29 Giugno 2010

Diritti a mare: ‘Lo Sbarco’ Barcellona-Genova

di Tena Prelec

Il 26-27 giugno scorso si è tenuta una delle più grandi iniziative di sempre di italiani – residenti all’estero e non – preoccupati per la sorte del loro paese, riuniti in una sorta di assemblea generale dell’attivismo civico made in Italy. La ‘nave dei diritti’, com’è stato ribattezzato il mezzo di trasporto dell’iniziativa – al secolo il traghetto di linea ‘Majestic’ – ha ospitato discussioni, dibattiti, proiezioni video, balli e concerti organizzati dai temporanei inquilini della nave.
Questa anomala scialuppa di salvataggio ha infatti riunito circa 500 fra attivisti, artisti, reporter, studenti, lavoratori, cittadini d’Italia e del mondo. Il numero si è ampliato considerevolmente una volta arrivati a Genova, dove c’era una folla colorata ad attendere l’equipaggio e a scortarlo al porto vecchio. Lì si è dato il via ai festeggiamenti (ha suonato, fra gli altri, anche Tonino Carotone), con un’intera giornata di dibattiti in 5 piazze genovesi a seguire il giorno dopo. Organizzata da italiani che vivono a Barcellona, l’iniziativa ha trovato l’appoggio di diverse personalità di spicco (fra i tanti: i fratelli Taviani, Sonia Alfano, Riccardo Petrella) e la sua popolarità si è estesa a macchia d’olio tramite la rete e i social network, a tal punto che fra le adesioni c’era chi veniva da Parigi, da Bruxelles, da Londra e persino dal Brasile, oltre che un rappresentanza piuttosto omogenea di quasi tutte le regioni italiane, fra gruppi del Popolo Viola (quello di Genova ha contribuito notevolmente all’organizzazione dell’iniziativa) e numerose altre associazioni. Fra gli abitanti del nord-est a prendervi parte, da segnalare soprattutto la presenza di emigrati in diverse città europee – chi dal Friuli è andato a Barcellona e chi da Trieste si è spostato a Londra. La perdita dei diritti in Italia il vasto tema.

Diritto alla mobilità. L’immigrazione è stato uno dei temi più dibattuti e, forse, il più difficile da affrontare. “Il rischio è quello di creare una ‘Fortezza Europa’, al cui interno ci si può muovere liberamente, ma entrarci sta diventando un’impresa a dir poco ardua”, dice Andrea, che ha offerto una panoramica degli ultimi sviluppi a livello di legislazione europea. La crescente xenofobia in Italia, riscontrata anche a livello di preferenze politiche, è una preoccupazione comune. “Siamo cittadini del mondo, noi stessi emigriamo ma a coloro che vengono nel nostro paese vengono negati i diritti più fondamentali.” Si pone inoltre un altro problema, opposto ma correlato: il diritto a rimanere nel proprio paese. “Lo vivo come una sorta di ricatto”, sostiene Nadia, studentessa a Londra, “anche se vorremmo rimanere in Italia, il sistema clientelistico e per niente meritocratico che dilaga fa sì che i giovani con capacità e intraprendenza ma privi di contatti si ritrovino senza scelte nel momento di affrontare il mondo del lavoro e di scegliere un percorso di studi che dia loro delle possibilità concrete”. Non a caso, sulla nave erano presenti molte realtà di italiani residenti all’estero. Numerose le associazioni spagnole fondate da italiani come ‘AltraItalia – Barcelona’, come anche i gruppi europei direttamente legati all’iniziativa. Dal Brasile era presente la rete Mocambos.

Diritto all’acqua e al territorio. L’acqua deve essere un bene pubblico: è questa la profonda convinzione che muove l’associazione ‘Acqua Bene Comune’. “In Italia, però, l’acqua sta sempre più diventando un business il cui ricavato va a confluire nelle grasse tasche di banchieri, in un gioco di scatole cinesi da far venire il mal di testa. “Abbiamo raccolto più di 3 milioni di firme e il nostro obiettivo è far raggiungere il quorum al referendum, che si terrà all’inizio dell’anno prossimo” spiega Claudio Jampaglia, giornalista e coordinatore dell’associazione. A Genova, inoltre, erano presenti numerose associazioni che si occupano di difesa del territorio, dagli Amici di Beppe Grillo a comitati per la protezione di parchi e di opposizione a ‘grandi opere’ la cui costruzione, oltre ad essere pericolosa ed inquinante, non brilla per trasparenza nella gestione degli appalti e fondi relativi.

Diritto all’educazione. L’appello più accorato in difesa del sapere viene dall’ambiente ecclesiastico: “Quello che sta facendo questo governo è uno scempio. L’istruzione è in Italia uno dei maggiori vanti del paese, e la stanno smantellando.” Il prete genovese continua il suo intervento con affermazioni forti: “Lo sbarco è l’evento più importante degli ultimi 20 anni. C’è bisogno che queste realtà confluiscano in un progetto politico per le prossime elezioni.”

Diritto all’informazione e alla cultura. ‘La Rai siamo noi’ è un’associazione di dipendenti Rai nata a Torino che, in soli due mesi di esistenza, ha già raccolto più di 5000 firme a difesa del servizio dell’informazione pubblica. Questa voce ha tanta più forza e significato in quanto il problema è da loro visto dall’interno. “Ci vediamo di giorno in giorno tagliare i mezzi e assistiamo al progressivo massacro della più grande azienda culturale del paese”, racconta Cristina. Quasi a dimostrare ancora una volta l’incapacità della televisione nazionale di riflettere i movimenti popolari, ‘lo Sbarco’ è stato coperto solo dal notiziario della terza rete nazionale.

Diritto alla legalità. Sembra quasi un paradosso. Il diritto stesso di avere dei diritti, che siano uguali a quelli di tutti gli altri, è sentito in pericolo. L’associazione ‘A Madrid Si Muove Un’Altra Italia’ ha recentemente organizzato una conferenza sul tema di mafia e criminalità, temi che interessano molto anche gli spagnoli stessi. Piero Ricca, famoso per aver contestato il premier ed aver vinto una causa contro di lui, è anch’egli dell’idea che bisogna agire dall’Europa. A un passante che gli urla: “Piero sei unico!”, risponde: “Spero di no!”
Concordano con Ricca i ragazzi del Popolo Viola London: “La nave dei diritti ci ha fatto scoprire la bellezza di non essere unici. Quello che ci preme è unire tutte queste voci e costruire una rete solida in Italia come all’estero, che si batta per la legalità e i diritti, e portare a un vero rinnovamento culturale del nostro paese. Siamo felici di scoprire che non siamo affatto soli in questo intento.” Gli esiti, insomma, rispecchiano l’obiettivo che gli organizzatori dell’iniziativa si erano preposti: ‘Siamo partiti con un’idea, ma i vostri contributi hanno portato i dibattiti in direzioni diverse, arricchendoli considerevolmente. Questo è esattamente quello che ci eravamo preposti: la nave vuole essere un contenitore di tutte le nostre voci”. Obiettivo colpito e affondato.

Foto: Luca Neve

Tag: .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *