14 Luglio 2010

Concerto dell’amicizia: si poteva fare di più, l’evento è stato “lontano”

Lo ammetto, sono tra quelli che hanno ricevuto l’invito al concerto, ma mi sono dimenticato di confermare e mi hanno rigorosamente cancellato (i lo ga scrito cussì picio che i sperava ‘sai che la gente no legessi…). Questo però mi ha permesso di vivere l’evento del concerto di Muti tra il popolo (come se disi de solito), tra le gente comune, in piedi in fondo a Piazza Unità, cogliendo un po’ gli umori della città lontano dalla formalità patinata delle platea.

Non so se è stata una pagina storica, sotto certi aspetti direi di sì, per altri l’evento è stato “lontano” e sono d’accordo con chi dice che si poteva fare di più.

C’era tantissima gente, di tutte le età, famiglie, bambini sulle spalle dei genitori, anziani con le sedioline pieghevoli (forse portate direttamente dalla pineta di Barcola), mancavano i più giovani, che se ne stavano tranquillamente nei bar della zona.
Nonostante la rigidità del protocollo della parte “chiusa”, nella parte libera della piazza e nei dintorni l’atmosfera era molto tranquilla, si arrivava in Piazza con molta curiosità ma anche con molta tranquillità. Ci si spingeva in avanti, poi si capiva che tanto avanti non si andava, si sbirciava oltre le teste verso i due schermi
posti ai lati, “se vedi poco”, “ma no i podeva meter schermi più grandi e in un posto più verto”.

In piedi l’attenzione dura poco, e la gran parte delle persone è stata lì, a chiacchierare all’aria aperta, con la coda dell’occhio verso il palco, sapendo che si partecipava ad un evento, ma vivendolo in maniera un po’ distratta. Sarà che in fondo alla Piazza il concerto si sentiva poco, sarà che si vedeva poco, sarà che il Requiem (bellissimo) non si presta a tenere viva l’attenzione a lungo in un luogo così grande, sarà il carattere dei triestini un po’ realista e disilluso (Saba direbbe poeticamente “con mani troppo grandi per regalare un fiore”), ma ho avuto l’impressione che la giornata sia stata sì percepita come un evento ma non sia stata una vera festa della gente. Tanta curiosità appunto, ma mancava l’emozione, era una festa un po’ “alta”, lontana..

Un momento particolarmente significativo c’è stato. L’arrivo Napolitano, l’applauso, poi il Direttore, il rullo di tamburo, gli inni, il silenzio.. gli applausi convinti della gente. Ecco, credo che gli applausi agli inni dei tre paesi eseguiti in Piazza Unità se non sono un momento storico sicuramente sono una bella pagina, un bel passo avanti.

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121 commenti a Concerto dell’amicizia: si poteva fare di più, l’evento è stato “lontano”

  1. Bibliotopa ha detto:

    più o meno le mie medesime impressioni ( solo che io non avevo ricevuto l’invito..). Condivido pure le critica sugli schermi non abbastanza grandi e in vista. Mi aspettavo dell’altro.
    Diciamo che era più un evento, che un concerto.

  2. effebi ha detto:

    beh, devo dire che è interessante seguire i commenti del “dopo concerto” …moooolto interessante.

    i tre inni..si, belli, ma “quello italiano fa normalmente ridere”, volete mettere gli altri due !?

    consiglio comunque questo… sulla via dell’amicizia:

    L’armonia ritrovata a Est 🙂 …Al concerto non c’era Boris Pahor, scrittore italiano della minoranza slovena, che tanto si è prodigato in favore della riconciliazione dei popoli di queste terre 🙂
    …C’erano persone di una certa età a seguire i tre presidenti. Hanno applaudito, anche se qualcuno ha protestato per la mancata visita alle foibe di Basovizza. È una questione che sembra riguardare soprattutto le generazioni più vecchie. Le nuove guardano avanti. Come quelle che erano sul palco in piazza dell’Unità d’Italia. Già per loro il nome di questa piazza suona desueto. Loro, che si spostano senza frontiere preferirebbero indubbiamente ribattezzarla piazza Unità d’Europa. 🙂

    Piazza Unità d’Europa a Trieste…. 🙂
    (ovvio che a Capodistria va bene così…)

    http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-07-14/larmonia-ritrovata-082729.shtml?uuid=AYijxg7B

    il sole 24 ore !? ma che giornale è ? 🙂 e io che cercavo il cambio lira-dinaro….

  3. matteo ha detto:

    hai saltato un passo importante

    Bisogna parlarne e rendere omaggio alle migliaia di sloveni fucilati e morti nei lager, alle migliaia di italiani vittime delle foibe e ai profughi istriani, fiumani e dalmati nella stessa maniera. Come scrittore sono sempre dalla parte dei morti, ma di tutti i morti».

    che poi ai giovani frega la storia è logico, si vive nel futuro no nel passato

  4. Bibliotopa ha detto:

    Cristina Battocletti: e chi è?

    beh, googlando la trovo anche su Bora.la:
    https://bora.la/2008/04/24/quella-linea-che-ci-attraversa/

    è un’esperta di Boris Pahor, e quindi parla di ciò che conosce.

  5. effebi ha detto:

    🙂

  6. Eros ha detto:

    EFFEBI, l’inno di Mameli dal punto di vista musicale non solo è ridicolo, ma vale veramente poco, ammettiamolo senza aver paura di dire “Il Re è nudo!”. In una terra di musicisti come la nostra, avere per inno una marcetta paesana è veramente un insulto.
    In confronto, la musica dell’inno sloveno ma, soprattutto, quella solenne dell’inno croato valgono molto di più. Per me il più bello resta quello della Repubblica Ceca, comunque.

  7. Eros ha detto:

    Per chi volesse ascoltare l’inno ceco, che per molti versi riecheggia la VLTAVA/MOLDAVA del grande Smetana:

    http://www.youtube.com/watch?v=wiJgTFmF9Zo

  8. Paul Tout ha detto:

    Interessante le osservazioni dagli italiani sugli inni nazionali. Anch’io trovo (e trovò da bambino) quello italiano vagamente ridicolo, frizzante e leggero quanto il paese che rappresenta. Ma peggio di quella monodia britannica ‘God Save The Queen’ NON E’, odiato pure dagli inglesi che preferiscono (per England) a gran lungo la bellissima poesia di Jerusalem di William Blake alla musica di Sir Hubert Parry:

    http://www.youtube.com/watch?v=73eB-aAo8Eg&feature=related

    “Jerusalem”
    And did those feet in ancient time
    Walk upon England’s mountains green?
    And was the holy Lamb of God
    On England’s pleasant pastures seen?
    And did the Countenance Divine
    Shine forth upon our clouded hills?
    And was Jerusalem builded here
    Among those dark Satanic mills?

    Bring me my bow of burning gold:
    Bring me my arrows of desire:
    Bring me my spear: O clouds, unfold!
    Bring me my chariot of fire!
    I will not cease from mental fight,
    Nor shall my sword sleep in my hand
    Till we have built Jerusalem
    In England’s green and pleasant land.

  9. Bibliotopa ha detto:

    A mi el inno de Mameli me emoziona sempre.Soprattutto sonado per orchestra, coem che i fa sempre al inaugurazion del Verdi. Forsi anche perchè me ricordo de co no se lo podeva sonar.
    Anche se come musica me piasi forsi de più quela dela canzon del Piave.
    Ma no per questo ghe dago dela merda ai altri.

  10. jacum ha detto:

    e la serbidiola….
    http://www.youtube.com/watch?v=fcrisOhz0lc

    mah, gavemo perso veramente la consapevolezza de esser mitteleuropei.

  11. Eros ha detto:

    colpa dell’unità d’Italia e dell’occupazione italiana di Trieste-Trst

  12. effebi ha detto:

    complimenti

  13. Eros ha detto:

    È vero: da quando Trieste è italiana ha perso il suo carattere mitteleuropeo

  14. asem ha detto:

    Grande Luigi!!!

  15. asem ha detto:

    Io non ho capito ancora cosa di tanto storico è avvenuto? Lo capiscono solo un certo tipo di giornalisti? Oppure solo un certo tipo di giornalismo? Dovrò andare a vedere e leggere Primorski dnevnik…sono sicuro che mi verrà da ridere …che mi cercheranno di convincere che la seconda guerra e finita e che i “nostri” probabilmente hanno vinto un lecca lecca?
    Cmq uno è il concerto , tutto il resto e solo politica.

  16. jacum ha detto:

    Luigi Venetig,
    il tuo buttarla sul razzismo becero e ridicolizzante fa disgusto e dispiacere, soratuto da una persona come te intelligente, sveglia e sgaja e puntigliosa.

    Non é un fatto di tipo di genti é un fatto economico amministrativo. ovvero sia, da quando noi triestini, siamo amministrati dai taliani del regno d’italia prima, passando al fascismo, un piccolo periodo di TLT governato provvisoriamente dai caschi blu dell’epoca (concedimi questa piccola forzatura) con una leggera ripresina delle attivitá portuali, per continuare poi con una amministrazione provvisoria della neonata repubblica italiana, questi hanno prodotto sempre dei risultati miseri scadenti fallimentari disastrosi.

    il risultato di tale amministrazione é davanti agli occhi di tutti i triestini e non servono statistiche o studi ingegneristici: vai su M.te Grisa e guarda il golfo di Trieste.

    BORI LAVOR SVILUPO FUTURO
    tutto questo non puó realizzarsi perché Trieste risulta essere un ennesimo porto italiano senza specificitá e peculiaritá. in piú é anti economico e non funziona da 60 anni. Il porto di Venezia, o meglio il complesso sistema di porti veneziani sono piú compatibili con la forte economia regionale veneta ricca di fonti di investimento locale e statale.

    Trieste é divenuto un porticiuolo per barchette.

  17. ufo ha detto:

    Comunque io non ho niente ontro la pizza al taglio, anzi…

  18. Eros ha detto:

    No, no, è un fatto di mentalità della gente. A meno che non mi vogliate dire che a Trieste c’è la stessa mentalità che a Palermo. Chi lo dice, nega l’evidenza

  19. arlon ha detto:

    “Loro, che si spostano senza frontiere preferirebbero indubbiamente ribattezzarla piazza Unità d’Europa.”

    Dove se firma?

  20. matteo ha detto:

    be jacum, il vivante gaveva ragion, no se pol darghe torto

    cmq la seconda guerra è finita, mi sembrano solo che si cerchi di fomentare avanti quelle idiozie da contrapposizione che di fatto non esistono, giusto solo per via della politica e dei voti, giusto solo perche cosi qualcuno abbia qualcosa, in verita a chi frega qualcosa? ma a nessuno

  21. ufo ha detto:

    Beh, ci sono quelli a cui i voti servono – per evitare di doversi trovare un lavoro onesto. Visto anche che gli emolumenti non sono proprio da operaio in Ferriera, chi glielo fa fare?

  22. jacum ha detto:

    matteo, no solo el vivante gaeva razon ma anca una folta schiera de vari personagi…

    la veritá e la certezza di quello vedi non possono esser cambiate. ripeto, vai, andate su Mte Grisa e varda el golfo.

    po torna in zitá e zerca lavor. se te lo trovi, dime de quanti bori se sta parlando.

    dall’Italia NO RIVA BORI e NO RIVERÁ.
    conseguenza questa de NO GAVER LAVOR.
    conseguenza de NO SVILUPO.
    ossia NO FUTURO.

    stemo denovo emigrando come dopo el 54…

  23. gio ha detto:

    Comunque, un bello evento: fraterno, con la musica che unisce. E’ ora di pace, basta guerre !!! Largo ai giovani, bisogna guardare al futuro. Peccato che mancasse il presidente austriaco.

  24. effebi ha detto:

    NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!! l’austria NOOOO…
    già in tre facciamo tutto sto casino ! che poi alllora percè non il tedesco con tutto quello che hanno combianato…

    già , il tedesco, si parla sempre e (solo) di fascismo e qualcuno non si ricorda mai di citare l’occupazione (mormbida !?) della “sua terra” da parte del germanico… (chissà perchè…!?)

