Che la lunga e tormentata vicenda dei rigassificatori in Alto Adriatico potesse risolversi in uno scambio, un “do ut des” tra Governi, il WWF lo aveva ipotizzato e paventato già da anni. Del resto era nota da tempo la proposta italiana – formulata agli inizi del 2007 dall’allora ministro degli esteri D’Alema: ammorbidimento sloveno sul rigassificatore di Trieste-Zaule, in cambio di un accordo che comprendesse il sostegno italiano al raddoppio della centrale nucleare di Krško e la collaborazione per la costruzione di un oleodotto tra Costanza e Trieste.
Proposta sostanzialmente ribadita dal ministro Frattini meno di due anni dopo.
Che la presunta intransigenza slovena sugli impatti ambientali del progetto di Gas Natural potesse prima o poi convertirsi in un atteggiamento “mercantile”, non deve quindi sorprendere. Spesso i Governi si fanno promotori degli interessi di qualche società energetica, più che di quelli dei propri cittadini.
Il “no paper”, che – come ha riferito la stampa – Lubiana ha consegnato di recente al Governo di Roma, pare tuttavia includere nella trattativa e nella possibile intesa italo-slovena, un’ampia serie di questioni e progetti: i rigassificatori on shore (Zaule ) e off shore in territorio e acque italiane, un rigassificatore a Capodistria, il gasdotto tra Trieste e Villesse, i piani regolatori per l’ampliamento dei porti di Trieste e Capodistria, la TAV e altri non meglio precisati progetti nei settori dell’energia e dei trasporti.
Le implicazioni di tutto ciò sull’assetto territoriale, l’ambiente e l’economia dell’intero Alto Adriatico, sono evidenti a chiunque. Ecco perché è importante che alle – peraltro preziose – indiscrezioni di stampa faccia seguito la divulgazione integrale del “no paper” sloveno.
Chi ce l’ha, insomma, lo tiri fuori e lo metta a disposizione dei cittadini.
Ne va del futuro di queste terre e dei loro abitanti ed è tempo di smetterla con i sotterfugi, le opacità e le manipolazioni, che hanno caratterizzato per anni il dibattito sui rigassificatori, soprattutto da parte degli organi italiani (Regione, Ministeri) che avrebbero dovuto garantire imparzialità e serietà delle valutazioni sulla compatibilità ambientale dei progetti.
Anche dal Governo sloveno, ovviamente, è logico attendersi trasparenza e apertura al confronto con i cittadini sulle sue strategie, sia in materia di energia, sia in fatto di trasporti.
Sarebbe del resto ora di avviare una procedura VAS transfrontaliera, come gli ambientalisti chiedono (finora invano) da anni, sul complesso dei progetti che interessano l’Alto Adriatico: lo prevedono la Direttiva europea in materia (n. 2001/42/CE) ed il buon senso.
Il primo passo su questa strada sia appunto la divulgazione del “no paper”.
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3 commenti a “No paper” Slovenia su rigassificatori e altro. Il WWF: “Divulgare il documento integrale”