè non si apre la domenica? Non è con le domeniche aperte che si guadagna. Il fatto di usare la domenica per fare spese è solo un segno di pigrizia.
Sono due visioni diverse e contrapposte.
La prima, quella che sostengo da sempre. La facoltà (non l’obbligo) per l’imprenditore di tenere aperto il proprio negozio quando vuole, ovvero quando lo ritiene più conveniente. Al contempo una vera tutela del lavoratore del commercio – da attuarsi con accordo tra associazioni di categoria e sindacati – che preveda per i dipendenti un tetto massimo annuo di festività lavorate.
L’altra visione. Attività imprenditoriali obbligate per legge a chiudere – attualmente per ben 34 giornate l’anno – anche in aree della regione dove, a 10 minuti d’auto, vigono leggi che consentono aperture libere.
Palese autolesionismo, ottica dirigistica, quasi “sovietica” laddove la politica si arroga il diritto di decidere quando un imprenditore può o non può lavorare.
Da imprenditore, prima ancora che da politico, non ho alcun dubbio da quale parte stare.
Benissimo puoi avere la facolta di tenere aperto durante le festività, ma in questo caso paghi i lavoratori ol triplo. e per dei buoni motivi:
primo la paga come gli spetta, lo straordinario(tutte le ore lavorate durante la festività) retribuito in maniera consona (ovvero in moneta sonante e pesante diciamo il 90% del salario orario lordo) e terzo un bonus per il lavoro durante le festività stare in durante le festività (diciamo un 150 euro extra ). Allora puoi avere la facolta di tenere aperto. sempre un numero limitatoi di giorni all’anno. Se non ti stanno bene tieni chiuso. E questo dovrebbe valere per tutto il territorio nazionale.
Oltretutto un’imprenditore non dovrebnbe fare il politico. conflitto d’interesse, conosci?
@ paolorovis:
ovviamente nella prima visione devi considerare anche che i dipendenti hanno la facoltà (e non l’obbligo) di lavorare la domenica.
Nel legiferare sulla questione, la politica deve avere sempre davanti l’art. 41 della Costituzione, dove l’attività dell’imprenditore: “…non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata ai fini sociali”.
Ovviamente sulla questione la penso da anarco-capitalista: apro come, quando e QUANTO voglio e i lavoratori li pago a ‘prezzo’ di mercato, senza nessuna regola né precostituita, né eterna. Si contratta di volta in volta. Per me il dipendente non dovrebbe essere che un imprenditore di se stesso, uno che commercia la sua forza lavoro così come io commerci le mie merci.
L’art. 41 sarà infatti modificato dal grande Silvio Berlusconi. Quell’articolo è l’emblema del sistema ac-catto-comunista su cui si basa la nostra costituzione, un libello statalista da gettare nella pattumiera il prima possibile.
io lavoro di domenica da 20 anni e non prendo grandi incentivi o bonus e nemmeno ho la facoltà di scegliere se lavorare nelle festività o no.
Isabella, il mercato è questo.
Sono d’accordo Eros e lavoro è lavoro.
Il mio compagno da un mese lavora dal lunedi al sabato dalle 8 alle 21.30 con un’ora di pausa pranzo, quindi ben vengano le aperture domenicali dei negozi, altrimenti non riuscirebbe nemmeno a comperarsi un pacco di pasta.
E così chi anche fa due lavori o ha tanti impegni (è vero che una volta si viveva bene senza il negozio aperto di domenica, ma è anche vero che le esigenze e gli impegni erano molto diversi).
Ovviamente le aperture dovrebbero essere regolamentate da un calendario tra i vari supermercati, perchè tenerli tutti aperti e semivuoti non ha senso.
Ce ne fosse di gente come Isabella con la cultura del lavoro!
“E le esigenze e gli impegni erano molto diversi”: commento 23
Infatti oggi viviamo in una società “consumista” ma non è detto che ciò sia positivo. Oggi per alcuni se non hai il cellulare che ti collega a internet e legge la tua posta e-mail…..sei un troglodita!
Scusate, ma se questo si chiama progresso, preferisco farne a meno! Io ho il cellulare perchè serve a telefonare quando ne hai bisogno….ma perchè dovrei utilizzarlo per fare altro?
E poi, sempre con riferimento al commento 23, un “orario di lavoro dalle 8 alle 21.30, dal lunedì al sabato compresi”, con un’ora di intervallo per il pranzo, mi pare sia un ritornare indietro a prima della grande battaglia sindacale per le 40 ore settimanali! In questo specifico caso (orario di lavoro dalle 8 alle 21.30) direi che c’è qualche problema di natura sindacale relativo all’orario di lavoro…..altro che domeniche con i negozi aperti!
Ed da tener presente, sempre in tema di domeniche con negozi aperti, è che Trieste è una città di “dipendenti pubblici” con 36 ore di lavoro alla settimana: orario 8-14 o con due rientri la settimana. Quindi non mi si venga a dire che a Trieste c’è la necessità di avere i negozi aperti la domenica…..