  25. effebi ha detto:

    19 arlon ma dai ! è facile

    il banchetto per cambiare il nome da piazza unità d’italia in piazza dell’unità d’europa lo trovi a Koper in…
    Trg Tito 🙂 (europeista)

  26. adriano ha detto:

    # 23 gio:

    c’era in prima fila il governatore della Carinzia Dörfler e signora.

  27. ufo ha detto:

    @24 forse perché non è necessario toglierli il prosciutto dagli occhi.

  28. effebi ha detto:

    26 …hanno chiesto scusa !? hanno portato una corona d’alloro ? non saranno mica venuti qui semplicemente ad ascoltare in amicizia un concertino qualsiasi 1?

  29. effebi ha detto:

    27 UFO…ufologicooooo
    bella, grazie…
    allora dimmi:
    quel cancelliere ha per caso voluto (lui stesso) recarsi in polonia ad un monumento che ricordava qualche dramma tedesco causato dai polacchi ?

    perchè questo il sig. turk, a nome della slovenia tutta ha preteso:
    “vengo se posso andare al balkan !!”

    non mi sembra abbia detto “vengo e gia
    à che ci sono vado pure alla foiba” (perchè questa è stata la sostanza)… poi gli stessi esuli (3 volte boni) hanno proposto “anche” la sosta alla …centralina elettrica che (bontà sua) turk ha acccettato…

    grande Ivo invece che ha capito lo spirito, è venuto, non ha posto condizioni (vergognose in quanto condizioni) ha stretto la mano a tutti, ha ascoltato il concerto e …amici più di prima… (questo era da fare tra presidenti .punto-stop)

    il cancelliere della foto ha dimostrato che se si vuole chiedere scusa lo si fa ai monumenti delgi altri, non ai propri…

  30. effebi ha detto:

    anzi…”vengo ma VOGLIO andare al balkan”…
    che è -se possibile- peggio

  31. Eros ha detto:

    Quanto vi brucia la storia del Balkan… l’avete tenuta nascosta, come del resto quelle legate a Gonars, all’italianizzazione dei nomi, cognomi e toponimi, ecc. ecc. per anni ed anni, facendo credere a tutta Italia che le uniche vittime del confine orientale foste voi.

    Il 10 febbraio, poi, avete raggiunto l’apice… diffondendo l’idea – sconosciuta fino ad allora nel resto d’Italia – che gli slavi sporchi brutti e cattivi un giorno si erano svegliato ed avevano deciso “che si fa oggi? si infoibano gli italiani, dai”.

    Già le prime uscite su tv e giornali di Boris Pahor avevano cominciato a farvi schiumare… gli italiani – del resto d’Italia – cominciavano a conoscere TUTTA la storia del confine orientale, non solo una parte. E così sono venuti fuori l’incendio del Balkan, lo sterminio di migliaia e migliaia di slavi nei lager etnici, ecc. ecc.

  32. Eros ha detto:

    perchè questo il sig. turk, a nome della slovenia tutta ha preteso:
    “vengo se posso andare al balkan !!”

    —-

    perché ricorrevano i 90 anni e sa molto bene, il Turk, che da quando è stata istituita la sciagurata giornata del 10 febbraio, in tutta Italia si sta diffondendo UNA SOLA PARTE della storia del confine orientale. Il Turk ha preteso che si parlasse anche di un’altra parte della storia. Quella che per tanto tempo è stata tenuta insabbiata da uno Stato e da un popolo, quelli italiani, INCAPACE di assumersi le proprie responsabilità riguardanti i crimini etnici compiuti ai danni delle popolazioni slave.
    Voi, invece, avevate un disegno ben preciso: approfittare delle guerre jugoslave degli anni ’90 per diffondere nel resto d’Italia l’idea dello slavo sporco, brutto e cattivo.
    Turk, Boris Pahor, Predrag Matvejevic, ecc. ecc. vi hanno rovinato il disegno…

  33. effebi ha detto:

    mah, mi sa che turk se l’è rovinato da solo, gli altri due che han fatto ?

    ah si, boris pahor -come menia- non ha voluto partecipare….

    predrag mi sfugge… un aiutino !? dai federico… fammi schiumare 🙂

  34. effebi ha detto:

    eros …sembri un disco rotto….”in tutta Italia si sta diffondendo UNA SOLA PARTE della storia del confine orientale”

    http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-07-14/larmonia-ritrovata-082729.shtml?uuid=AYijxg7B

    in slovenia si parla (similmente) di foibe ? esodo ? e chi ? e come ?

  35. Eros ha detto:

    33effebi
    16 luglio 2010, 13:27
    mah, mi sa che turk se l’è rovinato da solo, gli altri due che han fatto ?
    ah si, boris pahor -come menia- non ha voluto partecipare….
    predrag mi sfugge… un aiutino !? dai federico… fammi schiumare

    ———-

    non mi chiamo federico

  36. effebi ha detto:

    non riesci a controllarti da solo 🙂

  37. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ effebi

    Pensa che roba: i tre presidenti a Cava Cise… mi so sta là giusto tre giorni dopo che gaveva butà zo la croze la seconda volta.

    L.

  38. matteo ha detto:

    pensa che roba i tre presidenti che da il TLT ai triestini

  39. jacum ha detto:

    Matteo 38,
    anche se poteva esser una bella notizia, debbo dirti peró che sia irrealizabile e di impossibile attuazione.
    Il motivo é semplice quanto reale: questi 3 rappresentanti delle tre rispettive nazioni non hanno l’autoritá e la competenza di dare il TLT ai Triestini perché non hanno la sovranitá su di esso. Ossia non possono dare quello che non posseggono.

    Come stabilito INTERNAZIONALMENTE dalla legge, la sovranitá nella Nazione di Trieste, chiamata Territorio Libero di Trieste, é sospesa. Ossia le tre nazioni che amministrano il TLT lo stanno facendo sapendo di essere amministrazioni civili (violando la legge sono anche militari) provvisorie.

    per maggiori info clikka sul nome “jacum” e visita la pagina web.

  40. ufo ha detto:

    @27 Piero, quello è esattamente il motivo per cui ho linkato quell’immagine, pur senza alcuna speranza che il difficile concetto di “deficit etico” arrivi ad essere intelligibile a quanti hanno lasciato atrofizzare le meningi. Torno a ricordarti che in tutto il mondo non islamico il prosciutto è destinato all’alimentazione, non a sostituire le lenti a contatto…

    Il presidente Türk ha giustamente fatto presente a chi lo ha invitato che in quel particolare giorno gli sarebbe stato impossibile sia dal punto di vista istituzionale che umano non ricordare il fatto con cui ebbero inizio i pogrom razzisti nel Litorale, la tentata strage che segnalò la sopraggiunta immunità da ogni conseguenza per chi avesse piacere ad ammazzarne gli abitanti. Che Josipović abbia ritenuto di partecipare non mi stupisce – anche i suoi connazionali hanno vissuti gli stessi pogrom. Che, per la prima volta, un istituzione italiana non abbia ancora una volta fatto finta di non vedere, non sentire, non ricordare è un barlume di speranza per un futuro meno ipocrita.

    Suppongo che per “andare alla foiba” tu intenda riferirti al pozzo della miniera di Bazovica. Riferimento poco prudente, lasciatelo dire; potrebbe benissimo essere un luogo simbolico, ma simbolo di qualcos’altro: della malafede di un paese nei confronti della Storia ed, appunto, di un deficit etico ben preciso. Lasciami ricapitolare la storia postbellica del Šoht. Nell’immediato dopoguerra si va ad affermare che il pozzo sarebbe la tomba di un numero di “solo perché italiani” variabile tra i due ed i tre mila – non perché un tale numero di persone risultasse in effetti mancante all’anagrafe, ma perché tanti ne servivano per raggiungere un totale di infoibati ritenuto a tavolino necessario e sufficiente per gli scopi politici allora perseguiti. Raggiunti gli scopi l’intera faccenda viene messa in freezer e archiviata. Il buonanima Gianni “Lagrima” Bartoli, ultra-nazionalista sindaco di Trieste, non ci trova infatti nulla di disdicevole o obiettabile nel trasformare il sacro luogo in letamaio comunale, facendoci trasportare giornalmente camion interi di residui bituminosi dalla raffineria di Žavlje. Questo sì che è rispetti per i morti ( e scommetto che il “colpevole silenzio” sui camion di residui tossici è colpa della sinistra, ecc. ecc.) . Poi vengono gli anni Ottanta, torna la necessità di una strategia politica rivolta ad Est e, come uno zombie, lo spettro delle foibe riparte esattamente da dove si era fermato.

    Peccato però che lo scorrere del tempo non si sia fermato, almeno a Londra; se infatti a Roma gli archivi dell’Ufficio zone di confine al Viminale, principale artefice e promotore di ogni porcheria successa nel dopoguerra da queste parti, resta e resterà a lungo secretato al di là di ogni termine di legge (per la vergogna di quanto contenutovi) – gli archivi britannici diventano invece accessibili ai ricercatori. Apriti cielo: si scopre che il Šoht nel 1945 gli inglesi (con gli americani a guardare da dietro le spalle) lo hanno effettivamente esplorato per verificare tali voci di eccidi di massa, e che dopo due mesi di scavi hanno riportato in superficie quello che c’era. Centoquaranta corpi di militari tedeschi, caduti in combattimento durante la battaglia per Trieste, ed il cadavere di un civile. Tutto debitamente messo a rapporto e spedito a Londra assieme al suggerimento finale: far finta di non aver mai scavato e utilizzare le storie di infoibamenti contro il confinante nell’ormai conclamata guerra fredda. Suggerimento accolto sia dagli alleati che dall’Italia, che risulta puntualmente al corrente di quanto scoperto. Veramente una storia edificante, specialmente per quanti abbiamo per tutto il dopoguerra ascoltato i governanti italiani sproloquiare sui 500 metri cubi di italiani – senza sospettare che gli stessi fossero a conoscenza della verità sin dal lontano 1945.

    Come da buone abitudini gradiscano lor signori pure i riferimenti bibliografici: gli estratti dei documenti albionici (con tutti i riferimenti archivistici) sono riportati nel volume sulle operazioni clandestine delle missioni alleate nella nostra regione del professor Bajc (Gorazd Bajc, Operacija Julijska krajina, ed. Založba Annales, Koper 2006) e poi ancora nell’appendice dello stesso all’ultimo volume del Pirjevec (Gorazd Bajc, Gli angloamericani e le »foibe«, in Jože Pirjevec, Foibe, una storia d’Italia, Giulio Einaudi editore, Torino 2009). Per chi giudicasse la Storia secondo l’etnia di chi scopre e pubblica dati documentali risulta esservi anche un volume di Fabio Amodeo (se la memoria non mi tradisce) che si basa sulle stesse fonti e ne trae le stesse conclusioni. Non ce l’ho, questo volume, quindi eventualmente ve lo cercate da soli.

