25 Giugno 2010

“No ad altro cemento, né qui né altrove”: assemblea pubblica sul Rio Martesin. La replica di Racovelli a Fortuna Drossi

Un ‘no’ a nuove cementificazioni, né a Roiano né altrove, è stato lanciato ieri dal centinaio circa di cittadini che si sono radunati in Vicolo Rio Martesin, dove è prevista la realizzazione di 109 appartamenti, più di 200 posti auto, la distruzione dell’equilibrio di un delicato ecosistema, forse unico nel suo genere per le antiche coltivazioni di pregio e la vicinanza al centro della città. Una peculiarità che è stata riconosciuta dal nuovo Piano Regolatore (che incasella i terreni interessati dalle future costruzioni come ‘agricoli di pregio’), ma il vecchio PRG, varato dalla Giunta Illy nel 1997, prevedeva una zona di espansione ad alta densità edilizia: il progetto di cementificazione è stato approvato proprio venti giorni prima dell’adozione del nuovo PRG.

Dopo le delucidazioni tecniche dell’avvocato Gianfranco Carbone, che ha patrocinato il ricorso al TAR e al Consiglio di Stato da parte dei residenti, è intervenuto il professore emerito dell’Università di Trieste Livio Poldini, che ha spiegato come i rischi di tenuta idro-geologica sono diretta conseguenza dello sfruttamento intensivo e scriteriato del territorio. Poi la parola ai cittadini: nonostante qualche attimo di ‘tensione’ il confronto è stato utile e propositivo, non solo per il numero certamente significativo di cittadini che hanno preso parte al sit-in, ma anche per la loro determinazione, perché il problema cementificazione non riguarda solo la valle del Rio Martesin, ma tutta la città. I numeri – contenuti nella relazione dell’ultimo PRG – parlano chiaro: 7500 alloggi sfitti, 52000 sottoutilizzati, 60000 abitanti in meno rispetto agli anni ’70, e si continua a costruire.

Ma mercoledì è stato anche il giorno della replica del Consigliere Comunale dei Verdi Alfredo Racovelli alle dichiarazioni di Umberto Fortuna Drossi, rilasciate nei giorni scorsi a Bora.La:

Pare che Uberto Fortuna Drossi voglia ricandidarsi alle elezioni amministrative del 2011, a giudicare da alcune sue uscite pubbliche, in materia di “politiche di sviluppo” piuttosto che di interventi che fanno a pezzi i preziosi ecosistemi che interessano il nostro territorio. Territorio, è bene ricordarlo, che riguarda una delle province più piccole d’Italia, per cui la pianificazione urbanistica deve essere attenta e tenere conto di questi dati oggettivi.

(…)

Fortuna Drossi infatti, è stato assessore comunale alla giunta Illy per la gestione del Territorio e del Patrimonio, ai Lavori Pubblici,alla Nettezza Urbana,al Verde Pubblico, al Patrimonio Immobiliare. Consigliere di amministrazione dell’Ater quando il direttore era Fabio Assanti (il progettista della cementificazione della valle del Rio Martesin), consigliere regionale dal 2001 al 2006. Ha quindi “attraversato” nell’arco di 10 anni, incarichi amministrativi di primo piano e nel corso della sua esperienza, aveva pure promosso “un’ intervento di edilizia pubblica dignitosa e rispettosa dei canoni ecologici”, ovvero un complesso Ater nella valle del Rio Martesin appunto, che avrebbe comunque coperto di cemento un’area verde e boschiva che i cittadini stanno tentando di tutelare fin dai tempi del tubone. Ma dove sta “ l’edilizia residenziale pubblica rispettosa dei canoni ecologici”, come afferma sul blog Bora.La, quando, esattamente come potrebbe accadere a breve, Fortuna Drossi riteneva “compatibile” seppellire di cemento la valle, tanto quanto prevede il progetto di Assanti con le imprese romane? Chiaramente nell’installazione dei pannelli solari fotovoltaici sopra i condomini Ater! I cittadini ovviamente si opposero e fecero saltare la speculazione, ma tutti ricordano quando Fortuna, vistosi scavalcato e accusato di essere un cementificatore, affermò pubblicamente   “Se non fate passare questo progetto, la speculazione la faranno i privati”. Grazie per la sincerità, verrebbe da dire a  Fortuna Drossi e soprattutto grazie per la preveggenza sulle future speculazioni…. Ma non è finita qui perché Fortuna si permette addirittura di fornire una sorta di consulenza al comitato e alle associazioni in lotta, quando dice che “I cittadini devono obbligare il Comune  a cancellare il progetto”. Facile. Sarebbe interessante capire cosa ha fatto lui nella qualità di amministratore, ad esempio riguardo al piano Illy-Cervesi e alle disastrose previsioni edificatorie che non risparmiarono nemmeno la Costiera , mentre per la valle sopra Roiano il Piano regolatore del 1997 prevedeva “un’area periferica ad alta densità edilizia”. Il primo atto criminale che segnò l’inizio della fine della valle. Ma di questo Fortuna Drossi non parla, mentre invece accompagna i  suoi “suggerimenti” su come si conducono le battaglie contro gli speculatori, con esposti in Tribunale nei confronti di quei cittadini che si battono da 10 anni per la tutela del Rio Martesin. Un bell’esempio di coerenza davvero. Allora ci vediamo in Tribunale Umberto Fortuna Drossi?

