15 Luglio 2010

“Benvenuti nel ghetto di Ronchi dei Legionari”: la protesta degli abitanti di San Vito

La Cortina di ferro ricompare in Bisiacaria. Più precisamente a Ronchi dei Legionari, dove gli abitanti di via San Vito si sono trovati isolati dal loro comune a causa dell’improvvisa chiusura di un passaggio a livello.

Ecco la lettera inviata a Bora.La in cui Lorena Laurenti spiega la situazione dei residenti in via San Vito.

Nel passato la nostra terra era famosa per il tratto italiano di quel rigido confine che tagliava in due l’Europa intera da nord a sud, comunemente chiamata da tutti “Cortina di ferro”. Poi e’ arrivato l’89 e uno dopo l’altro sono caduti sia il Muro di Berlino che la “Cortina di Ferro”. Ora però a ricordo dei bei tempi andati un simulacro di questi confini di separazione e di quella politica di ghettizzazione di nascita è comparso. Non in un luogo lontano o qualche stato dal nome impronunciabile, ma proprio qui vicino a noi, a Ronchi dei Legionari.

Quasi come con un muro di Berlino, gli abitanti serie B di Ronchi dei Legionari sono stati ghettizzati in una parte della città.

Stiamo parlando di via San Vito, che da qualche mese è stata quasi completamente isolata dal resto della città.

L’unico passaggio a livello che collegava gli abitanti della via al centro, e al cuore pulsante del paese, è stato completamente chiuso, non solo alle macchine ma anche ai pedoni.

Da un giorno all’altro, e con l’unico preavviso di una lettera di poche righe, i cittadini si sono trovati isolati, tagliati fuori in quella che “de facto” altro non è che una enclave in terreno di Staranzano.

Interpellato per spiegazioni, il sindaco Roberto Fontanot ha risposto con la più classica risposta del politico: lo scarico di responsabilità alle Ferrovie dello Stato, alla precedente amministrazione e il dichiarare “c’è il sottopasso e la nuova pista ciclabile” (che si conclude in un pericolosissimo incrocio non regolamentato da semaforo ciclabile e percorso protetto per ciclisti).

Com’è cambiata la vita a San Vito?

I ragazzi che che prima arrivavano alla fermata degli autobus per andare a scuola nel giro di pochi minuti adesso si trovano costretti a percorrere svariati chilometri ed a dover attraversare il pericoloso incrocio di via Aquileia vicino la rotonda che collega l’aeroporto all’autostrada senza alcun tipo di passaggio pedonale, ciclabile o marciapiede.

Le anziane signore che prima potevano oltrepassare il passaggio a livello a piedi o in bicicletta per raggiungere in visita il resto della famiglia, per visitare i defunti nel vicino cimitero o andare dal medico che da una vita le conosce ora sono bloccate a casa perché la strada alternativa è troppo lunga e faticosa (viste le pendenze del sottopasso) per loro.

Frequentare il centro del comune confinante: Staranzano, per quanto ridicolo, sembra l’unica soluzione sensata in quanto si trova molto più vicino rispetto al centro di Ronchi dei Legionari!

Il sindaco Roberto Fontanot e la direzione comunale di Ronchi dei Legionari in questa manovra hanno dato una grande prova di quanto per i cittadini di San Vito vi sia un totale disinteresse e di quanto isolare un’intera contrada del paese sia da considerarsi cosa indolore, di nessuna importanza.

La risposta dei cittadini: Vogliamo quanto meno un sottopasso ciclabile che ci permetta di frequentare nuovamente il centro del nostro paese (paese a cui paghiamo le nostre imposte, puntuali e rilevanti tasse)!

Grazie a Lei Signor Fontanot, che ne pensa di prendere casa dall’altra parte di Via San Vito, conoscerà anche Lei quanto si sente partecipe della vita sociale di Ronchi dei Legionari.

Lorena Laurenti

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4 commenti a “Benvenuti nel ghetto di Ronchi dei Legionari”: la protesta degli abitanti di San Vito

  1. Alessio ha detto:

    Aspettate che arrivi la TAV e poi vedrete.

  2. Giorgio ha detto:

    Non vedo cosa c’entri la TAV, qui da quel che leggo si parla di un sottopasso pedonale e chiusura di un passaggio a livello mica di espropri et simila.

    Non confondiamo le cose e diciamo no alla TAV tanto per dire no alle cose. Siamo realisti, le infrastrutture (specie nel nostro Nord-Est) mancano e se non vogliamo riempire le nostre autostrade di terze corsie e camion la strada ferrata e’ l’unica via.

    Buona notte.

  3. Alessio ha detto:

    Mettere altri 6 binari credo che qualche piccolo impatto sui normali spostamenti quotidiani della gente del mandamento lo avrà.

  4. Michele ha detto:

    Io ho abitato una vita lì e andavo a scuola a Staranzano proprio perché i servizi erano (e sono) più vicini. La zona è sempre stata trascurata e chi ci abita sa la pericolosità della via mal asfaltata, sempre bucata, pozzanghere profondissime ed eterne, stretta e buia e con un fosso pericolosissimo. Tanto varrebbe che tutta la zona oltre ferrovia venga direttamente annessa al comune di Staranzano (forse la cosa era già ventilata ma mi sa che neanche loro la vogliono).
    Anche io mi ritrovo con parenti divisi dal solo passaggio a livello, che non si possono più vedere per via della chiusura…e con la TAV forse dovranno pure sloggiare perchè abitano proprio attaccati ai binari.
    Staremo a vedere….

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