  41. ufo ha detto:

    Ma forse un esempio solo non basta ai malfidenti. Che dire allora di quanto portato alla luce da quell’ambiguo personaggio che risponde al nome di Marco Pirina? Una persona che pure il Piero avrebbe difficoltà ad etichettare come slavo-comunista….. Presentiamolo: ex-dirigente dell’organizzazione universitaria del MSI, inquisito ma subito prosciolto nelle indagini sul golpe Borghese, figlio di un ufficiale di Salò ucciso dai partigiani, condannato fino in Cassazione per aver dato dell’infoibatore a tre signori che in effetti non lo erano mai stati, autore di liste di infoibati in cui la Cernigoi aveva riscontrato tassi di errore (tra doppi conteggi e fesserie vere e proprie) del 64%. E, a quanto se ne sa, privo di qualsiasi titolo accademico relativo allo studio della storia. Chissa quale delle suddette caratteristiche l’avrà fatto prescegliere dalle massime autorità come prima (e per quanto se ne sa, unica) persona autorizzata ad avere accesso agli archivi di Carabinieri e Guardia di finanza. Fatto sta che l’accesso l’ha avuto, lui solamente, e ne è venuto fuori con una pubblicazione in quattro volumi, “Registro delle vittime del Confine Orientale – Gli Italiani e gli Istroveneti”, in cui dice che il 90% dei conclamati 20 mila infoibati – non ci sono mai stati. Ergo, qualcuno se li è inventati. Non oso pensare a quel che verrà alla luce quando finalmente quegli archivi diventeranno accessibili anche a storici veri ( mi pareva che qualcuno avesse definito la Storia come tutta già scritta e finita, da queste parti?). Facile dedurre che se dagli archivi segreti di corpi armati dello Stato vengono fuori cose così, è ben difficile dare il beneficio del dubbio a quanti hanno sproloquiato di foibe da poltrone ministeriali – o i Carabinieri li avranno tenuti all’oscuro di quanto conservavano in archivio. Riporto come spunto di riflessione una citazione dall’intervista del Pirina al Primorski dnevnik (la data è il 14 febbraio 2010, la pagina quella di Gorizia al nr. 9): “Abbiamo utilizzato pure gli elenchi dei servizi segreti italiani, dei carabinieri e della Guardia di finanza, a cui finora nessuno ha avuto accesso. Devo ammettere che è stato molto più facile accedere agli archivi sloveni e belgradesi che a certi archivi romani.”

    Ma forse ho capito male e la foiba a cui tu proponi la visita è la tanto chiacchierata Golobivnica, palcoscenico delle gesta teatrali di un noto esponente del mondo dell’esodo, tale Lacota. Per chi si fosse perso le puntate precedenti, per un paio di anni di fila questo personaggio aveva organizzato dei cosiddetti pellegrinaggi a delle supposte foibe oltreconfine, con la popolazione locale a spiegargli ben poco diplomaticamente che non sentivano bisogno di nuove invenzioni di foibe e che piuttosto andasse a pellegrinare a casa sua. Grande clamore sulla stampa nazionale per i patemi del nostro, a cui si imponeva l’inaudita sofferenza di compilare un modulo. Assai meno clamore, invece, per l’epilogo decisamente sottotono. Il pellegrinaggio di quest’anno, infatti, malgrado l’assenza di ulteriori impedimenti è stato dirottato nel Goriziano, verso luoghi effettivamente di sepoltura. Come mai? Forse perché oltreconfine, a differenza di altri paesi che non vado ad identificare, la segnalazione di cadaveri provoca d’ufficio un indagine. Inutile dire che l’esito di tale indagine ha dato piena ragione agli incolti buzzurri locali ed alle loro certezze che in quelle mete di pellegrinaggio di “solo perché italiani” non ce ne fosse la minima traccia; altrettanto scontato rilevare che di tutti i media in lingua italiana che hanno urlato al vilipeso pellegrino non uno solo ha poi ritenuto di informare il pubblico della brutta figura del Lacota. In sintesi, l’Ispettorato per l’ambiente ha verificato sia Golobivnica che la miniera dismessa di Rodik ed un altra grotta presso Socerb trovandovi di tutto, tra cui addirittura biciclette e motocicli, per complessivi 400 metri cubi – ma cristiani zero. Sono certo che sarebbe in effetti il luogo ideale per “andare alla foiba”.

  42. ufo ha detto:

    Ma non abbatterti: ti porgo un ramoscello d’ulivo in segno di assenza di rancore e mi associo al tuo suggerimento di un atto formale alla foiba di Basovica. APERTA, naturalmente, perché la luce del sole continua ad essere il miglior disinfettante. Che il coso venisse aperto ormai è stato chiesto da un arco di posizioni ben più ampio di quello costituzionale, dagli abitanti del luogo al non compianto Giorgio Almirante. Ci stai? O l’idea sottoporre a verifica quanto finora affermato ti turba?

    Un ultima questione: ma cosa c’è infine nel ricordare una delle tante tragedie sofferte da Sloveni e Croati sotto l’occupazione italiana che provoca tanto movimento e trambusto nelle associazioni che affermano di rappresentare gli esuli. Mai finora mi ricordo che avessero sentito la necessità di un contrappeso politico alle proprie innumerevoli iniziative, ora invece si esige tale contrappeso – ma secondo quale logica? Non mi sembra che in occasione dell’anniversario del Narodni dom sia stato postulato un qualche coinvolgimento o concorso, morale o materiale, di tali associazioni o dei loro rappresentati nell’atto criminoso. Qual’è il motivo, nel ricordare un tale tragico fatto effettivamente avvenuto, per cui ANVGD, Unione degli Istriani ed arcipelaghi vari ritengono di sentirsi chiamate in causa. A me sembrerebbe che fatti avvenuti ben prima dell’esodo ecc. dovrebbero essere del tutto irrilevanti agli scopi pubblicamente proclamati di tali enti. C’è qualcosa sotto tutto questo agitarsi?

  43. ufo ha detto:

    @39 Jacum, troppa fantapolitica ti fa male – potrebbe farti bene leggere un po di storia: quella del Patto (segreto) di Londra del 1915, col quale britannici e francesi comprarono le vite di 650 mila poveri cristi pagandole con quel Litorale sul quale non avevano nè la sovranità ne alcun altro titolo o parvenza di pretesa. Gli unici a farsene cruccio sono stati gli abitanti della Primorska, gli altri se ne sono strafregati.

  44. Eros ha detto:

    41ufo
    17 luglio 2010, 16:01
    Ma non abbatterti: ti porgo un ramoscello d’ulivo in segno di assenza di rancore e mi associo al tuo suggerimento di un atto formale alla foiba di Basovica. APERTA, naturalmente, perché la luce del sole continua ad essere il miglior disinfettante. Che il coso venisse aperto ormai è stato chiesto da un arco di posizioni ben più ampio di quello costituzionale, dagli abitanti del luogo al non compianto Giorgio Almirante. Ci stai? O l’idea sottoporre a verifica quanto finora affermato ti turba?
    Un ultima questione: ma cosa c’è infine nel ricordare una delle tante tragedie sofferte da Sloveni e Croati sotto l’occupazione italiana che provoca tanto movimento e trambusto nelle associazioni che affermano di rappresentare gli esuli. Mai finora mi ricordo che avessero sentito la necessità di un contrappeso politico alle proprie innumerevoli iniziative, ora invece si esige tale contrappeso – ma secondo quale logica? Non mi sembra che in occasione dell’anniversario del Narodni dom sia stato postulato un qualche coinvolgimento o concorso, morale o materiale, di tali associazioni o dei loro rappresentati nell’atto criminoso. Qual’è il motivo, nel ricordare un tale tragico fatto effettivamente avvenuto, per cui ANVGD, Unione degli Istriani ed arcipelaghi vari ritengono di sentirsi chiamate in causa. A me sembrerebbe che fatti avvenuti ben prima dell’esodo ecc. dovrebbero essere del tutto irrilevanti agli scopi pubblicamente proclamati di tali enti. C’è qualcosa sotto tutto questo agitarsi?

    —-

    certo che si agitano: gli italiani, grazie al concerto di Muti, ai libri di Boris Pahor ed agli articolo di Matvejevic stanno “scoprendo” che anche gli slavi hanno subito dei crimini. E che anche gli italiani non sono quei “bravagente” che vorrebbero far credere i nazionalisti di destra…
    Una storia insabbiata per tanto tempo e che sta venendo a galla e che mina i teoremi di tanti nazionalisti

  45. marisa ha detto:

    EROS, se fossi in te, non sarei così ottimista. Gli italiani non stanno scoprendo affatto che gli italiani non sono “brava gente”. Anzi, in Italia c’è più che mai in atto un revisionismo storico neo-fascista che non promette niente di buono.

  46. Eros ha detto:

    Marisa, ci vuole tempo

  47. marisa ha detto:

    Per questo “il concerto dell’amicizia” mi ha lasciata del tutto indifferente.

  48. Triestin - No se pol ha detto:

    Meno concerti dell’amicizia più lavor……
    no se vivi de aria

  49. Eros ha detto:

    – Internet

    + Cabernet

  50. Luigi (veneziano) ha detto:

    Propongo di inserire un disclaimer prima di ogni commento su bora.la, così si evitano i soliti dischi rotti.

    Il disclaimer è il seguente:

    – L’Italia è un paese fascista e nazionalista, senza memoria e mafioso. Slovenia e Croazia sono dei paradisi, eredi del miglior sistema politico-economico mai visto sulla terra: la Jugoslavia di Tito.

    Una volta chiarita per sempre questa fondamentale verità, si potrà commentare più liberamente.

    L.

  51. ufo ha detto:

    Approvato, ma a condizione che sia bilingue. 🙂
    Ma, oltre alla tua personale soddisfazione, c’entra qualcosa con il post o qualcuno dei commenti, o hai solo finito di nuovo gli argomenti?

  52. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ ufo

    Vedi: mi pareva carino trasfoermare il tuo inno di sperticato amore nei confronti del presidente Turk e di dileggio dell’Italia in qualcosa di positivo.

    Capisco che tu soffra di non stare dalla stessa parte del confine dei tuoi connazionali, laddove l’ambrosia scorre a fiumi e il miele stilla dai fiori, e mi dispiace invece che tu viva nella topaia in cui i brutti, cattivi e usurpatori italiani t’hanno cacciato.

    Mi spiace che tu e la tua famiglia non abbiate potuto vivere dall’interno l’esaltante cinquantennio della Jugoslavia socialista, dovendovi cuccare invece cinquant’anni di fustigazioni democrstian-fasciste.

    Dev’essere stato frustrante fare i conti con le vette inenarrabili delle conquiste sociali ed economiche della federativa appena a pochi chilometri da casa, e poi alla sera entrare nella propria topaia a mangiare cicoria.

    Capisco anche che ti roda l’animo non aver vissuto dall’interno l’epopea delle guerre jugoslave, appiattendoti invece nello schifìo del tran tran triestino, dove la miseria e il conformismo nazionalista la facevano e la fanno da padrone.

    Comprendo quindi ed apprezzo di tutto il cuore il tuo messaggio verso il presidente Turk, l’Uomo Giusto e Buono, che tanto dovette soffrire dall’Uomo Brutto e Cattivo (oltre che vecchio) di nome Napolitano. Napolitano! Già il nome fa accapponare la pelle e controllare il portafoglio.

    Non disperare però: la ruota della storia gira ancora. Arriverà il giorno in cui questi ingiusti confini che ti obbligano a vivere da quando hai emesso il primo vagito sotto un regime fascio-nazionalista saranno spostati a ovest.

    Sarà il giorno del riscatto.

    Prepara già le lacrime, amico mio.

    Luigi (veneziano)

  53. Srečko ha detto:

    Luigi

    Come sempre, quando nion hai argomenti, vai via con offese. Ufo ha fatto delle affermazioni, alle quali non rispondi, ma lo attacchi con delle offese e delle falsita’.

    Ora ovviamente la Redazione chiudera’ il dibattito, cosi’ da darti, ancora una volta, il diritto dell’ulzima parola!

  54. Luigi (veneziano) ha detto:

    Vogliamo parlare delle affermazioni?

    C’è da commentare questa frase scritta dal nostro amico “ufo”:

    “senza alcuna speranza che il difficile concetto di “deficit etico” arrivi ad essere intelligibile a quanti hanno lasciato atrofizzare le meningi. Torno a ricordarti che in tutto il mondo non islamico il prosciutto è destinato all’alimentazione, non a sostituire le lenti a contatto”.

    Esplicitiamola quindi: in Italia c’è un deficit etico. Quindi noi italiani eticamente non andiamo tanto bene. Oltre a ciò, il concetto non è nemmeno tanto chiaro agli italiani, che hanno “atrofizzato le meningi” e usano il prosciutto “a sostituire le lenti a contatto”.

    E perché io dovrei commentare questa dichiarazione così bella, genuina a provata?

    Dove stanno le prove del “deficit etico” italiano? L’ha detto Turk, quindi non può che essere vero: quando parla il presidente sloveno, dobbiamo solo metterci sugli attenti.