Cerchiamo di non raccontare le barzellette!
“L’art. 41 sarà infatti modificato dal grande Silvio Berlusconi”
non credo che berlusconi abbia i numeri per cambiare la costituzione.
e nemmeno la statura
Bella la statura di Bersani, Franceschini e Fassino, cresciuti a pane, Stalin e Dossetti
io preferisco quella di ferrando.
io mi limito a guardare i numeri. la costituzione si cambia in parlamento, e in questo momento berlusconi non ha i numeri.
se riuscira’ ad andare alle elezioni in tempi brevi, potrebbe averli.
pero’ c’e’ un problema. difficilmente la lega vorra’ andare nella direzione dell’ anarcocapitalismo e delle private town care a eros. infatti la lega ha ormai abbracciato l’ ideologia comunitarista reazionaria alla alain de benoist, infarcita di integralismo cattolico e di retorica sul suolo e sul sangue.
cio’ che accomuna le due ideologie e’ il disprezzo per gli “extracomunitari”, dove “extracomunitario” significa “colui che sta fuori dalla comunita'”, e dove la “comunita'” per gli uni e’ individuata dal sangue, per gli altri dalla consistenza del conto corrente.
puo’ anche darsi che le due ideologie si incontrino e producano una qualche forma di sintesi. per fortuna pero’ il mondo e’ grande, ed esistono sempre vie di fuga.
@ Marisa
Tu hai il tuo stile di vita e lo rispetto, però non puoi imporci a tutti noi di vivere come te.
Capisco che alcune tendenze consumistiche di oggi stiano portando danni alla società ed all’ambiente ma attenta a non confondere tutte le innovazioni tecnologiche con il satana della distruzione globale, rischi da cadere in torto e di apparire semplicemente per una ecologista sfegatata distaccata dalla realtà. Oggi giorno ci vuole ecologia e rispetto per natura ed uomo sicuramente più di prima, ma attenta a non cadere in estremismi (mi fermo altrimenti vado out-of-topic)
Ora, io intanto vorrei sapere chi e come ha fatto i sondaggi sbandierati dalla Cgil nell’articolo perchè ad occhio mi sembrano fatti su un campione di persone over 60 in cui non mi rispecchio minimamente. Se il signor Belci ci delucida su questo ci farebbe un favore.
Io sono un under30 che lavora (sinceramente quanto penso siano affari miei) e che ha una vita nel mondo dell’associazionismo che occupa molte ore e cerco pure di avere una vita sociale, quindi le 24 ore di una giornata a volte non sono molte. Quindi trovavo molto comodo fare la spesa la domenica magari dopo o prima di andare al mare/montagna/parenti/cane/gatto/ecc ecc
Come dice Rovis (a cui dico che il conflitto di interessi c’è solo quando uno lo fa, se non lo fa non c’è…) uno dev’esser libero di tenere aperto il suo negozio anche tutte le domeniche se vuole, però è altrettanto vero che deve pagare i suoi dipendenti in modo corretto. Eros, tu dici che il mercato è questo (dato di fatto innegabile) ma questo non vuol dire che il mercato sia corretto no?
Sicuramente andrebbero riviste le paghe per chi lavora la domenica ed anche l’obbligo di lavorare la domenica (questo diventa un duro ricatto del datore di lavoro “o lavori tutte le domeniche che dico io o ti licenzio”).
Quando vararono questa legge regionale sul commercio mi domandai perchè mai la Cgil si fosse schierata a favore, in fondo meno domeniche lavorative uguale meno mole di lavoro. Poi ho cominciato a capire parlando con amici e amiche che la domenica lavoravano…è vero che le paghe di chi lavora la domenica non compensano la perdita di un giorno festivo. Ma allora è forse li il vero problema/motivo per cui la Cgil appoggia questa legge? Non sarà che forse in tutti questi anni il sindacato che si erige come ultimo paladino del lavoratore non è riuscito a vincere la battaglia per un salario adeguato per i commessi della domenica? E allora ben vengano le chiusure obbligatorie, così non ci sono più lavoratori della domenica che non riescono a tutelare e loro non fanno più brutte figure.
Signor Belci, ho forse azzeccato??
Comunque vivendo a trieste quando ho bisogno di qualcosa la domenica prendo la macchina e vado a capodistria… 😉
aristotele se non sbaglo la cosa è già accaduta. se la memoria non mi inganna successe proprio durante la decade del 1920. Correggetemi pure se sbaglio.
dimaco, ma cosa ti viene in mente? 😉
aristotele, sulla deriva reazionaria e nazionalista della Lega hai purtroppo ragione.
Non parliamo degli attacchi di Zaia agli OGM e boiate retrograde e reazionarie simili, come la difesa dei prodotti agricoli “chilometriZERO”, l’attacco ai prodotti cinesi, ecc. ecc.
