15 Luglio 2010

La bufala del ‘Mercoperto’ viaggia sul Web: 4000 contatti in pochi giorni

«I giovani, dopo varie lamentele ed una guerra senza quartiere con i ‘matusa’, hanno ottenuto il loro spazio privilegiato. Un capannone abbandonato industriale? Porto vecio? Ma cossa! Questa volta è stato fatto DIMEGLIO: dopo la Stazione Rogers, anche il Mercato gigantesco coperto viene recuperato diventando LuOgO di CuLtO (giovanile)!»
E’ questo l’inizio dell’accattivante descrizione dell’evento Facebook creato da Samuel Saia per pubblicizzare una tra le ‘bufale’ triestine forse meglio riuscite degli ultimi anni, anche perché il tema è scottante: la presunta inaugurazione di un nuovo spazio dedicato interamente ai giovani ed ai loro gusti musicali.

«L’idea è nata spontaneamente nel momento in cui ho visto comparire delle impalcature davanti al mercato coperto. Spesso abbiamo delle idee a cui non diamo bada; ma cancellandole sul nascere blocchiamo anche una parte di noi stessi, che non trova poi corretta espressione», ci dice Samuel. Certo, che fosse una via di mezzo tra uno scherzo ed una provocazione lo si poteva capire fin dalle prime battute: «UNA MODERNISSIMA E FIGHISSIMA TETTOIA fungerà da isolamento acustico. Tutto questo grazie ai fondi segreti devoluti ai nostri pazientissimi ricercatori, che hanno ideato una lega speciale con queste caratteristiche, oltre a una trascurabile radioattività e un devastante impatto ambientale». «Credevo che con il taglio umoristico e demenziale della descrizione dell’evento tutti avrebbero capito che si trattava di uno scherzo creato con un intento provocatorio – aggiunge l’ideatore -, eppure in molti hanno chiesto maggiori precisazioni a riguardo».
Le reazioni dei giovani triestini allo svelamento della bufala sono state le più disparate: «I più scaltri sono stati al gioco, i più incivili hanno pensato di inveire sulla bacheca insultandomi ripetutamente». Sulla bacheca dell’evento si trovano in effetti insulti pesanti, accuse di ‘fancazzismo’ (“No te ga proprio niente de far dalla mattina alla sera eh! complimenti…”, dice qualcuno), ma anche manifestazioni di simpatia (“Samuel, ora che hai detto la verità sei ancor più il mio Mito!”).

Ma nel concreto quali sono le motivazioni dell’azione di Samuel? «Il vero significato del gesto – ci dice – stava nella provocazione delle istituzioni, denunciando la mancanza di un posto del genere in città ed esponendo ironicamente nella descrizione alcuni dei problemi tutt’ora irrisolti. I giovani hanno confermato il grande il bisogno di un Mercoperto: in tanti infatti hanno riposto le proprie speranze in questa iniziativa, sentendosi poi traditi. Eppure, questo ci dà un ulteriore spunto riflessivo: con quale facilità una cosa che è nata da pochi click del mouse è divenuta in pochissimo tempo concreta nelle menti della gente? Dobbiamo considerare la possibilità che chiunque possa aggiungere qualsiasi cosa a questa rete di infinite possibilità che è Internet. Facebook non fa eccezione: è pieno di sciocchezze e potrebbe essere sfruttato per ingannarci.
Sembra che poi a Trieste ci sia quasi una lotta tra chi vuol uscire la sera e chi vuole dormire ed affronta il degrado quotidiano, accusandone colpevoli i giovani in generale: un contenitore di eventi del genere risolverebbe gran parte di questi problemi. Al momento non facciamo che accanirci l’uno contro l’altro, mentre non si capisce perché la Giunta non abbia preso provvedimenti come dotare la città di nuovi wc a cabina o perché non si diano multe in maniera sistematica a chi sporca la città gettando rifiuti a terra».

Le speranze per il futuro, comunque, non mancano: «Tempo fa è nato il gruppo “L’anima di Trieste 2015”, per esempio, che tra i vari obiettivi prefissati si era posto quello di ottenere la gestione della sala Tripcovich per organizzare concerti, dj-set, eventi di portata medio-grande. Mi auguro caldamente che il progetto vada a buon fine e questa mia iniziativa possa portare tutti gli esponenti politici ad affrettarsi nella risoluzione delle sovracitate questioni».

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