    Dopo di che, si propone di aprire la foiba id Basovizza. Sulla base di quale considerazione? Del fatto che in realtà sia un falso: niente è mai stato sepolto lì dentro, tranne un paio di centinaia che però italiani non erano.

    Le prove? Uno studio di uno studioso sloveno.

    Io non voglio per nulla entrare nella sterilissima discussione sul fatto se Basovizza sia o meno una tomba, perché questo non è il punto: il punto è che anche secondo la Cernigoi (un’assatanata pseudostudiosa filotitina di ritorno) un migliaio di triestini sono stati ammazzati dopo la guerra.

    Per cui se non vogliamo che sia Basovizza il luogo, scegliamo un altro luogo per commemorare questi infoibati: un prato sul Carso, o una piazza al centro di Trieste. Il punto però non si modifica: gli jugoslavi arrivando da queste parti hanno pensato bene di ammazzare ed incarcerare, in vista della futura annessione. I liberatori, in definitiva, è vero che hanno distrutto gli occupatori, poi però sul groppone hanno accumulato anche una serie di nefandezze sulle quali il sig. Ufo o il sig. Srecko (Eros lasciamolo perdere: è un troll) non hanno MAI scritto nulla di nulla.

    Ufo e Srecko in realtà distillano solo e unicamente parole d’odio, cammuffate in vario modo, senza aver mai desiderato qui dentro trovare un punto di contatto. C’è solo un nemico da eliminare. Essi sono esattamente l’esatto contrario delle associazioni degli esuli che gli fanno venire la schiuma alla bocca, e non si accorgono nemmeno di essere i perfettissimi contraltari di Lacota & Co.!!!

    Ufo e Srecko: tu sorreggi Lacota come nemmeno diceimila esuli invasati potrebbero fare!

    Ufo e Srecko: fino a quando sputerete sulle sofferenze dei vostri compaesani triestini italiani, essi (quelli più salmanati) non faranno altro che eseguire la stessa azione!

    Andando più nello specifico, vogliamo analizzare le fondi di Bajc?

    Egli prende i documenti angloamericani, e li cita in vario modo. Se dobbiamo accettarne la veridicità, allora dobbiamo notare:

    1. Che i rapporti angloamericani parlano di metodi brutali degli jugoslavi, che nella Venezia Giulia hanno attuato uno “stato di guerra totale”, ovvero una nuova occupazione ancora peggiore di quella nazista (Bajc nel libro di Pirjevec che a te piace tanto, p. 304). Perché non hai citato questo passaggio, mio caro ufo? Troppo difficile accettare anche questa verità scaturita dalle fonti?

    2. Gli angloamericani non sanno bene quanti sono gli arrestati nella zona A, e ovviamente non sanno nulla della zona B. Si ritiene che nei “quaranta giorni” siano state arrestate 1100 o 1200 persone (p. 302). Un informatore parlò di 7000 arrestati a Fiume (p. 302), ma ritenevano che il numero più corretto fosse di 3000 (p. 302). Al 5 giugno però l’OSS riferisce di circa 5000 vittime a Trieste (p. 303). Miha Krek – anticomunista jugoslavo – afferma che in Jugoslavia vi sono migliaia di persone deportate ed uccisioni sommarie (p. 303). Gli angloamericani parlano del governo militare jugoslavo nella Venezia Giulia come di un “regno del terrore” (p. 303).

    Mi sono limitato solo a due pagine del saggio sdi Bajc, ma se vuoi possiamo andare avanti ad libitum.

    Capirai quindi che la realtà all’acquetta di rose da te racocntata va integrata, e lo si può fare anche utilizzando le tue stesse fonti.

    Come dire che hai citato malissimo. Non sarai mica un manipolatore in malafede?

    Luigi (veneziano)

  55. ufo ha detto:

    Ehi, ma quanto vi accaldate tutti quanti. Vi si son rotti i condizionatori? All’Euronics trovate i ventilatori cinesi a 18 euro, in caso di emergenza…

    In effetti prevedo lacrime a breve scadenza: appena rinfresca mi metterò a tagliar cipolla ( cresciuta a tre metri dalla porta di casa – vale come chilometri zero?). Ad uso alimentare, non per usarla come qualcuno si dice usi il prosciutto…

    Credo che abbiamo un problema di comunicazione. Finora avevo creduto di cavarmela quantomeno decentemente colla lingua di Dante, ma sembra che ho combinato invece un qualche pasticcio (do per scontato che l’italiano tu invece lo parli perfettamente e quindi non si tratta di errata interpretazione da parte tua).

    Credevo sinceramente di aver espresso e tradotto correttamente il mio pensiero quando ho scritto che il Türk non poteva, come sloveno e come Capo di stato, non recarsi al Narodni dom. Forse risulta più comprensibile girando la frase: fosse venuto a sentirsi il concerto senza passate per piazza della Caserma sarebbe stato inaudito. Che altri due suoi colleghi si siano aggregati mi fa piacere, ma è lui che non poteva non andarci. Nulla di tutto questo implica alcun particolare giudizio di estremo apprezzamento, generico o specifico all’occasione. Doveva farlo, lo ha fatto, e lo ha fatto decentemente come, per quel poco che ne capisco, è sua abitudine. Erano in tre? Meglio, ma importante era che ci fosse andato lui. Altrimenti era da tirargli ortaggi.

    Riguardo al nome dell’attuale inquilino del Quirinale – potrebbe essere un effetto limitato agli italici nativi. Ad uno sloveno piuttosto fa pensare alle napolitanke, che il resto del mondo chiama wafer. Sempre roba che si mangia, giusto per restare in tema. Sull’età del medesimo, invece, mi asterrei dall’infierire, visto che siamo tutti quanti avviati in quella direzione (e colla speranza di arrivarci).

    Ringrazio di cuore la tua sensibilità nel comprendere gli effetti collaterali del modo in cui hanno paracadutato questo accidente di confine tra me ed i miei cugini. Se l’Italia avesse accettato Ancarano in cambio di casa mia, cosa che la Federativa aveva proposto almeno due volte nelle varie conferenze di Pace (fonte: le memorie di Šušmelj), sicuramente certe cose nella mia vita sarebbero state più semplici.

    Temo però che certi tuoi preconcetti estrapolati oltre ogni misura ti abbiano portato a conclusioni strampalate. La tua caricatura della Jugoslavija come una brutta copia della Corea del Nord senza il kimchi non corrisponde alle mie memorie dei periodi in cui in Jugoslavia ci ho, in effetti, vissuto, studiato e lavorato. Per confronto, mi è pure capitato per un periodo fortunatamente breve di lavorare in quel di Taranto – e ti assicuro che non avrei alcun problema a scegliere la prima invece della seconda. Posso capire che un altro possa avere gusti differenti, comunque.

    Mettiti il cuore in pace per il confine: avrebbero potuto tracciarlo meglio, magari rispettando la volontà delle popolazioni – ma ormai il pasticcio è fatto e ci tocca tenerlo com’è. Casomai non te ne fossi accorto spostare confini la maggior parte delle volte implica accoppare una discreta quantità di gente, per cui l’idea mi ispira assai poco; anche perché non ho questa fissazione del confine come muro che alcuni si tengono in testa – e continueranno a farlo tra mezzo secolo. Sono decenni ormai che vivo saltando da una parte all’altra del confine sentendomi a casa su ambo i lati e i finanzieri e graničari che fino a poco fa rompevano le scatole erano più che altro un fastidio limitato a quei pochi metri di percorso obbligato.

    P.S.: ho dovuto cercare nel Zingarelli il significato di ‘ambrosia’ – e questa è pura ignoranza da parte mia. Ma pure ho dovuto verificare l’uso di ‘riscatto’: a me la parola ricordava assai di più il metodo con cui alcune regioni del tuo paradiso in terra usavano risolvere il problema del pane quotidiano e dell’indispensabile Mercedes. Cose che capitano.

  56. marisa ha detto:

    Ho sotto gli occhi il volume “Foibe – Una storia d’Italia” di Joze Pirjevec. In questa libro c’è anche il saggio storico scritto da Gorazd Bajc (da pagina 295 a pagina 318) dal titolo “Gli angloamericani e le “foibe”. Saggio da cui Luigi ricopia alcune frasi. A mio giudizio le frasi sono scelte con molta cura da Luigi.

    Quindi ritengo di poter fare anch’io lo stesso “giochino” di Luigi.

    Pag 305 – dal saggio di Bajc:
    ” (…) Una segnalazione trasmessa il 3 maggio da un ufficiale di collegamento alleato rileva che: “Tutti i rapporti concordano che la disciplina delle truppe di Tito è buona. Non hanno commesso le atrocità che ci si aspettava; hanno solamente ammainato la bandiera italiana sostituendola con quella comunista” (…)”

    Basta ricopiare le frasi “giuste”…

    Il saggio di Bajc è, a mio giudizio, molto valido sul piano storiografico…..ma bisogna leggerlo tutto senza estrapolare le frasi che piacciano di più!

  57. Eros ha detto:

    “le atrocità che ci di aspettava”. Soliti pregiudizi nei confronti dei balcanici

  58. piero vis'ciada ha detto:

    ciò molè dai ! a muja xe el caneval estivo… vignì a ciapar fresco…
    http://www.flickr.com/photos/pierovis-ciada/3889404646/

  59. Eros ha detto:

    Caro UFO, io in Jugoslavia non ci ho vissuto, però ti confesso che avrei voluto tanto viverci.
    Ho raccolto centinaia e centinaia di testimonianze e ti dico che tutti mi hanno confermato quanto mi dici: la vita scorreva piacevole e spensierata, tanto che moltissime persone rimpiangono quegli anni, specie quelli che vanno dal 1970 al 1985.
    Il “socialismo dal volto umano” jugoslavo era evidentemente scomodo agli Usa ed al Vaticano, tanto da vedere questi due attori in prima fila (gli Usa tramite il loro braccio esecutivo, il FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE che tirò il collo al grande Ante Markovic) nella dissoluzione della Jugoslavia.
    Ti confermo che se avessi dovuto scegliere tra la Jugoslavia socialista e Taranto o Palermo avrei scelto la prima. Ed ancora oggi sceglierei la Slovenia e non certo la Sicilia o la Puglia. Niente di particolare, ma la mentalità levantina non fa parte della mia cultura. Preferisco quella mitteleuropea.

  60. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    Sono contento che tu mi dia ragione: eventualmente si voglia citare Bajc, bisogna farlo nel modo più corretto.

    Dopo di che, se si è capaci si può anche sottoporre a critica.

    Solo i “fedeli” credono ciecamente a ciò che leggono, soprattutto quando ciò che leggono è un libro chiaramente indirizzato politicamente come il libro collettaneo curato da Pirjevec.

    Oltre a ciò, devo però notare un’altra cosa: gran parte delle affermazioni fatte da ufo non sono contenute nel libro di Bajc, ma nelle opere di Claudia Cernigoi. Guarda un po’ te chi fa capolino: quella che ritiene che Rifondazione Comunista faccia il gioco dei capitalisti per screditare il movimento comunista nel mondo! Evidentemente questa autrice piace talmente tanto a ufo, ch’egli la tiene in mente anche quando cita un altro autore.

    Di conseguenza il nostro amico ufo dovrebbe imparare molto meglio come si cita, altrimenti è troppo facile far notare le voragini e le manipolazioni delle sue ricostruzioni.

    Venendo direttamente poi a ciò che sempre ufo mi rimarca, noto con piacere ch’egli non torna più sulla questione del “deficit etico” che io ho analizzato. Evidentemente non sa proprio come difendere quest’affermazione turkiana, che io considero per lo meno azzardata, per non dire idiota, soprattutto se considerata nel contesto delle relazioni internazionali. Turk ha detto un’idiozia, ma diciamo ch’è fortunato: si è trovato di fronte uno come Napolitano che tutto sommato ha fatto spallucce. Se si fosse trovato un personaggio come Tudjman o come lo stesso Mesic, probabilmente sarebbero volati gli stracci.