Cmq sulla modifica dell’arti. 41 non mi sembrava la Lega fosse contraria.
Nella società che vorrei la cgil non dovrebbe esistere, così come non dovrebbe esistere nessun sindacato. I sindacati frenano la produzione e sono la principale causa delle crisi economiche.
Se non esistessero i sindacati la maggioranza dei lavoratori sarebbeo schiavi o poco più. Tantissimi poveri e pochi ricchi. Lo sfruttamento sarebbe la regola e vi sarebbe la privazione di tutti i diritti. a sto punto sarebbe pure lecito far lavoarare i bambini perchè costano meno. Qualcuno deve vigilare e l’articolo 41 sta bene come sta. Se lo cambiano è la fine per i diritti dei lavoatori. non credo che tu come imprenditore prenderesti quello che costa di più. prendi quello che costa di meno. indipendentemente dda quanto sia bravo o meno. L’anarcononsocosa che tu tanto santifichi non è altro che l’espresione più selvaggia del capitalismo(che come è noto privilegià pochi e discrimina i molti) tanto in voga ora in cina, ma pure la cominciano a lamentarsi.
lasciami aggiungere che le crisi sono causate da quelli che vogliono guadagnare in breve tempo, senza sforzo e senza spese confiando ad arte i prodotti che vendono. ma si sa che la corda arrivati a un punto si spezza. Come immaginavo non avete imparato nulla dalla crisi partita dalla terra del sogno capitalista, dove in nome dei guadagni si falsificavano , gonfiavano e truffavano tutti.
la natura reazionaria della lega si manifesta soprattutto nel modo in cui e’ riuscita a sostituire, nell’ immaginario della classe operaia, il conflitto etnico a quello di classe.
senza i sindacati, ogni lavoratore contratterebbe DA SOLO la propria merce, cioè la forza lavoro.
I sindacati vanno aboliti e vietati, perché alterano il mercato.
I lvaoratori devono avere un solo diritto: quello a commerciare la loro merce, cioè la forza lavoro, su un mercato LIBERO. Chiunque alteri il mercato, dallo Stato ai sindacati, nega loro questo diritto.
e cosi’, in attesa di mettere fuori legge i sindacati, gli anarcocapitalisti hanno stretto un’alleanza coi leghisti e il loro identitarismo reazionario. il risultato e’ sotto gli occhi di chiunque lo voglia vedere. la legislazione kafkiana sull’ immigrazione ha prodotto una fascia di lavoratori soggetti al perenne ricatto della perdita del permesso di soggiorno. a cascata, si e’ avuta una contrazione dei diritti e dei salari degli “autoctoni”. tutto carburante per alimentare ulteriormente il conflitto etnico. e il cerchio di chiude.
comunque ci tengo a precisare che non ho la cultura del lavoro, è semplicemente una necessità e cerco di svolgere la mia professione nella maniera più onesta e corretta possibile.
Come ho già detto lavoro durante le festività da 20 anni e lo farò fino alla pensione probabilmente, quindi mi viene da sorridere quando qualcuno dice “la domenica si deve stare a casa con la famiglia”.
E per quanto riguarda il “problema di natura sindacale relativo all’orario di lavoro 8-21” ci sono realtà e realtà lavorative.
I sindacati in alcuni casi non c’entrano niente, e in molto casi sono pure totalmente assenti (anche se riconosco il grosso lavoro che hanno fatto in passato per i diritti dei lavoratori).
@Paolo Rovis
Per quanto mi riguarda, sottoscrivo. Ma..
..allora sulla recentissima norma di questa maggioranza regionale, riguardante le sale cinematografiche, che dici?
E su tutte quelle che riguardano metrature e cubature degli esercizi commerciali, grandi o piccoli che siano?
Liberalizzazioni.. dopo quelle di Bersani, ne avete più sentito parlare? Eppure il Popolo delle Libertà dovrebbe averne fatte a centinaia…
si ne ha fatte a centinaia …. di brutte figure però.
eros è il tipico imprenditore che vorrebbe pagar un lavoratore il meno possibile, e con la sua teoria questo sarebe possibile. tra tutti coloro che cercano lavoro sceglierebbe quelli che si vendono al minor prezzo e se possibile ancora meno.
continuate a dividere il mondo in imprenditori e lavoratori. Io agogno un mondo diverso: un mondo di gente che “contratta” il “proprio” sul mercato. Non è vero che con un mercato libero chi vende la sua merce/lavoro sarebbe pagato necessariamente di meno. Dipenderebbe sempre e solo dal mercato. I prezzi scendono così come salgono.
@Dimaco
Infatti.
L’unica vera liberalizzazione di cui si è sentito parlare è quella sulle opere edilizie. Interessa i palazzinari e chi sul mattone ha interesse ad investire. Gli amici degli amici, ovviamente. Poi , “per fortuna” c’è stato il G8 e soprattutto l’Aquila.
