29 Giugno 2010

Sclerosi multipla, i triestini chiedono di poter essere inseriti nella ricerca

«Per favore aiutateci. Non abbiamo il tempo per aspettare». È l´appello lanciato da Alessandro R. e da Antonella V., di Trieste, e da tanti altri malati di sclerosi multipla che stanno seguendo le ricerche di Paolo Zamboni, medico dell’Università di Ferrara, a cui va il merito di aver scoperto una nuova patologia dell’apparato circolatorio.

Si chiama “Insufficienza venosa cronica cerebrospinale (ccsvi)” e sembra sia fortemente correlata alla sclerosi multipla.
«Purtroppo in Italia la scoperta di Zamboni è vista con disinteresse e scetticismo da parte di molti neurologi – interviene Alessandro, 39 anni, che ha avvertito i primi sintomi della malattia nel 2001. Così si perde del tempo prezioso; per questo è nata l’associazione “Ccsvi nella sclerosi multipla».
Ci sono malati che non possono aspettare il termine delle sperimentazioni. E chi non può attendere sarebbe costretto a tristi e costosi viaggi della speranza in paesi esteri per curare una patologia scoperta in Italia».
L’insufficienza venosa cronica cerebrospinale è causata da restringimenti o malformazioni delle vene cervicali. Secondo le ricerche condotte dal Zamboni la Ccsvi è curabile mediante un intervento mini invasivo simile ad un’angioplastica.
Le ostruzioni venose provocherebbero col tempo un insufficiente deflusso sanguigno dal cervello al cuore creando le condizioni per gli attacchi infiammatori della sclerosi multipla. Nel primo studio pilota condotto all’Università di Ferrara, Zamboni ha potuto diagnosticare e trattare con angioplastica alcuni pazienti affetti da sclerosi multipla: ripristinando il corretto flusso sanguigno, non si sono più verificate ricadute nella sclerosi multipla.

«In Emilia Romagna e nelle Marche dovrebbero partire a breve degli studi che prevedono la diagnosi ed il trattamento della Ccsvi – conclude Antonella, 27 anni, malata dal 2000; mi auguro che anche Trieste si muova verso un progetto di ricerca specifico. L’Ospedale di Cattinara è dotato di un ecodoppler in grado di diagnosticare la Ccsvi ed un medico ha già seguito un corso a Ferrara. Tanti malati come me chiedono che la cura proposta da Zamboni possa essere fatta su chi chiede di sottoporsi a questo intervento che permette di liberarsi da questa terribile malattia che ci rende prigionieri del nostro corpo e che purtroppo colpisce sempre più in giovane età»

«L´Associazione Ccsvi nella sclerosi multipla – spiega il presidente onorario dell´ente, Nicoletta Mantovani – intende porsi come un laboratorio di idee e professionalità diverse, tese ad incoraggiare, coordinare e
sostenere la ricerca sulla Ccsvi e le sue connessioni con la Sclerosi Multipla».

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3 commenti a Sclerosi multipla, i triestini chiedono di poter essere inseriti nella ricerca

  1. Triestin - No se pol ha detto:

    Bisogna insister con la region, perchè se aspetemo dai responsabili de Cattinara no se va da nessuna parte….Kosic no pol far finta de no saver….anche altre regioni ga aderì alla sperimentazion solo che adesso con i tagli ai bilanci sarà dura

  2. Pino ha detto:

    Ma se si riducono le spese per inutili farmaci, ne guadagna la regione e la salute dei malati!

  3. antonietta ha detto:

    spero che tutti insieme riuaciamo ad ottenere risultati su questa scopertache dopo tanti anni riaccende la speranza in una vita migliore

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