    Turk non poteva non recarsi al Narodni Dom, tu dici. Sono d’accordo con te, e ritengo che sia stato un bel gesto quello di accettare tale condizione. Così come credo sia stato un bel gesto accettare di rendere omaggio al memoriale dell’esodo.

    Sarebbe troppo pretendere che in una qualsiasi località della Slovenia e della Croazia vengano ricordati questi ex cittadini, che “improvvisamente” se ne andarono?

    Sarebbe troppo pretendere che dopo tutte le messe e le visite e gli studi semi-estasiati sui domobranci, sugli ustascia, con tanto di pellegrinaggi a Bleiburg e commissioni sulle fosse comuni in Slovenia, vi fosse una-targa-una e un-fiore-uno messo lì da un-uomo-politico-uno che sia sloveno o croato all’interno del proprio territorio?

    Non sarebbe bello che gli uomini politici sloveni e gli storici sloveni la smettano di considerare Gorizia e Trieste come “un’occasione persa”?

    Voi direte: saranno robette da politicanti da quattro soldi! E invece io vi ricordo che fu un primo ministro sloveno Janez Jansa a dichiarare con rammarico nel 2005 che “se il regime jugoslavo non avesse trascinato il Paese al di là della cortina di ferro, avremmo potuto contare anche su Trieste, Gorizia e la Slavia veneta”. Ma che peccato!

    E lo storico capodistriano Darko Darovec come chiama la conclusione degli accordi sui confini, con la Slavia Veneta, Trieste e Gorizia che rimasero italiane? “Il grande sacrificio sloveno per la Jugoslavia”.

    Cavoli! Gli sloveni si sono “grandemente sacrificati” per la Jugoslavia, e segnatamente per i croati! E lo dice non uno storico nazionalista sloveno al massimo grado, ma un riconosciuto storico locale, i cui genitori – fra l’altro – vennero a Capodistria dall’interno della Slovenia, andando ad abitare in una casa di uno che se ne andò. Chissà se Darovec pensa che quello non fece mai un minimo di sacrificio “per la Slovenia”. Comunque sia, anche se lo pensa non l’ha scritto.

    Luigi (veneziano)

  61. ufo ha detto:

    Caro sig. Luigi, vedi che non hai ancora regolato il tuo condizionatore. Ricordati, in caso di caldo giri la manopola verso il blu.

    Vedo che “lo studio di uno studioso sloveno” non ti va giù. Ti sei accorto che in mezzo ai due riferimenti relativi al Bajc c’è appositamente un riferimento ad un autore italiano che ha visionati gli stessi rapporti britannici ed è giunto alle stesse conclusioni. Sta lì esplicitamente ad uso e consumo di quanti giudicano un testo di indagine storica dall’etnia dell’autore. Sta lì per te, per capirci.

    La questione se il Šoht sia o meno una tomba non è il punto? Solo se non hai passato tutta la via a sentirtela rinfacciare – ovviamente senza aver mai ammazzato nessuno, solo per l’origine etnica. Il punto è che per mezzo secolo i vari governi d’Italia, a conoscenza dal 1945 del contenuto dei rapporti britannici, hanno continuato a usare come arma di mera politica l’affermazione che nel Šoht ci fossero, non metaforicamente ma effettivamente, cinquecento metri cubi di cadaveri. Poi a Londra si apre un archivio e di colpo: abbiamo scherzato! Forse che il monumento nazionale è solo un simbolo astratto! Dopo, ovviamente. Prima guai a mettere in dubbio le affermazioni, la “verità di stato”.

    Non mi è chiaro a partire da quale punto, secondo te, è giustificato parlare di “deficit etico”. Forse se iniziassero ad ammazzare gente pur di riempire il pozzo per il gusto di avere ragione soddisferebbe i tuoi criteri restrittivi. I miei criteri sono alquanto più immediati: la malafede coll’intenzione di istigare all’odio è deficit etico.

    Forse ti sarà sfuggito nella foga della lettura, ma nel mio commento avevo infatti proposto anche un luogo alternativo di commemorazione: Golobivnica. Letteralmente un prato sul Carso, come s’è visto e verificato. Avrei potuto lanciare come proposta Brežice, punta estrema del Regno d’Italia, giusto per non far girare l’universo intero attorno a Trieste…

    La vera volta che il Lacota avrà bisogno di un sostegno non basteranno le mie risorse. Nel frattempo mi sembra che non stia esattamente chiedendo aiuto. Chiede soldi, invece, come gl’impone la tradizione dell’associazione che presiede – ma è abbastanza sveglio da chiederli allo stato piuttosto che al sottoscritto. Chiede anche titoli sui giornali, ma mi sa che tra la brutta figura su Golobivnica e la brutta figura su quel film le redazioni (e la Farnesina) hanno imparato a vagliare bene le sue esternazioni. Dici che posso dargli una mano per la prossima figuraccia?

    Vado a tagliare questa cipolla, ma prima smentisco nel modo più categorico che ci siano “nemici da eliminare”. Eventualmente ci sarebbe da eliminare la stupidità umana, ma se questo era un programma troppo ambiziose per de Gaulle, figuriamoci per me. Prometto però di piangere calde lacrime.

  62. marisa ha detto:

    LUIGI, so che ti darò un dolore, ma personalmente ho trovato la ricerca storica scritta da Joze Pirjevec (Foibe – Una storia d’Italia – ed. Enaudi) non solo documentatissima sul piano storiografico, ma da consiliare come testo scolastico (in Italia, ovviamente!).

    Per quanto riguarda la storica triestina Claudia Cernigoi, ha tutta la mia stima per il metodo che usa nella ricerca storica: documenta tutto quanto afferma. E’ così che si fa la ricerca storica! E infatti con questo metodo ha fatto le pulci agli elenchi di infoibati: direi con ottimi risultati visto quello che ha scoperto….e proprio per questo è così odiata…..

    Al di là delle idee politiche della storica Claudia Cernigoi (che sono fatti suoi!), fondamentale è che la ricerca storica venga fatto in maniera corretta e soprattutto documentata (con i documenti ovviamente presentati e pubblicati!)e non con il “Tizio mi ha detto che Caio gli ha riferito che XY pensa che…”

    E qui chiudo – torniamo al POST.

  63. Alessandro Claut ha detto:

    La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
    siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
    La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
    La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,questo rumore che rompe il silenzio,
    questo silenzio così duro da masticare.
    E poi ti dicono “Tutti sono uguali,
    tutti rubano alla stessa maniera”.
    Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
    Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone, la storia entra dentro le stanze, le brucia, la storia dà torto e dà ragione.
    La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere,
    siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere.
    E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia)
    quando si tratta di scegliere e di andare,
    te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,
    che sanno benissimo cosa fare.
    Quelli che hanno letto milioni di libri
    e quelli che non sanno nemmeno parlare,
    ed è per questo che la storia dà i brividi,
    perchè nessuno la può fermare.
    La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
    siamo noi, bella ciao, che partiamo.
    La storia non ha nascondigli,
    la storia non passa la mano.
    La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano.

  64. Alessandro Claut ha detto:

    Alla sera vedo donne bellissime
    Da Venezia arrivare fin qua
    E salire le scale e frusciare
    Come mazzi di rose
    E il profumo rimane nell’aria
    Quando la porta si chiude
    Ed allora le immagino nude aspettare.
    Sono attrici scappate da Roma
    O cantanti non ancora famose
    Che si fermano per una notte
    O per una stagione
    Al mattino non hanno pudore
    Quando scendono per colazione
    Puoi sentirle cantare
    Se quest’acqua di lago fosse acqua di mare
    Quanti pesci potrei cucinare stasera
    Anche un cuoco può essere utile in una bufera
    Anche in mezzo a un naufragio si deve mangiare
    Che qui si fa l’Italia e si muore
    Dalla parte sbagliata
    In una grande giornata si muore
    In una bella giornata di sole
    Dalla parte sbagliata si muore
    E alla sera da dietro a quei monti
    Si sentono colpi non troppo lontani
    C’è chi dice che sono banditi
    E chi dice Americani
    Io mi chiedo che faccia faranno
    A trovarmi in cucina
    E se vorranno qualcosa per cena
    Se quest’acqua di lago potesse ascoltare
    Quante storie potrei raccontare stasera
    Quindicenni sbranati dalla primavera
    Scarpe rotte che pure gli tocca di andare
    Che qui si fa l’Italia e si muore
    Dalla parte sbagliata
    In una grande giornata si muore
    In una bella giornata di sole
    Dalla parte sbagliata si muore
    ……
    Qui si fa l’Italia e si muore.

  65. Eros ha detto:

    I libri della Cernigoi sono libri “scientifici”, fondati su ricerche dettagliatissime e documentatissime.
    Per questo si ha paura di APRIRE il pozzo di Basovizza. Si verrebbe a scoprire che è una montatura.

  66. Alessandro Claut ha detto:

    Questi splendidi capolavori della musica italiana di De Gregori rendono molto bene la mia idea. Mio papà ha compiuto 21 anni in un campo di concentramento nella Prussia Orientale. Il papà di mio papà è stato trucidato dai titini e dai comunisti italiani in Piazza Oberdan (episodio riportato perfino da Samo Pahor anche se all’acqua di rose). Mia nonna mi ha raccontato cosa ha visto solo quasi sul punto di morte, e vi assicuro che non è bello vedere il proprio marito essere ucciso solo perchè veniva considerato una guardia fascista, risparmio ai palati fini che cosa gli hanno fatto. Tra l’altro lui aveva salvato degli ebrei, e dei disertori tedeschi che stavano entrambi insieme ai miei nonni. Per dare l’idea da dove deriva il mio sarcasmo vi basti pensare che quando il comunista italiano ha detto a mia nonna : “Adesso anche se vive tuo marito non potrà fare nulla a letto con te” mia nonna gli rispose: “Bon guerò altri, tanto troverò sempre gente meno mona de ti”. Questa donna ha vissuto fino a 96 anni , è morta nel 93 e qualche giorno prima di morire un dottorino le disse che avevano trovato qualcosa nell’utero e lei rispose: Ah si, cossa xè? mascio o femmina?
    A seconda delle voste (bip di censura) ideologie , voi che avete la mia età e siete come i vari Lacota e Codarin dall’altra parte potete considerare mio papà come un servo del fascismo, mio nonno a seconda dei casi un fascista che se lo meritava di essere trucidato, o un traditore perchè ha aiutato i disertori tedeschi, o un amico dei giudei perchè aiutava gli ebrei. Ma era soltanto un uomo con un cuore, un’anima, una educazione ricevuta e una visione della vita sulla base delle sue scelte e sue idee. De Gregori ha pienamente ragione quando dice che la storia è fatta dagli uomini. Leggo con enorme pietà umana le vostre eiaculazioni mentali, sembrate dei 70enni,80enni che continuano a giocare alla guerra. Vi divertite a leggere la storia scritta da uomini che si sono nominati storici, o lo sono stati nominati dai loro amici, ma che ognuno tira l’acqua nel proprio mulino. Mi tocca leggere un Eros che ragiona come questi vecchi rincoglioniti. Quando uno dice che voleva vivere sotto Tito perchè gli hanno raccontato che si stava bene, altro che pietas umana . Tanti vecchi italiani raccontano che si stava meglio sotto il fascismo perchè tutto funzionava, i treni arrivavano in orario, c’era ordine e disciplina e menate varie. Qualche giorno fa sentivo dei vecchi austriaci dire che si stava meglio sotto Hitler perchè potevano giocare in strada, mangiavano del buon formaggio mentre adesso fa tutto schifo. Ma che ragionamenti fate? Caro Eros, sei libero di scegliere la cittadinanza slovena, tanto per loro sarai sempre considerato un traditore. Io sono un cittadino europeo, e quindi non mi riconosco nelle vostre dotte citazioni fintamente storiche . Nella X Mas, tra i titini , tra i comunisti, etc etc vi erano degli esseri umani. Dopo 70 anni possiamo permetterci di mettere una pietra sopra e chissenefrega se i monumenti erano sbagliati , pensiamo a vivere nel mondo odierno. In Slovenia nonostante tutto stanno facendolo, a Trieste no. Gli sloveni continuano a tenere dei rapporti con la minoranza slovena italiana solo perchè ci sono i Menia di turno, altrimenti li avrebbero già scaricati. Questo vuol ben dire qualcosa o no?