@Eros
Hai qualche esempio di “libero” mercato da riportare? Perchè la teoria è una cosa, la realtà è ben diversa…
Come dice Ayn Rand: Un lavoratore è un “mercante”, in senso economico, esattamente come un imprenditore e un negoziante: fornisce un servizio che può essere comprato o meno, a seconda dei bisogni della controparte. Un disoccupato che non trova lavoro è esattamente nella stessa condizione di un negoziante che non trova clienti o di un imprenditore che non riesce a vendere i prodotti e i servizi della sua azienda.
Ma perchè non andate voi a lavorare la domenica e i festivi, con una paga da fame e con gli imprenditori come Eros che cercano di sfruttare il dipendente il più possibile???
@Eros
Non come dice Ayn Rand.. Come dice il sito di Forza Italia sulla Rand.
“Recentemente in Italia Stefano Magni l’ha indicata come “un raro esempio di coerenza” sul sito del Dipartimento Formazione del Partito di governo Forza Italia”
A proposito della coerenza, continuo a chedere: dove stanno le liberalizzazioni?
Sulle liberalizzazioni c’è tantissimo da fare, sono d’accordo con te
eros, il sindacato non e’ nient’altro che lo strumento che i lavoratori hanno storicamente costruito per contrattare con la controparte. che lo faccia bene o male son poi cazzi nostri. tu che tanto tuoni contro lo stato, poi invochi lo stato affinche’ metta fuori legge i sindacati. oppure vuoi puntare sui “vigilantes” privati?
http://www.youtube.com/watch?v=WyUagbsg-HI
in entrambi i casi si innescherebbero dei conflitti violenti. e faresti bene, per correttezza verso chi ti legge, a trarre tutte le conseguenze delle tue teorie.
Si, certo. Da Fare…
Intanto quello che si fa è esattamente il contrario.
Chissà perchè c’è sempre prima qualcos’altro.
Dai cinema alle intercettazioni telefoniche.
E comunque, se la Rand è una filosofa, allora la Joanne Kathleen Rowling (Harry Potter) è una Divinità.
@aristotele 🙂
Concordo. Soprattutto nella visione Oggettivistica (Rand docet..) il sindacato non è nient’altro che la Lobby che tenta di fissare un “prezzo” di mercato (ovviamente comprensivo dei diritti) per la “forza lavoro”. Niente di più legittimo, dunque, anche “filosoficamente” parlando.
la rand esaltava l’individualismo e l’egoismo razionale che trovò il letame addatto per mettere radici proprio in america. Solo là poteva avere successo(i conservatori repubblicani più rigidi definiscono il calcio una malattia comunista-socialista perchè è uno sport di squadradove a fare la differenza è il gruppo e non il singolo, per loro una specie di socialismo sportivo), visto che l’europa questo tipo di pensiero attacchisce con moltisima difficoltà grazie alla cultura sociale sviluppata e a una sviluppata coscienza sociale che quelli come eros vorrebbero non esistesse. Poi la rand non aderi mai al anarcocapitalismo.
50: ottima argomentazione.
C’è chi ci va già a lavorare la domenica a rischiare la pelle per una paga da fame come gli operai di una qualsiasi fabbrica a turno.
Ci sono decine di categorie di lavoratori che lavorano le domeniche, di notte, devono essere reperibili 24 su 7 in qualunque condizione di tempo, persone che lavorano su piattaforme petrolifere, su navi, in ospedali, nei ristoranti, nei bar, negli aereoporti, nelle fabbriche, nei parchi divertimento, etc, etc, etc. Come faranno quelli? Mah! Mistero…
La “cultura sociale” è quanto di più falso ed ipocrita l’uomo abbia creato. L’uomo da sempre mosso da invidia sociale e dal desiderio di avere molto con poco sforzo. Questo molto lo può ottenere con la “società” che impone “tasse”, non a caso dette imposte. Un modo per ciucciare il latte delle tette di chi produce di più.
Non a caso la Rand dice: “Il bisogno del parassita è quello di assicurarsi legami con gli uomini per essere nutrito. Dichiara che l’uomo esiste per servire gli altri. Predica l’altruismo”
Ayn Rand in “Fonte Meravigliosa”
53aristotele
14 agosto 2010, 16:32
eros, il sindacato non e’ nient’altro che lo strumento che i lavoratori hanno storicamente costruito per contrattare con la controparte. che lo faccia bene o male son poi cazzi nostri. tu che tanto tuoni contro lo stato, poi invochi lo stato affinche’ metta fuori legge i sindacati. oppure vuoi puntare sui “vigilantes” privati?
—–
Certo, anche la GIUSTIZIA E’ PRIVATA nelle CITTA’ PRIVATE. Io non ricorro allo Stato. Lo Stato nelle città private non c’è. Per questo, non c’è nemmeno il sindacato.