Per adesso i video della giornata di ieri sono visibili solo per chi ha un utente Facebook, prossimamente verranno caricati anche su YouTube. Ecco il link:

Intervento dell’avvocato Gianfranco Carbone


Intervento del professor Livio Poldini


Intervento di Dario Ferluga, del Comitato Spontaneo Valle del Rio Martesin


Intervento di Enrico Maria Milic

(specifichiamo che Obiettivo Trieste non è tra i promotori della manifestazione, ma ha semplicemente filmato gli interventi)


Chi scrive partecipa alle attività del Comitato Spontaneo Valle del Rio Martesin

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13 commenti a “No ad altro cemento, né qui né altrove”: assemblea pubblica sul Rio Martesin. La replica di Racovelli a Fortuna Drossi

  1. sandro giombi ha detto:

    Come i ponti distrutti nell’ ex Jugoslavia, da quello sulla Drina al ponte di Mostar, ai ponti sul Danubio a Belgrado sono stati la straziante metafora delle insanabili lacerazioni tra popoli, fatte le dovute abissali proporzioni, anche il ponticello di Rio Martesin, è stato più la metafora di idiote divisioni tra il “popolo contro” che non un momento di forte coesione contro i maledetti poteri forti che “amministrano” questa disgraziata città…

  2. Eros ha detto:

    Il ponte sulla Drina non è stato distrutto

  3. sandro giombi ha detto:

    Mi riferivo al finale del romanzo di Andric.

  4. arlon ha detto:

    “7500 alloggi sfitti, 52000 sottoutilizzati, 60000 abitanti in meno rispetto agli anni ’70, e si continua a costruire.”

    Xe altro cossa dir?

  5. stefano ha detto:

    più offerta c’è più i prezzi si abbassano

  6. Dario Predonzan ha detto:

    Chissà com’è, allora, che in Provincia di Trieste ci sono anche quasi 5.000 domande di alloggi ATER (che l’ATER non riuscirà a soddisfare)?
    Sarà mica, forse, che il mercato degli alloggi non è regolato dal mero gioco della domanda e dell’offerta, ma anche da alcuni fattori distorsivi (allogi tenuti vuoti apposta per non deprimere troppo i prezzi, ecc.)?
    D’altronde l’aspetto decisivo consiste nel fatto che l'”offerta” di alloggi non può aumentare ad libitum, perchè la base fisica – il territorio – su cui si regge, è oggettivamente limitata e finita.
    Magari, a qualche adoratore del mercato questo può interessare poco. L’esito finale è però Hong Kong, dove non c’è quasi più un centimetro quadrato libero da edifici: non proprio il massino della qualità della vita, vero?

  7. Riccardo Laterza ha detto:

    Ma infatti a Trieste i problemi sono due, e paradossalmente opposti: la continua costruzione di nuovi edifici, e di pari passo l’allungamento della lista d’attesa per le case popolari. E le Amministrazioni Locali assecondano gli interessi del mercato invece che preoccuparsi degli interessi comuni.

  8. sandro giombi ha detto:

    Non si tratta di allungamento dell’ attesa delle liste, siamo alla paralisi totale.