  67. Eros ha detto:

    69, Alessandro Claut:

    “Mi tocca leggere un Eros che ragiona come questi vecchi rincoglioniti. Quando uno dice che voleva vivere sotto Tito perchè gli hanno raccontato che si stava bene, altro che pietas umana .”

    E allora? Io alle persone che mi hanno raccontato queste cose credo. Me lo hanno detto in tantissimi, non ultimo UFO su questo forum conferma la stessa cosa.
    Che in Jugoslavia si vivesse male, non ci fosse libertà o si morissdi fame lo raccontano i libri di scuola italiani, pregni di nazionalismo, p lo racconta la Chiesa.
    La gente, in ex-Jugo, si sentiva molto più libera 30 anni fa che non oggi.

  68. Eros ha detto:

    e, tra parentesi, siamo OT

  69. Alessandro Claut ha detto:

    E allora ragionando come te , si stava meglio sotto Mussolini, e sotto Hitler e non siamo Ot perchè il concerto di qualche giorno fa voleva essere una pietra sopra queste assurde recriminazioni ed un punto di partenza simbolico per un’amicizia nuova ed europea. E queste furberie non funzionano più, caro Eros,

  70. Alessandro Claut ha detto:

    E cmq le persone che mi hanno confermato quello che dici tu, sono tutte persone che nell’ex Jugo vivevano di rendita all’interno di una dittatura, poi sicuramente all’acqua di rose negli ultimi anni ma sempre dittatura era. Se poi vogliamo fare un discorso serio sul crollo della Jugoslavia, su come sia stato gestita la morte della dittatura, allora facciamolo pure, ed ho anch’io delle mie considerazioni da fare, tra l’altro ripetute a De Michelis di persona una delle ultime volte che è venuto a Trieste.

  71. Eros ha detto:

    Le persone che conosco io non avevano nessuna posizione di rendita. Era gente comune.
    Quanto alla fine della Jugoslavia, è stata voluta dal Fondo Monetario Internazionale per ordine degli USA, col concorso di Germania e Vaticano.
    Gli USA non potevano tollerare il fatto che in Europa ci fosse il 4° esercito al mondo: andava distrutto.

  72. maja ha detto:

    @claut 69
    “Gli sloveni continuano a tenere dei rapporti con la minoranza slovena italiana solo perchè ci sono i Menia di turno, altrimenti li avrebbero già scaricati. Questo vuol ben dire qualcosa o no?”

    Se non è troppo disturbo, potresti elaborare meglio il concetto? Grazie.

  73. Alessandro Claut ha detto:

    Per Eros,

    Ti sei dimenticato anche gli ebrei e i massoni e poi abbiamo messo insieme tutto il corollario complottista. La fine della Jugoslavia è stata decretata dalle varie mafiette che comandavano durante gli ultimi anni di decomposizione del regime. Quelle stesse mafiette che hanno creato la guerra nei Balcani per decidere chi doveva controllare il traffico di bambini, di droga, di contrabbando etc. Hanno usato e sono stati usati da chi hai citato tu. Ero in Serbia a maggio e ho fatto notare che non mi sembrava una coincidenza che negli stessi luoghi dove gli americani bombardavano durante la guerra balcanica adesso stanno creando l’oleodotto south stream ( mi pare sia questo il nome) che passa per Afghanistan Irak e alla prossima guerra anche in Iran. Quindi non hai tutti i torti ma beatificare la Jugoslavia come quarto esercito al mondo…. Ti farei parlare con un ex pezzo grosso dell’Esercito jugo che vive a Servola vicino a me , e ti racconterebbe come assomigliava molto al milione di baionette di mussoliniana memoria. Poi secondo me sono stati fatti degli errori macroscopici quando hanno riconosciuto la Slovenia, ma quello è un altro argomento

  74. Alessandro Claut ha detto:

    Per Maja,

    non mi disturba affatto spiegare quello che non è un concetto ma una pura verità alla luce di quello che sta succedendo nelle ultime settimane. Nel più totale silenzio imprenditori sloveni stanno acquistando alcuni palazzi, aziende e aree industriali nella Provincia di Trieste. Questo a me non dispiace affatto per essere chiari , daltronde alcuni accorti imprenditori triestini e italiani stanno facendo investimenti in Slovenia . Questo fa parte del libero mercato che anche la Slovenia con grande difficoltà psicologica sta iniziando a conoscere. Dicevo che questo sta avvenendo nel più totale silenzio perchè da una parte ci sono i vari Menia che griderebbero all’annessione titina infoibatrice bla bla bla, ma dall’altra parte non vogliono urtare la suscetibilità della comunità slovena. Se tu parli con questi imprenditori, o con esponenti della confindustria slovena, tutti ti diranno che non né possono più di mantenere una minoranza slovena a Trieste che viene considerata come minimo incapace. La vicenda del Teatro Sloveno è solo un indizio, sono stufi di mettere soldi in un teatro che considerano inutile e uno stipendificio. Queste sono le cose che ho sentito con le mie orecchie. Poi la mia considerazione personale è che sia in Slovenia, sia nella minoranza slovena, sia nella comunità triestina, ci sono sempre più persone come il sottoscritto che hanno le balle piene della gente che ragiona come se fossimo negli anni 50. Il mondo è cambiato e sta cambiando ad una velocità impressionante. Già nel tuo incipit traspare un fastidio nel leggere quello che ho scritto. Si vuole continuare ad essere suscetibili sul niente mentre non si capisce che bisogna parlare del futuro che secondo me è fatto di business transfrontalieri, accordi di cooperazione, amicizia e rispetto.

  75. Eros ha detto:

    76, Claut, se il pezzo grosso si chiama TO O, lo conosco molto bene. Diciamo che è mosso da rancore e delusione. Quindi poco attendibile per me.

  76. Eros ha detto:

    TOMO, scusa. Diminutivo di Tomislav. Il cognome lo ometto per rispetto della privacy.

  77. ufo ha detto:

    Toh, è tornato vivo il Lacota (e senza la mia stampella).
    Dal giornale di oggi le sue dichiarazioni: patetico quel che è successo a Trieste il 13 luglio; Toth e Codarin hanno traviato Napolitano facendogli credere che gli esuli fossero d’accordo sulla cerimonia in piazza Libertà; annuncia un controsondaggio e prima ancora di averlo fatto annuncia il risultato (maggioranza dei triestini contrari a riconciliazioni).
    Visto che non ha bisogno di me per rendersi ridicolo? Adesso ci manca solo l’esternazione di Spadaro…

  78. Eros ha detto:

    Dove se ne parla? Sul Piccolo?

  79. ufo ha detto:

    No, scusa – fino al secondo caffè sono uno zombie…
    C’è un trafiletto sul Primorski

  80. Eros ha detto:

    CLAUT ed ABC, sul definire “dittatura” la Jugoslavia degli anni ’70 ed ’80 stendo un velo pietoso… Chi ci ha vissuto aborre la parola dittatura, nel senso che tutto si respirava meno che un’atmosfera pesante di mancanza di libertà. Del resto, all’epoca gli jugoslavi potevano viaggiare senza problemi in tutto il mondo. Oggi no (sloveni a parte). Andate a chiederlo a loro se si stava meglio 30 anni fa con stipendi dignitosi od oggi con 100,00 euro di pensione al mese. Mi piacerebbe farvi vivere tutti in Serbia da pensionati. Poi vorrei vedere le vostre certezze sulla “dittatura” sciogliersi in mezza giornata…

    Ieri, in Puglia, Rutelli ha raccontato che da giovane andava a fare le manifestazioni contro i missili sovietici “ai confini dell’Italia orientale, dove passava la cortina di ferro”.

    Ecco, questa è la malafede tipica italiana:
    – considerare il confine con la Jugoslavia come “cortina di ferro”
    – considerare la Jugoslavia un paese “sovietico”.

    Vergogna.

  81. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ricapitolando: gli USA fino alla morte di Tito erano ben contenti del cosiddetto “quarto esercito al mondo” (immagino che il primo siano stati gli USA, il secondo l’URSS, il terzo la Francia. Pensa un po’ te: la Jugo aveva un esercito superiore – per dirne uno – a quello cinese! Basterebbe questa stratosferica balla a qualificare il discorso, ma lasciamo perdere), poi improvvisamente si dissero: non lo vogliamo più.

    Telefonarono al Fondo Monetario Internazionale, che fin dagli anni ’60 aveva prestato soldi a Tito & Co. e gli dissero: “Domani ci sentiamo in conference call col Papa e con Kohl. Dobbiamo distruggere la Jugoslavia”.

    Il giorno successivo, il FMI, gli USA, la Krante Cemmania e il papa polacco fecero questa chiacchieratina:

    – USA: Adesso che l’URSS non c’è più, dobbiamo buttare a mare quella schifezza della Jugo: se un giorno li attacchiamo magari questi sono pure capaci di darcele di santa ragione!

    – FMI: Sono d’accordo. E poi, cribbio, ci costano una frega, non pagano mai i debiti e non lavorano mai. Tutti in spiaggia a fare la bella vita coi soldi nostri!

    – GER: Anche noi siamo d’accordo. E’ ora e tempo che torniamo nei Balcani con i nostri Panzer, Sieg Heil!

    – Wojtyla: Questi maledetti atei comunisti, e per di più i serbi ortodossi rompono i maroni ovunque. Ho una falange di preti da scatenare per le vallate jugoslave.

    E così si prese la decisione. Il Vaticano creò il Tudjman antisemita e ipernazionalista che conosciamo. La Germania ottenne il protettorato sulla Slovenia, il FMI andò con i suoi battaglioni a creare l’iperinflazione e la Serbia ci cascò in pieno, mettendo al potere il nazional-comunista Milosevic.

    Una congiura american-vatican-finanziario-tedesca, con una spruzzata di Russia impazzita e serbi e croati che invece che continuare a fare lingua in bocca iniziarono a menarsi di brutto.

    La cosa ebbe un tale successo planetario che un paio d’anni dopo la cugina dalmata-australiana di mia moglie (NB: questo è tutto vero!!!) andava col figlio a vedere gli internazionali di Australia. Cammina cammina verso lo stadio, si trova in una mega-rissa fra australiani di ascendenza croata e australiani di ascendenza serba: quasi mille persone che per un paio d’ore misero a ferro e fuoco il centro di Sidney.

    Perché si menarono di brutto?

    Non è che i due popoli si odiavano da un secolo e mezzo (ricordo che fra serbi e croati si erano anche sparati in parlamento, durante il Regno SHS): nooooo! Evidentemente a uno gliel’aveva detto il papa di andare in piazza a menare i serbi, all’altro l’FMI, al terzo un amico crucco… e loro c’erano caduti come peri gnocchi.

    Domani vi racconto come marziani e venusiani hanno causato il crollo dell’URSS.

    Luigi (veneziano)

  82. Eros ha detto:

    SEGNALO AI MODERATORI IL TONO PERENNEMENTE PROVOCATORIO DEI MESSAGGI DI LUIGI.
    CON TONI DI QUESTO TIPO E’ IMPOSSIBILE QUALSIVOGLIA DISCUSSIONE.