Il sindacato usato come “strumento” è l’emblema dell’egoismo da cui sono mossi i dipendenti. Che però ipocritamente dicono che egoisti sono i “padroni”. Siccome OGNI UOMO è egoista, come dimostra la Rand, allora ognuno deve contrattare per se stesso, senza l’intervento né dello Stato, né del sindacato.
Consiglio la lettura di questo dialogo.
Smonta molte delle fregnacce che ci sono state inculcate in questi anni sul liberalismo classico di Adam Smith e von Humboldt.
Buona lettura.
http://www.chomsky.info/books/warfare02.htm
certo eros secondo te la gente deve esssere a tua dsiposizione ed essere pagata come gira a te. vuoi sapere dove metteri gli anarcocapitalisti? in galera a spaccare pietre perchè è questo tipo di gente che distrugge i tessuti sociali come un cancro marcio.
A te sta ben il pensiero della rand perchè ti permetterebbe di fare quello che ti pare, così come ti piace il gruppo di delinquenti anrcocapitalisti che secondo cui un imprenditore dovrebbe decidere da solo quale quota versare in tasse. Quindi solo chi pagherebbe avrebbe dei diritti gli altri? carne da macello, giocattoli con cui gli imprenditori potrebbeo disporre ome gli pare. Vuoi pure il ius primae noctis? in GALERA vi manderi io altro che. e la socializzazione delle vostre attivita solo nel caso pensaste di violare i diritti dei lavoratori.
Non reagisco neanche alle tue offese, alla caterva di insulti che mi dispensi. Ti dico solo che sbagli, oltre che su tutto il resto, in particolare su questo:
“secondo cui un imprenditore dovrebbe decidere da solo quale quota versare in tasse.”
Non hai capito: non “quale” quota di tasse versare, ma NON VERSARE NESSUNA TASSA! Le tasse sono un FURTO.
Un’altra cosa: il “tessuto sociale” è una fictio utilizzata per togliere a chi PRODUCE e MERITA di più per:
1 – arricchire le caste
2 – redistribuire un po’ del maltolto a chi produce meno e merita di meno.
In entrambi i casi, il “tessuto sociale” è un ladrocinio, un modo per legalizzare un furto, quello delle TASSE. Un furto che arricchisce i parassiti di Stato e i parassiti che si “nutrono” del punto 2.
COMMENTO 31
Ma io non impongo a nessuno il mio stile di vita. Espongo solo la mia opinione che ovviamente si confronta con quelle degli altri.
A me fanno un po’ ridire i cellulari che fanno di tutto e anche di più. Ma se uno se lo vuole comperare, O.K…..i soldi sono suoi. Personalmente preferisco fotografare con la macchina fotografica (digitale perchè poi scarico le fotografie sul computer) piuttosto che con il cellulare….ma se uno si accontenta della foto fatta con il cellulare…..contento lui…contenti tutti!
eros, la rand non dimostra un bel niente, al massimo espone la sua (triste) visione del mondo. e comunque io lascerei perdere le sbrodolate sull’ animo umano, che’ senno’ qualcuno comincera’ a tirare in ballo freud, nietsche, la scuola di palo alto, nick cave, la nouvelle vague e i baci perugina. il punto e’ che se vuoi impedire ai lavoratori di organizzarsi in sindacato, devi usare la violenza, o quella di stato o quella delle milizie private. allora per correttezza lo devi dire. devi dire che vuoi dei guardiani armati che sparino sui lavoratori in sciopero. niente di nuovo, si tratterebbe semplicemente di un ritorno alle condizioni di lavoro ottocentesche.
Se necessario, bisogna ricorrere ai metodi del Cile di Pinochet dal punto di vista economico. Non politico, sia chiaro
eros, non fare il furbetto. per imporre un certo sistema economico pinochet ha instaurato una dittatura militare e ha eliminato fisicamente gli oppositori. e’ ricorso al terrorismo di STATO.
Pinochet ha fatto quello che ha fatto in uno STATO. Io parlo di CITTA’ PRIVATE.
Per chi volesse approfondire la Rand:
UN’INIZIATIVA DALLA QUALE ANCHE IL LIBERTARISMO ITALIANO DOVREBBE APPRENDERE QUALCOSA E, MAGARI, PRATICARE.
di Stefano Biolchini (dal Sole24ore online)
Le recensioni patinate con i consigli di lettura non debbono piacere granché a Nick Newcomen, tanto più quando ad essere in gioco è «la libertà individuale assediata dalla pervasività invasiva dei controlli governativi». Ben previde mezzo secolo fa il rischio da “grande Echelon federale” la scrittrice e filosofa americana di origine russa Ayn Rand, madre dell’Oggettivismo. E dunque meglio scriverlo a chiare lettere il consiglio di lettura necessario per riflettere sul punto e non solo. Lettere più che cubitali: le più grandi del mondo.