    L’ ater, complice del comune, non assegna più nulla da anni. No way out. Sei sfrattato, ragazza madre, sul lastrico? crepa, pezzente!

    Solo per fare un esempio: le case del’ ex GMA di Opicina, decorosi edifici, sono quasi completamente vuoti, perchè gli appartamentini sui lati degli edifici non raggiungono i fatidici 40 m. quadrati previsti dalla legge per poter esser affittati, ma chissenfrega, sono appartamentini luminosissimi, in una zona verde, dove un single, una ragazza madre, vi potrebbe alloggiare benissimo, sono un invito all autodeterminazione, ovvero all occupazione abusiva… la stessa cosa era accaduta per il gruppo di case di “San Pelagio” sopra San Giovanni, poi intervenne il PM buddista Frezza a sistemare le cose, con un operazione militare affidata ai carabinieri, i quali bloccarono addirittura gli autobus per beccare 4 o 5 sfigati diretto diretti verso quei modestissimi appartamenti…

    Trieste, unica città al mondo dove le assegnazioni dell’ edilizia popolare vengono decise dalla magistratura, ma sti farabutti di sedicenti amministratori si guardano allo specchio al mattino? Conoscono il sentimento della vergogna?

    Trieste muore, le cifre succitate dimostrano che 3 o 4 appartamenti su 10 sono vuoti, e allora? Senza scendere in pallosissime regolette burocratiche, voglio i nomi dei colpevoli di questo crimine contro l’ umanità: una cosa è certa, i veri amministratori della nostra disgraziatissima città sono i soliti noti costruttori: Riccesi, Cividin ecc… gli assessori sono solo patetiche figure di m… al loro servizio, ovviamente indipendentemente dal colore polico.

    Ultimo, ma non per importanza: in Germania, se lavori, dopo 3 mesi, il giorno esatto, sei invitato a visionare tre appartamenti popolari ed a sceglierne uno accompagnato dai funzionari delle case popolari, i quali prendono atto dei lavori necessari a consegnartelo in buono stato (!!!), questo è welfare, qui da noi si sono appropriati di questa parola senza sapere neppure cosa significhi, analfabeti!

  9. marits ha detto:

    Per chi è interessato so che lunedì 28 (domani) alle ore 18 l’associazione Un’Altra Trieste ha organizzato all’hotel Savoia un’assemblea pubblica proprio sul PRGC…sul volantino c’era scritto che parleranno anche di Roiano, Campo Marzio e del Carso…sono proprio curioso di vedere che altro salta fuori!

  10. stefano ha detto:

    spiacente ma l’ater assegna eccome,il vero problema che alla morte di chi era l’assegnatario c’è sempre qualche parente che trova una soluzione per restarvi dentro e questo non è giusto!quanti conoscete che l’hanno fatto?Io non ho mai avuto il problema di presentare la domanda all ater ma ho visto le condizioni in cui vengono assegnati attualmente e con onesta di più non si può fare,perfettamente in ordine in ogni minimo spazio

  11. sandro giombi ha detto:

    L’ ater è paralizzata, non assegna un bel niente, ed affermare che “il vero problema che alla morte di chi era l’assegnatario c’è sempre qualche parente che trova una soluzione per restarvi dentro” è una solenne idiozia, basta farsi un giro in prossimità di un qualsiasi palazzo ATER e constatare quanti sono gli alloggi vuoti.

  12. Riccardo Laterza ha detto:

    Non penso che una lista d’attesa di 200 pagine sia tutta attribuibile ai parenti degli affittuari ATER… Il problema è grosso.

  13. stefano ha detto:

    mi dispiace ma state dicendo cose non vere,sono appena stati assegnati gli appartamenti risrtutturati di Ponziana,sul fatto che ci siano appartamenti vuoti è vero,ma “el triestin xe furbo pur de cazarse dentro el se inventa mille modi”.La lista è lunga perchè a provare ad entrare in graduatoria c’è gente bisognosa e no,la maggior parte di questi ultimi cerca d’ottenere l’assegnazione per dopo inventarsi un modo lecito e no per pagare di meno il canone,e badate bene io sono a favore delle case dell’ater per chi ne ha veramente bisogno,e sopratutto che ad averne il privilegio per primi siano i miei concittadini disagiati.

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