  83. Alessandro Claut ha detto:

    Eros, invece io ti posso elencare un vagone di persone che stanno meglio adesso in Slovenia che durante la dittatura titina negli anni 70 e 80. Per quanto riguarda gli altri paesi della ex Jugo sono daccordo con te, loro ci hanno perso con il crollo. Ma il problema è sempre lo stesso. Tra 30 anni noi avremo 70 più o meno e parleremo ai nostri figli o nipoti dicendo quanto erano belli gli anni 2010 con la crisi economica mondiale, ma si stava tutti bene. Avevamo un lavoro precario , non avevamo soldi per mantenere una famiglia, c’era Berlusconi , ma era molto meglio di adesso (2040). Adesso (2040) Trieste è stata fagocitata dal Lombardo veneto, la Carinzia si è presa la Carnia , e con Gasparri Presidente della Repubblica non si può più neanche parlare in tedesco con i nostri amici a Grado.
    Questo caro Eros è lo stesso ragionamento di chi dice che in Jugo non c’era la dittatura. Per quanto riguarda il 2040 avete una possibilità. Far vincere Tseuropea alle prossime amministrative del 2011. In quel caso parlerete con i vostri figli e i vostri nipoti e direte che nel 2010 si stava di cacca e grazie a Claut ora (2040) Trieste è la capitale dell’Alpe Adria, e con Claut Presidente del Consiglio negli ultimi trent’anni l’Italia è diventata la terza potenza mondiale dopo la Cina e la Repubblica Istriana guidata da Lacota. Perfino gli usa e la germania abbiamo superato. Ho detto non a caso parlerete e non parleremo, perchè verrò arrestato dai magistrati triestini Menia jr e Camber Jr. Per ritornare ai vecchi tempi del 2010 quando il Porto di Ts era moribondo. Ragazzi si scherza , ma guardate che tutti quelli di una certa età dicono che ai loro tempi quando erano giovani loro si stava meglio. E non è vero o lo è in parte. Saluti e bacioni sulla fronte della gioventù a tutti

  84. Eros ha detto:

    Alessandro, però devi darmi atto del fatto che ho sempre scritto “Slovenia esclusa” quando parlo del fatto che nelle Repubbliche jugoslave si stava meglio 30 anni fa.

  85. ufo ha detto:

    Gasparri presidente 🙁 ?
    Questa sì che mi manda il pranzo di traverso. Se stanotte mi sveglio con un attacco di panico è colpa tua…

  86. Eros ha detto:

    UFO, te se imagini?

  87. Luigi (veneziano) ha detto:

    Il cosiddetto “quarto esercito del mondo” nel 1990 contava 182.000 effettivi fra esercito vero e proprio, marina e aviazione, divisi in quattro regioni militari inclusa la Regione Navale di Spalato. Di questi 182.000, circa 98.000 erano di leva.

    L’esercito contava 140.000 effettivi (90.000 di leva); l’aviazione 32.000 effettivi (4.000 di leva); la marina 10.000 (4.400 di leva), fra di essi le forze speciali che contavano 900 unità.

    I riservisti e le forze territoriali di difesa formalmente erano più di un milione.

    La Jugoslavia contava su 4000 carri armati, dei quali però solo 450 erano il modello jugoslavo M-84s (il materiale più moderno ed efficiente).

    I tank erano in realtà il materiale più obsoleto della difesa jugoslava: gli jugoslavi avevano addirittura fra gli effettivi oltre 1000 tank sovietici dei modelli T-54s e T-55s, vecchi di quasi cinquant’anni, elaborazione diretta dei modelli utilizzati nella seconda guerra mondiale. Questi tank sarebbero stati praticamente alla mercè di un battaglione di controcarri dotato di un qualsiasi sistema d’arma moderno.

    Si pensi poi che l’JNA (le forze armate jugoslave) aveva come riserva circa 1000 carri T-34 e Sherman, che avevano direttamente combattuto contro i tedeschi!

    L’aviazione jugoslava si fregiava tradizionalmente del titolo di “seconda forza aerea europea”, avendo a disposizione circa 1000 aerei.

    Però nel 1990 i più recenti erano i 150 Soko J-22 Orao (nelle diverse varianti), mentre gli altri apparecchi erano tutti superati, comprendendo addirittura 130 Mig-21 prodotti alla fine degli anni ’50.

    Gli aerei più moderni ed efficienti erano i 16 Mig-29, acquistati nel 1987 dall’Unione Sovietica.

    La marina jugoslava nel 1991 contava:

    – Due fregate di costruzione sovietica della classe Koni. Fra tutte le migliori, ma già leggermente superate all’epoca, tanto da venir smantellate negli anni 2000.

    – Due fregate di costruzione jugoslava della classe Kotor. Poco efficienti, una di esse è tuttora in esercizio colla marina montenegrina.

    – Undici sottomarini. Quasi tutti obsoleti già all’epoca.

    – Sette lanciamissili. Tutti mandati in pensione pochi anni fa, essendo modelli vecchi e superati.

    – Altro naviglio minore, praticamente oggi tutto eliminato.

    E’ da notare però che all’epoca sopravviveva il vetusto ma più volte rinnovato “Galeb”: lo yacht personale di Tito di fabbricazione italiana, noto per essere di stazza maggiore addirittura del “Britannia” dei reali del Regno Unito. Praticamente Tito fu l’unico capo di stato del mondo socialista ad avere una nave del genere, che fino alla morte del vecchio leader costituiva una voce a parte (segreta) nel bilancio dello stato. Ci sarebbe da aprire un capitolo a parte sui costi sostenuti dalla Jugoslavia per il proprio presidente, che visse una vita da nababbo dagli anni ’50 fino alla morte, in un paese dove doveva vigere il socialismo ma come Gilas denunciò fin dagli anni che furono non aveva fatto altro che creare una nuova classe neo-borghese, che successivamente venne definita “nomenklatura”: fu Gilas a individuare per primo la degenerazione del sistema del socialismo reale, che aveva eliminato i vecchi dominanti per metterne altri al loro posto.

    L’inefficienza dell’JNA venne evidenziata nel corso delle guerre jugoslave, quando i serbo-montenegrini (che la ereditarono in massima parte) non riuscirono a schiacciare le forze croate, come avevano assicurato a Milosevic. Tanto che il despota serbo fece fuori tutti i comandanti (circa 30 generali) nel giro di un paio d’anni.

    Luigi (veneziano)

  88. ufo ha detto:

    So che xe una bestemia, ma piutosto Calderoli.

  89. asem ha detto:

    Lo sbaglio maggiore che hanno fatto al memento del crollo del regime è stato quello che la gente non ha potuto lustrare e condannare i vecchi apparati comunisti i quali si sono riciclati nel giro di una notte in nazional/socialisti “democratici” …….. (ma data l’inculturamento idologico unipartitico durato 50 anni era difficile che la gente avrebbe saputo fare un salto di qualita democratica in così poco tempo).

  90. ufo ha detto:

    Ottima analisi, Luigi, con due soli appunti:
    – sono convinto che, ben più della bananiera ristrutturata di Tito, sul bilancio federale fossero le spese militari a pesare ben oltre ogni ragionevole limite, con un apparato militare già allora sovradimensionato rispetto alle capacità dell’economia di supportarlo e, grazie all’abnorme peso politico dei militari (non a caso riferiti come “settima repubblica” della federazione) in grado di imporre politicamente progetti dai costi stratosferici come quello di svilupparsi in casa un caccia supersonico (proprio in quegli anni il Giappone, seconda economia del pianeta, rinunciava a fare lo stesso per motivi di costo);
    – i generali della ex-JNA sarebbero stati sostituiti anche se avessero stravinto – proprio in quanto polo di potere politico autonomo e quindi avversari da neutralizzare prima che alzassero troppo la testa.

  91. asem ha detto:

    sempre per Eros: e ti vorrei ricordare che ancora fino ad adesso (dal 1990 – 2010 ) in NESSUNA delle repubbliche ex- jugoslave non è stato MAI eletto un (ripeto 1)presidente che non è legato al vecchio PARTITO COMUNISTA JUGOSLAVO …tutti i presidenti, di tutte le repubbliche erano attivi o almeno simpattizanti del KPJ (il che conferma il deficit democratico abbastanza comune nei balcani).

  92. Eros ha detto:

    Bravo Luigi, ottimo intervento, molto costruttivo. Quando te vol, te sa non eser provocatorio.

    Resta il fatto che quando la Nato attacco milosevic la stampa italiana disse che quello jugoslavo era il 4′ esercito al mondo

  93. Eros ha detto:

    asem, non è vero che ci sia stato “inculturamento ideologico” in Jugoslavia. La gente ragionava con la propria testa e spesso derideva il “sistema”. Allo stesso tempo, però, oggi si riconosce che era un sistema che garantiva una vita dignitosa a tutti, cosa che oggi non succede.
    Se leggi LA DISSOLUZIONE DEL POTERE di Stefano Lusa, si parla di famiglie delle borghesie emergenti slovena, zagabrese e belgradese che, grazie alla KOMPAS TOUR, riuscivano a metà anni ’80 a viaggiare a prezzi modici addirittura alle MALDIVE, cosa che in Italia era possibile solo ai più ricchi. Questa è la grossa differenza: in Jugoslavia con pochi soldi si ottenevano cose che in Italia erano accessibili solo ai ricchi.
    In Jugoslavia, i poveri potevano studiare e trovare un lavoro dignitoso fin dagli anni ’60. In Italia no.
    La Jugoslavia non era divisa né per caste, né per corporazioni. L’Italia lo è ancora oggi: il figlio dell’avvocato fa l’avvocato, il figlio dell’operaio non riesce a diventare avvocato. Questa è la differenza maggiore.

  94. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ ufo

    Verissimo: le spese militari jugoslave furono di gran lunga la prima voce di uscita del bilancio dello stato, anche se il livello di corruzione e di spreco impedì il mantenimento di un decente livello di efficienza dell’apparato.

    Un megalomaniaco programma di sviluppo fu mantenuto fino all’ultimo, tanto che nel 1987 – come ho già scritto – nel pieno della bufera iperinflattiva il governo federale decise – sulla spinta dell’apparato militare – a procedere al costosissimo acquisto dei Mig-29 sovietici, nato per garantire la superiorità aerea e utilizzato poi nelle guerre jugoslave in missioni di attacco al suolo per il quale gli apparecchi non erano predisposti, e quindi con scarsi risultati.

    Di fatto, questi Mig-29 non avevano alcun senso nell’ambito della dottrina militare jugoslava, e la mancanza totale dei sistemi elettronici a causa dell’embargo li rese inutili anche quando vennero utilizzati in qualità di intercettori contro gli aerei NATO, tanto da subire 6 (forse 7) perdite in combattimento, senza alcun successo.

    Riguardo alle spese per mantenere il regime di vita godereccio di Tito, se ti interessa posso esplicitarle meglio. In pratica aveva un proprio capitolato di spesa nel bilancio dello stato.

    Luigi (veneziano)

  95. Alessandro Claut ha detto:

    E non solo, Tito come Arafat aveva un futio di condomini appartamenti alberghi palazzi in giro per il mondo. Alla faccia del socialismo reale. Guarda caso nessuno parla di questo interessante argomento, soprattutto della fine che ha fatto questa fortuna immensa del Tito che dopo la sua morte è stata suddivisa tra i vari esponenti della nomenklatura ex jugo. Ma la boccaccia mia deve stare zitta se no qualcuno torna a minacciarmi di morte. E credetemi io vorrei tanto vivere altri 30 anni per vedere Gasparri Presidente della Repubblica . Per quanto riguarda Calderoli sarà vicepresidente del Lombardo Veneto. Il presidente in effetti sarà Alba Parietti. Ah no è piemontese, aspetta Presidente sarà Mara Carfagna che tanto con le doti che ha farà dimenticare a tutti di essere napoletana.
    Datemi atto che la battuta su Gasparri ed il resto era divertente.

  96. Eros ha detto:

    Sì, peccato che Jovanka abbia vissuto in totale povertà gli ultimi 20 anni…

  97. Alessandro Claut ha detto:

    Comunque Eros, gli altri paesi della ex Jugo bene o male stanno per entrare nell’Unione Europea per cui avranno presto un vantaggio economico e staranno meglio. A settembre torno a Belgrado per chiudere un accordo con un consorzio di aziende italiane ed austriache per alcuni progetti serbi. La Serbia ha delle tasse agevolate per chi apre aziende che poi penetrino nei mercati ex Urss ( 1% di tasse se non sbaglio) e la Vojvodina rischia di diventare la nuova Slovacchia visto che molte aziende stanno per delocalizzare in quella zona. Insomma stanno uscendo dalla melma. Chi secondo me rischia grosso è la Croazia. Non ho ancora capito se si rendono conto di scherzare con il fuoco. Tra l’altro a settembre lanceremo una proposta come Triesteuropea sui paesi ex Balcanici che non potrà essere occultata per cui ce ne saranno delle belle.