Detto fatto, senza perdersi d’animo il nostro moderno Pollicino Nick ha scritto per 12.328 miglia attraversando gli Stati Uniti dal Pacifico all’Atlantico, lasciando i suoi sassolini digitali lungo ben 30 stati. Il messaggio, ovviamente il suo imperativo quanto mai globale: leggete Ayn Rand (Read Ayn Rand).
Individuata la mappa Nick ha percorso il suo paese utilizzando un sistema Gps logger che registrasse la scritta visibile su Google Map. Il risultato da Guinness è la recensione-messaggio più grande mai realizzata al mondo. Il nostro writer ha pagato tutto lui, ingranando la marcia indietro quando la scritta non corrispondeva, su e giù per il paese per oltre 30 giorni.
«La ragione principale è che sono un fan di Ayn Rand» ha poi spiegato «e se più gente vorrà leggere i suoi libri e prendere in seria considerazione le sue idee, il paese e il mondo intero saranno un luogo migliore, più libero, prospero e noi potremo avere un’idea più ottimistica del futuro».
Certo Alisa Zinov’evna Rozenbaum, questo il vero nome della scrittirice scomparsa nel 1982, non avrebbe potuto mai pensare a una pubblicità migliore per i suoi scritti. Immaginiamo, anche se Nick non lo ha detto, che La rivolta di Atlante sia il suo libro preferito: anche se non ne porta il peso sulle spalle sul mondo ci ha scritto sopra con il più grande evidenziatore, lungo una strada che incarna come non mai il sogno americano. E la rete risponde con Ayn Rand fra i nomi più cliccati del giorno. In quanti la leggeranno? E comunque, ok, messaggio ricevuto, Nick!
una grande epoca ha bisogno di grandi uomini (J. Hasek). a me piace “monster chonjacki”.
Sul soffitto e sulle pareti erano incise delle scritte. “Nati per morire”. “Ci sono uomini che comprano le stesse cose per cui altri vengono impiccati”. “Budino di merda”. “Odio l’amore più dell’odio”.
Il vicepresidente, Clifford Underwood, era seduto sull’unica altra sedia dell’ufficio. C’era un solo telefono. Il locale puzzava di piscio, ma per arrivare al gabinetto bisognava percorrere circa quindici metri di corridoio.
“A che ora gli hai detto?” domandò Underwood.
“Alle nove e mezzo” disse Mason.
“Non importa”.
Attesero altri otto minuti. Si accesero entrambi un’altra sigaretta. Si udì un colpo alla porta.
“Avanti” disse Mason. Era Monster Chonjacki, completo di barba, in tutta la gloria del suo metro e novanta e dei suoi centotrenta chili. Chonjacki puzzava. Cominciò a piovere. Si udì un camion passare sotto la finestra. In realtà i camion erano ventiquattro, viaggiavano diretti a nord ed erano carichi di merci. Chonjacki continuava a puzzare. Era la star dei Yellowjackets, uno dei migliori schettinatori delle due sponde del Mississippi, venticinque metri per sponda.
“Siediti” disse Mason.
“Non c’è la sedia” disse Chonjacki.
“Dagli una sedia, Cliff”.
Il vicepresidente si alzò lentamente, con tutta l’aria di un uomo che sta per scorreggiare, non scorreggiò, si spostò e si appoggiò alla pioggia che batteva contro lo spesso vetro giallo. Chonjacki abbassò le guance, prese una Pall Mall e l’accese. Senza filtro. Mason si protese attraverso la scrivania: “Sei un ignorante figlio di troia”.
CHARLES BUKOWSKI, A sud di nessun nord.
per chi non lo sapesse, gli “estremi rimedi” sono questi:
http://www.youtube.com/watch?v=SIHm8herJZs
sul “miracolo cileno” ci sarebbero molte cose da dire, per esempio che nel 1982, a causa del crollo del prezzo del rame, l’ economia del cile era sull’ orlo del collasso e che le banche cilene in bancarotta furono nazionalizzate.
http://multinationalmonitor.org/hyper/issues/1983/04/bello.html
ma quello che mi colpisce maggiormente e’ che usi gli stessi argomenti che usava almirante per sostenere la dittatura dei colonnelli in grecia.
ah, questi italiani, non sono stati capaci di fare il loro colpo di stato anticomunista ne’ nel ’64 ne’ nel ’70. e cosi’ l’ italia e’ rimasta prigioniera del suo “sistema ac-catto-comunista su cui si basa la nostra costituzione, un libello statalista da gettare nella pattumiera il prima possibile” (eros n.20). per fortuna adesso arriva “silvio” a salvarci dal comunismo e dalla poverta’ (strano pero’, questo “adesso” dura ormai da 16 anni).
omterssante questo tuo punto di vista eros. se tu dici che bisogna agire violentemente contro i lavoratori che esigono il rispetto dei loro diritti, io a parita di metro di misura posso aspettarti sotto casa e gamnizzarti per far valere le mie ragioni. Questo succederebbe se accetassimo il tuo modo di pensare. fortunatamente non è così.
Voglio vederti se un giuorno ti rompi unagaba e vai all’ospedale e al prontosoccorso ti dicono: mettere a psota la gamba costa 100 milioni di euro(una semplice contrattazione sul alvoro che uno svolge per te come da te desiderato) se non ce li hai , vai a crepare da un’altra parte. Legge di mercato, liberismo di mercato. io ti offro una prestazione che se puoi pagare ti salvi la vita altrimenti trovati un fosso e aspetta la carità. Attenzione sto solo applicando iltuo pensiero e ciò in cui tu credi. L’anarcocapitalismo.
Pagre le tasse è un dovere costituzionale nei confronti della colettività. Altra piccola cosa che mi è venuta in mente mentre sto scrovendo rapportata alla tua idea di tessuto sociale.
“Il guadagno è una cosa inventata per giustificare la prevaricazione e lo svilimento di una persona che, per motivi di mera sopravvivenza propria e della propria famoglia, deve lavorare “.
Io non ti ho insultato ho solo descritto la classe imprenditoriale italiana più propensa a sfruttare le persone che a valorizzarle.
se tutti pagassero le dovute tasse (e non evadesser o eludessro ecc) quest’ultime sarebbero molto basse, ma siccome grazie alla gente come te che pensa che tutto gli è dovuto e a nulla sono obbligati che questo paese naviga nella melma più densa. Tu non vuoi pagare le tasse? Come pensi che andrebbe avanti una nazione? La teoria anarcocapitalista è solo un sinonimo di evasione fiscale detto in maniera diversa.
E ancora una volta EROS ha “trollato” il tema del POST….
sì, comincio a eser un poco stufo anche mi.
@Eros: gavemo capido el tuo punto de vista, quasi nisun xe d’acordo..amen!
Continuar in sto modo xe da troll, nonchè veramente poco interessante.
E comunque basterebbe farsi pagare di più per il disturbo di lavorare di domenica.
dici nulla sindelar, non vogliono pagare nemmeno il dovuto figurarsi un extra.
@eros
è un dovere morale sbattere in galera e buttare la chiave tutti quelli che eevadono le tasse. Vorrei dirti che nella terra del sogno capitalista chi evade le tasse finisce in galera per direttissima.
arlon e marisa
mi prendo la responsabilita’ di aver risposto alle provocazioni di eros e di aver contribuito a portare off topic la discussione. la politica di eros la conosciamo, ma non credo che ignorare le sue provocazioni sia la reazione giusta. perche’ lui intanto le cose le dice, e restano li’, si sedimentano, piano piano si confondono con la cornice, e alla fine *diventano* cornice.
ripeto quel che ho scritto nel mio post n.73.
nel 1982 (millenovecentoeottantadue), quindi dopo nove anni di sperimentazione liberista spinta, l’ economia del cile era al collasso, e si salvo’ solo grazie alla nazionalizzazione delle banche. ne parla walden bello nell’ articolo che ho linkato.
queste cose bisogna dirle, cosi’ come bisogna ricordare il bombardamento della moneda. perche’ altrimenti di qui a poco ci ritroveremo anche noi in una situazione cilena. solo che al posto della faccia truce di pinochet ci sara’ quella di un vecchio debosciato, che prima di ficcarti su per il culo un alesatore da 24mm ti chiedera’ con aria untuosa : “mi consenta”
Eh sì, in Cile subito dopo il colpo di stato rinchiusero i non favorevoli negli stadi, che straboccavano di gente, ne torturarono molti, ne fecero sparire molti altri.
Eros inneggia a questo tipo di dittatura.
E’ importante ricordare la storia.
Eros inneggia a questa dittatura, ma anche ad altri regimi a lui cari..
Siete in malafede: non ho inneggiato a nulla. Ho detto: a mali estremi, estremi rimedi. In confronto al socialismo reale agognato da Allende, Pinochet era oro colato. Non a caso oggi il Cile ha la migliore economia del sud-America. in confronto alle guerre degli anni ’90, Tito era oro colato (così sistemiamo anche bibliopantegana che non fa che provocare)
Tombola!
Gli USA di oggi
Non sono il sogno anarco-capitalista, Manila sogno degli statalisti e degli ideologi del politically correct.
Le mie non sono provocazioni: io dico quello che penso. Io le tasse le respingo perché sono un furto. Si toglie a me che produco e lavoro 12 ore al giorno 6 su 7 per dare a chi non produce o x finanziare servizi scadenti
L’intermezzo musicale vi è gentilmente offerto da una nota catena di centri commerciali aperta 24 su 7.
http://www.youtube.com/watch?v=6BKhcQqwjLI
“Si toglie a me che produco e lavoro 12 ore al giorno 6 su 7 ”
le altre 12 restano tutte per postare su Bora.la.
Ciao ciao e buon ferragosto a tutti!!
eros se ciol da ti perche a ti e quei che ga case, auti, proprieta ghe convien gaver polizia, giustizia, strade. a mi, proletario, che le uniche proprieta che go me sta in scarsela, la polizia ecc. no me ocore. abolimo le tasse, e vederemo a chi ghe fa piu mal. co qualchedun te vien ruba rin casa vederemo chi che ti ciami. o quanto ti dovera spender per guardie del corpo e robe simili. vara che cosi se va finir come guatemala e brasile. e magari chi “non produce” xe quei che sgoba ma non pol sconder i guadagni perch ei xe dipendenti…invec ei grandi “producenti” de sta italia i guadagna meno che un lavorador, sempre secondo le dichiarazioni/bugiardele che i da. bon fergaosto, e godite el paese de le meraviglie e la tu aprodutivita. ocio pero, che ti te svei tuto sudado.
@ Eros: prima de parlar de economia leggi Shock Economy ( http://it.wikipedia.org/wiki/Shock_economy )
e poi riparliamo delle porcherie fatte da Friedman in giro per il mondo a braccetto con i dittatori…
Omo vespa, nelle città private, la polizia ed i giudici sono privati. La sicurezza si paga, ma non con le tasse pubbliche
nele cita private no se paga le tase, i richi va in auto blindade, i vive in case con muri e filo spinado e i ga 2-3 guardie del corpo. se te piase de piu cosi, managua te aspeta.
ovviamente essendo privati fanno gli interessi di chi li paga non certo della comunità. da questo posso dedurre che se io finanzio un giudice posso pure permettermi di amazzare qualcunoche tanto non mi fanno nulla.
Bel salto indietro di 300 anni vuoi vere. I servi della gleba senza diritti e i nobili che hanno tutto.
Il socialismo reale funziona, altrimenti perchè i capitalisti americani avrebbero fatto di tutto per impedirlo? Non dimentichioamoci che Pinochet arrivo al potere grazie agli aiuti e alla logistica americana cioè della CIA. Il socialismo reale è l’unica risposta al imperialismo capitalistico.
Qui ci vuole un’altra interruzione musicale. Cercasi sponsor.
sindelar, anarchi in d Iuchei?
E a proposito di consumismo e centri-commerciali, se vi interessa vi propongo questa interessante conferenza:
———–
LA CJOCHE DAL PAN – Conferenza di Gian Paolo Gri e proiezione del video “Laudât”
Martedì 17 agosto, h 20.30 – Agriturismo AI COLONOS, Villacaccia di Lestizza
Il nuovo appuntamento di domani offre un’ ulteriore occasione di riflessione e approfondimento sul tema “Nuie di masse” nell’ottica del consumismo e della ricerca di possibili alternative. La serata, strutturata in due momenti, prenderà avvio con l’intervento del professor Gian Paolo Gri, docente di antropologia culturale all’Università di Udine, il quale terrà una conferenza intitolata “La cjoche dal pan” (dal proverbio friulano che recita: “La cjoche dal pan e je piês di chê dal vin”).
“Sul filo dei proverbi contadini disincantati e crudemente realistici – ha anticipato il prof. Gri – in prima battuta richiamerò la tradizione dell’antropologia critica. L’opera ‘Tristi tropici’ ha 55 anni, e da allora si è sviluppata la ricerca sui processi di deculturazione, di impoverimento culturale, di drastica riduzione della etnodiversità rispetto all’espandersi della monocultura del consumismo capitalistico occidentale. Affronterò quindi il nodo centrale della riflessione antropologica contemporanea che, rispetto al tema delle rovine e dei collassi culturali, ha rimesso al centro la questione della creatività culturale, cercando di capire in che modo e a quali condizioni l’espansione del consumismo e la globalizzazione possono diventare fertilizzanti di un nuovo ordine di differenze, e che cosa si intravvede leggendo la cultura non solo come patrimonio a rischio, ma anche come progetti che maturano con potenzialità impreviste”.
La seconda parte della serata sarà quindi dedicata alla proiezione del video in lingua friulana “Laudât” di Carlo Bortolussi che in modo fresco e intelligente ripropone il Cantico delle Creature di San Francesco. L’interessante opera, della durata di trenta minuti, che è stata autoprodotta e realizzata con lo spirito del “Nuie di masse” di stile francescano, sarà introdotta dallo stesso regista che racconterà le vicissitudini che ne hanno segnato il percorso.
In caso di maltempo l’appuntamento si terrà nell’auditorium comunale di Lestizza.
L’ingresso è libero. Chi desidera sostenere l’attività dei Colonos, può iscriversi all’associazione prima dell’inizio della serata versando la quota associativa di 15 €.
—————–
Basta città private.
O si torna in topic, o si chiudono i commenti, dei.