  98. Alessandro Claut ha detto:

    E su Jovanka tutti sono daccordo che vi è stato un accannimento terapeutico infame da parte dell’apparato ex titino ora al potere nei paesi balcanici. Ma anche li il mio amico servolano (che non è Tomislav perchè hai ragione tu è troppo rancoroso ma un’altro che era a livelli molto più alti di lui) mi dice che ce ne saranno delle belle molto presto

  99. Eros ha detto:

    Sono anzitutto contento che concordi sul mio giudizio riguardante TOMO. Deliziosa persona, per carità, ma veramente rancoroso e da prendere con le molle.
    Sul resto:
    – sì, la Serbia si sta risollevando, ma la Bosnia assolutamente no. Ecco perché Dodik vorrebbe staccarsi da Sarajevo. Se la Srpska si agganciasse al treno serbo che sta per partire, diventerebbe ben presto come la Vojvodina.
    – non capisco cosa intendi con la Croazia che scherza col fuoco
    – la Macedonia è totalmente abbandonata a sé stessa
    – il Montenegro è uno stato basato su mafia e droga.

    Non parlo nemmeno del Kosovo… Se conosci quei posti, come vedo, sai già (v. Montenegro all’ennesima potenza).

    Insomma, il quadro non è proprio idilliaco a fronte di codesta “libertà” conquistata per la caduta della fantomatica “dittatura” di Tito…

  100. asem ha detto:

    Eros, ti risponderei ma, mi vengono cenusurati i post. Riguardo Stefano Lusa però non sono d’accordo, anche lui come molti altri, fa parte di quella “sinistra post-comunista” auto-dichiaratasi “democratica” che regolarmente usa i propri studi “storici” per dare guidizi ed opinioni “poltiche”.

  101. asem ha detto:

    Eros, la storia dei viaggi valeva soltanto per la cricca legata ai vertici del partito comunista jugoslavo…..pochi altri si permettevano viaggi del genere, la stragrande maggioraza era già contenta se riusciva a raggiungere in autobus Trieste……

  102. Alessandro Claut ha detto:

    Per l’anonimo veneziano

    sei pregato di mantenere un tono scanzonatorio e divertente come me se no sarai responsabile del suicidio di Eros con la sua Zastava sulla scritta W Tito sul monte Sabotino.

  103. Alessandro Claut ha detto:

    Per Eros

    a parte gli scherzi i dati crudi che l’anonimo ha citato non tiene conto di un fatto che secondo me poteva essere veramente rivoluzionario, cioè il sistema cooperativo jugoslavo. Se tito avesse avuto il coraggio di fare quello che Den Xiaoping ha fatto in Cina qualche anno dopo, ti assicuro che la storia sarebbe cambiata. Ma non lo ha fatto. Peccato perchè è da quando è sparita la jugo che non mangio più carne così buona.

  104. jacum ha detto:

    dopo questo escursus fanta-politico vado a prendermi una fanta jazada.

    intanto Trieste subisce e purtroppo in silenzio, mentre il golfo se svodo de navi e no xe comercio, no xe giro de bori, no xe lavor, no xe svilupo, no xe futuro per sto posto abitado da storici e dai “njanca pel cul”.

    quel che voi definì impossibile utopico fora dal tempo irrealizzabile xe invece l’unico possibile futuro de Trieste che inizia dal passato del suo Porto. http://www.triestfreeport.org/il-futuro-di-trieste-inizia-nel-passato-del-suo-porto?lang=it

  105. effebi ha detto:

    in jugoslavia si stava bene e si facevano dei bei viaggi, anche giornalieri per venire tutti a trieste a comperare di tutto 🙂

  106. abc ha detto:

    @ eros 80

    Negli anni ’70 Tito ormai anziano aveva incominciato a mollare le redini e quindi si viveva meno peggio di prima.

    Ma dal 1947 in poi, chi rimase di qua del confine fu molto più fortunato di chi si trovò dall’altra parte.

    Se oggi là, come sostieni tu, i pensionati sono costretti a vivere con 100 euro al mese, si vede che qualcuno si era pappato i soldi dei contributi dei lavoratori di allora. Non trovi che sia così?

    Quanto a Rutelli, che da giovane era radicale, era venuto più volte d’estate in Friuli per partecipare alle marce antimilitariste, che si facevano qui, in quanto il grosso dell’esercito italiano si trovava nella nostra regione.

    Il trattato di Osimo è appena del 1975. Prima di allora la suddivisione del TLT, ma anche il resto del confine, erano considerati provvisori.

    Non vedo nessuna malafede tipica italiana, la Jugoslavia era un paese comunista, tutti sapevano anche in Italia che dal ’48 non era più agli ordini di Mosca.

    Tuttavia l’Ungheria che è a due passi da qui ed altri paesi dell’est facevano parte del Patto di Varsavia. Questo lo si sapeva credimi.

  107. jacum ha detto:

    abc,
    le tue considerazioni sul Trattato di Osimo 1975 sono errate. I confini nazionali sono descritti negli articoli 4 11 22 del Trattato di Pace con l’Italia Paris 1947. I confini del Trattato di Osimo sono solo amministrativi.

  108. marisa ha detto:

    Confermo il commento nr. 109 di Jacum.

    Con il trattato di pace del 1947 la “questione confini” Italia – Jugoslavia, per la diplomazia internazionale era chiusa.

    I confini non furono subito ratificati solo per un problema di ordine interno dei due paesi confinanti, ma i i confini erano definitivi e i due governi (Italia e Jugoslavia) lo sapevano.

  109. marisa ha detto:

    RETTIFICO IL MIO COMMENTO 110

    il 10.2.1947 a Parigi venne firmato il Trattato di Pace tra l’Italia e le Potenze alleate associate e venne creato il TLT (territorio libero di Trieste)

    il 5.10 1954: Memorandum d’Intesa di Londra che ha come oggetto la definizione del TLT.
    Viene posto fine al TLT e la linea di demarcazione tra la zona A e la zona B diventa CONFINE DEFINITIVO tra l’Italia e la Jugoslavia. Solo per motivi di ordine interno questi confini verranno formalizzati solo nel 1975 con il trattato di Osimo. Ma la questione dei confini tra Italia e Jugoslavia, per la diplomazia internazionale, è definitivamente risolta nel 1954.

    So che Jacum non sarà d’accordo…

  110. Alessandro Claut ha detto:

    però tornando all’argomento principale mi pare che questo evento di Muti sia stato troppo “alto” per la cittadinanza. Nel senso che ormai la stragrande maggioranza dei triestini non ha voglia di rivangare il passato e pensa al futuro. I tre presidenti hanno dato un segnale di pace, e di tolleranza, ma sono arrivate 10 mila persone per Muti non certo per gli altri tre o per l’amicizia dei popoli

  111. Bibliotopa ha detto:

    a me fa piacere che siano arrivate per Muti. Poi forse capiranno anche il messaggio di Muti, che è uno che le cose le vede da fuori e non sono i soliti mugugni nostrani. Se tanti non si sono accorti che la musica di Muti ha riunito i tre presidenti in un’atmosfera cordiale, forse se ne accorgeranno in futuro.

  112. ufo ha detto:

    Piero, una cortesia…
    Nella foto della deposizione dela corona in municipio, chi xe el signor senza cavei che el sta de fianco alla bandiera?

  113. Eros ha detto:

    piero, complimenti per i commenti alla foto…

  114. abc ha detto:

    @ Marisa 108 109

    La questione dei confini era risolta nel 1954 per la diplomazia internazionale, non certo per i nazionalisti di ambo le parti.

    Di questo trovi conferme quante ne vuoi in rete o sui libri che trattano l’argomento.

    C’era in Italia chi sosteneva che la zona B era territorio di sovranità italiana amministrato dalla Jugoslavia.

    Su questa convinzione, condivisibile o meno, sorse la “Lista pre Trieste”.

    Con Osimo invece il confine del 1947 e del 1954 diventava definitivo. Vennero fatte inoltre alcune lievi modifiche concordate sia sul confine tracciato in precedenza sia in tutti i tratti contesi.

    La demarcazione fra la zona A e B del TLT, stabilita dalla linea Morgan, non diventò tutta linea di confine come sostieni tu. Passò alla Jugoslavia anche una striscia di territorio della “zona A” che comprende le località di Htvatini, Skofje, Plavje ed altre minori. Per esempio, mentre al tempo del TLT le sbarre di passaggio fra le due zone si trovavano nel centro di Albaro Vescovà, nel 1954 furono spostate a Rabuiese.

  115. abc ha detto:

    hrvatini

  116. marisa ha detto:

    @ ABC

    Che i nazionalisti strumentalizzino ancor oggi il problema confini è un dato oggettivo e su questo ti do ragione.

    Ma che il “problema confini” tra l’Italia e l’attuale Slovenia, sia un problema risolto per la diplomazia internazionale dal Memoradum di Londra del 1954, è altrettatto un dato oggettivo. Un punto fermo da cui non si torna più inietro. Piaccia non piaccia al “nazionalisti di professione” che continuano (soprattutto in Italia) a costruirsi la carriera politica.

  117. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    Come scrivere una cosa che non sta né in cielo né in terra: i “nazionalisti di professione” sarebbero soprattutto in Italia!

    Nel parlamento sloveno è rappresentata una forza politica irredentista, che – tanto per dirne una – reclama espressamente l’intera Istria.

    Nel parlamento croato sono eletti nelle file dell’HDZ i rappresentanti della Repubblica Croata della Bosnia-Erzegovina, che apertamente reclamano l’unione di quel territorio alla Croazia.

    Nel parlamento italiano qual è il SINGOLO politico che ha presentato negli ultimi vent’anni un qualsiasi documento nel quale richiede lo spostamento dei confini?

    Qual è la forza politica italiana rappresentata in parlamento che ha nel suo programma l’ingrandimento del territorio nazionale a scapito di altri stati vicini?

    Marisa: tu dipingi il tuo solito quadretto, che però – convinciti, una buona volta – sta tutto e solo nella tua testa.

    Luigi (veneziano)

  118. Eros ha detto:

    Chiede Luigi:

    Nel parlamento italiano qual è il SINGOLO politico che ha presentato negli ultimi vent’anni un qualsiasi documento nel quale richiede lo spostamento dei confini?

    —-

    MENIA!

  119. ufo ha detto:

    Bella questa sull’assenza di “nazionalisti di professione” in Italia. E di cosa allora campano i vari Sardos Albertini, De Vidovich, Gambassini, Menia? Lavorano in Ferriera? Sudano il pane coltivando malvasia?

    Per citarti:

    Nel parlamento sloveno qual è il SINGOLO politico che ha presentato negli ultimi vent’anni un qualsiasi documento nel quale richiede lo spostamento dei confini?

    Qual è la forza politica slovena rappresentata in parlamento che ha nel suo programma l’ingrandimento del territorio nazionale a scapito di altri stati vicini?

    Forse chi vive in un paese con la Lega al 12% e un assoluto potere di ricatto nella coalizione al governo potrebbe essere meno lapidario nel rinfacciare ad altri una SNS al 5,4% e fuori dal governo…

  120. ufo ha detto:

    @113 (come la targa dell’auto de Topolino) Visto che l’effe/piero/bi el fa finta de no veder, qualchedun dei frequentatori de sto blog savessi dirme chi che el xe el signor senza cavei (braghe bianche e maieta a striche) nella foto su:
    http://www.flickr.com/photos/pierovis-ciada/4793446921/sizes/o/

    Prometo de contar un anedoto divertente se qualchedun me sa dir chi che el xe.

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